Saras, prezzo massimo 6,5 euro I Moratti valgono 6,2 miliardi

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    Prevale ancora un certo ottimismo sulle principali borse mondiali spinte dalle aspettative sui tassi di interesse, con gli operatori che scontano sempre di più una pausa nel rialzo dei tassi per quest’anno, dopo la pubblicazione dei verbali degli ultimi meeting di Fed e Bce. Come da attese, dalle minute Fed è emersa cautela su eventuali rialzi futuri dei tassi, anche se non c’è stata alcuna indicazione di eventuali tagli nel breve termine. Anche dai verbali Bce è emerso che i tassi siano già sufficientemente restrittivi da riportare l’inflazione verso l’obiettivo. Lato materie prime, forte volatilità sul petrolio in seguito al rinvio della riunione dell’Opec+ dal 26 al 30 novembre. Per continuare a leggere visita il link

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Saras, prezzo massimo 6,5 euro I Moratti valgono 6,2 miliardi

di Luca Testoni del 22-04-2006
da Finanza&Mercati del 22-04-2006
[Nr. 79 pagina 7]

Il valore incorpora già l’esito favorevole dell’arbitrato Sarlux contro Enron che si chiuderà entro il 30 aprile. L’offerta parte il 26 e riguarda il 40% del capitale

Saras svela le carte sull’Ipo. Giovedì, come anticipato da F&M, è arrivato il via libera della Consob al prospetto (che da oggi è disponibile sul sito della società) di quella che sarà la maggior offerta in Piazza Affari dopo quella di Enel nel 1999. L’Ipo della società petrolifera della famiglia Moratti, che a Sarroch (Cagliari) ha una delle maggiori raffinerie del Mediterraneo, comincerà il prossimo 26 aprile e si chiuderà il 12 maggio (il 18 maggio è previsto l’inizio delle contrattazioni). Compresa la green shoe, sul mercato andrà poco meno del 40% della società, attraverso un aumento di capitale e la cessione delle quote del presidente Gian Marco e dell’amministratore delegato Massimo Moratti (entrambi oggi al 16,7%). Solo il 20% dell’offerta sarà destinato al retail, il restante a investitori istituzionali italiani ed esteri (Saras ritiene che molta parte della domanda sarà straniera). Il prezzo massimo dei titoli offerti è fissato in 6,5 euro, con un lotto minimo di 600 azioni. Il ricavato stimato dell’Opvs nell’ipotesi di prezzo massimo, ammonterà a 390 milioni per l’aumento di capitale e 2,242 miliardi per la vendita (il che valorizza Saras circa 6,2 miliardi). La società ha fornito un confronto con i multipli di alcuni concorrenti: il rapporto enterprise value/ebitda 2005 di Saras è di 10,5; il rapporto prezzo/utili 2005 è di 19,8. Si tratta di valori superiori a quelli di Erg e secondi in Europa solo a quelli di Motor Oil. Ma occorre tener presente un fattore anomalo: il 26 partirà l’offerta, forse prima che si sia chiusa la vicenda Sarlux, la centrale elettrica che fornisce energia a un terzo della Sardegna, per il 45% della quale Saras è in arbitrato con Enron. L’esito è atteso, per quanto ha fatto sapere il tribunale di Parigi, entro il 30 aprile. Non è una cosa da poco: Saras ha chiesto di pagare 59 milioni per un asset in grado di pesare per il 20% sul valore del gruppo. Ma potrebbe anche perdere, o dover pagare molto di più. C’è, insomma, un periodo di limbo per cui chi sottoscriverà le azioni non saprà l’esatto ammontare degli asset sottostanti. E nel caso di incorporazione al 100% di Sarlux (ipotesi alla base del prezzo massimo) i multipli esemplificativi si ridurrebbero e sarebbero più in linea coi competitor. La società ha ritenuto di procedere nonostante Enron, poiché gran parte della domanda sarà intercettata dopo il primo maggio.
 
Saras vince l’arbitrato per il 100% di Sarlux

di Camilla Conti del 25-04-2006
da Finanza&Mercati del 25-04-2006
[Nr. 80 pagina 6]

Saras vince l’arbitrato con Enron per il controllo totale di Sarlux, la centrale elettrica che fornisce energia a un terzo della Sardegna. Il verdetto è arrivato ieri dal tribunale di Ginevra e consente al gruppo petrolifero della famiglia Moratti di esercitare l’opzione di acquisto sul 45% e conquistare il 100% della società. Non è una cosa da poco: Saras ha chiesto di pagare 59 milioni per un asset in grado di pesare per il 20% sul valore del gruppo. Con l’ok del tribunale, inoltre, la proprietà del 45% ha effetto dal 15 gennaio 2002, data dell’esercizio dell’opzione d’acquisto, e Saras avrà così diritto di riscuotere i 66,3 milioni di dividendi relativi a tale quota. L’incorporazione di Sarlux potrebbe consentire un collocamento in Borsa vicino al prezzo massimo fissato in 6,5 euro. L’Ipo comincerà domani e si chiuderà il 12 maggio (il 18 maggio è previsto l’inizio delle contrattazioni). Compresa la green shoe, sul mercato andrà poco meno del 40% della società, attraverso un aumento di capitale e la cessione delle quote del presidente Gian Marco e dell’amministratore delegato Massimo Moratti (entrambi oggi al 16,7%).
 
Saras

Giornata negativa per la Erg: il mercato ha accolto negativamente la notizia dell’incendio scoppiato domenica scorsa nella raffineria di Priolo, che ha portato alla chiusura dell’impianto. In questi casi esistono ovviamente delle coperture assicurative, ma in una fase così favorevole per i prodotti petroliferi, si tratta comunque di una notizia negativa. Notizia che, per converso, può rivelarsi positiva per la Saras, anche perché cade nei giorni delicati del collocamento. La presentazione della società alla comunità finanziaria era coincisa con una caduta del greggio, ora la sorte ha un po’ riequilibrato il tiro a favore dei Moratti.
 
MF

Ipo Saras, offerta coperta al 100%

Successo su tutti i fronti, sia retail sia istituzionale per la futura matricola Saras, che, a oltre una settimana dalla chiusura del collocamento (si è aperto il 24 aprile e si concluderà il 12 maggio), ha già ricevuto adesioni superiori al totale delle azioni offerte. In particolare, secondo quanto risulta a MF, ci sono già state 82-83 mila richieste da parte del pubblico indistinto, mentre per quanto riguarda gli istituzionali l'offerta è stata interamente sottoscritta nella parte alta della forchetta (6,50 euro), e coperta per ben due volte in corrispondenza del prezzo minimo (5,25 euro). L'interesse è arrivato per la maggioranza da fondi italiani e inglesi, senza contare l'interesse ricevuto anche da New York e dalla California. La società della famiglia Moratti ieri ha annunciato i dati relativi al primo trimestre, chiusosi con ricavi pari a 1,43 miliardi, in crescita del 34% rispetto allo stesso periodo del 2005 e un ebitda a 75 milioni, contro i 110 del primo trimestre 2005. è raddoppiato l'utile netto a 56 milioni dai 28 milioni.
 
Saras sta già scalando l’S&P/Mib

Dopo il successo riscosso dall’Ipo, per la società dei Moratti già si prefigura l’ingresso nell’indice delle blue chip. Fondi ed Etf scaldano i muscoli

di Redazione - 06-05-2006

COLLOCAMENTI DOC Effetto Saras. Mentre la società petrolifera di casa Moratti prosegue nel suo roadshow, il mercato comincia a riflettere sull’impatto che avrà lo sbarco della matricola a Piazza Affari. Molto è già stato detto, soprattutto riguardo alla convenienza dell’offerta, che una settimana prima della chiusura ha già registrato il tutto esaurito al top della forchetta di prezzo. Oltre alle strategie post-quotazione della società di raffinazione, che punta a restare «la prima della classe». Ma, finora, è stato scarsamente indagata un’opzione intrigante: la possibile inclusione di Saras nell’indice di eccellenza della Borsa italiana, l’S&P/Mib che misura le performance delle società quotate più importanti e maggiormente rappresentative della composizione del mercato. Uno scenario verosimile? Quanto alle possibilità che ciò accada, una fonte vicina al dossier della quotazione sostiene che esse sono «elevatissime». Anche i numeri lo fanno supporre: in base all’attuale forchetta di prezzo di 5,25-6,50 euro (ma sul mercato grigio il titolo scambia a 7 euro), la futura matricola avrebbe una una capitalizzazione massima attorno a 6,5 miliardi. Con un flottante elevato - quasi il 40% in caso di esercizio della greenshoe - il cui prezzo di assegnazione totalizzerebbe, nel caso del prezzo massimo, 2,47 miliardi. «La maggiore Ipo europea dall’11 settembre 2001, escluse le privatizzazioni», è uno dei leit motive che rimbalzano in questi giorni da Piazza Affari. Una fonte di Standard & Poor’s Londra getta però acqua sul fuoco spiegando a B&F che è prematuro parlare dell’inclusione nell’indice di un titolo che non ha ancora debuttato in Borsa. E, in ogni caso, bisognerà aspettare fino alla revisione trimestrale di giugno per sapere se Saras la spunterà, dato che attualmente «non ci sono i requisiti per una revisione straordinaria». Da Standard & Poor’s fanno notare, inoltre, che il criterio di capitalizzazione corretta per il flottante è solo uno dei tre fattori determinanti per l’ingresso nell’S&P/Mib, mentre «va considerato anche il turnover degli scambi in Borsa», assieme alla rappresentazione settoriale. Riguardo a quest’ultimo elemento, poi, va ricordato che nell’S&P/Mib sono comprese già due società oil, Saipem ed Eni: quest’ultima rappresenta la quotata con la maggiore capitalizzazione e il maggiore peso sull’S&P/Mib. Insomma, come ricordano vari broker, «il settore dell’oro nero è già ben rappresentato». In ogni caso, l’opinione condivisa da diversi analisti interpellati è che se dovesse avvenire l’inclusione di Saras, l’effetto immediato sarebbe sicuramente una pioggia di acquisti sul titolo da parte dei fondi benchmark e degli Etf che devono replicare la composizione dell’indice. Ecco dunque spiegato uno dei motivi che, assieme ai buoni fondamentali, stanno spingendo l’Ipo dei Moratti verso un successo sicuro. Secondo Raul Maddaleni, gestore di Carifirenze, «il titolo avrebbe riscosso pieno consenso comunque: i report finora sono tutti positivi e i fondi entreranno sicuramente». Per questo Maddaleni non esita a prevedere uno switch dalla stessa Eni, oltre che da un concorrente diretto come Erg. Non è della stessa idea Umberto Orsenigo, responsabile fondi azionari Italia di DWS Investments Italy sgr, convinto che l’inclusione del titolo sull’S&P/Mib «favorisca sicuramente il titolo, aumentandone la liquidità», ma anche che «uno switch da Eni ed Erg verso Saras appare al momento improbabile».

I COMPETITOR. Di là delle previsioni, quali gli effetti concreti sul titolo del competitor Erg? Secondo le sale operative la società dei Garrone sta già in realtà beneficiando dell’effetto-Saras, con un’accelerazione che in un anno ha fatto avanzare il titolo del 98% considerando che solo in aprile ha guadagnato il 9% prima di ripiegare a causa dell’incidente alla raffineria di Priolo. È quindi convinzione comune che alla fine Erg possa beneficiare dal successo di Saras, anche qualora questa fosse inserita nell’indice più prestigioso della Borsa italiana. Ma l’effetto, in quest’ultima ipotesi, asrebbe ovviamente più generalizzato. Secondo Sergio Pigoli, ceo di Pigoli Consulenza, un eventuale ingresso della società di raffinazione nel listino principale delle bluechip («verosimile, anche se non immediatamente») avrebbe sicuramente un impatto sul listino «anzitutto per il titolo che dovrebbe fare posto a Saras, che potrebbe essere, in base a una valutazione che coinvolga il solo criterio della capitalizzazione, quello della compagnia Alitalia. Sugli altri titoli l’effetto sarebbe diluito - conclude Pigoli - ma il loro peso all’interno del listino risulterebbe certamente modificato».
 
Buffett sarà socio della Saras dei Moratti

di Luca Testoni del 09-05-2006
da Finanza&Mercati del 09-05-2006
[Nr. 89 pagina 7]

Il guru: «La società è un’occasione per sbarcare in Italia». Offerta istituzionale chiusa con due giorni d’anticipo, riparto per il retail

Warren Buffett potrebbe sparigliare il collocamento agli istituzionali di Saras. Lo stesso guru di Omaha, al termine dell’assemblea della sua società di investimento, la Berkshire Hathaway, ha scoperto le sue carte. Non ha detto chiaramente di voler prendere parte al collocamento, ma ha precisato: «La Saras è una potenziale occasione di acquisto in Italia». E ha fatto riferimento alle doti manageriali di Angelo Moratti jr, figlio di Gianmarco e attuale vicepresidente di Saras: «È bravo, un dirigente più americano che europeo». Il 75enne guru di Omaha potrebbe imprimere una svolta netta all’Ipo non solo in termini di prestigio (in quattro decenni alla guida della Berkshire, Buffett si è guadagnato l’appellativo di oracolo degli investimenti, diventando il secondo uomo più ricco del mondo) ma anche dal punto di vista strettamente quantitativo: la Berkshire ha una liquidità di oltre 42 miliardi di dollari, sufficiente ad asciugare rapidamente i 311 milioni di azioni, compresa la greenshoe, destinati agli investitori istituzionali. Per queste azioni, non ci sono criteri predefiniti di riparto: la cosiddetta «migliore allocazione» viene decisa di concerto tra i bookrunner, la società e gli azionisti, in base a valutazioni sullo standing dell’investitore e sulla sua potenza di fuoco. Non sembra dunque un caso che, secondo fonti finanziarie, l’offerta agli istituzionali si chiuderà con due giorni di anticipo rispetto a quanto previsto dall’offering circular. Segno che Saras ha già centrato l’obiettivo di piazzare all’estero almeno due terzi del capitale offerto. Con il coinvolgimento diretto dei nomi di prestigio auspicati. L’offerta retail, invece, chiuderà come previsto il 12 maggio: venerdì scorso era già stata superata la soglia degli 80mila sottoscrittori. Il che, al lotto minimo di 600 azioni, fa 64 milioni di titoli. A un passo dai 69 milioni a disposizione (il 7,2% di Saras) che però comprendono quelli garantiti ai dipendenti e quelli destinati (per una quota non superiore al 35%) ai lotti minimi maggiorati. Ecco perché si profila l’ipotesi del riparto con estrazione.
 
Fondi esteri innamorati della Saras

di Luca Testoni del 16-05-2006
da Finanza&Mercati del 16-05-2006
[Nr. 94 pagina 4]

Il 40% dell’offerta sottoscritta tra Londra e New York, solo il 15% va agli istituzionali italiani Sul grey market il titolo vale già 6,6 euro. E i gestori cominciano a «scaricare» Erg e Tenaris

Saras scalda i motori in vista dell’avvio della quotazione, previsto giovedì 18 maggio. E scompiglia le carte in Piazza Affari dove è partito il riposizionamento dei portafogli a danno di Erg (vedere articolo a pagina 3), ma con contraccolpi anche su Tenaris. Secondo fonti finanziarie, la società di raffinazione dei Moratti scambiava ieri sul grey market a 6,6 euro, ossia qualche passo oltre il prezzo massimo della forchetta prevista dal prospetto (il prezzo di collocamento, comunicato venerdì scorso, si è invece fermato a 6 euro, un valore a metà del range previsto). Nei prossimi giorni saranno resi noti i quantitativi assegnati: dal mercato si apprende che il 40% dell’offerta globale è finito a investitori anglosassoni (Usa e Regno Unito) e che sul fronte istituzionale i fondi italiani si sarebbero assicurati solo il 15% dei titoli a disposizione. Del resto, la competizione è parsa agguerrita (era emerso anche l’interesse della Berkshire Hathaway di Warren Buffet) e il prezzo del collocamento fermo a 6 euro è il frutto di una pressione al ribasso di alcuni grandi fondi internazionali, piuttosto che il risultato di uno scarso volume di richieste (al contrario, l’offerta istituzionale si è chiusa con due giorni d’anticipo). Alla fine, è risultata più ingolfata l’offerta retail: ai piccoli investitori era riservato il 20% dei titoli messi sul mercato, poco più del 7% della società. Facile prevedere l’oversubscription, che alla fine è stata di cinque volte l’offerta e che presumibilmente (visto anche che il prospetto prevede una quota «non superiore al 35%» destinata obbligatoriamente ai dipendenti) porterà al riparto per estrazione.
Considerando il prezzo di 6,6 euro, che assegna alla società dei Moratti un valore di mercato di 6,3 miliardi, Saras si collocherebbe al 24esimo posto nella classifica delle società dello S&P/Mib (lo stesso piazzamento ottenuto a 6 euro), sopra i 5,2 miliardi di Fondiaria, ma comunque sotto i 7,1 miliardi di Snam. Quest’ultima resta irraggiungibile anche nel caso la quotazione di Saras schizzasse verso i 7 euro (che assegnerebbe una capitalizzazione di 6,65 miliardi). In ogni caso, l’Ipo in arrivo sta pesando sul comparto oil di Piazza Affari. Complice anche le disavventure negli impianti di Priolo, nonché il momento di calo del barile, probabilmente qualche fondo ha alleggerito le posizioni su Erg. Il titolo non ha centrato le previsioni nel primo trimestre, ma i conti presentati venerdì non sembrano sufficienti per un -10% in due sedute. L’effetto Saras, inoltre, non sta probabilmente aiutando Tenaris (-11 da venerdì): il titolo, quotato anche a New York, Buenos Aires e Città del Messico, paga i timori di un ripiegamento su petrolio e acciaio. Ma anche Tenaris è nei portafogli energia e per qualche gestore l’arrivo di Saras è l’occasione buona per realizzare ricchi profitti sul titolo italo-argentino dopo la cavalcata degli ultimi mesi (+61% da gennaio).
 
«Fusione con Saras? Perché no»

di Gaia Giorgio Fedi del 17-05-2006
da Finanza&Mercati del 17-05-2006
[Nr. 95 pagina 6]

L’amministratore delegato Garrone non esclude un’integrazione con la rivale che domani debutta in Borsa. Dal matrimonio un gruppo da 9 miliardi di capitalizzazione

Erg cerca di digerire le difficoltà delle ultime settimane lanciando l’idea di una super-raffineria italiana. E apre alla sua principale concorrente, la Saras, che si prepara a debuttare domani a Piazza Affari. Ieri l’amministratore delegato, Alessandro Garrone, a margine di una conferenza organizzata da Borsa Italiana ha detto di non escludere un’aggregazione con la petrolifera della famiglia Moratti. «Perché no? Sarebbe bello creare un grande gruppo nel settore della raffinazione in Italia e Saras è sicuramente un soggetto importante», ha dichiarato il manager, precisando che «ora non c’è nessun contatto», ma che i vertici di Erg sono «sempre disposti a parlarne». Una simile operazione, secondo i calcoli di Finanza & Mercati, darebbe vita a un gruppo da 14,22 miliardi di fatturato e 9,17 miliardi di capitalizzazione (per la valorizzazione di mercato di Saras non è stato considerato il prezzo di collocamento a 6 euro, bensì un valore di 6,50 euro in linea con gli scambi segnalati sul mercato grigio). E un colosso del genere riuscirebbe certamente a sostenere meglio le fluttuazioni dei margini di raffinazione, che al momento sono sui massimi storici. Una strada percorribile? Finora nelle strategie di crescita esterna valutate da Erg le prede preferite sono state Enertad (un dossier ancora aperto nonostante il rifiuto dell’offerta dei Garrone, presentata a marzo, perché secondo l’ad «resta un potenziale partner nel settore eolico») e Tamoil. Il gruppo però ha la necessità di rafforzarsi nel mercato italiano della raffinazione, dopo che i recenti incidenti hanno evidenziato i rischi della dipendenza dalla raffineria di Priolo. Saras, in un’ottica del genere, potrebbe essere un partner adatto. Con l’atout di un impianto, quello di Sarroch, con una elevata complessità, dunque in grado di trattare un greggio meno pregiato in caso di difficoltà di reperimento di materie prime. Mentre Erg può vantare una rete di distributori di benzina che la compagnia dei Moratti non possiede. Intanto ieri Saras ha comunicato di avere registrato nell’Ipo una oversubscription di 4,4 volte dagli istituzionali, ai quali è stato assegnato circa l’82% dell’offerta.
 
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