Se tutti facessero così le quotazioni di un artista non crescerebbero mai. Poiché io pure faccio così, e anche peggio, e molti, qui nel forum, mi pare, hanno un simile atteggiamento (in pratica o pago poco perché è un giovane e scommetto, o cerco di prendere l'opera importante a sconto), al di là dell'ovvia considerazione che ognuno cerca di pagare il meno possibile, mi permetto di far riflettere (me compreso) su questa attitudine. In pratica noi ci sentiamo "in diritto" di profittare della disattenzione di altri, o eventualmente della mancanza di denaro da parte loro, probabilmente perché "siamo più bravi", sappiamo riconoscere il buono meglio di altri, e
quindi andiamo premiati per questo. Raramente invece, credo, consideriamo che se noi paghiamo di meno, vuol dire che c'è una media e qualcuno paga di più.
Chi è costui? Un fesso, un innamorato dell'arte più generoso o più ricco di noi, un ignorante che non avendo capacità e interesse propri abbastanza approfonditi paga senza capire nulla di prezzi e valori?
Avete presente quella pubblicità ormai attempata in cui lui e lei si incontrano in hotel, ma lei, masticatrice di chewing gum, ha pagato di meno?
Kant misurava la moralità delle azioni con la considerazione tipo "se tutti facessero così". Nessun moralismo,
ovviamente, ma una riflessione che può cominciare nel modo seguente: il nostro comportamente vuol contraddire
coscientemente la legge domanda-offerta: infatti la nostra domanda è più fortemente motivata di quella "caro, non è ciccina quella veduta di Parigi dal Tamburi ... o Tamburini ...?" ma noi riusciamo


a pagare di meno.
Per poi proseguire ammettendo che noi si può pagar meno proprio perché esiste un mercato in cui qualcuno paga di più.
E forse arrivando a Homo homini lupus, ovvero a mors tua vita mea.