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  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

gianni

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Troppo in fretta o troppo tardi​

I problemi dell’eiaculazione. Abbiamo già avuto modo di vedere come la sessualità maschile sia molto complessa e spesso anche molto fragile, per fenomeni a volte congeniti, a volte occasionali, altre volte legati all’età che avanza. Potremmo definirli i “crucci” del maschio e, fra questi, due sono sicuramente più evidenti: i problemi erettivi e l’eiaculazione precoce. Oggi affronteremo quest’ultimo problema, che colpisce un maschio su 5 e una percentuale che va dal 20 al 30% nella popolazione dai 16 ai 70 anni: un disturbo quindi che può colpire anche i senior.


Va però ricordato che mentre la disfunzione erettile generalmente aumenta con l’invecchiamento, l’eiaculazione precoce (che abbrevieremo in EP) non è un fenomeno direttamente legato all’età e all’invecchiamento. Nell’anziano infatti è più frequente l’eiaculazione ritardata.


La persona avanti negli anni infatti non necessita solo di una maggiore stimolazione per raggiungere l’erezione ma può anche avere bisogno di più tempo per raggiungere l’orgasmo ed eiaculare. Anche le contrazioni ritmiche che permettono la fuoriuscita del seme, possono dimezzarsi e ridursi fino a cinque rispetto al doppio degli anni giovanili precedenti.


C’è anche una progressiva riduzione del volume dell’eiaculato e una minore intensità dell’orgasmo, dovuta probabilmente a minori e meno intense contrazioni muscolari orgasmiche.


Il fenomeno stesso dell’eiaculazione ( il getto) è meno energico anche se ciò non modifica necessariamente l’intensità delle sensazioni orgasmiche. Dopo l’eiaculazione, la persona avanti negli anni perde l’erezione con estrema rapidità e la fase di refrattarietà, cioè la capacità di avere una seconda eiaculazione dopo un primo rapporto, si allunga notevolmente fino a raggiungere in certi casi anche tempi quantificabili in giorni.


Diciamo che quello della durata è un problema tipicamente “maschile” e umano perché nell’uomo la sessualità si è sganciata dall’aspetto istintuale e riproduttivo, assumendo aspetti di piacere, relazione, comunicazione. Non esiste infatti solo il nostro piacere ma anche quello della partner ed è dall’interazione e dalla sintonizzazione di questi due piaceri che deriva la qualità della vita sessuale. Per questo siamo così attenti a “durare” e angustiati da un disturbo come l’eiaculazione precoce. Ma quanto durare?


Diciamo che è questa la domanda cruciale per la quale non esiste una risposta univoca e sulla quale gli stessi studiosi hanno faticato non poco a mettersi d’accordo. In passato si faceva riferimento a circa due minuti che si sono però andati via via restringendo.


Secondo l’ultima (la quinta) edizione del DSM (il manuale diagnostico dell’American Psychiatric Association, che è il più accreditato) si è eiaculatori precoci se si eiacula “circa 1 minuto dopo la penetrazione vaginale e prima che l’individuo lo desideri”. Perché si possa parlare di disturbo, questo deve prolungarsi per un periodo di minimo 6 mesi, in circa il 75% -100% delle occasioni di attività sessuale”.


A volte infatti il disturbo è presente da sempre, alter volte può essere insorto dopo un periodo di funzione sessuale relativamente normale. Può accadere infatti che un periodo di stress, un’infiammazione alla prostata, l’assunzione di alcune tipologie di farmaci, possa provocare condizioni di criticità nella durata.


A volte poi il disturbo può anche non avvenire sempre ma essere legato a determinate partner.


In un anziano che vive avventure extraconiugali con partner soprattutto più giovani può accadere che l’intervento dell’emotività, dell’ansia da prestazione, ecc. alteri la risposta sessuale.


Un disturbo come l’EP può inoltre associarsi anche ad altre manifestazioni come ad esempio ad una difficoltà a eccitarsi, a raggiungere l’erezione o a mantenerla.


Per semplificare poniamoci la domanda: se duro tre minuti e non mi viene quindi diagnosticata una EP questo rende soddisfatto me e la partner? Ritorniamo quindi alla variabile tempo iniziale. C’è una risposta univoca? Naturalmente NO, perché la durata giusta dipende molto anche dal tempo necessario alla partner per raggiungere l’orgasmo.


Quando parleremo di sessualità al femminile vedremo infatti che esiste una notevole variabilità, non solo per il tempo necessario per raggiungere l’orgasmo. Ci sono infatti donne che non raggiungono l’orgasmo solo con la penetrazione, anche se questa dovesse prolungarsi abbastanza nel tempo.


Per adesso limitiamoci a dire la cosa più importante: più che l’eiaculazione ritardata, quella precoce può creare un grave disagio all’interno della coppia e nel maschio stesso che si sente deprivato non solo della sua “virilità“ ma subisce una caduta della sua immagine e della sua autostima, portando spesso a stati ansiosi e/o depressivi.


Proprio per la complessità del quadro che viene a crearsi, l’approccio terapeutico dell’EP non può che essere multidimensionale (approccio psicosessuologico) e “interdisciplinare” (collaborazione col medico di base o con l’andrologo per la parte farmacologica).


Nell’approccio psicosessuologico possiamo distinguere tre aspetti:


  1. psicologico basato innanzitutto sulla rimozione dei vissuti e degli stati d’animo ansiogeni che si sono venuti a creare. Utili supporti possono arrivare da tecniche di rilassamento, come il training autogeno, per migliorare il rapporto col corpo e con le emozioni; e il riferimento a modi di gestire la sessualità più vicini a modelli orientali meno centrati sulla prestazione e sull’orgasmo a tutti i costi;
  2. comportamentale volto a sviluppare abilità di riconoscimento e controllo del riflesso eiaculatorio, anche attraverso metodi come lo “stop and go” e lo “squeeze”;
  3. mansionale di coppia. L’atteggiamento della partner è molto importante. I ripetuti fallimenti possono infatti determinare in lei atteggiamenti di saturazione, rabbia e frustrazione che possono anche portare al disgregamento della coppia e al rifiuto dell’altro. Si può arrivare quindi ad atteggiamenti di chiusura e a quello del “puntare il dito” sull’altro. Spesso il messaggio dato al terapeuta dalla partner è che sia lui ad avere un problema, per cui basta “aggiustare lui” perché tutto si risolva.

Per questo il terapeuta, quando necessario e possibile, deve lavorare sulla coppia per aiutare a ristabilire un clima di maggiore abbandono che convogli l’attenzione più su un’atmosfera di gioco, di rapporto col corpo dell’altro, di prestazione “inesigente”.


Nell’approccio farmacologico troviamo farmaci, come la paroxetina, da anni introdotta sul mercato e ampiamente collaudata, che si basano soprattutto sul ruolo inibitorio che alcuni neurotrasmettitori come la serotonina (5-‐HT), hanno sull’eiaculazione. Una sua ridotta concentrazione o una sua mancata efficienza funzionale promuoverebbero la comparsa di tempi più stretti per l’eiaculazione. Il nuovo farmaco fa parte quindi degli inibitori della ricaptazione della serotonina che rallentano la comparsa del riflesso eiaculatorio. Di quanto? Da tre a cinque volte viene dichiarato. Spesso però i fattori psicologici concomitanti, di cui si è parlato, se non risolti, possono intervenire e influenzare l’effetto del farmaco.


Va infatti precisato che esso, pur essendo un validissimo supporto alla terapia psico-sessuologica, non è né curativo, né risolutivo, ma è da considerarsi un farmaco “on demand” ( cioè al bisogno). Per questo abbiamo insistito sulla sinergia tra diversi approcci ed “apporti”.
Una “diagnosi non completa” ed una terapia che non affronti le cause nella loro globalità, possono costituire un fattore di mantenimento del disturbo nel tempo, anziché la risoluzione del problema.

Eiaculazione precoce
Il video non è collegato al testo.
 
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Attraverso le nostre personalità digitali in questi anni stiamo imparando a trasferire vissuti ed esperienze nell’online, comprese le relazioni amorose ed erotiche. In questo episodio la crew si interroga sulle implicazioni di amore e sesso vissuti su chat, social e dating app.
Con la partecipazione dell’esperto di trasformazione digitale Fiorenzo Pilla.

Amore e sesso nel web



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L’amore ed il sesso nell’era di Internet​



Come la rete ha modificato persino il nostro modo di fare sesso?
Dipendenza sessuale, dipendenza affettiva, dipendenza da pornografia

Vorrei iniziare facendo insieme a voi questa riflessione: perché oggi, nella nostra società, nella coppia stabile il sesso sta diventando così difficile da praticare? Perché una attività così appagante e gradevole viene messa in atto relativamente poco, sempre meno? Perché si incontrano nella vita di tutti giorni tante difficoltà alla piena soddisfazione sessuale? Come la rete ha modificato persino il nostro modo di fare sesso? E perchè la Dipendenza sessuale, dipendenza affettiva, dipendenza da pornografia sono in perpetuo aumento? Donne e uomini in coppia riescono a stare bene, forse sempre meno bene, alcune volte stanno male, si tollerano, litigano, e sempre meno chiariscono e fanno la pace davvero, dopo aver realmente spiegato e compreso la posizione l’uno dell’altro. Chi è consapevole di questo inizia una psicoterapia di coppia, ma purtroppo chi lo fa rappresenta una esigua minoranza. Nell’ambito sentimentale e di coppia oggi il caos regna sovrano: i ragazzi, ma anche gli adulti, sono in confusione e sempre più spesso si ritrovano soli e insoddisfatti. Matrimoni che saltano dopo vent’anni, donne fantastiche che restano sole alla soglia dei quaranta, ovvero quando l’orologio biologico inizia implacabile a contare gli ultimi rintocchi, solitudini esasperate, cinquant’anni maschi che continuano a vivere con i genitori spaventati dal legame, coppie che si lasciano tramite SMS, giovani che fanno sesso estremo dopo essersi appena conosciuti per poi magari non si vedersi neanche più, uomini cinquantenni che si impegnano con ragazze ventenni. Come mai l’importanza del sesso è diminuita e le coppie ufficiali non esistono quasi più? Questo da un lato, e dall’altro perchè la dipendenza sessuale, affettiva e da pornografia sono sempre più diffuse?

“Fai come ti senti, perchè io farò così”, rispondono gli uomini alle donne di fronte ad una richiesta di una relazione stabile, evitando la responsabilità per la coppia, per il desiderio, per la relazione, per il futuro, e a volte neanche per il presente. Tutto quello che era sacro nell’amore oggi è stata impietosamente dissacrato. Oggi è sempre più difficile investire sulla relazione. Le coppie si fanno e si sfanno con imbarazzante facilità, in base alle premesse che ciascuno coltiva rispetto ai rapporti: ora non ho voglia di impegnarmi mi fa paura, non ho la testa, non voglio impegni perché voglio tenermi aperte altre strade, tu puoi avere la libertà di frequentare qualcun altro eccetera, o strane diciture tipo usciamo ma non stiamo insieme, ci si frequenta… salvo poi sistematicamente fare sesso insieme. Ai miei tempi le alternative fra uomo e donne erano due: o siamo amici o si stiamo insieme. Non esistevano tutte queste vie di mezzo ibride che ci sono oggi e che i tempi moderni della moderna tecnologia hanno consentito, non esistevano le cosiddette tromba-amicizie per dirlo in francese. Ora la sessualità in coppia è completamente cambiata: c’è la fase dell’innamoramento, in cui la passione divampa, e i partner se la godono senza riflettere troppo. Ma dopo purtroppo sempre più spesso tendono a separarsi, senza conoscersi davvero, perché sostanzialmente in quest’epoca di superficialità nessuno conosce neanche se stesso, il contatto con le proprie emozioni spaventa perché apre al vuoto ed allo sconosciuto. Povero è il pensiero sul legame, scarna è scarsa la riflessione di sè stessi. Finché il sesso va e funziona si ha la sensazione che ci sia interconnessione e l’illusione che esista la coppia. Ma ahimè: l’investimento personale è minimo, scarsissima la progettualità, c’è la pressochè totale incapacità di tollerare il confronto e le avversità insieme, sostanzialmente perché l’insieme non esiste e tutto viene gestito separatamente. In questo contesto è facile immaginare che spesso la coppia si sgretoli quando la passione scema. Oggi è semplicissimo organizzare un incontro: basta un clic. Si è andati ben oltre la tradizionale attesa di una telefonata o l’ansia da primo appuntamento e della prima volta. Sono aumentate le possibilità di incontro da un lato, ma dall’altro questo non avviene più con modalità di interazione considerate “normali”. E con la stessa velocità con cui ci si incontra e si chatta si arriva anche al lasciarsi. Un comportamento definito come “ghosting”, lo svanire appunto dalla vita del partner ignorando le chiamate, i messaggi di testo e i messaggi dei social media. La fine della storia dunque non si basa sul dialogo ma sull’interruzione dei contatti digitali. Non serve nemmeno dire il classico “vado a comprare le sigarette”. Possiamo riscontrare una sorta di disegno sempre uguale a se stesso: all’inizio di una storia ci si fa prendere dall’entusiasmo, perché ci sono emozioni forti che fanno circolare adrenalina, e aiutano a sganciarsi dalla routine, funzionano come una droga reale. Poi all’improvviso, quando arriva il momento della quotidianità, della reale conoscenza, del dialogo e del confronto, quando arriva il momento della condivisione, di affrontare le avversità insieme, dell’intimità e della vicinanza, quando si è costretti a rientrare nell’ordinario, allora ci si spaventa e si manda tutto a monte.

Tuttavia si riscontra un disequilibrio ancora forte in base al genere: le donne sono sempre più autonome ed indipendenti, spesso hanno posizioni di dominio professionale e possono avere stipendi anche più alti degli uomini, i quali sono sempre più in crisi d’identità ed in crisi esistenziale, e non hanno ancora trovato la loro dimensione di fronte a queste donne sempre più forti ed indipendenti. Le donne tra i 30 e 40 continuano a sentire l’esigenza di mettere su famiglia e fare un figlio, anche perché il corpo della donna invecchia prima ed anche dal punto di vista della procreazione la donna ha i minuti contati dopo una certa età. L’uomo invece fugge implacabilmente.

Quali sono, oggi più che mai, le cause di questo fenomeno? La dipendenza sessuale, affettiva e da pornografia sono in costante aumento, e non possiamo non chiamare in causa i Social Network. Gli altri non esistono più in carne ed ossa ma soltanto dietro ad uno schermo, ma gli schermi schermano, per cui siamo tutti più isolati e collegati soltanto tramite computer, smartphone, o tablet, tutti uniti ma separati. I contatti umani reali rassicuranti sono sempre meno, le condivisioni reali, non quelle virtuali, scarseggiano sempre di più, e la solitudine aumenta. Per conoscere una persona basta un click, ma ahimè: a volte basta anche liberarsene. Tuttavia le persone vogliono ancora essere cercate in carne ed ossa per sentirsi amata e rassicurate. Purtroppo oggi le persone raramente pensano che la socialità, la relazione, sia un impegno reale che richiede un investimento affettivo in un dare ed avere reciproco. Quand’ero piccola io si tendeva a rammendare vestiti, a rigirare i colli delle camice dei papà, a portare le scarpe dal calzolaio a riparare; oggi invece quello che si è rotto si butta via e lo si ricompra. Questo sembra essere fatto che con le persone: se non vanno bene si buttano e se ne conoscono altre, tanto dietro lo schermo c’è sempre qualcuno che risponde.

Purtroppo, Internet ha cambiato anche il nostro modo di fare sesso: sempre più spesso in terapia mi capitano ragazzi giovani che non fanno sesso al di là dello schermo, oppure usufruiscono della pornografia online per masturbarsi. Purtroppo l’attività mediata dallo schermo ha sostituito anche la normale sessualità, soprattutto negli adolescenti, che sempre di più oggi apprendono dei media come comportarsi in un contesto intimo e sessuale: le giovani adolescenti hanno appreso online come sembrare sensuali, ma non sanno cosa sia provare il desiderio né tantomeno lasciarsi coinvolgersi e coinvolgere l’altro. Recitano meccanicamente il copione delle donne avvenenti ma non hanno assolutamente contatto con le loro emozioni: apprendono un modo sessualizzato di comportarsi che non necessariamente corrisponde al loro sentire. Dall’altro lato, i ragazzi iniziano be presto a masturbarsi usufrunedo idi materiale porno online, oggi facilemente reperibile, e si aspettano che le donne si comportino come le protagoniste dei loro video. Purtroppo in questo contesto spesso i maschi perdono interesse al sesso reale e preferiscono masturbarsi da soli davanti al video, senza inutili complicazioni. Mentre le ragazze sempre più spesso si ritrovano a praticare rapporti orali ai ragazzi senza ottenere piacere in cambio ed in modo del tutto robotico e meccanico; dopo di ciò spesso i maschi voltano le spalle e se ne vanno. Ecco che la dipendenza sessuale, affettiva e da pornografia oggi sono molto diffuse nei ragazzi adolescenti.

Ma i rapporti normali sono reali, non virtuali. E più ci sforziamo di mantenerli reali e meno virtuali più si avvicineranno alla cosiddetta normalità. Oggi ovviamente è difficile non ricorrere alla rete, anche perchè spesso è di reale aiuto e offre interessanti spunti di confronto. Tuttavia, non siamo essere umani, e funzioniamo bene se restiamo umanizzati, non siamo stati creati da un robot per essere robot. Noi siamo fatti di emozioni, viviamo di emozioni, vibriamo di emozioni. Se davvero vogliamo evitare problemi più o meno seri alla nostra vita relazionale e sessuale cerchiamo di darci delle regole nell’utilizzo del telefono e del pc e di non deferirle mai. Limitiamone l’uso a lavoro o fare ricerche utili, ma per conoscere persone ed avere a che fare con le persone usiamo le persone, che è sempre meglio. Manfred Spitzer, nel suo libro “Demenza digitale”, sottolinea che se ci limitiamo a chattare, twittare, postare, navigare su Google… finiamo per parcheggiare il nostro cervello, ormai incapace di riflettere e concentrarsi. Per non parlare dei social, che regalano surrogati tossici di amicizie vere, indebolendo la capacità di socializzare nella realtà e favorendo l’insorgere di forme depressive ed altri disagi psichici. Ricordiamo sempre che, laddove utilizziamo una qualsiasi macchina per svolgere un’attività che dovremo svolgere noi stessi, gradualmente perdiamo la capacità necessaria: se usiamo la calcolatrice diventiamo incapaci di fare conti a mente, ricorrendo al navigatore gradualmente perderemo la nostra naturale bussola, se scriviamo al pc saremo sempre più incapaci di farlo a mano. Ciò vale anche per la nostra capacità di socializzare, relazionarci agli altri, ed anche di avere rapporti sessuali.
 
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Sesso e cibo: dimmi come mangi e ti dirò che partner sei a letto​

Secondo lei, il detto “dimmi come mangi e ti dirò chi sei” ha un fondo di verità oppure sono solo i soliti luoghi comuni? Una mia amica mi ha detto che osservando il suo partner a tavola mentre mangiavano ha capito molte cose su di lui e viceversa. Vi sono dei comportamenti maschili e femminili o lati di carattere utili per l’armonia di coppia che si possono capire osservando il partner a tavola?” Vanessa

La sua domanda mi porta a dire “Dimmi come mangi e ti dirò chi sei a letto”, poiché esiste una correlazione fra il modo in cui si consuma un pasto, il proprio carattere e la sessualità. Non è un caso se una coppia che si piace poi si dà appuntamento a cena: in questo modo si assumono informazioni sul partner da cosa ordina, come lo ordina e in che modo poi mangia.


Voglio essere più chiaro, immagini di essere a cena e il partner mangia lentamente, assaporando tutti i cibi con calma. Questo è un buon segno poiché rivela che anche nell’intimità sarà un uomo attento, non frettoloso, generoso nel regalare piacere. Oppure immagini che quando gli venga posto il menu, il partner chieda informazioni al cameriere sui vari piatti e ingredienti; questo comportamento rivela che è una persona che non sceglie con superficialità, ma con attenzione; può essere un compagno affidabile ma molto esigente. In un rapporto lungo si dovrà far attenzione ai suoi bisogni e sapersi rinnovare.

Un altro aspetto a cui sarebbe interessante fare attenzione é se a tavola vi guarda negli occhi mentre mangia, questo rivela che è interessato a quello che dite e a come vi sentite. Al contrario se mangia velocemente e con voracità, è probabilmente un ‘predatore’ e questa fretta potrebbe averla anche nell’intimità. Se preferisce cibi di qualità e mangia con parsimonia, è una persona ordinata e precisa ma un tantino pignolo. Perfetto per le relazioni durature ma non come “amante virile e focoso”.

Un altro aspetto interessante è se ordina più portate di quelle che riesce a mangiare o finire: questo suo comportamento rivela che è un uomo curioso ma poco costante; in genere le sue storie sono intense ma brevi. Se invece accade che lascia che sia la donna a ordinare, può rivelare un po’ di ‘passività’. Ideale se si cerca un uomo molto accondiscendente. Faccia anche attenzione se giocherella in continuazione con le briciole e le molliche sul tavolo: questo rivela che è un tipo cerebrale, a volte ossessivo. Perfetto per chi ama la trasgressione, ma non nel senso ‘passionale’ del termine.


Anche gli uomini possono trarre delle informazioni sul carattere di una donna osservandola mentre è a tavola. Se a cena la donna accarezza la tovaglia mentre parla, è una persona delicata, dolce e ben predisposta. Se assapora le pietanze lentamente, è potenzialmente una persona affidabile per la gestione della casa. Osservando se si pulisce con frequenza la bocca con il tovagliolo, è una persona ordinata, attenta ai dettagli…anche ai piccoli gesti.

Se mentre mangia guarda il partner fisso negli occhi, significa che non è una persona superficiale. Il carattere volitivo è invece rivelato dal fatto che non lascia che sia l’uomo a ordinare ma prende la parola per parlare direttamente con il cameriere.

Se ordina cibi di qualità, è probabilmente un’amante attenta al suo piacere ma anche a quello del partner: è una donna affettuosa e sensuale! Se una donna mangia guardando più spesso il cibo che il partner, può essere espressione di una chiusura sospetta; questo atteggiamento rivela che è poco propensa verso slanci emotivi e avventure creative. Se la donna lascia che sia sempre l’uomo a ordinare, significa che tende alla passività, non ama prendere iniziative in generale ma anche nella sfera intima.

L’importante è che durante la cena si ‘gusti’ l’atmosfera, il piacere di condividere cibo e la compagnia del partner, pertanto non è il caso di osservare ogni singolo gesto per scoprire altri lati del carattere… è molto meglio uno sguardo e una bella chiacchierata!

Marco Rossi Specialista in Psichiatria. Psicoterapeuta, Sessuologo Clinico. PresidenteSocietà Italiana di Sessuologia ed Educazione Sessuale.



Eros & Food: dimmi come mangi e ti dirò come fai l’amore!
 
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