Societa' e paradisi fiscali

A me risulta che lo sia (come negli altri esempi da te citati)

Comunque ti assicuro che ti sequestrano tutto, una famiglia della mia cittadina si é vista sequestrare casa proprio per una cosa del genere, la società era gestita da un manager locale e ogni componente della famiglia aveva fra il 7 e 8% delle azioni.

Non so come andrá a finire, ma avere case, capannoni, conti correnti sotto sequestro per anni ed essere trascinati in cause in cui solo di avvocati spendi milioni di euro non é piacevole.

Non è illegale. Dipende com esono strutturate le operazioni. I sequestri eventuali debbono comunque seguire l'iter del processo tributario.
 
Sì ma le spese debbono essere giustificabili, in caso di contestazione debbono avere una giustificazione economica.

In realtà i paradisi fiscali non servono per pagare zero tasse, ma per pagare meno tasse, che è diverso.

si si certo è normale! bè sulla motivazione sono sicuro che con tutti i cervelloni bocconiani e fratelli, di motivazioni ne trovano e anche convincenti!!
comunque secondo me, rimane una vera e propria truffa ai danni dello stato!! non si dovrebbe permettere una cosa simile e parlo sia dell'anonimato che del sistema che poi si mette in atto!!
 
si si certo è normale! bè sulla motivazione sono sicuro che con tutti i cervelloni bocconiani e fratelli, di motivazioni ne trovano e anche convincenti!!
comunque secondo me, rimane una vera e propria truffa ai danni dello stato!! non si dovrebbe permettere una cosa simile e parlo sia dell'anonimato che del sistema che poi si mette in atto!!

Non è così scontato, bocconiani o no. I prezzi di trasferimento e la loro congruità hanno ormai una casistica internazionale ampia e consolidata e sistemi di regole di determinazione ugualmente consolidati. Non siamo più nelgli anni '70-primi anni '80.

Sul secondo aspetto dipende. Chi usa maggiormente i paradisi, cioè le grandi società, hanno operazioni internazionali, per cui non è sempre immediato che se la sede è a Milano o Berlino la società opera al 100% in Italia o Germania. Molte società che ad esempio in Europa usano l'Irlanda (che non è un paradiso ma ha bassa tassazione) ha nel Paese una vera e propria attività commerciale. Ma anche dove c'è meno attività commerciale, come ad esempio l'uso della proprietà intellettuale, non è così scontato che debba andare in un certo Paese. Tu immagina che allo sviluppo della stessa contribuiscano soggetti di 7 sedi internazionali dell'azienda, per quale motivo la registrazione dovrebbe essere proprio in Italia?

E alla fine di tutto considera che il paradiso fiscale va bene fino a che mandi là i soldi e ce li lasci o li usi ad esempio per acquisire partecipazioni o finanziare le consociate, ma nel momento in cui quei soldi in qualche modo li rimpatri (ad esempio distribuisci i dividendi), questi sono interamente tassati. Certo puoi comprarci immobili o auto, ma la provenienza di denaro da Paesi black-list fa scattare degli allarmi rossi e generare controlli che poi riportano i soldi e la relativa tassazione al soggetto economico.
 
comunque secondo me, rimane una vera e propria truffa ai danni dello stato!! non si dovrebbe permettere una cosa simile e parlo sia dell'anonimato che del sistema che poi si mette in atto!!
Ok. Faccio l'avvocato del diavolo:
Mi impedisci di vendere o comprare dall'estero?
Dunque, faccio un esposto alla Commissione Europea.
 
Credo che le fatture provenienti da paesi in black list non valgano come costi, ma potrei dire una stron€€ta. In ogni caso i sistemi sono quelli descritti, il difficile è trovarla un'attività che generi sti utili :)
 
và bene, quindi in pratica queste società servono per creare finte consulenze o servizzi che poi offrono alla società italiana, la quale pagando il servizio, genera meno utili e quindi paga meno tasse! ;)
in pratica questo è il gioco!!
 
và bene, quindi in pratica queste società servono per creare finte consulenze o servizzi che poi offrono alla società italiana, la quale pagando il servizio, genera meno utili e quindi paga meno tasse! ;)
in pratica questo è il gioco!!

In parte, il grosso serve a nascondere il vero proprietario e la provenienza dei soldi che hanno generato l'investimento.
 
Aprire 1 società in un paradiso fiscale non è particolarmente utile... serve un circuito di + aziende off-shore...

Ciò che serve comprendere è che se una ipotetica società Xyz costituisse direttamente le controllate straniere il gruppo non otterrebbe particolari benefici (se non briciole) poiché, risalendo alla controllante, i suoi utili gli sarebbero imputati e la multinazionale non potrebbe evadere il fisco. Occorre creare un soggetto intermedio tra controllante e controllata ubicato in un ordinamento cosiddetto non collaborativo. Neppure ciò basta. Punto centrale è creare una società legata al gruppo nella realtà ma apparentemente estranea ad esso, meglio ancora se totalmente sconosciuta al fisco. Come ? Iniziamo immaginando tre scenari specifici.

Caso 1. La Azienda Xyz riceve i profitti da una controllata, mettiamo europea... Il movimento dei capitali non è occultabile e su di essi la società Xyz dovrà pagare le tasse.

Caso 2. La società Xyz apre nelle Isole Cayman una società controllata. La società controllata europea che genera profitti li invia alla società controllata ubicata nelle Isole Cayman che li invia ad Xyz. I movimenti da e per le isole Cayman non sono occultabili e quindi l’utilizzo del paradiso fiscale risulta inutile.

Caso 3. La Xyz crea un vero e proprio circuito di controllate nelle Isole Cayman, circuito con a capo una azienda che chiameremo X e delle controllate che chiameremo Y1, Y2, Y3,...Yn. Ipotizziamo la controllata europea generi dei profitti. Anziché imputarli direttamente ad X, ubicata nelle Isole Cayman, la controllata europea li farà giungere ad Y1, una delle controllate di X, sotto forma di un prestito. Da notare che nelle Isole Cayman non si conoscono né il numero né la tipologia delle transazioni interne, come pure l’esistenza di Y1, Y2 od Y3... o meglio... tali società non sono riconducibili ad X e quindi ad Xyz. L’impresa Y1, come le sue consorelle Y2 ed Y3, faranno giungere indisturbate i dividendi camuffati da prestito ad X ed il fisco non potrà far nulla per tassare tali profitti esteri poiché all’oscuro della loro esistenza. Dunque il fisco è a conoscenza dell’esistenza ( come gruppo unico ) solo di Xyz, della controllata X nelle Isole Cayman e della controllata europea e tra queste ultime per l’amministrazione statunitense non vi è stato alcun passaggio di profitti.

Ora... riflettendoci un attimo... dice molto della vigente democrazia economica l'idea stessa che: costruire una società in un paradiso fiscale non sia già di per se stesso un reato, ma che divenga reato solo e soltanto quando il soggetto la utilizza per instaurare rapporti simulati tesi ad ingannare il fisco : frode fiscale, falso in bilancio o riciclaggio... e chi rischia la galera è soltanto il cliente, non l’intermediario, pur autore di una frode ai danni dello stato... o siamo anime fin troppo candide... oppure... più probabile... il sistema finanziario non ha neppure più alcun pudore nel dimostrare la propria supremazia sulla legge e sul fisco...

Quindi... ad esempio... gli Usa si inchinano alla indipendenza politica ed economica delle Isole Cayman? 35.000 abitanti... 20.000 società... 500 miliardi di dollari di depositi, gestiti da 600 banche... oppure... semplicemente... il fatto che esistano... definisce l'indipendenza politica ed economica odierna degli Usa... come di qualsiasi odierno stato nazione?
 
Aprire 1 società in un paradiso fiscale non è particolarmente utile... serve un circuito di + aziende off-shore...

Ciò che serve comprendere è che se una ipotetica società Xyz costituisse direttamente le controllate straniere il gruppo non otterrebbe particolari benefici (se non briciole) poiché, risalendo alla controllante, i suoi utili gli sarebbero imputati e la multinazionale non potrebbe evadere il fisco. Occorre creare un soggetto intermedio tra controllante e controllata ubicato in un ordinamento cosiddetto non collaborativo. Neppure ciò basta. Punto centrale è creare una società legata al gruppo nella realtà ma apparentemente estranea ad esso, meglio ancora se totalmente sconosciuta al fisco. Come ? Iniziamo immaginando tre scenari specifici.

Caso 1. La Azienda Xyz riceve i profitti da una controllata, mettiamo europea... Il movimento dei capitali non è occultabile e su di essi la società Xyz dovrà pagare le tasse.

Caso 2. La società Xyz apre nelle Isole Cayman una società controllata. La società controllata europea che genera profitti li invia alla società controllata ubicata nelle Isole Cayman che li invia ad Xyz. I movimenti da e per le isole Cayman non sono occultabili e quindi l’utilizzo del paradiso fiscale risulta inutile.

Caso 3. La Xyz crea un vero e proprio circuito di controllate nelle Isole Cayman, circuito con a capo una azienda che chiameremo X e delle controllate che chiameremo Y1, Y2, Y3,...Yn. Ipotizziamo la controllata europea generi dei profitti. Anziché imputarli direttamente ad X, ubicata nelle Isole Cayman, la controllata europea li farà giungere ad Y1, una delle controllate di X, sotto forma di un prestito. Da notare che nelle Isole Cayman non si conoscono né il numero né la tipologia delle transazioni interne, come pure l’esistenza di Y1, Y2 od Y3... o meglio... tali società non sono riconducibili ad X e quindi ad Xyz. L’impresa Y1, come le sue consorelle Y2 ed Y3, faranno giungere indisturbate i dividendi camuffati da prestito ad X ed il fisco non potrà far nulla per tassare tali profitti esteri poiché all’oscuro della loro esistenza. Dunque il fisco è a conoscenza dell’esistenza ( come gruppo unico ) solo di Xyz, della controllata X nelle Isole Cayman e della controllata europea e tra queste ultime per l’amministrazione statunitense non vi è stato alcun passaggio di profitti.

Ora... riflettendoci un attimo... dice molto della vigente democrazia economica l'idea stessa che: costruire una società in un paradiso fiscale non sia già di per se stesso un reato, ma che divenga reato solo e soltanto quando il soggetto la utilizza per instaurare rapporti simulati tesi ad ingannare il fisco : frode fiscale, falso in bilancio o riciclaggio... e chi rischia la galera è soltanto il cliente, non l’intermediario, pur autore di una frode ai danni dello stato... o siamo anime fin troppo candide... oppure... più probabile... il sistema finanziario non ha neppure più alcun pudore nel dimostrare la propria supremazia sulla legge e sul fisco...

Quindi... ad esempio... gli Usa si inchinano alla indipendenza politica ed economica delle Isole Cayman? 35.000 abitanti... 20.000 società... 500 miliardi di dollari di depositi, gestiti da 600 banche... oppure... semplicemente... il fatto che esistano... definisce l'indipendenza politica ed economica odierna degli Usa... come di qualsiasi odierno stato nazione?

La seconda che hai detto, le Isole Cayman sono territorio della corona inglese, sono paesi voluti dai vincitori della seconda guerra mondiale per ottenere il quasi monopolio dell'economia in nero (che esisteva, esiste ed esisterà).
Se notate la Svizzera è il vero concorrente, inutile ricordare quanto le banche di quel paese e non quelle americane/inglesi con sede ai caraibi siano state accusate di tutto.
 
Ti faccio un esempio semplice, di complicati ne trovi tanti anche in internet.

Metti che te vendi libri. Sei italiano e li vendi perlo+ in italia. Se li vendi in maniera "normale", tutta la somma che viene fuori dal calcolo ricavi-spese è soggetta a tasse.

Metti che ricavi 1M di eur e spendi 100k eur. Paghi le tasse su 900k eur.

Ora infiliamo il "paradiso fiscale". Tu vendi (o cedi in altro modo, conferisci, etc) la proprietà intellettuale di tutti quei libri alla società alle cayman. Questa vende libri alla tua società in italia che poi li vende in italia come avresti fatto nel caso di prima.

Qual è il trucco? che la società (tua) italiana paga i libri alla società ai caraibi il prezzo pieno, e li vende alla pari! (o con un ricarico microscopico)..

Quindi: La società italiana vende libri per 1M di eur, e ha costi (finti) per 1M di eur. Di questi costi 100k sono veri , quelli che avresti speso lo stesso. 900k sono profitto della società caraibica (che su quei soldi legalmente non deve pagar le tasse).

I 900k arrivano alle cayman, come fondi della tua società, e da lì legalmente ne puoi disporre come vuoi (compreso comprare poi casa in Italia).

Il tutto è legale a meno che la società alle cayman te non la gestisca direttamente dall'Italia personalmente (allora è esterovestizione ed è illegale).

In ogni campo in cui puoi metterci in mezzo diritto d'autore, intellettuali, brand o cose varie, questo meccanismo è applicabile. Nokia, Starbucks, Mcdonald, Microsoft, Google etc lo applicano tutti (in maniera + raffinata e complicata ma l'idea è la medesima).


Ciao Luciom,
interessante il tuo discorso, mi puoi spiegare meglio una cosa?
Per questo "metodo" poni l'accento sui diritti d'autore e citi alcuni brand proprietari di tali diritti.
Ora nel caso della libreria che gestisci in italia, perchè dici trasferisci la "proprietà intellettuale"? In quel caso i libri non sono una semplice merce, essendo il libraio un commerciante? Mica li ha scritti il commerciante i libri.
Probabilmente ai fini del ragionamento non cambia niente ma volevo esserne sicuro.

saluti e buon anno nuovo OK!
 
E alla fine di tutto considera che il paradiso fiscale va bene fino a che mandi là i soldi e ce li lasci o li usi ad esempio per acquisire partecipazioni o finanziare le consociate, ma nel momento in cui quei soldi in qualche modo li rimpatri (ad esempio distribuisci i dividendi), questi sono interamente tassati. Certo puoi comprarci immobili o auto, ma la provenienza di denaro da Paesi black-list fa scattare degli allarmi rossi e generare controlli che poi riportano i soldi e la relativa tassazione al soggetto economico.

Ma ad esempio facendo fare a questi soldi una tappa intermedia in un altro paese,che non sia in blacklist,e di lì trasferirli in Italia per l'acquisto?
Tolti i costi di mantenimento di un c/c (non so quali siano,ma poniamo di scegliere un paese poco caro in questo senso) economicamente conviene?

Soprattutto,funziona? Cioè la provenienza dei capitali è estera,ma non arrivano da un paradiso fiscale,dunque il fisco non ti viene subito a cercare?
 
Credo che ti venga a cercare lo stesso, devi indicarne la provenienza e non è che puoi dire: provengono dall'america :)
 
Riesumiamo questo discorso.
Avete letto il maxi sequestro a Bulgari?
Più o meno faceva quello che dicevamo qui, usava una società irlandese, ora il problema è la usava veramente? LA GdF dice di no, poi vedremo magari ha ragione lui.
In ogni caso tutti i grandi gruppi fanno così, chi in un modo chi in un altro.
 
Bisogna vedere se la societá Irlandase lavorava davvero o era solo di comodo, cioé se si occupava solo di inscatolare i gioielli e aveva plusvalenze esagerate per questo lavoro é evasione fiscale, le riceveva oro e pietre preziose a prezzi di mercato e se lavorava creando i gioielli é tutto in regola.
 
Bisogna vedere se la societá Irlandase lavorava davvero o era solo di comodo, cioé se si occupava solo di inscatolare i gioielli e aveva plusvalenze esagerate per questo lavoro é evasione fiscale, le riceveva oro e pietre preziose a prezzi di mercato e se lavorava creando i gioielli é tutto in regola.

esatto questo è il busillisi.
io una mia idea ce l'ho :) ma non la dico
 
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