ritardo emissione certificato capital gain

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euroton

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27/11/00
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il mio vecchio intermediario dove ho chiuso il dossier (e c/c.) a metà maggio 2003 non mi ha ancora inviato il saldo delle minusvalenze accumulate dal 2000. Nel frattempo per questa mancanza ho pagato e pagherò il capital gain con il nuovo intermediario. Posso rivalermi visto il ritardo di quattro mesi nell'emettere un pezzo di carta??
grazie
 
Mi è successo la stessa cosa con MPS, mandato di chiusura c/c il 14 maggio, trasferimento titoli il 5 giugno e data di estinsione c/c 9 giugno. Il certificato me l'hanno rilasciato il 2 settembre; sto aspettando Banca Sella che mi dica con quale data mi inserisce le minusvalenze accumulate.
Ciao
 
Scritto da Great bear
Mi è successo la stessa cosa con MPS, mandato di chiusura c/c il 14 maggio, trasferimento titoli il 5 giugno e data di estinsione c/c 9 giugno. Il certificato me l'hanno rilasciato il 2 settembre; sto aspettando Banca Sella che mi dica con quale data mi inserisce le minusvalenze accumulate.
Ciao

ciao great bear
a proposito di banca sella: nei tuoi capital gain vengono scalate le commissioni in automoatico oppure no? (voglio solo una conferma prima di intraprendere qualche azione, a me le commissioni non vengono menzionate nemmeno minimamente, il tutto a mio grandissimo svantaggio)
 
Non ho mai verificato la cosa.
In teoria dovrebbero!
Poichè ho accumulato quasi 35.000 Euro di Minus di cui 15.000 scadenti il prossimo anno, mi sto preoccupando almeno di non perdere tale vantaggio fiscale. Ho generato un plus valenza di 5.000 tra 1 luglio ad oggi, e sarei già soddisfatto se riesco ha scaricare 1/3 dei quei 15.000.
Genero commissioni mensili di 200 -300 Euro mensili, non facendo scalping, non ho verificato.
Ciao
 
per great bear
che coincidenza! le mie stesse banche, tu sei stato più "fortunato", intanto banca sella mi ha addebitato il capital gain del mese di giugno, e sono tutti soldi che rientravano tranquillamente nelle mie minus con MPS!!
 
L'intermediario che tarda troppo è responsabile, soprattutto se dall'altra parte si sono pagate imposte che, se la certificazione fosse stata rilasciata in tempo, non sarebbero state addebitate.

Fortunatamente, vedo che in un solo mese le recuperi, segno che il danno c'è ma non è irreparabile (vedi chi ha tantissime minus sotto scadenza e magari paga il 12.5% sull'altro conto).
 
Sono riuscito a sbloccare con tale fax.
Se ti può essere utile.
In più ti metto un allegato un documento trovato su internet.
Ciao


*********************************
Spett. Ag. XX –Roma
Monte dei Paschi di Siena
XXXXX ROMA (RM)

yyyyyyyyyyyyyy


Alla Cortese att. del Direttore


Avendo dato un’ordine di chiusura, in data 14-05-2003, del C/C XXXX.YY, presso di voi, a me cointestato (Great bear nato a XXXX il YY-YY-YY, residente ...............) e trasferito i titoli in carico, presso di esso, in data 5-6-2003 (15.500 azioni Danieli Ordinarie), non trovo giustificato che a tutt’oggi non risulti:

A) chiuso tale conto, non avendo ricevuto il saldo relativo;

B) il certificato delle minusvalenze conseguite, che ammontavano ad un credito di imposta su capital gain di 1991,47 Euro in data 30-05-2001.


Ho sollecitato più volte telefonicamente che venissero effettuate tali operazioni, ma oltre ad avere delle risposte lacunose ed insufficienti, esse non son state fatte.

Indignato per tali comportamenti, non mi rimane altro che diffidarVi dal persistere in questo atteggiamento e considererò ogni altro prelievo effettuato da Voi come indebito.


Cordiali Saluti
****************************************
 
L'allegato.
Ciao

Un argomento che sta a cuore a tutti i trader... nel senso che sul cuore ci sta il portafoglio... sono le tasse sul capital gain... che se ho ben capito lo Stato si comporta come i giocatori delle tre carte... che alla fine se vinci tu le tasse sulle plus gliele paghi sempre... mentre quando sono loro che devono restituirti le minus... ti dicono che se le vuoi devi giocare ancora...
Siccome io le minus le conosco bene... che le mie hanno tanti zeri... mi son detto che forse a capirci qualcosa in più ci sarebbe solo da guadagnarne... che magari quando il fisco viene a pignorarmi la pensione... li faccio scappare a colpi di minus... che pur di non restituirmele, quelli se ne vanno... almeno per quattro anni, se ho capito bene...
Su NG e ML se n'era fatto un gran parlare... che ho deciso di vederci più chiaro... e così ho raccolto tutti gli interventi... chi diceva bianco e chi diceva nero... e poi ho chiesto a quelli di Directa che la sanno lunga... che adesso è proprio tutto chiaro... e faccio domanda di residenza sulla Luna... dove il LIFO sarà come da noi è il LIPU... anche se dovessi rinunciare alla polenta e osei...
Il Genio

Che cos'è il capital gain, in parole semplici?
Se si compra un'azione a 100 e la si rivende a 110, la differenza (110-100) costituisce una plusvalenza. Quando invece il prezzo di vendita è inferiore a quello di acquisto, si ha una perdita o minusvalenza.
Il capital gain è la differenza fra guadagni e perdite derivanti dalla compravendita di azioni o altri valori mobiliari. Su di esso grava l'imposta del 12.5% - introdotta col Decreto Legge 461/97, entrato in vigore il 01/07/98 - che va pagata secondo le modalità dei diversi regimi di risparmio.
Quali sono i regimi di risparmio?
I regimi previsti dalla legge sono tre: regime della dichiarazione, del risparmio amministrato, del risparmio gestito.
Nel regime della dichiarazione il cliente di una Banca o Sim provvede personalmente, sia a decidere gli investimenti sia a svolgere gli adempimenti fiscali. Chi lo sceglie deve riportare le plusvalenze o minusvalenze realizzate nella sua dichiarazione dei redditi.
Importante: le plusvalenze sono redditi a tassazione separata, che non confluiscono nel reddito complessivo. L'imposta del 12.5% è fissa e indipendente dall'ammontare del reddito.
Nel regime del risparmio amministrato il cliente provvede di persona agli investimenti, ma delega gli adempimenti fiscali alla Banca o Sim, la quale agisce quindi come "sostituto d'imposta".
Nel regime del risparmio gestito il cliente delega alla Banca o Sim sia l'attività di gestione del proprio capitale sia gli adempimenti fiscali relativi ai suoi investimenti.
Un investitore può essere titolare di più rapporti, servendosi di vari intermediari, e scegliere per ciascun rapporto il regime fiscale che preferisce, anche tra quelli intrattenuti con la stessa Banca o Sim.
Come e quando si paga l'imposta sulla plusvalenza?
Chi ha scelto il regime della dichiarazione riceve i proventi completi delle vendite di titoli, senza ritenute di imposta, e deve preoccuparsi di calcolare e indicare lui stesso nella dichiarazione dei redditi quanto versare allo Stato come imposta sul capital gain complessivo.
Per chi sceglie invece il regime del risparmio amministrato, è la Banca o Sim che preleva l'imposta dalle plusvalenze derivate dalle vendite di titoli, e la versa allo Stato con cadenza mensile.
A chi utilizza il regime del risparmio gestito, l'intermediario addebita l'imposta sulla plusvalenza complessiva a fine anno, valorizzando i titoli presenti in portafoglio al prezzo dell'ultimo giorno dell'anno.
Tale valorizzazione del portafoglio peculiare del risparmio gestito, produce di fatto un'imposta su un guadagno "virtuale", non ancora realizzato.
Per equiparare a tale trattamento fiscale anche gli altri regimi di risparmio, era stato introdotto un farraginoso meccanismo detto "equalizzatore", che è stato poi abrogato col Decreto Legge n. 350/01.
Come e quando si compensano le minusvalenze nei diversi regimi?
In tutti e tre i casi la minusvalenza accumulata nel periodo di imposta è compensabile solo nei quattro periodi d'imposta successivi. Se entro tale termine non sono state realizzate plusvalenze sufficienti a compensare la minusvalenza, il residuo va perduto.
Nel regime della dichiarazione il calcolo deve farlo l'investitore stesso, ricostruendo la movimentazione del suo portafoglio secondo il metodo LIFO (last in first out = l'ultimo a entrare è il primo a uscire). Va mantenuta evidenza di tutti gli acquisti e si compensano i risultati delle operazioni di vendita procedendo a ritroso, cioè considerando venduti per primi i titoli acquistati per ultimi.
Se alla fine dei conti ci si ritrova con una minusvalenza, la si può compensare con plusvalenze derivanti dalla chiusura di un rapporto amministrato o gestito, oppure "la si mette da parte" per dedurla dalle plusvalenze realizzate nei quattro anni successivi.
Nel regime amministrato l'intermediario calcola le plus/minusvalenze a ogni singola operazione di vendita conteggiando il costo col metodo del prezzo medio d'acquisto. Quando, detratte le eventuali precedenti perdite, risulta un utile, trattiene l'imposta del 12,5%; quando invece risulta una minusvalenza, la utilizzerà per compensare le plusvalenze successive, poiché quelle sulle quali ha già trattenuto l'imposta non rientrano più nel conto.
Nel regime gestito l'intermediario conteggia le plus/minusvalenze valutando il patrimonio ai prezzi di fine anno e confrontandolo con quello di inizio anno (depurando il calcolo, ovviamente, da prelievi e versamenti). Sulla differenza - detta "risultato di gestione" - se positiva, trattiene l'imposta del 12.5%.
In questi ultimi due casi, se a fine anno restano delle minusvalenze, la Banca o Sim le utilizzerà per compensare le plusvalenze realizzate entro il quarto anno successivo.
Se il contribuente ha scelto il regime della dichiarazione, la responsabilità dei calcoli grava su di lui, altrimenti sull'intermediario.
In sede di dichiarazione dei redditi, è possibile dedurre le minusvalenze dal reddito?
Le minusvalenze possono essere compensate esclusivamente con plusvalenze della stessa natura, cioè con guadagni su compravendite di titoli. In nessun caso possono essere dedotte da redditi di altra natura, ad esempio stipendi o affitti, e nemmeno dal reddito complessivo del contribuente.
Chi ha aperte più posizioni con diverse Banche e Sim, può compensare le minusvalenze di un rapporto con le plusvalenze di un altro?
La compensazione di minusvalenze e plusvalenze è normalmente possibile, in sede di dichiarazione dei redditi, solo tra posizioni in regime dichiarativo.
Le posizioni in regime amministrato o gestito hanno tutte un trattamento fiscale autonomo, con la sola eccezione della cessazione del rapporto di custodia titoli mediante la cessione di tutti i titoli posseduti e la chiusura del conto.
In questi casi l'intermediario rilascia un'apposita certificazione delle plus/minusvalenze o del "risultato di gestione" maturati nel corso del rapporto.
Disponendo di tale certificazione si possono riportare le minusvalenze nella dichiarazione dei redditi per compensare le plusvalenze derivanti da rapporti in regime dichiarativo.
Oppure si possono trasferire le perdite certificate di un rapporto amministrato o gestito in un altro rapporto amministrato e compensarle con eventuali plusvalenze successive. Non è invece possibile compensare le minusvalenze di un rapporto amministrato con le plusvalenze di un altro rapporto gestito.
Un'ultima opzione, anziché chiudere il rapporto "amministrato", è di richiedere semplicemente il passaggio al regime dichiarativo.
Così le minusvalenze certificate verranno indicate nella dichiarazione dei redditi e sarà possibile compensarle con le plusvalenze già maturate o successivamente ottenute in regime dichiarativo.
Chi decide di cambiare Banca o Sim può trasferire le minusvalenze del vecchio rapporto su quello nuovo?
Innanzitutto va ricordato che, se oltre ai soldi si trasferiscono anche dei titoli, il vecchio intermediario deve certificare il prezzo di carico originario dei titoli, in modo da consentire a quello nuovo di calcolare correttamente il capital gain.
Se invece ad esempio, anche per sveltire la pratica, si vende tutto e si trasferiscono solo liquidi, basta richiedere la certificazione della minusvalenza maturata. Consegnandola alla nuova Banca o Sim si potrà compensare le perdite pregresse con le plusvalenze successive.
Se infine si vogliono riunificare più rapporti soggetti a regimi fiscali diversi, si devono liquidare quelli in regime amministrato e gestito richiedendo le relative certificazioni. Sarà allora possibile compensare le minusvalenze nella dichiarazione dei redditi operando in regime dichiarativo.
E chi opera con due intermediari, con uno dei due rapporti in utile e l'altro in perdita, può fare qualcosa?
In regime amministrato la compensazione tra due rapporti è prevista solo se entrambi sono tenuti con la stessa Banca o Sim.
Ciascun intermediario, infatti, opera per conto proprio: quello con la posizione in attivo deve versare allo Stato l'imposta sulle plusvalenze che lui registra, mentre quello con la posizione in passivo si limita a registrare le minusvalenze in vista di una compensazione successiva.
Solo in caso di chiusura di un rapporto si possono utilizzare le minusvalenze certificate per compensare le plusvalenze ottenute successivamente con un diverso intermediario.
Se uno dei rapporti è in regime gestito, per compensare le minusvalenze occorrerebbe chiuderlo anche se si opera con un solo intermediario. La sua certificazione permetterà di compensare le plusvalenze di rapporti in regime dichiarativo o di altri rapporti amministrati intestati al contribuente.
Se opero con un intermediario estero su titoli esteri, devo pagare l'imposta sulla plusvalenza in Italia o all'estero?
Per chi ha residenza fiscale in Italia, le plusvalenze si considerano prodotte in Italia, indipendentemente dalla nazionalità dell'intermediario e della società che ha emesso le azioni.
La norma è l'art. 81 lett. c-bis) del Testo Unico delle Imposte sui Redditi, D.P.R. n. 917/86 e successive modifiche.
Dall'intermediario estero si riceve pertanto la plusvalenza al lordo dell'imposta, e occorre comportarsi secondo il regime della dichiarazione: richiedere e conservare la documentazione delle operazioni, calcolare la plusvalenza, indicarla sulla dichiarazione dei redditi, e infine versare l'imposta allo Stato italiano in sede di pagamento Irpef.Inoltre, se nel periodo d'imposta l'ammontare complessivo dei propri investimenti esteri eccede i 20 milioni di lire, occorre compilare e allegare alla dichiarazione dei redditi il modulo per il "monitoraggio valutario" convertendo gli importi in valuta estera al cambio medio mensile (mentre per il calcolo del capital gain si utilizza il cambio del giorno di liquidazione delle operazioni).
Le plusvalenze dei residenti all'estero sono tassate in Italia?
Normalmente no.
A norma dell'art. 20 lett. f) punto 1 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi, D.P.R. n. 917/86 e successive modifiche, le plusvalenze realizzate da soggetti residenti all'estero derivanti da cessioni di azioni negoziate in mercati regolamentati non si considerano prodotte nel territorio dello Stato italiano, e dunque non sono tassabili in Italia ma nello Stato di residenza fiscale.
La stessa disciplina si applica alle plusvalenze derivanti da cessione di derivati o altri strumenti finanziari negoziati in mercati regolamentati, come stabilisce l'art. 20 lett. f) punto 3 del T.U.I.R.
Invece le operazioni che coinvolgono le cosiddette "partecipazioni qualificate" (con quote superiori al 2% del capitale in azioni ordinarie di una società) sono regolate diversamente.
 
Comunque per farvi ridere, dopo aver consegnato 'sto ca**o di certificato alla filiale di Banca Sella, presso cui ho il C/C, in data 8 settembre, ancora ad oggi non risulta inserito nella banca dati.
Ho la netta sensazione che una causa sia proprio necessaria.
Ciao
 
In pratica si aspettano 4/5 mesi per avere il certificato delle minus e poi se va bene 1 mese perchè sia "preso in carico" dal nuovo intermediario; nel frattempo con 20.000 euro di minus mi trovo a pagare indebitamente il capital gain di giugno (450 e) e minimo ancora luglio agosto che sono stati mesi buoni, a questo punto mi conviene chiudere e riaprire posizioni in perdita rimettendoci le commissioni ma recuperando un po' di minus...o no?
 
Conviene se hai del minusvalenze da recuperare in prossima scadenza; altrimenti ti conviene aspettare che te le caricano e poi fare il giochetto. La cosa che devi tener conto è l'anno in cui scadano. Se i 20.000 sono dal 2005 in poi il giochino può essere ragionavole; mentre se scadono prima come nel mio caso ed ho del plusvalenze su alcuni titoli in carico aspetto che mi vengano caricate prima di vendere.
Ciao
 
Per Great bear

Buonasera Great bear,
Le domando cortesemente, se lo desidera, di scrivere al mio indirizzo di posta personale il suo codice cliente al fine di verificare e quindi comunicarLe notizie dettagliate riguardo alla Sua pratica.

Cordiali saluti
Barbara Lesna
Area Clienti Sella.it
barbara.lesnamaranetto@sella.it
 
Per euroton

Buonasera euroton,
Le confermo che la certificazione di minusvalenza deve essere richiesta all'intermediario finanziario di provenienza; affinchè tale documento abbia valenza retroattiva, occorre che lo stesso riporti la data di chiusura rapporto. In questo modo Banca Sella prenderà in carico la certificazione dal giorno successivo a quello di chiusura rapporti, rifarà i conteggi e rimborserà l'eventuale imposta già versata.
Le suggerisco inoltre di fare espressa richiesta di presa in carico retroattiva al momento della consegna del documento presso la succursale in cui intrattiene il rapporto di conto corrente.
Resto a disposizione per chiarimenti.

Cordiali saluti
Barbara Lesna
Area Clienti Sella.it
barbara.lesnamaranetto@sella.it
 
Per pea_mi

Buonasera Pea_mi,
Le confermo che il prezzo di acquisto e di vendita utilizzato nel calcolo del capital gain è sempre al netto delle commissioni.
Per le operazioni di Acquisto: (prezzo az.+ commissioni)* n. azioni
Per le operazioni di Vendita: (prezzo az. - commissioni)* n. azioni
Resto a disposizione per chiarimenti.

Cordiali saluti
Barbara Lesna
Area Clienti Sella.it
barbara.lesnamaranetto@sella.it
 
Ringrazio Banca Sella per la gradita informazione e tutti voi per i vs preziosi contributi
saluti
 
Ringrazio a Barbara Lesna per avermi chiarito la strada da seguire e perciò nuovo Fax alla Filiale dell'MPS:



Spett. Ag. XX –Roma
Monte dei Paschi di Siena
XXXXX ROMA (RM)

yyyyyyyyyyyyyy


Alla Cortese att. del Direttore
Oggetto: data della certificazione delle minusvalenze


Avendo dato un’ordine di chiusura, in data 14-05-2003, del C/C XXXX.YY, presso di voi, a me cointestato (Great bear nato a XXXX il YY-YY-YY, residente ...............) e trasferito i titoli in carico, presso di esso, in data 5-6-2003 (15.500 azioni Danieli Ordinarie), avendo ricevuto il certificato delle minusvalenze con data 2 settembre 2003, mentre a me risulta che il conto in questione è stato formalmente chiuso in data 09 giugno 2003, esigo che:
mi venga rilasciato un nuovo certificato con la data effettiva della chiusura del conto e non con la sola data di emissione della stesso, visto che la cosa non è proprio equivalente e considerando che, nel frattempo, ho realizzato diverse plusvalenze sul conto entrante (circa 5.000 Euro), tutte documentabili, e che comunque sia nel mio pieno diritto di scaricare.
Non trovando comunque corretto il vostro atteggiamento di tenere in modo del tutto fittizio, oltre il 5 giugno 2003, aperto tale conto, considerando che ad esso era collegato solo un conto titoli al fine di addebitare ulteriori costi di gestione.

Se per qualche motivo non riuscirò a recuperare tali crediti, in scadenza nel 2004, vi riterrò responsabili di tale errore per l’equivalente delle plusvalenze nel frattempo accumulate dal 10 giugno 2003 fino al 1 settembre 2003, nel conto in cui sono stati caricati i titoli.

Roma, 18 settembre 2003
Cordiali Saluti
Great bear
 
Ci siamo, mi hanno rifatto la certificazione con la data di chiusura del c/C.
Ora devo solo scambiare i certificati. Prendere il vecchio da B. Sella e portalo all'MPS, che mi rilasciano quello corretto.
Ciao
 
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