Se il rendimento è assicurato

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9 maggio 2005

OBBLIGAZIONI Le Generali sono tornate sul mercato con un bond decennale

Se il rendimento è assicurato

Il Leone di Trieste sfida il Tesoro. Con una pagella invidiabile e cedole di tutto rispetto. Avrà durata decennale la nuova emissione delle Assicurazioni Generali, collocata a metà aprile e regolata lo scorso 6 maggio, con scadenza lo stesso giorno del 2015. L’affidabilità è identica a quella dello Stato italiano, ma il rendimento è un po’ più generoso. Perché, a parità di data di rimborso, l'assicurazione triestina paga circa 20 centesimi in più. vale a dire un 3,76% lordo annuale a scadenza.
A sfavore delle aziende gioca, in questo caso, la minore diffusione tra il pubblico delle obbligazioni. E così gli emittenti societari sono costretti a pagare pegno per il rischio liquidità, vale a dire la probabilità (ben più alta di quella sopportata dai Btp) di non poter scambiare facilmente e velocemente questi bond sul mercato secondario.
Nel caso delle Generali però - che con questa emissione a tasso fisso arrivano a sei prestiti quotati con un rendimento minimo del 2,91% per la scadenza 2009 a un massimo del 3,76% per il decennale appena emesso - la liquidità non è finora mai stata un problema.
E quindi queste emissioni (nuove e vecchie) si candidano ad essere ancor più ricercate visto che il clima generale è di nuovo quello del fly to quality, il fuggi fuggi verso i titoli di qualità, generato qualche settimana fa dalle notizie non troppo edificanti rese pubbliche da alcuni grandi emittenti europei ed americani del settore automobilistico. Di fronte alla fame di certezza (che mette in secondo piano i rendimenti) i titoli delle Generali hanno quindi l’appeal di chi elimina (o quasi) il rischio emittente, limitando la posta in gioco alle prospettive dei tassi d'interesse. E in questo caso, si sa, se l'investitore manterrà i titoli in portafoglio fino a scadenza eventuali rialzi del costo del denaro non costituiscono una minaccia reale.
Tra i sei prestiti targati Generali due sono le emissioni particolarmente «curiose» perché hanno il tasso che può cambiare in corsa. Scadono rispettivamente nel 2019 e nel 2022 (vedi tabella) e sono definite tecnicamente obbligazioni strutturate a tasso trasformabile. Vediamo in che cosa consiste la loro particolarità.
Il flusso per interessi è nato a cedola fissa, ma potrebbe essere modificato in cedola variabile dopo dieci anni di vita, vale a dire nel 2009 e nel 2012. In alternativa (e saranno le Generali a decidere) è previsto il rimborso anticipato, qualora la cedola variabile proposta (euribor più l’1,69%) risultasse troppo elevata rispetto alle condizioni di mercato.
Nella fase attuale l'acquisto di questi particolari strumenti è una vera scommessa. Vincente se alla data fatidica la cedola dovesse cambiare pelle in una situazione di tassi in crescita. Perdente se il verdetto fosse per un rimborso anticipato a 100, visto che l’attuale quotazione (107 e 121) è di gran lunga superiore.
Qual è l'eventuale peso da attribuire ai titoli di questo debitore assicurativo? Anche elevato. Vista la solidità notevole, le Generali possono occupare lo stesso spazio destinato ai titoli di Stato. E si può quindi decidere di destinarvi una quota che oscilla tra il 10 e il 20% circa del patrimonio. Soprattutto, se si è cassettisti, si può prendere in considerazione la scelta di una quota elevata, perché consente di incassare rendimenti di buon livello, con un'assunzione di rischio limitata alla durata del prestito.
Naturalmente, accanto a strumenti con buone garanzie, sarebbe opportuno affiancare prodotti con minore solidità, ma maggiore rendimento. Solo a condizione che il proprio profilo di rischio lo consenta. E per chi se la sente di fare un simile passo, nelle attuali condizioni di mercato non c’è che l’imbarazzo della scelta.

Davide Angelini

http://www.assinews.it/rassegna/articoli/ce090505bo.html
 
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