Sanpaolo Invest e l'infelice scelta della polizza Vita

FaGal

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28 maggio 2005

Sanpaolo Invest e l'infelice scelta della polizza Vita


Il primo gennaio 1997 con la Milano Assicurazione, e tramite l'agenzia Sanpaolo Invest Sim, ho contratto una polizza Vita con premi in marchi per la durata di 8 anni e premio unico annuo di 10 milioni di lire. Ho corrisposto il premio solo per i primi 3 anni, senza tuttavia richiedere la risoluzione del contratto prima della scadenza, avvenuta l' 1/ 1/ 2005. Sono trascorsi 4 mesi e, malgrado diverse sollecitazioni, non ho ancora ricevuto riscontri. Inoltre il mio promotore mi ha già preparato a una liquidazione penalizzante poichè non ho continuato a versare i premi. Preciso che sul contratto della polizza è specificato che l'importo del premio annuo minimo è di 2.039 marchi ( 2 milioni di lire). Inoltre sul prospetto è precisato che il contraente ha la possibilità di aumentare o diminuire il premio, oppure di sospenderlo.
Inoltre sul mio contratto non erano espressi i caricamenti.
Francesco Micati ( via e mail)

Risponde Sanpaolo Invest
La richiesta di liquidazione della polizza sottoscritta nel 1997 dal signor Micati è pervenuta agli uffici preposti di Sanpaolo Invest in data 9/ 3/ 2005 ed è stata prontamente trasmessa lo stesso giorno alla compagnia Milano Assicurazioni. Peraltro la polizza sottoscritta, con scadenza 1/ 1/ 2005, prevedeva come prestazione principale l'erogazione di una rendita vitalizia pagata in rate annuali posticipate ( quindi la prima rata sarebbe stata pagata il 1/ 1/ 2006). Il cliente ha invece chiesto la liquidazione del capitale; tale opzione sarebbe stata esercitabile solo se espressamente richiesta almeno 60 giorni prima della scadenza della polizza, come da condizioni contrattuali. Nonostante ciò la Compagnia ha comunque dato corso alla liquidazione del capitale, avvenuta i primi di maggio 2005 per un importo pari a 12.682,36 À, comprensivo di 36 Àa titolo di interessi per ritardato pagamento oltre i 30 giorni previsti da contratto, ritardo dovuto a problemi di procedure della compagnia stessa. Il netto ricavato dalla liquidazione della polizza dipende da numerosi fattori, quali il tasso di cambio ( la polizza era espressa in marchi tedeschi), il risultato della gestione patrimoniale in valuta e il mancato completamento dei versamenti programmati ( i pagamenti sono stati interrotti dopo il versamento della terza rata). Ricordiamo che nella nota informativa risulta chiaramente segnalato come l'interruzione del pagamento dei premi comporti un impatto negativo sul risultato finale. Infine, per quanto concerne i caricamenti, la disciplina vigente all'epoca della sottoscrizione in tema di polizze assicurative non prevedeva l'esplicitazione dei caricamenti, se non su richiesta del contraente stesso, facoltà chiaramente riportata sulla contrattualistica.
• La " creazione di valore" dei clienti delle compagnie di assicurazione Vita negli anni 80 e 90 è stata di dimensioni colossali ( dell'ordine di miliardi di À) " grazie" alla scarsa trasparenza sui caricamenti. Come si ricava dalla lettera, il piccolo particolare è che questa enorme " creazione di valore" è stata soprattutto a vantaggio delle compagnie e dei venditori di polizze Vita ( banche, promotori, agenti)

http://www.assinews.it/rassegna/articoli/plus280505tr3.html
 
Quando ci si rese conto che la diminuzione dei tassi stava mandando completamente questi prodotti fuori mercato si chiese a Sanpaolo Invest di intervenire. Ma la polizza è della Milano Assicurazioni - SPI la distribuiva soltanto - e la società della Fondiaria non ne volle sapere.
Qualche intervento è stato fatto da singoli promotori rimborsando con i propri soldi i clienti.
Saluti, Lightcreek

p.s. chi esalta il multibrand deve anche considerare che tu poi non hai più controllo sui prodotti di società terze da te collocati.
 
il punto non è se sei obbligato a vendere prodotti di a oppure anche di b o c, il punto è proprio quello del fatto che la gente dovrebbe essere informata a carattere cubitali che se si va da x lui vende SOLO X O Y NON E' VERO CHE VENDE IL PRODOTTO MIGLIORE. QUESTA DOVREBBE ESSERE UNA CAMPAGNA DA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO. PRIMA COSA INFORMARSI COSA VENDE
 
FabioGalletti ha scritto:
il punto non è se sei obbligato a vendere prodotti di a oppure anche di b o c, il punto è proprio quello del fatto che la gente dovrebbe essere informata a carattere cubitali che se si va da x lui vende SOLO X O Y NON E' VERO CHE VENDE IL PRODOTTO MIGLIORE. QUESTA DOVREBBE ESSERE UNA CAMPAGNA DA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO. PRIMA COSA INFORMARSI COSA VENDE

In quale settore merceologico oggi in Italia ho qualcuno che mi vende il prodotto migliore scegliendo fra quelli sul mercato?

Non credi che sia un'aspettativa irrealistica?

Quando vengo a casa tua e ti dico che faccio il piazzista per la sim Pinco Palla cosa ti aspetti che ti consigli? I prodotti della Tizio & Caio sim che è per me la concorrenza?

Non credo che ci sia bisogno della Presidenza del Consiglio per spiegarlo.

Saluti, Lightcreek
 
Infatti. Quindi dovrebbero finirla di presentarsi come consulenti, come esperti, come professionisti della finanza, come grandi cervelloni, ecc.

Invece fanno di tutto per spacciarsi per ciò che non sono.
 
Il punto è questo: si dovrebbe far sapere che non si può vendere i prodotti migliori, o che si ritengono tali, ma solo quelli che si possono vendere. Spesso la gente crede, purtroppo ancora oggi, che si selezioni l'investimento migliore. Cosa non vera ma soprattutto non possibile
 
Non ne faccio una colpa ai promotori ma al sistema normativo e di regolamentazione
 
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