situazione compagnie assicurative in europa

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In Europa c’è anche chi riesce a guadagnare

ELISABETTA TRAMONTO

Non sono tempi facili per le compagnie assicurative europee. A tradirle ci hanno pensato i bond. I rendimenti dei titoli obbligazionari hanno infatti raggiunto i minimi storici e, se gli analisti di JpMorgan hanno visto giusto, dovrebbero mantenersi ai livelli attuali, bassissimi, per tutto il 2003 e forse fino alla fine del 2004. Non è certo una buona notizia per gli assicuratori del Vecchio Continente che, come sottolineano da JpMorgan, in media scelgono di investire l’80 per cento dei propri capitali nei mercati obbligazionari. Ai tassi attuali è un po’ come gettare banconote al vento. Deve averlo pensato Munich Re, il numero uno al mondo del comparto della riassicurazione, caduto vittima dell’erosione dei mercati dei capitali. Il colosso assicurativo tedesco ha infatti archiviato i primi tre mesi del 2003 con un rosso superiore alle attese: 238 milioni di euro di perdita, su cui hanno pesato gli 880 milioni di euro di svalutazione degli investimenti. Ma Munich Re non è stata l’unica e non sarà certo l’ultima compagnia assicurativa a fare le spese dell’emorragia dei rendimenti obbligazionari. JpMorgan ha passato al setaccio i protagonisti del mondo delle assicurazioni in Europa, cercando di valutare l’impatto che ha avuto e che avrà il tonfo dei rendimenti dei bond sui bilanci societari degli assicuratori. Risultato? Stime abbassate per molti operatori del settore assicurativo per quest’anno e per il prossimo.
In realtà non sarebbe neanche un brutto momento per il mercato delle assicurazioni. Gli analisti di Jp Morgan rilevano infatti un miglioramento del giro d’affari delle polizze, vita e non, e un incremento dei margini di profitto per le compagnie assicurative. Ma questo non basta per compensare il danno provocato dal deterioramento dei mercati dei capitali, in particolare di quello obbligazionario. I bond pesano troppo nei portafogli delle compagnie assicurative e a farne le spese sono i profitti. Jp Morgan prevede che le società più colpite dal crollo dei rendimenti dei bond saranno Allianz, Generali, Swiss Re e Aegon, i cui risultati sono più sensibili alle variazioni dei rendimenti degli investimenti. Le previsioni di JpMorgan sui risultati 2003 e 2004 di queste società subiscono un drastico colpo di forbici: dal taglio del 3% sugli utili 2003 di Aegon alla revisione al ribasso del 34% dei profitti di Generali per quest’anno. Cattive notizie anche per le quotazioni azionarie, per cui JpMorgan non vede margini di miglioramento. Fioccano giudizi neutral (Munich Re, Converium, Fortis, Allianz) e underweight (Swiss Re, Generali, Aviva, Prudential). Secondo le previsioni della banca d’affari americana a essere danneggiato sarà tanto il ramo vita quanto quello nonvita. Nessuna via di scampo quindi.
L’unico metodo per uscire vivi da questo momento critico è, secondo gli analisti, diversificare gli investimenti. E alcune compagnie lo stanno facendo. Si tratta di Ing, Axa e Zfs (Zurich Financial Services). In uno scenario decisamente a tinte grigie esistono quindi dei modelli di successo, per i quali gli analisti prevedono addirittura risultati in crescita. Analizziamo i singoli casi. Per esempio Zfs, una delle poche compagnie del settore che sta attraversando un periodo fortunato. La compagnia svizzera è indicata da JpMorgan come una delle più sensibili alle variazioni dei rendimenti obbligazionari. Nelle condizioni attuali ci si aspetterebbe quindi un brusco calo degli utili della società elvetica. Al contrario invece Zfs ha concluso il primo trimestre con risultati in crescita, tanto che JpMorgan ha alzato le proprie previsioni sui profitti 2003 della società da 2,7 a 3,1 milioni di dollari. Zurich Financial Services ha infatti saputo compensare i minori rendimenti degli investimenti obbligazionari incrementando in modo considerevole i margini e il giro d’affari. E le azioni della società non potranno fare altro che guadagnarci. Jp Morgan ha infatti promosso il titolo da neutral a overweight, cioè investire in queste azioni conviene. Fissando il target price a 200 franchi svizzeri, gli analisti prevedono una crescita delle quotazioni di Zfs del 26 per cento circa. Altrettanto rosee le previsioni che JpMorgan riserva ad Axa, anch’essa promossa a overweight. Se nella prima metà del 2003 la compagnia assicurativa francese subirà il calo dei rendimenti obbligazionari, secondo gli analisti dalla seconda parte dell’anno e soprattutto nel 2004, Axa assisterà a una rapida ripresa trainata dalla crescita del giro d’affari delle polizze vita e dal miglioramento del trend dei mercati azionari. JpMorgan prevede che le quotazioni del titolo della compagnia francese saliranno di circa il 23 per cento nei prossimi mesi fino a raggiungere un fair value di 15,7 euro. Farà anche meglio Ing, le cui azioni, secondo le previsioni di JpMorgan nei prossimi 18 mesi raggiungeranno un prezzo obiettivo di 18 euro, con un balzo del 30 per cento.
http://www.repubblica.it/supplementi/af/2003/06/09/finanza/033treviri.html
 
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Cautela sulle compagnie italiane anche se il comparto è a regime

DANIELA BRAIDI

Da un punto di vista prettamente produttivo, il comparto assicurativo italiano gode di ottima salute. In base ai dati dall’Ania, l’associazione che raggruppa le compagnie assicuratrici, l’anno scorso la raccolta del settore ha registrato un aumento del 15%, che segue l’incremento del 12,7% realizzato nel 2001. Il 2003 dovrebbe confermare questo trend positivo, anche se probabilmente la raccolta crescerà a ritmi un po’ meno sostenuti rispetto al passato. I segnali positivi, quindi, non mancano. Anzi, dopo i buoni dati del primo trimestre, gli analisti hanno addirittura innalzato le previsioni per quest’anno. Nel suo ultimo outlook sul comparto, Ubm ha annunciato di aver aumentato le stime di crescita della raccolta di nuovi premi, che in base alle nuove previsioni quest’anno dovrebbero salire del 13%, contro l’incremento del 9,4% stimato in precedenza.
In Borsa, poi, il settore sta andando a gonfie vele. Da inizio anno il Mib settoriale ha sovraperformato l’indice generale e gli analisti pensano che il rialzo sia stato fin troppo sostenuto avendo portato, in molti casi, le quotazioni in prossimità dei fair value. Ma non è solo per le valutazioni ormai ‘arrivate’ che il settore non suscita particolari entusiasmi tra gli analisti. Pur ammettendo che segnali di miglioramento sono all’orizzonte, la comunità finanziaria continua, per ora, a restare abbastanza fredda verso il comparto assicurativo.
L’anno scorso le compagnie hanno dovuto adattarsi alla debolezza dei mercati finanziari effettuando ampie svalutazioni dei loro portafogli che hanno finito con il pesare negativamente sulla bottom line, facendo del 2002 uno degli anni peggiori per il comparto. Quest’anno andrà sicuramente meglio. Considerando la minore volatilità dei mercati finanziari e la recente ripresa delle Borse, con ogni probabilità non sarà necessario ripetere le svalutazioni di assets viste l’anno scorso. E già questo di per sé sarà un elemento in grado di consentire un miglioramento di redditività. Se poi i mercati azionari dovessero proseguire nel recupero visto in questi ultimi mesi, il clima diventerebbe ancora più favorevole, specie per la raccolta nel risparmio gestito e nei prodotti vita come le polizze unitlinked, che sono quelli che offrono i margini più elevati.
Appaiono invece decisamente meno attraenti le prospettive sul mercato dei bond, in cui le assicurazioni – soprattutto quelle italiane investono la maggior parte dei loro patrimoni. Sul fronte obbligazionario, infatti, i rendimenti continueranno a restare molto bassi e non si vedono inversioni di tendenza a breve, tanto più che la politica espansiva della Bce non dovrebbe essersi esaurita con il taglio di 50 punti base annunciato la scorsa settimana. È questa, in fondo, la principale motivazione di cautela verso il comparto assicurativo, in Italia come nel resto d’Europa.
Dando uno sguardo ai singoli titoli, Ubm nel suo ultimo monitor invita alla cautela classificando tutti i principali protagonisti con un rating di hold, mantenere. In particolare, con un fair value indicato a 20,5 euro, Generali è da considerarsi ormai arrivata al capolinea in termini di quotazioni. Il miglioramento nella redditività del gruppo è già incorporato nei prezzi ed è difficile per ora vedere eventuali ulteriori spinte al rialzo sul titolo. Quello che è certo è che dopo la perdita di 753 milioni del 2002, quest’anno il gruppo chiuderà in utile, che Ubm stima a 680 milioni. Oltre alle aspettative di un dividendo straordinario, sulla corsa all’insù di Alleanza hanno pesato anche le ricorrenti ipotesi di una fusione con la controllante Generali. Sta di fatto che il titolo quota ora ben oltre gli 8,3 euro di fair value indicati da Ubm. Nonostante il miglioramento dei fondamentali che quest’anno dovrebbe concretizzarsi in una crescita del 7,2% dell’utile netto, gli analisti consigliano quindi prudenza su questa società battuta dalla speculazione. E ha corso tanto anche Ras, che quota oltre i 13 euro a fronte di un fair value indicato da Ubm a 12,5 euro. A sostenere il titolo sono stati i dati sorprendentemente buoni del primo trimestre, specie sul ramo Vita, e le attese per la presentazione del piano triennale a cui sta lavorando il management. Storia a parte quelli di FondiariaSai, l’unico titolo su cui Ubm consiglia di ridurre l’esposizione. A parte il fatto che presenta una quotazione attorno ai 13 euro a fronte di un fair value indicato a 11,2 euro, a pesare sul gruppo sono i numeri poco convincenti sui combined ratio che a detta degli esperti non potranno essere sostenuti a tempo indefinito. Il titolo preferito dagli analisti di Ubm, ma non solo da loro, è senza dubbio Unipol. Le aspettative di crescita della compagnia bolognese sono ottime e quest’anno il gruppo dovrebbe registrare una crescita dell’11,6% degli utili (dato corretto al rialzo da Ubm dopo la buona trimestrale). Il titolo però quota già attorno ai 4 euro, considerato dagli analisti il fair value, un valore che impone, ancora una volta, cautela.
http://www.repubblica.it/supplementi/af/2003/06/09/finanza/033rustico.html
 
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