Dav621
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Tra meno di due mesi andremo a votare per il nuovo Parlamento. Personalmente vedo le cose in modo abbastanza neutro e senza troppe preclusioni ideologiche. La mia preoccupazione è quella di tanti altri risparmiatori: quali speranze ci sono per il futuro del nostro Paese? Quali ricette ci vengono proposte per uscire dalla stagnazione economica, per ridurre la disoccupazione e far ripartire finalmente la macchina dell’Economia? E soprattutto, chi ci offre qualcosa di più di generiche promesse, talvolta impossibili da mantenere. Osservando l’offerta politica che si sta delineando non c’è da essere allegri.
Escludendo le ali estreme (del resto abbastanza mosce) ed i movimenti populisti alla Grillo che aldilà della ampia visibilità mediatica non hanno nulla di concreto da proporre, l’elettore si troverà sul menu tre piatti, nessuno totalmente convincente.
Il vecchio Silvio ha il cervello bruciato dall’eccesso di Viagra ed è ormai la pallida caricatura di sé stesso. Quest’uomo 5 anni fa aveva l’Italia in pugno, ma non è stato capace di realizzare nulla di quanto aveva promesso. Ha dedicato il suo tempo alla guerra con i magistrati e alle sue orge da vecchio maniaco. Ultimamente mi sembra anche un po’ rintronato. Credibilità zero e spread a mille sono quello che potremmo aspettarci da un suo ritorno.
Dall’altra parte Bersani è, come si dice, “un brav’uomo”. Peccato che Vendola, Fassina, Camusso & Co. lo cingano in una morsa legata alla vecchia sinistra che non ha capito nulla della modernità. Probabilmente sarà il primo partito a livello elettorale, ma la probabilità che si riproduca la gioiosa macchina da guerra di occhettiana memoria è molto forte. Anzi, considerato lo spirito dei tempi più che gioiosa, sarà gaia.
Al centro sembra che ci siano più candidati che elettori. Monti è “salito” in campo, promettendoci ulteriori anni di lacrime e sangue per salvaguardare gli interessi dei banchieri tedeschi, con la benedizione di Angela Dorothea Merkel. Monti frequenta circoli esclusivi e ha le conoscenze giuste a livello mondiale, ma politicamente parlando è una specie di baccalà che non sa generare entusiasmi. È senz’altro più adatto a fare il commissario liquidatore piuttosto che l’uomo della rinascita del Paese. Se poi vediamo l’accozzaglia di vecchi arnesi della politica che in queste ore corre al richiamo dell’Agenda Monti, non c’è certo da stare allegri.
Eppure con le prossime elezioni ci giocheremo una buona parte delle chance di rimanere nel novero dei paesi non completamente marginali dal punto di vista dello sviluppo culturale, sociale ed economico dell’Occidente.
Tornando al punto iniziale di questa discussione, visto il quadro politico cosa facciamo dei nostri sudati risparmi: long, short o prendiamo i soldi e scappiamo?
Escludendo le ali estreme (del resto abbastanza mosce) ed i movimenti populisti alla Grillo che aldilà della ampia visibilità mediatica non hanno nulla di concreto da proporre, l’elettore si troverà sul menu tre piatti, nessuno totalmente convincente.
Il vecchio Silvio ha il cervello bruciato dall’eccesso di Viagra ed è ormai la pallida caricatura di sé stesso. Quest’uomo 5 anni fa aveva l’Italia in pugno, ma non è stato capace di realizzare nulla di quanto aveva promesso. Ha dedicato il suo tempo alla guerra con i magistrati e alle sue orge da vecchio maniaco. Ultimamente mi sembra anche un po’ rintronato. Credibilità zero e spread a mille sono quello che potremmo aspettarci da un suo ritorno.
Dall’altra parte Bersani è, come si dice, “un brav’uomo”. Peccato che Vendola, Fassina, Camusso & Co. lo cingano in una morsa legata alla vecchia sinistra che non ha capito nulla della modernità. Probabilmente sarà il primo partito a livello elettorale, ma la probabilità che si riproduca la gioiosa macchina da guerra di occhettiana memoria è molto forte. Anzi, considerato lo spirito dei tempi più che gioiosa, sarà gaia.
Al centro sembra che ci siano più candidati che elettori. Monti è “salito” in campo, promettendoci ulteriori anni di lacrime e sangue per salvaguardare gli interessi dei banchieri tedeschi, con la benedizione di Angela Dorothea Merkel. Monti frequenta circoli esclusivi e ha le conoscenze giuste a livello mondiale, ma politicamente parlando è una specie di baccalà che non sa generare entusiasmi. È senz’altro più adatto a fare il commissario liquidatore piuttosto che l’uomo della rinascita del Paese. Se poi vediamo l’accozzaglia di vecchi arnesi della politica che in queste ore corre al richiamo dell’Agenda Monti, non c’è certo da stare allegri.
Eppure con le prossime elezioni ci giocheremo una buona parte delle chance di rimanere nel novero dei paesi non completamente marginali dal punto di vista dello sviluppo culturale, sociale ed economico dell’Occidente.
Tornando al punto iniziale di questa discussione, visto il quadro politico cosa facciamo dei nostri sudati risparmi: long, short o prendiamo i soldi e scappiamo?