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Finanza&Mercati del 17-03-2006
Deutsche Bank in manovra sul dossier Arena-Roncadin
La divisione distressed della casa d’affari, insieme con Alix Partners, valuta l’acquisizione del controllo del gruppo alimentare per circa 75 milioni. Ubs continua a lavorare sul bond
Cheo Condina
Il dossier Arena-Roncadin è sul tavolo di Deutsche Bank. Da inizio marzo, le trattative tra la casa d’affari tedesca e il management del gruppo alimentare sarebbero diventate via via più serrate. Tanto che già settimana prossima potrebbero sfociare in un accordo definitivo: la divisione distressed di Deutsche Bank dovrebbe rilevare una quota significativa (o addirittura il controllo) della società guidata da Dante Di Dario. Si tratta, ovviamente, di un’operazione molto complessa. Diversi dettagli, tra cui il prezzo della transazione (che potrebbe aggirarsi attorno a 75 milioni di euro), devono ancora essere messi a punto. Anche se il progetto - fino a oggi coperto da grande riserbo - sarebbe molto lineare. La banca d’investimento tedesca lavora al fianco di Alix Partners, fondo specializzato nella ristrutturazione e nel salvataggio di aziende in crisi. Un profilo che, per certi versi, si adatta a quello di Arena e della sua controllata (e quotata in Borsa) Roncadin. Alix Partners, in pratica, sta disegnando il turnaround industriale dell’azienda, che Deutsche Bank - dopo l’ingresso nel capitale - metterà in pratica. Nel frattempo, l’advisor finanziario Ubs continuerà a lavorare sulla ristrutturazione del bond Arena da 135 milioni di euro, che scadrà il prossimo giugno.
È ancora incerto, al momento, prevedere se la casa d’affari diventerà azionista della holding Arena o di Roncadin. In entrambi i casi, comunque, qualora rilevasse più del 30% delle quote, sarebbe costretta a lanciare un’offerta pubblica d’acquisto. In questo caso, tuttavia, Deutsche Bank potrebbe avvalersi dell’eccezione prevista dal comma 5 dell’articolo 106 del Testo Unico della Finanza. Che prevede l’esenzione dall’obbligo d’Opa per le operazioni dirette al salvataggio di società in crisi. Una norma di cui si è giovata Intek nella partita Gim-Smi. E che - dopo lo stanziamento dei contributi statali alle aziende colpite dalla febbre aviaria - potrebbe essere considerata applicabile dalle autorità di vigilanza anche al caso Arena-Roncadin. Di certo, l’ingresso nel capitale da parte di Deutsche Bank sarebbe comunque un’ottima notizia per il gruppo alimentare. Perché garantirebbe un appoggio finanziario notevole, permetterebbe di superare di slancio la crisi aviaria e porrebbe le basi per una pronta riscossa. Con Di Dario alla presidenza della società.
Deutsche Bank in manovra sul dossier Arena-Roncadin
La divisione distressed della casa d’affari, insieme con Alix Partners, valuta l’acquisizione del controllo del gruppo alimentare per circa 75 milioni. Ubs continua a lavorare sul bond
Cheo Condina
Il dossier Arena-Roncadin è sul tavolo di Deutsche Bank. Da inizio marzo, le trattative tra la casa d’affari tedesca e il management del gruppo alimentare sarebbero diventate via via più serrate. Tanto che già settimana prossima potrebbero sfociare in un accordo definitivo: la divisione distressed di Deutsche Bank dovrebbe rilevare una quota significativa (o addirittura il controllo) della società guidata da Dante Di Dario. Si tratta, ovviamente, di un’operazione molto complessa. Diversi dettagli, tra cui il prezzo della transazione (che potrebbe aggirarsi attorno a 75 milioni di euro), devono ancora essere messi a punto. Anche se il progetto - fino a oggi coperto da grande riserbo - sarebbe molto lineare. La banca d’investimento tedesca lavora al fianco di Alix Partners, fondo specializzato nella ristrutturazione e nel salvataggio di aziende in crisi. Un profilo che, per certi versi, si adatta a quello di Arena e della sua controllata (e quotata in Borsa) Roncadin. Alix Partners, in pratica, sta disegnando il turnaround industriale dell’azienda, che Deutsche Bank - dopo l’ingresso nel capitale - metterà in pratica. Nel frattempo, l’advisor finanziario Ubs continuerà a lavorare sulla ristrutturazione del bond Arena da 135 milioni di euro, che scadrà il prossimo giugno.
È ancora incerto, al momento, prevedere se la casa d’affari diventerà azionista della holding Arena o di Roncadin. In entrambi i casi, comunque, qualora rilevasse più del 30% delle quote, sarebbe costretta a lanciare un’offerta pubblica d’acquisto. In questo caso, tuttavia, Deutsche Bank potrebbe avvalersi dell’eccezione prevista dal comma 5 dell’articolo 106 del Testo Unico della Finanza. Che prevede l’esenzione dall’obbligo d’Opa per le operazioni dirette al salvataggio di società in crisi. Una norma di cui si è giovata Intek nella partita Gim-Smi. E che - dopo lo stanziamento dei contributi statali alle aziende colpite dalla febbre aviaria - potrebbe essere considerata applicabile dalle autorità di vigilanza anche al caso Arena-Roncadin. Di certo, l’ingresso nel capitale da parte di Deutsche Bank sarebbe comunque un’ottima notizia per il gruppo alimentare. Perché garantirebbe un appoggio finanziario notevole, permetterebbe di superare di slancio la crisi aviaria e porrebbe le basi per una pronta riscossa. Con Di Dario alla presidenza della società.