Sopaf, Jody Vender esce definitivamente di scena

  • ANNUNCIO: 37° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    A frenare i mercati nelle ultime sedute è stato l’atteggiamento della Fed con la concreta possibilità di un’altra stretta entro fine anno e un costo del denaro su livelli più elevati, rispetto alle precedenti attese, per tutto il 2024. Lato macro, nell’Eurozona l’inflazione nel mese di settembre ha mostrato, secondo le stime preliminari, un rallentamento su base annuale dal 5,2% di agosto al 4,3% (consensus al 4,5%). L’indice core esclusi energetici e alimentari ha segnato un rallentamento ancora più evidente dal 5,3% al 4,5% (consensus al 4,8%). I numeri odierni suggeriscono che i timori sulle pressioni inflazionistiche devono essere ridimensionati. Negli Stati Uniti, l’inflazione misurata dall’indice Pce core, che la Fed utilizza come uno dei principali indicatori riguardo ai prezzi, si è attestata in agosto al 3,9%, in linea con le attese e in rallentamento rispetto al 4,3% (dato rivisto) di luglio. Per continuare a leggere visita il link

LucioTrader

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MF

Sopaf, Jody Vender esce definitivamente di scena

In Sopaf, cala quasi definitivamente il sipario sull'era Vender. Il finanziere Giovanni Jody Vender, infatti, ha comunicato di essere sceso al di sotto della soglia del 2% del capitale azionario di quella che fino a poco tempo fa era la sua creatura, la holding di famiglia che controllava a cascata una serie di società, tra le quali la Sadi portata in borsa nel 1997, e che è passata sotto il cappello dei Magnoni, Aldo, Giorgio e Ruggero. Vender dopo l'operazione di cessione della quota di maggioranza deteneva ancora, dal 3 agosto 2005, il 4,919% di quella Sopaf che oggi vede il coinvolgimento diretto, per il rilancio, anche di Lorenzo Pellicioli, Fabrizio Garilli e Alessandro Grande, affiancati da una serie di investitori finanziari (Parallax capital trust, Sniper fund attraverso Sagio am e Ramius capital group).

Il finanziere 56enne era noto alle cronache non solo per il grande assalto a quella Superga che dovette poi vendere, ma anche per la sua relazione (finita) con la showgirl Alba Parietti.
 
LucioTrader ha scritto:
MF

Sopaf, Jody Vender esce definitivamente di scena

In Sopaf, cala quasi definitivamente il sipario sull'era Vender. Il finanziere Giovanni Jody Vender, infatti, ha comunicato di essere sceso al di sotto della soglia del 2% del capitale azionario di quella che fino a poco tempo fa era la sua creatura, la holding di famiglia che controllava a cascata una serie di società, tra le quali la Sadi portata in borsa nel 1997, e che è passata sotto il cappello dei Magnoni, Aldo, Giorgio e Ruggero. Vender dopo l'operazione di cessione della quota di maggioranza deteneva ancora, dal 3 agosto 2005, il 4,919% di quella Sopaf che oggi vede il coinvolgimento diretto, per il rilancio, anche di Lorenzo Pellicioli, Fabrizio Garilli e Alessandro Grande, affiancati da una serie di investitori finanziari (Parallax capital trust, Sniper fund attraverso Sagio am e Ramius capital group).


Mi hai preceduto ad aprire una nuova discussione oerchè, ahimè, non so come si faccia.
Quando ieri ho appreso la notizia dal sito Consob, me ne sono rallegrato.
Era già nell'aria (sin dall'inizio e soprattutto dopo la modifica di dicembre del patto parasociale questione di poco tempo).
Ora spero sarà dimissionario (come il Presidente) visto che sono gli ultimi due amministratori di nomina Ven.Fin. che ora non ha più il diritto di nominarne alcuno.
Ora la nuova Sopaf è realta, anche sulla carta oltre che di fatto
 
Sopaf esce da Immsi Quota Opart vendesi

da Finanza&Mercati del 17-03-2006

Giorgio Magnoni prepara l’addio a Roberto Colaninno. È quanto emerge dal prospetto di bilancio dell’ultima semestrale di Sopaf e, indirettamente, dalle recenti modifiche ai patti parasociali di Immsi, che dal 2002 fa capo alla società veicolo Omniapartecipazioni (Opart) che ne controlla il 50,77 per cento. Una quota del 25,5% di Opart fa capo a Sopaf. Come precisato nell’ultimo bilancio di Sopaf, a fine 2005 il valore delle azioni della holding di Colaninno controllate implicitamente da Magnoni si aggirava intorno a 37 milioni di euro, mentre il valore complessivo della quota di Opart è stato calcolato in 71,24 milioni. La quota in Omniapartecipazioni però non è stata inclusa nell’area di consolidamento di Sopaf «in quanto da ritenersi non sottoposta ad influenza notevole da parte del gruppo con riferimento ai particolari accordi parasociali che disciplinano la governance e l’amministrazione della società». In soldoni, «la partecipazione in Omnia - si legge nella relazione al bilancio Sopaf - è stata classificata nelle attività finanziarie disponibili per la vendita». Rimangono indefiniti i tempi e le modalità previste per la vendita. L’ipotesi più probabile è quella secondo cui l’operazione si farà dopo la scadenza del patto che lega Omniainvest, Lm Real Estate (Sopaf) e Opart, nonché Immsi. Il precedente patto, scaduto il 10 novembre scorso, era stato modificato e rinnovato fino alla «data nella quale sarà tenuta l’assemblea di Opart per l’approvazione del bilancio chiuso il 31 dicembre 2005». Cioè entro fine marzo. Quanto alle modifiche, l’ultima versione dell’accordo che lega alcuni dei principali soci di Immsi ha visto l’introduzione di nuove clausole che regolano e agevolano l’eventuale uscita di una delle parti dalla «titolarità di tutte le azioni Immsi possedute da Opart». Un divorzio consensulae, insomma.
 
Sopaf rinuncia all’Opa promessa su Sadi

Chiusa due giorni fa l’integrazione tra Sadi e Servizi Industriali, termina anche il
dilemma sull’Opa di Sopaf. La finanziaria di Giorgio Magnoni (foto) aveva rilevato
in ottobre il 26,2% di Sadi, promettendo un’offerta volontaria sull’intero capitale.
L’Opa finì poi congelata, in seguito all’avvio delle trattative con Servizi Industriali.
Il reverse merger comunicato mercoledì diluisce al3%Sopaf. Peraltro, il titolo
viaggia ben oltre quanto promesso da Magnoni (1,8 euro).E così, Sopaf chiarisce
che «non promuoverà l’Opa» perché «sono venuti meno i presupposti».
 
LucioTrader ha scritto:
Sopaf rinuncia all’Opa promessa su Sadi

Chiusa due giorni fa l’integrazione tra Sadi e Servizi Industriali, termina anche il
dilemma sull’Opa di Sopaf. La finanziaria di Giorgio Magnoni (foto) aveva rilevato
in ottobre il 26,2% di Sadi, promettendo un’offerta volontaria sull’intero capitale.
L’Opa finì poi congelata, in seguito all’avvio delle trattative con Servizi Industriali.
Il reverse merger comunicato mercoledì diluisce al3%Sopaf. Peraltro, il titolo
viaggia ben oltre quanto promesso da Magnoni (1,8 euro).E così, Sopaf chiarisce
che «non promuoverà l’Opa» perché «sono venuti meno i presupposti».



Ma non si sapeva già??? :confused: :confused:
 
MF

Mega-riassetto in Sopaf, libero dal lock-up il 12,5%. I soci storici puntano alle plusvalenze

Si libera dal lock-up un altro 12,5% di Sopaf, la finanziaria della famiglia Magnoni. Accelera così con forza il riassetto nella holding guidata da Giorgio Magnoni (al 30%), che ha visto nel giro di un mese sboccare oltre il 15% dai vincoli nati dalla fusione fra la vecchia Sopaf di Jody Vender e la Lm Etve dei Magnoni. Un modo per consentire ai partner storici dei Magnoni, primo fra tutti il gestore Mark Larkin, di capitalizzare una forte plusvalenza. In 15 mesi, dall'accordo Magnoni-Vender, Sopaf si è rivalutata del 294% e ieri ha chiuso a 0,867 euro, +0,17%.

Secondo il nuovo patto siglato il 24 marzo, a conquistare le mani libere con un anticipo fino a sette mesi, e comunque un mese prima dello sbocco della prima tranche fissato per il 29 aprile sono stati diversi soci di peso di Sopaf, come Adriano Galliani (1,79% vincolato), la famiglia Camuzzi (3,58%) le portoghesi Transalp Distribuiçao (1,19%) e Admiralty (1,65%) e Massimo Magnoni (0,36%). Inoltre si è ridotta dall'8,99 al 5,43% la quota vincolata di Majest invest delle Isole Vergini. Apportato al patto è ora il 23,77% di Sopaf, in mano ad Alfabravo di Giorgio Magnoni (5,73%), ai fratelli Aldo (3,98%) e Ruggero (6,52%), Majest (5,43%) e Ramius (2,51%).

è proprio la quota di Larkin a finire sotto i riflettori. Il finanziere americano è stato svincolato dai patti siglati nell'agosto scorso nella prima modifica degli accordi, avvenuta lo scorso 24 febbraio. Sulla base di quella prima modifica, sono usciti Larkin e alcune società off-shore ed è entrata Majest con l'8,99% vincolato fino al 29 luglio 2006. La Majest appartiene al Parallax capital trust, una sigla nota nel mondo Sopaf. Fino ad allora, sotto il trust c'era infatti una società lussemburghese, la Phoenix partners, azionista di Sopaf con il 4,43%, di cui risulta amministratore proprio Larkin. Lo stesso 24 febbraio un altro socio Sopaf, la Admiralty, ha ridotto la sua quota dal 3,58 all'1,65%. In pratica, è passato di mano oltre il 5% di Sopaf. Chi c'è dietro Parallax? Anche se ufficialmente la società dice di non saperlo, gli indizi portano a Larkin, che sarebbe uscito da Sopaf come persona fisica per rientrarvi come società. Oppure c'è davvero un nuovo socio in Sopaf. Il quale, in ogni caso, è riuscito a svincolare con diversi mesi d'anticipo il 3,5%, un pacchetto da 13 milioni di euro.
 
Un pizzico di Sopaf stamani lo prendo.... solo un pizzico non vorrei che si appoggiasse a 0,70 prima di ripartire.... :mmmm: OK!
 
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