si prospetta una forte inflazione

martedì 9 marzo 2021
Inflazione, USA e geopolitica


Da un paio di settimane stanno riaffiorando preoccupazioni sull’inflazione, della quale non si parlava da parecchi anni. Inflazione che nei dati, al momento e per la verità, non si vede proprio.

Certo, nell’Eurozona si è passati dal segno negativo al segno positivo (per pochi decimali), ma è probabile a che si tratti dell’effetto di fenomeni transitori. La rimozione degli sconti IVA (introdotti qualche mese fa, ma dichiaratamente come strumento a termine) in Germania. E alcune strozzature nelle catene di approvvigionamento di materie prime e prodotti intermedi, inevitabili visti gli stop & go di questi ultimi dodici mesi.

Ma gli stimoli fiscali eurozonici sono di gran lunga troppo modesti per preoccuparsi seriamente dell’innesco generalizzato di inflazione elevata e persistente.

Gli USA, naturalmente, sono tutto un altro discorso. Dopo aver generato un deficit pubblico pari al 16% del PIL nel 2020, hanno appena messo in cantiere un'altra manovra da 1.900 miliardi.

Secondo alcuni commentatori, gli USA sono sostanzialmente passati a un regime MMT. Se ne può discutere, ma di certo Biden e Powell sono stati molto chiari su alcune cose: in primo luogo, nessuna preoccupazione in merito all’inflazione prima che raggiunga, su un arco temporale non breve, livelli ben superiori al 2%. Parliamo del 4%, del 5%, per un periodo significativamente più lungo di un paio d’anni.

Quanto ai tassi d’interesse, su cui qualche operatore finanziario leva oggi alti lai (i titoli di Stato decennali USA all’1,5%, 1,6%: capirai…) la verità (e anche questo lo comprende benissimo chi conosce la MMT) è che gli USA se lo ritengono opportuno possono controllare e anche azzerare (in stile giapponese) l’intera curva dei rendimenti.

Fin qui, considerazioni di macroeconomia e di mercati finanziari. Ma invito a riflettere sui retroscena politici.

Gli USA non hanno nessuna intenzione di restare indifferenti rispetto alla prospettiva di perdere la posizione di prima potenza economica mondiale, a vantaggio della Cina.

Hanno bisogno di crescita, tanta. Di recuperare tutto l’impatto della pandemia e di ritornare velocemente al trend preCovid. Non più tardi di fine 2021. E poi di continuare a marciare a passo spedito.

Per l’Italia questo cambia qualcosa ?

Potrebbe. Perché il mercantilismo tedesco e la fobia nei confronti dell’inflazione, imposti all’intera Eurozona, in queste condizioni faranno fatica a reggere.

Perché agli USA un’Eurozona che fa freeriding e spinge ancora più in alto il surplus commerciale, erodendo (dal punto di vista degli USA stessi) una parte dell’azione espansiva, non va bene.

Ma il tema è ancora più profondo.

Per non lasciare la leadership mondiale alla Cina, gli USA devono non solo crescere ma anche ridefinire, o forse più propriamente riaffermare, la loro posizione di leader del blocco occidentale. Blocco esteso all’anglosfera (Regno Unito, Canada, Sudafrica, Australia, Nuova Zelanda) ma anche a tutta l’Europa continentale. Forse anche ad alcuni paesi asiatici e latino-americani.

L'establishment USA tende sempre di più a ragionare come segue: se alla Germania tutto questo non va bene, se quante Audi vendono in Cina è più importante di qualsiasi altra cosa, è libera di isolarsi e di diventare una grande Svizzera. Ma non di trascinarsi tutta l’Unione Europea.

Il blocco occidentale definito come sopra supera il miliardo di persone. Se viene a mancare un centinaio di milioni, o poco più, di tedeschi & satelliti, la sostanza non cambia.

Cambia, invece, essere in grado di fronteggiare la crescita cinese. E se l’Occidente vuole riuscirci, deve ragionare in termini di blocco economico e geopolitico, con un forte orientamento allo sviluppo.

In questo quadro, la UE deflazionista e mercantilista è solo un (grosso) fastidio.


Discussione interessante.

Magari mi sbaglio ma l'ottica dalla quale affronterei la domanda del thread è quella offerta da questo post di penta5.

Cosa hanno in mente gli USA ?

La caduta di Kabul è stata la caduta dell'impero WASP d'oriente ovvero del disegno dei bianchi anglosassoni e protestanti alla Bush di dare l'assalto alle ricchezze minerarie del Caucaso e dell'Asia Centrale.

Alla fine gli USA si sono ritrovati sempre meno WASP (ispanici e afroamericani non sono più minoranze di cui ricordarsi solo alle elezioni) e con una capacità industriale in larga misura consegnata alla Cina perchè credevano che bastasse mantenere Marketing e ricerca negli USA e delocalizzare in Asia.

Chiunque abbia esperienze d'industria (ormai una rarità) sa che il "terzista" che, per conto terzi, fabbrica bulloni o circuiti stampati, prima o poi vorrà produrre i suoi bulloni ed i suoi circuiti.

Ma forse c'è di più.

L'attuale situazione internazionale può far scricchiolare l'unicum monetario che sono gli USA: stampano dollari quanto vogliono e chi non li accetta o pensa di pagare le materie prime con altre divise verrà bombardato.

Ecco io partirei dallo zio Sam ed i suoi vecchi (società multietnica che non funziona) e nuovi problemi (stampare a gogo ma fino a quando ?)

Ciao
 
Buongiorno a tutti
Dal punto di vista degli stipendi c’è o ci saranno aumenti ?
Per me , nella mia totale ignoranza, se nn crescono i salari medi nn può esserci inflazione stabile.
Vero è che ormai in una famiglia lavorano padri e madri e tutti (almeno qua al Nord) si sfondano di ore ore ed ore, quindi i redditi medi familiari sono saliti (presumo) a fronte di una qualitÃ* di vita sempre peggioreÂ…

Non so, in famiglia abbiamo due risparmi e sono integralmente liquido da tempo , però inizio ad aver paura che l’inflazione parta con l erosione, perché la gente sta lavorando troppo e di conseguenza se tutti guadagnamo “tanto” a quel punto si crea inflazione e quindi si lavora tanto per niente.

Non so quanto mi sono spiegatoÂ…:D
 
Buongiorno a tutti
Dal punto di vista degli stipendi c’è o ci saranno aumenti ?
Per me , nella mia totale ignoranza, se nn crescono i salari medi nn può esserci inflazione stabile.
Vero è che ormai in una famiglia lavorano padri e madri e tutti (almeno qua al Nord) si sfondano di ore ore ed ore, quindi i redditi medi familiari sono saliti (presumo) a fronte di una qualitÃ* di vita sempre peggioreÂ…

Non so, in famiglia abbiamo due risparmi e sono integralmente liquido da tempo , però inizio ad aver paura che l’inflazione parta con l erosione, perché la gente sta lavorando troppo e di conseguenza se tutti guadagnamo “tanto” a quel punto si crea inflazione e quindi si lavora tanto per niente.

Non so quanto mi sono spiegatoÂ…:D

Tutto dipende da quando ci sarà un aumento del salario medio (ad esempio quando inizieranno contrattazioni tra imprese e sindacati per interventi migliorativi). Ciò richiede tempo, ma la direzione (alla luce degli aumenti a cui stiamo assistendo) dovrebbe essere questa.
 
Buongiorno a tutti
Dal punto di vista degli stipendi c’è o ci saranno aumenti ?
Per me , nella mia totale ignoranza, se nn crescono i salari medi nn può esserci inflazione stabile.
Vero è che ormai in una famiglia lavorano padri e madri e tutti (almeno qua al Nord) si sfondano di ore ore ed ore, quindi i redditi medi familiari sono saliti (presumo) a fronte di una qualitÃ* di vita sempre peggioreÂ…

Non so, in famiglia abbiamo due risparmi e sono integralmente liquido da tempo , però inizio ad aver paura che l’inflazione parta con l erosione, perché la gente sta lavorando troppo e di conseguenza se tutti guadagnamo “tanto” a quel punto si crea inflazione e quindi si lavora tanto per niente.

Non so quanto mi sono spiegatoÂ…:D

se i prezzi aumentano aumentano anche i fatturati delle aziende. Quindi da qualche parte i soldi rientreranno, ma di solito i salari non tengono mai il passo dell'inflazione quando galoppa forte...
 
se i prezzi aumentano aumentano anche i fatturati delle aziende. Quindi da qualche parte i soldi rientreranno, ma di solito i salari non tengono mai il passo dell'inflazione quando galoppa forte...

Non è cosi banale che i fatturati aumentino. Solitamente se l'inflazione non è cosi arcigna, ciò avviene con una certa naturalezza. Con gli aumenti di questi mesi (proiezione per inizio 2022 +200% in alcuni casi, vedi costo dell'energia) è molto dura per le aziende. E dunque convengo con te che se "galoppa forte" salari e fatturati potrebbero soffrire.
 
Tutto dipende da quando ci sarà un aumento del salario medio (ad esempio quando inizieranno contrattazioni tra imprese e sindacati per interventi migliorativi). Ciò richiede tempo, ma la direzione (alla luce degli aumenti a cui stiamo assistendo) dovrebbe essere questa.

Per ora forse aumenta il reddito disponibile nel senso che aumenta il monte ore , la paga oraria la vedo dura.

Dal punto di vista dei prezzi ferro, legno, isolanti che sono aumentati ad esempio nell edilizia credo siano solo un effetto momentaneo, ovvero effetto post Covid, la domanda è ripresa al 100% e la produzione insegue, per avere un automobile per esempio serve molto più tempo, se la paghi il doppio te la danno prima:D
 
Salve a tutti, vorrei sapere se c'e' un metro dell'inflazione che preferite sopra gli altri e dove posso trovarlo per sapere in ogni momento qual'e' l'inflazione.

Grazie.

:)

L'inflazione non è uguale per tutti. Infatti si calcola a partire dalle variazioni di prezzo di un paniere di beni "rappresentativo".
Ma se fai il contadino in un paesino dell'Irpinia consumerai beni molto diversi da un broker che vive nel centro di Milano.
Il tasso di inflazione è una sorta di media ponderata di tutte queste variazioni.
Le differenze fra un bene e un altro possono essere significative. In genere, il modo in cui si usa il termine inflazione fa pensare che i prezzi dei beni e servizi si muovano tutti insieme, ma non è così.
 
Ciao,
essendo tu ingegnere non eri oggetto della mia "indagine".
Comunque voglio dirti che non hai capito il discorso.
Le teorie economiche non sono falsificabili.
Non puoi testarle in ambienti controllati come invece si può fare nel caso della fisica.
In questo momento non c'è una sola teoria economica. Ci sono scuole di pensiero differenti con teorie differenti.
Se fosse possibile testarle ci sarebbe solo un'unica teoria, quella che non è stata ancora falsificata.
Come generalmente accade in fisica.
Gli economisti stanno ancora a dibattere sulla grande depressione e scuole differenti la interpretano con visioni differenti.
Al massimo ci sono teorie che sono più di moda di altre.
Se il metodo scientifico fosse applicabile non ci sarebbero queste diatribe.
Nel tuo post parli di modelli delle scienze hard facendo riferimento a semplici applicazioni della meccanica al moto dei corpi.
Da ingegnere potresti pensare di fare lo stesso con le teorie economiche.
Però viste le premesse dovresti in primo luogo scegliere fra le tante possibili teorie economiche.
Poi dovresti derivare lo schema matematico.
Già questo è un problema non da poco vista la vaghezza e probabile incoerenza logica delle offerte disponibili.
Per non parlare della difficoltà nella definizione e misurazione delle grandezze economiche.
Fatto questo dovresti confrontare il tuo marchingegno con la realtà storica di quanto avviene o è avvenuto.
Quasi sicuramente questo modello matematico non riuscirà a riprodurre l'andamento storico delle grandezze economiche.
Puoi a questo punto dire che la teoria da cui hai derivato il modello è falsa?
No perchè in questo contesto puoi addurre mille ragioni per giustificare il fallimento del tuo lavoro facendo salva la teoria
sottostante. Per esempio puoi dire che la misurazione delle grandezze presenta dei problemi. Puoi dire che alcuni fattori non
sono stati tenuti in conto: e Dio solo sa a quanti fattori puoi pensare nel contesto dell'azione umana.
Invece nel caso della fisica se il modello è coerente con la teoria e se i risultati divergono oltre il limite consentito dagli errori
di misurazione puoi cominciare a sollevare un problema nei confronti della teoria stessa.
Nel passato alcuni illustri pensatori hanno pensato di distinguere le discipline che si basano sul metodo scientifico da
quelle che invece sono incapacitate a farlo. Le prime rientrano nelle scienze in senso stretto le seconde vengono qualificate come
pseudo-scienze.
Comunque nel linguaggio comune di solito non si fa molta distinzione.
Scienza è un appellativo che si appiccica a più o meno tutte le discipline.
C'è anche la scienza astrologica per esempio. E anche quella economica.
Quella economica è comunque più utile di quella astrologica.
La sua utilità non è però quella che un ingegnere si aspetterebbe.
E neanche quella che viene indicata dall'economista Flavio Ezio.

Non sono del tutto d'accordo con la tua tesi.
Secondo il tuo ragionamento, poche attività possono essere considerate scientifiche.
Prendi ad esempio la psicoanalisi: è il bersaglio preferito di chi ama il rigore scientifico, ma di fatto gli psicoanalisti agiscono secondo logiche piuttosto stringenti.
Fissato il setting analitico, avvengono certe cose e non altre.
E su queste cose che avvengono, gli psicoanalisti operano.
Riguardo all'economia, parlerei di paradigmi (neoclassico, keynesiano, ecc.).
Poi ci sono i modelli, costruiti all'interno dei diversi paradigmi.
Ora, è un po' difficile che un paradigma, cioè un modo di pensare, possa essere dimostrato giusto o sbagliato.
Soprattutto se ciò a cui si riferisce è un sistema umano e non un fenomeno naturale.
I modelli, poi, hanno, credo, molte difficoltà a predire il futuro, e non penso possano aiutare a scegliere il paradigma migliore.
Semmai il problema dell'economia è che al 99% è ideologia politica. Cioè scelgo il paradigma che più mi è utile per arrivare dove voglio arrivare e ci aggiungo tutte le ipotesi che mi servono, anche le più irrealistiche.
Le predizioni falliscono?
È assolutamente irrilevante.
L'importante è ottenere ciò che si voleva.
Esempio: l'austerità espansiva di Giavazzi.
Probabilmente era in buona fede, però è evidente che la sua concezione rispondeva a un ideale di società in cui il conflitto sociale era eliminato alla radice grazie ai soli meccanismi di mercato e senza bisogno di stimoli all'economia. Un orologio, insomma, che va da solo e segna sempre l'ora giusta senza bisogno di un intervento esterno.
Non conosco nessuna teoria economica che non abbia un preciso obiettivo politico.
 
se i prezzi aumentano aumentano anche i fatturati delle aziende. Quindi da qualche parte i soldi rientreranno, ma di solito i salari non tengono mai il passo dell'inflazione quando galoppa forte...

Però, come hai fatto notare tu stesso, fatturati e salari non possono continuare a divergere.

Il problema è che l'inflazione, quando è eccessiva, crea disordine e finisce con il distorcere parecchi valori a scapito dell'efficienza dei mercati (ad esempio, alcuni recupereranno il potere d'acquisto o andranno addirittura oltre, mentre altri risulteranno impoveriti, e questo indipendentemente dal famoso "contributo marginale alla produzione".)
 
Buongiorno a tutti
Dal punto di vista degli stipendi c’è o ci saranno aumenti ?
Per me , nella mia totale ignoranza, se nn crescono i salari medi nn può esserci inflazione stabile.
Vero è che ormai in una famiglia lavorano padri e madri e tutti (almeno qua al Nord) si sfondano di ore ore ed ore, quindi i redditi medi familiari sono saliti (presumo) a fronte di una qualitÃ* di vita sempre peggioreÂ…

Non so, in famiglia abbiamo due risparmi e sono integralmente liquido da tempo , però inizio ad aver paura che l’inflazione parta con l erosione, perché la gente sta lavorando troppo e di conseguenza se tutti guadagnamo “tanto” a quel punto si crea inflazione e quindi si lavora tanto per niente.

Non so quanto mi sono spiegatoÂ…:D

Scusa, ma se il 10% della popolazione si mette a lavorare il 20% in più, produrrà di più, no?
E avrà anche il potere d'acquisto che serve per consumare quanto prodotto in più.
Che poi utilizzi quel potere d'acquisto, cioè spenda i soldi, è un altro paio di maniche, ma questo è il problema di sempre dell'economia.
In periodi di incertezza, i comportamenti sono abbastanza imprevedibili.
Piuttosto, il discorso della transizione energetica quello sì può diminuire sensibilmente il tenore di vita.
Così com'è si dovrebbe tradurre in un equivalente degli shock petroliferi degli anni '70.
Ma non penso che verrà implementato.
 
Discussione interessante.

Magari mi sbaglio ma l'ottica dalla quale affronterei la domanda del thread è quella offerta da questo post di penta5.

Cosa hanno in mente gli USA ?

La caduta di Kabul è stata la caduta dell'impero WASP d'oriente ovvero del disegno dei bianchi anglosassoni e protestanti alla Bush di dare l'assalto alle ricchezze minerarie del Caucaso e dell'Asia Centrale.

Alla fine gli USA si sono ritrovati sempre meno WASP (ispanici e afroamericani non sono più minoranze di cui ricordarsi solo alle elezioni) e con una capacità industriale in larga misura consegnata alla Cina perchè credevano che bastasse mantenere Marketing e ricerca negli USA e delocalizzare in Asia.

Chiunque abbia esperienze d'industria (ormai una rarità) sa che il "terzista" che, per conto terzi, fabbrica bulloni o circuiti stampati, prima o poi vorrà produrre i suoi bulloni ed i suoi circuiti.

Ma forse c'è di più.

L'attuale situazione internazionale può far scricchiolare l'unicum monetario che sono gli USA: stampano dollari quanto vogliono e chi non li accetta o pensa di pagare le materie prime con altre divise verrà bombardato.

Ecco io partirei dallo zio Sam ed i suoi vecchi (società multietnica che non funziona) e nuovi problemi (stampare a gogo ma fino a quando ?)

Ciao

Questo ragionamento è chiaramente errato.

Non lo dico per polemica, ma è frutto di un fraintendimento di fondo, la confusione che c'è tra questioni geopolitiche e funzionamento dell'economia.

Gli americani non vanno in giro puntando il bazooka alla gola della gente obbligandola ad accettare i dollari. Fanno molto di peggio, ma una cosa sono gli aspetti geopolitici, il controllo dei territori per approvvigionamenti energetici e minerari, ad esempio, il garantirsi mercati di sbocco o limitare l'influenza dei paesi concorrenti.

Riguardo ai dollari, è esattamente il contrario. Sono gli altri paesi, Cina in primis, che vogliono detenere riserve nella valuta americana.

E questo ha effetti negativi sull'economia (deficit commerciale e conseguente disoccupazione) e sulla politica (Trump) americana.

Per non parlare della stabilità del Sistema-Mondo, visto che la crisi finanziaria del 2008 è stata causata dal surplus cinese (i massicci acquisti di T-Bond da parte del Celeste Impero ha lasciato a secco il mercato monetario interno, creando domanda per nuovi titoli, esigenza soddisfatta con i subprime.)

Sfatiamo anche il mito che i dollari detenuti da soggetti non americani siano usa sorta di spada di Damocle che pende sulla Superpotenza, la quale, come si usa dire, in caso di richiesta di onorare il proprio debito si vedrebbe costretta a "portare i libri in tribunale".

Non è così e non lo sarà mai, per ovvie evidenti ragioni.
 
Anche perché le obbligazioni si pagano a scadenza e tutti quei dollari si surplus commerciale da qualche parte devono finire
 
Anche perché le obbligazioni si pagano a scadenza e tutti quei dollari si surplus commerciale da qualche parte devono finire

Vengono rinnovate.

Tutti quelli che hanno titoli di Stato che fanno quando scadono?

Li rinnovano.

Certo, potrebbero dire, mi faccio dare il denaro.

Ma poi che me ne faccio? Lo lascio liquido sul conto corrente?

Ammetto che nel caso della Cina la situazione è diversa. Hanno un eccesso di riserve.

Possono spenderle. Si mettono quindi a esportare domanda di beni. Che male c'è?

Fare shopping di imprese la vedo più difficile. Ci sono molte resistenze.
 
Questo ragionamento è chiaramente errato.

Non lo dico per polemica, ma è frutto di un fraintendimento di fondo, la confusione che c'è tra questioni geopolitiche e funzionamento dell'economia.

Gli americani non vanno in giro puntando il bazooka alla gola della gente obbligandola ad accettare i dollari. Fanno molto di peggio, ma una cosa sono gli aspetti geopolitici, il controllo dei territori per approvvigionamenti energetici e minerari, ad esempio, il garantirsi mercati di sbocco o limitare l'influenza dei paesi concorrenti.

Riguardo ai dollari, è esattamente il contrario. Sono gli altri paesi, Cina in primis, che vogliono detenere riserve nella valuta americana.

E questo ha effetti negativi sull'economia (deficit commerciale e conseguente disoccupazione) e sulla politica (Trump) americana.

Per non parlare della stabilità del Sistema-Mondo, visto che la crisi finanziaria del 2008 è stata causata dal surplus cinese (i massicci acquisti di T-Bond da parte del Celeste Impero ha lasciato a secco il mercato monetario interno, creando domanda per nuovi titoli, esigenza soddisfatta con i subprime.)

Sfatiamo anche il mito che i dollari detenuti da soggetti non americani siano usa sorta di spada di Damocle che pende sulla Superpotenza, la quale, come si usa dire, in caso di richiesta di onorare il proprio debito si vedrebbe costretta a "portare i libri in tribunale".

Non è così e non lo sarà mai, per ovvie evidenti ragioni.

la crisi dei subprime è iniziata nell' agosto 2007

nel 2008 invece ( Ottobre per la precisione ) s'è innescata quella ben più grave dovuta al crack Lehman Br.
 
Vengono rinnovate.

Tutti quelli che hanno titoli di Stato che fanno quando scadono?

Li rinnovano.

Certo, potrebbero dire, mi faccio dare il denaro.

Ma poi che me ne faccio? Lo lascio liquido sul conto corrente?

Ammetto che nel caso della Cina la situazione è diversa. Hanno un eccesso di riserve.

Possono spenderle. Si mettono quindi a esportare domanda di beni. Che male c'è?

Fare shopping di imprese la vedo più difficile. Ci sono molte resistenze.

Domanda:
Perché la Cina accumula ancora riserve in valuta americana (ovvero treasury bond)? Fino a una determinata cifra serve a proteggere la valuta nazionale e/o per il commercio internazionale ma oltre quella cifra perché?
Non farebbero meglio a aumentare la spesa interna riducendo il surplus commerciale fino anche a finire in deficit commerciale (per assurdo)?

Discorso che vale anche per il Giappone credo
 
Domanda:
Perché la Cina accumula ancora riserve in valuta americana (ovvero treasury bond)? Fino a una determinata cifra serve a proteggere la valuta nazionale e/o per il commercio internazionale ma oltre quella cifra perché?
Non farebbero meglio a aumentare la spesa interna riducendo il surplus commerciale fino anche a finire in deficit commerciale (per assurdo)?

Discorso che vale anche per il Giappone credo

Bella domanda.

Le ragioni del mercantilismo (perché di mercantilismo si tratta, vendo 100 ma compro per 70, e 30 lo intasco) sono due, a seconda di chi conduce il gioco, ovvero se è un paese in via di sviluppo (Cina) o avanzato (Germania).

Nel secondo caso, la risposta è facile, il surplus lo intascano gli imprenditori, mentre a livello interno i consumi depressi tengono bassi i salari.

Nel primo caso, essendo un paese in via di sviluppo che per di più mira a diventare una superpotenza, sei ancora più incentivato a deprimere i consumi interni. Diventi un'economia trainata dagli investimenti. Quello che ti interessa è industrializzare il più velocemente possibile.

Come puoi immaginare, il pareggio è escluso, pensa solo ai rischi di una congiuntura negativa, con conseguente deprezzamento della moneta, inflazione importata e tensioni salariali. Impensabile in Cina.

Molto meglio il surplus, da gestire poi per scopi sia economici che geopolitici (conquista dell'Africa).

Il fatto che il più grande nemico dei lavoratori sia un partito che si definisce comunista non deve stupire più di tanto. Non è la prima volta, anche se si spera che sarà l'ultima.

(Del Giappone non so nulla. Può darsi che sia la sua particolare configurazione demografica a spiegare certe anomalie.)
 
Ma potevano davvero stampare il 40% dei dollari mai stampati di sempre in un anno e pensare che non ci sarebbero stati effetti collaterali?
 
Bella domanda.

Le ragioni del mercantilismo (perché di mercantilismo si tratta, vendo 100 ma compro per 70, e 30 lo intasco) sono due, a seconda di chi conduce il gioco, ovvero se è un paese in via di sviluppo (Cina) o avanzato (Germania).

Nel secondo caso, la risposta è facile, il surplus lo intascano gli imprenditori, mentre a livello interno i consumi depressi tengono bassi i salari.

Nel primo caso, essendo un paese in via di sviluppo che per di più mira a diventare una superpotenza, sei ancora più incentivato a deprimere i consumi interni. Diventi un'economia trainata dagli investimenti. Quello che ti interessa è industrializzare il più velocemente possibile.

Come puoi immaginare, il pareggio è escluso, pensa solo ai rischi di una congiuntura negativa, con conseguente deprezzamento della moneta, inflazione importata e tensioni salariali. Impensabile in Cina.

Molto meglio il surplus, da gestire poi per scopi sia economici che geopolitici (conquista dell'Africa).

Il fatto che il più grande nemico dei lavoratori sia un partito che si definisce comunista non deve stupire più di tanto. Non è la prima volta, anche se si spera che sarà l'ultima.

(Del Giappone non so nulla. Può darsi che sia la sua particolare configurazione demografica a spiegare certe anomalie.)

Ti ringrazio, riflessioni condivisibili sì. Il Giappone credo sia in surplus commerciale perché totalmente proiettato verso le esportazioni e impossibilitato ad avere consumi interni superiori agli attuali
 
Le affermazioni di @sanSiro sulla Cina sono condivisibili.

Del resto una Cina benestante non solo nelle metropoli ma anche nelle sterminate campagne sarebbe qualcosa di completamente diverso dalla Cina che conosciamo e molto meno governabile per il Partito.
 
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