joliejolie
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Salute Cos'è il doomscrolling (e perché bisogna evitarlo)?
Fare doomscrolling significa cercare compulsivamente cattive notizie online: un'abitudine che si è accentuata con la pandemia.
Alla larga dal doomscrolling: meglio evitare di leggere notizie negative online, specie prima di dormire. fizkes | Shutterstock
Il doomscrolling è un neologismo inglese entrato nell'Oxford Dictionary nel 2020: la parola indica la tendenza a cercare in modo ossessivo cattive notizie online, scorrendo (scrolling) sullo schermo del nostro telefonino (o tablet, o pc) per informarci sulle sventure (dooms) che accadono nel mondo. Un'abitudine che si è diffusa ancor di più durante la pandemia da covid, quando tempo e cattive notizie non mancavano di certo, e che ha colpito soprattutto le persone che già soffrivano di ansia e depressione. Il World Economic Forum ne ha discusso con Ariane Ling, psicologa allo Steven A. Cohen Military Family Center del NYU Lanogone Health (USA).
PERCHÉ CERCHIAMO BRUTTE NOTIZIE. Il doomscrolling è una pratica tipicamente umana. Siamo curiosi, e proprio come quando passiamo accanto a un incidente stradale rallentiamo per vedere cosa è successo, così accade quando scorriamo le notizie sul telefonino: appena ci imbattiamo in un titolo a effetto o un post di Facebook confezionato ad hoc per ottenere clic (in inglese clickbait, o acchiappaclic in italiano), ci fermiamo a leggerlo.
Scienza
Perché abbiamo sempre in mano lo smartphone?
«Il doomscrolling era già diffuso prima della pandemia, in particolare tra persone che soffrivano di ansia e depressione», sottolinea Ling. Infatti, a causa del cosiddetto bias di conferma, ovvero la tendenza a leggere solo ciò che è in linea con il nostro pensiero, chi soffre di depressione è solito cercare online notizie che confermino la propria visione negativa del mondo e della vita. E la pandemia, che ha accentuato il malessere psicofisico, non ha certo aiutato le persone ad abbandonare questa brutta abitudine.
Scienza
2020: un anno nero per la salute mentale
MEGLIO SMETTERE: MA COME? Il primo passo per smettere, come in tutte le dipendenze, è riconoscere l'esistenza del problema: avendo la consapevolezza di star cercando ossessivamente cattive notizie online, si può decidere di fermarsi e dedicarsi ad altro. «Bisogna imporsi dei limiti», spiega Ling, «darsi il permesso di scorrere le notizie mezz'ora al mattino, qualche minuto al pomeriggio, ma non di più». E quando si ha la tentazione di prendere in mano il telefono, provare a sostituirla con qualcos'altro: «Leggere, cucinare, allenarsi: sono tutte alternative più sane al doomscrolling».
Scienza
Contro la solitudine, prescrivere momenti di socialità
Focus
24 luglio 2021 Chiara Guzzonato
Fare doomscrolling significa cercare compulsivamente cattive notizie online: un'abitudine che si è accentuata con la pandemia.
Alla larga dal doomscrolling: meglio evitare di leggere notizie negative online, specie prima di dormire. fizkes | Shutterstock
Il doomscrolling è un neologismo inglese entrato nell'Oxford Dictionary nel 2020: la parola indica la tendenza a cercare in modo ossessivo cattive notizie online, scorrendo (scrolling) sullo schermo del nostro telefonino (o tablet, o pc) per informarci sulle sventure (dooms) che accadono nel mondo. Un'abitudine che si è diffusa ancor di più durante la pandemia da covid, quando tempo e cattive notizie non mancavano di certo, e che ha colpito soprattutto le persone che già soffrivano di ansia e depressione. Il World Economic Forum ne ha discusso con Ariane Ling, psicologa allo Steven A. Cohen Military Family Center del NYU Lanogone Health (USA).
PERCHÉ CERCHIAMO BRUTTE NOTIZIE. Il doomscrolling è una pratica tipicamente umana. Siamo curiosi, e proprio come quando passiamo accanto a un incidente stradale rallentiamo per vedere cosa è successo, così accade quando scorriamo le notizie sul telefonino: appena ci imbattiamo in un titolo a effetto o un post di Facebook confezionato ad hoc per ottenere clic (in inglese clickbait, o acchiappaclic in italiano), ci fermiamo a leggerlo.
Scienza
Perché abbiamo sempre in mano lo smartphone?
«Il doomscrolling era già diffuso prima della pandemia, in particolare tra persone che soffrivano di ansia e depressione», sottolinea Ling. Infatti, a causa del cosiddetto bias di conferma, ovvero la tendenza a leggere solo ciò che è in linea con il nostro pensiero, chi soffre di depressione è solito cercare online notizie che confermino la propria visione negativa del mondo e della vita. E la pandemia, che ha accentuato il malessere psicofisico, non ha certo aiutato le persone ad abbandonare questa brutta abitudine.
Scienza
2020: un anno nero per la salute mentale
MEGLIO SMETTERE: MA COME? Il primo passo per smettere, come in tutte le dipendenze, è riconoscere l'esistenza del problema: avendo la consapevolezza di star cercando ossessivamente cattive notizie online, si può decidere di fermarsi e dedicarsi ad altro. «Bisogna imporsi dei limiti», spiega Ling, «darsi il permesso di scorrere le notizie mezz'ora al mattino, qualche minuto al pomeriggio, ma non di più». E quando si ha la tentazione di prendere in mano il telefono, provare a sostituirla con qualcos'altro: «Leggere, cucinare, allenarsi: sono tutte alternative più sane al doomscrolling».
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24 luglio 2021 Chiara Guzzonato