Stm Spi Dj Nsdq

  • ANNUNCIO: 46° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Settimana tutto sommato positiva per le principali piazze internazionali che proseguono così il rimbalzo dai minimi di ottobre. Novembre sarà ricordato come uno dei mesi migliori nella storia più o meno recente dei mercati finanziari. Il calo dei rendimenti, con un ulteriore irripidimento delle curve, ha portato gli indici obbligazionari globali a registrare le migliori performance mensili dalla Grande Crisi Finanziaria, ovvero da dicembre 2008. Per l’azionario globale, invece, è stato il miglior rally mensile dal 2020. L’impulso è stato fornito anche dai dati sull’inflazione nell’area euro, che hanno rafforzato la tendenza ad anticipare la tempistica di un primo taglio dei tassi da parte della Bce già a partire dal 2024. Per continuare a leggere visita il link

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Ragazzi Il Nsdq Ha Bucato La Figura Rettangolare Al Rialzo...le Palle Avanzano E Finke Nn Torna Li Sotto Io Resto Long....sopratutto Sui Bancari Ke Godono Di Ottimi Eps Con Utili In Aumento...poi Si Vedra'...
Ecco Il Nsdq Bello Verdeeeeeeeeeeee SIAMO A 2340....E SI VA VERSO 2500.. :cool: :cool: :cool:
 

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Spi...ogi Possibile Test 15,20...se Cosi Nn Fosse Si Rivaluta Tutto Lunedi...
Bay Bayyyy A Dopo...oggi Mi Faccio Gli Usa...qui Niente A Parte Il Pacco Long Su Spi........ :d :d :d :d :d
 

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BELLA ANKE QS FIGURA KE HA DISEGNATO IL DAX...
OKKIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO :bow: :bow: :bow: :bow: :bow:

CIAOOOOOOOOOOOOOOOOOOO A TUTTIIIIIIIIIIIII
 

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Nokia, per Abn Amro diventa "sell" da "hold"



MILANO, 31 marzo (Reuters) - Abn Amro ha declassato Nokia a "sell" da "hold", avvertendo che "le aspettative del mercato sono già sopra i numeri di consensus". "Il rialzo del titolo, che ha guadagnato ieri il 5%, ci sembra eccessivo", aggiunge il broker. Confermato il target price a 13,6 euro. Alle 11,15, Nokia perde il 2,2% a quota 17,11 euro, con lo Stoxx dei tech in calo dello 0,9%. ((Redazione Milano, Reuters Messaging: elisabetta.andreis.reuters.com@reuters.net, 0039 02 66129692, fax 0039 02 72002157 milan.newsroom@news.reuters.com))

11:22-31/03 :mmmm: :mmmm: :mmmm: :mmmm: :mmmm: :mmmm:

STM +1% Effetto Nokia ed effetto Infineon: tutti e due spingono il titolo


StM <;STM.MI> sale dell'1% a 15,37 euro. Il movimento del primo produttore europeo di chip è in direzione opposta a quello dell'indice Stoxx europeo del settore tecnologico, che invece registra un calo dello 0,6%. StM beneficia ancora delle buone indicazioni date ieri da Nokia <;NOK1V.HE>, il suo principale cliente, che ha annunciato un rialzo delle previsioni di crescita delle vendite nel 2006 al 15% dal precedente +10% annunciato qualche mee fa. Le vendite a Nokia rappresentano il 21-22% dei ricavi di StM. Nokia, che ieri ha guadagnato il 5%, stamattina registra un calo dell'1,9%. Ma c'è anche un altro elemento che spinge al rialzo StM, ed è l'attesa per l'imminente comunicazione di Infineon <;IFXGn.DE> che a metà giornata annuncerà lo scorporo delle sue attività nelle Dram, le memorie per pc. Con questa operazione Infineon dovrebbe meglio valorizzare le sue attività. Il titolo della società tedesca, secondo produttore europeo di chip, guadagna l'1,6%.www.websim.it

11:33-31/03 :mmmm: :mmmm: :mmmm: :mmmm: :mmmm: :mmmm: :mmmm: :mmmm:

NN SANNO NEMMENO LORO KE FAREEEEEEE........ :D :D :D :D :D :D :D :D
 
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BudM69 ha scritto:
Nokia, per Abn Amro diventa "sell" da "hold"



MILANO, 31 marzo (Reuters) - Abn Amro ha declassato Nokia a "sell" da "hold", avvertendo che "le aspettative del mercato sono già sopra i numeri di consensus". "Il rialzo del titolo, che ha guadagnato ieri il 5%, ci sembra eccessivo", aggiunge il broker. Confermato il target price a 13,6 euro. Alle 11,15, Nokia perde il 2,2% a quota 17,11 euro, con lo Stoxx dei tech in calo dello 0,9%. ((Redazione Milano, Reuters Messaging: elisabetta.andreis.reuters.com@reuters.net, 0039 02 66129692, fax 0039 02 72002157 milan.newsroom@news.reuters.com))

11:22-31/03

roba da matttiiiiiiiiiiiiiiii :clap: :clap: :clap:
ABN c'e' rimasta fregata ed adesso mette il giudizio sell!!che comici :clap: :clap:
 
Si vede Abn Amro se la vuole comprare :D :D
 
Novello2006 ha scritto:
Si vede Abn Amro se la vuole comprare :D :D
quando danno questi giudizi infatti sono convinto che piiu' per che sono convinti lo diano perche' sono rimsti fuori :D :D :D :clap:
 
Gandalf il Bianc ha scritto:
roba da matttiiiiiiiiiiiiiiii :clap: :clap: :clap:
ABN c'e' rimasta fregata ed adesso mette il giudizio sell!!che comici :clap: :clap:
LO PENSO ANKIOO..... OK! OK! OK!
DOPO VI DO I LIVELLI X STM...NATURALMENTE I MIEI...
ORA STO APETTENDO KE SPI METTA FUORI IL MUSO DALLA LINEA ROSSA DELLO STOKA...X PARTIRE ..... :cool: :cool: :cool: :cool: :cool:
 

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stm Supporto 15,24...buy 15,48....t.profit 15,70
 
Gandalf il Bianc ha scritto:
quando danno questi giudizi infatti sono convinto che piiu' per che sono convinti lo diano perche' sono rimsti fuori :D :D :D :clap:
mi sa che hai ragione.
son tifosi come noi. ;)
 
Gandalf il Bianc ha scritto:
Stm e' ben impostata vedo BUD ;)

SOLO SOPRA 15,45 ANDREI LONG TRANQUILLO...FINO A 70...SOTTO CE 24..E 14,65.ORA SIAMO IN MEZZO..PERICOLOSO ANDAR LONG...MEGLIO SCALPARE.. STATE ATTENTI....
BUON TRADING ASPETTO NVDA ....LA BESTIA NERA.....
 

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se perde i 31 la vedo maluccio oggi.
 
http://etleboro.blogspot.com/2006/03/quelli-che-aspettano-bernanke.html

Non può ormai più nascondersi che la situazione è alquanto critica, per non dire disperata.
Nella giornata di ieri le Borse mondiali chiudono in ribasso, nell’attesa del discorso di Bernanke, ore 21:15 ora italiana, durante il quale verrà reso noto il probabile rialzo dei tassi di interesse sui buoni del Tesoro, nonché la futura politica monetaria da adottare per risollevare l’economia statunitense, e, perché no, del mondo intero. Il rischio di recessione più che un fantasma o mera previsione, è ormai un dato di fatto. Dopo il brusco aumento delle vendite immobiliari, oggi si osserva un netto tracollo: un primo sintomo dello scoppio della bolla immobiliare? Il rialzo dei tassi di interesse – secondo gli esperti fino al 4,75%, ma noi azzardiamo un colpo di scena – sui titoli statali di breve scadenza, in misura maggiore rispetto a titoli di scadenza decennale, sono un chiaro segno di preludio alla recessione: serve denaro nel brevissimo tempo, e bisogna dunque ben pagarlo. La svalutazione del dollaro che ne deriverà a nulla serve che ridurre il deficit della bilancia commerciale, e recuperare il debito pubblico ormai al limite della sostenibilità. E per far questo è già in atto la “guerra fredda” con la Cina : le viene intimato di rivalutare lo yuan altrimenti verranno imposti dazi all’importazione del 27% sulle vitali e quanto più indispensabili merci cinesi.

Per cui come si è pensato di affrontare una recessione? Stretta monetaria, dunque anemia monetaria sul mercato, aumento dei tassi di interesse che da un lato deprime gli investimenti, i consumi , la possibilità di comprare una casa, l’accesso al credito, e dall’altro va ad acuire il “monte interessi” del debito pubblico e ovviamente l’inflazione, sostenuta anche dai dazi, giusto per dare il colpo di grazia!
Mentre i Banchieri ora studiano e riflettono su come uscirsene da questo enorme “empasse”, Condoleeza sta ben pensando di preparare la coalizione per bombardare la borsa del petro-euro dell’Iran: Stati Uniti, Israele, Gran Bretagna e Francia, contro Russia e Cina. Manca all’appello la Germania , ma bisogna darle solo il tempo perché in questi giorni non a caso è in visita a Berlino.

Non citiamo la nostra piccola Italia, ormai colonia saccheggiata, ora poi che il ponte sullo stretto si farà, per la felicità del rachet dell’alta finanza.
Staranno sicuramente banchettando i nostri eroi: mentre la carta sta per essere bruciata, l’oro vertiginosamente si apprezza, accanto a tutte le Commodities e ai titoli dell’Energia.
Infatti la Goldman Sachs prepara l’assalto alla Associated British Ports, il più Grande operatore del Regno unito gestendo un quarto del commercio inglese con 21 postazioni: il traffico delle merci deve essere infatti controllato e gestito in prima persona, perché quello è il nuovo business

Attendiamo dunque anche noi, come il mondo intero, il discorso del Banchiere dei Banchieri.
Attendiamo anche noi, l’ “ineluttabile” declino
 
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mad_spa ha scritto:
Non può ormai più nascondersi che la situazione è alquanto critica, per non dire disperata.
Nella giornata di ieri le Borse mondiali chiudono in ribasso, nell’attesa del discorso di Bernanke, ore 21:15 ora italiana, durante il quale verrà reso noto il probabile rialzo dei tassi di interesse sui buoni del Tesoro, nonché la futura politica monetaria da adottare per risollevare l’economia statunitense, e, perché no, del mondo intero. Il rischio di recessione più che un fantasma o mera previsione, è ormai un dato di fatto. Dopo il brusco aumento delle vendite immobiliari, oggi si osserva un netto tracollo: un primo sintomo dello scoppio della bolla immobiliare? Il rialzo dei tassi di interesse – secondo gli esperti fino al 4,75%, ma noi azzardiamo un colpo di scena – sui titoli statali di breve scadenza, in misura maggiore rispetto a titoli di scadenza decennale, sono un chiaro segno di preludio alla recessione: serve denaro nel brevissimo tempo, e bisogna dunque ben pagarlo. La svalutazione del dollaro che ne deriverà a nulla serve che ridurre il deficit della bilancia commerciale, e recuperare il debito pubblico ormai al limite della sostenibilità. E per far questo è già in atto la “guerra fredda” con la Cina : le viene intimato di rivalutare lo yuan altrimenti verranno imposti dazi all’importazione del 27% sulle vitali e quanto più indispensabili merci cinesi.

Per cui come si è pensato di affrontare una recessione? Stretta monetaria, dunque anemia monetaria sul mercato, aumento dei tassi di interesse che da un lato deprime gli investimenti, i consumi , la possibilità di comprare una casa, l’accesso al credito, e dall’altro va ad acuire il “monte interessi” del debito pubblico e ovviamente l’inflazione, sostenuta anche dai dazi, giusto per dare il colpo di grazia!
Mentre i Banchieri ora studiano e riflettono su come uscirsene da questo enorme “empasse”, Condoleeza sta ben pensando di preparare la coalizione per bombardare la borsa del petro-euro dell’Iran: Stati Uniti, Israele, Gran Bretagna e Francia, contro Russia e Cina. Manca all’appello la Germania , ma bisogna darle solo il tempo perché in questi giorni non a caso è in visita a Berlino.

Non citiamo la nostra piccola Italia, ormai colonia saccheggiata, ora poi che il ponte sullo stretto si farà, per la felicità del rachet dell’alta finanza.
Staranno sicuramente banchettando i nostri eroi: mentre la carta sta per essere bruciata, l’oro vertiginosamente si apprezza, accanto a tutte le Commodities e ai titoli dell’Energia.
Infatti la Goldman Sachs prepara l’assalto alla Associated British Ports, il più Grande operatore del Regno unito gestendo un quarto del commercio inglese con 21 postazioni: il traffico delle merci deve essere infatti controllato e gestito in prima persona, perché quello è il nuovo business

Attendiamo dunque anche noi, come il mondo intero, il discorso del Banchiere dei Banchieri.
Attendiamo anche noi, l’ “ineluttabile” declino
sapere chi è l'autore aiuterebbe a valutare meglio ...

... cmq credo di conoscerlo :o ;)
 
Andrea4891 ha scritto:
sapere chi è l'autore aiuterebbe a valutare meglio ...

... cmq credo di conoscerlo :o ;)
SPERO NN SIA 1 AUTORE DI SINISTRA....SENO MI DAVVEBBE DA PENSARE...

CMQ TORNO A DIRE KE L'ECONOMIA MONDIALE HA PERSO NEL 2005...VEDO SPIRAGLI DI MIGLIORAMENTO IN USA E GERMANIA...FORSE E DICO FORSE QS BASTA A FAR MUOVERE QUEL DINOSAURO DI BORSA USA...KE FINALMENTE SEMBRA AVER CONQUISTATO LIVELLI IMPORTANTI...ADESSO VEDIAMO SE CI FARANNO VEDERE I FATTI....SENO SI TORNA A SHORTARE....... :cool: :cool: :cool: :cool: DUNQUE PERIODO DI ALLERTA SIA LONG KE SHORT...CMQ MEGLIO RESTR LONG SEMPRE SE GLI INDICI TENGONO..INDICI USA...POI NEL PARTICOLARE DEL SINGOLO TITOLO OGNUNO VALUTI IL POTENZIALE RISKIO....
CIAO BUON W.E....... :bye: :bye: :bye: :bye:
 

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BudM69 ha scritto:
SPERO NN SIA 1 AUTORE DI SINISTRA....SENO MI DAVVEBBE DA PENSARE...

CMQ TORNO A DIRE KE L'ECONOMIA MONDIALE HA PERSO NEL 2005...VEDO SPIRAGLI DI MIGLIORAMENTO IN USA E GERMANIA...FORSE E DICO FORSE QS BASTA A FAR MUOVERE QUEL DINOSAURO DI BORSA USA...KE FINALMENTE SEMBRA AVER CONQUISTATO LIVELLI IMPORTANTI...ADESSO VEDIAMO SE CI FARANNO VEDERE I FATTI....SENO SI TORNA A SHORTARE....... :cool: :cool: :cool: :cool: DUNQUE PERIODO DI ALLERTA SIA LONG KE SHORT...CMQ MEGLIO RESTR LONG SEMPRE SE GLI INDICI TENGONO..INDICI USA...POI NEL PARTICOLARE DEL SINGOLO TITOLO OGNUNO VALUTI IL POTENZIALE RISKIO....
CIAO BUON W.E....... :bye: :bye: :bye: :bye:
ciao Bud e buon week end :bye: :bye:
 
Islanda: chi l’ha rovinata
Maurizio Blondet
29/03/2006
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I prezzi delle case a Reykjavik (la capitale, 115 mila abitanti) sono raddoppiati

Prima di cominciare la storia, bisogna tenere in mente una cifra: 296.737.
Tanti sono gli abitanti dell'Islanda.
Solo 30 mila in più di quanti vivono a Venezia.
Stiamo parlando di una nazione con la popolazione di una media città italiana, della cui economia non varrebbe nemmeno la pena di occuparsi.
Invece questo piccolo Paese ed il suo tracollo stanno provocando terremoti in Paesi lontani come la Nuova Zelanda e l'Ungheria, e fanno tremare il mercato speculativo mondiale.
Eppure quei mercati mondiali, fino a febbraio scorso, puntavano sull'Islanda.
Anzi la portavano ad esempio al resto d'Europa che stagnava.
In Islanda, l'economia cresceva del 6 % l'anno.
Le percentuali hanno una loro fascinazione ipnotica, sugli analisti finanziari: nessuno di loro ha probabilmente dedicato un attimo a valutare che quel 6% era la crescita di una cifra che, in assoluto, valeva 300 mila abitanti scarsi.
E tutti gli strateghi della finanza globale hanno cominciato ad «investire» in quel PIL da piccola città.


Tanto più che l'Islanda non essendo nell'euro e avendo quindi una moneta (la krona) fluttuante nei mercati dei cambi mondiali, offriva - per ottenere valuta in prestito - tassi d'interesse più che ragguardevoli.
Specialmente in confronto a quello che rendeva il denaro in Giappone (zero %), in Europa (2 %) o anche in USA (solo da poco 4,5%).
E così, i genii della speculazione hanno convogliato denaro là.
Come, l'abbiamo già spiegato qualche tempo fa: con il «carry trade».
Questo consiste nel semplice trucco di prendere denaro in prestito dove costa poco (in Giappone) per comprare con questo buoni del Tesoro del Paese dove il denaro costa tanto, il 6 o 7%.
Era il caso dell'Islanda.
Denaro rovente proveniente da Giappone, Europa e USA si è riversato sull'isola a contendersi i titoli del debito pubblico, le azioni, le obbligazioni islandesi ad alto rendimento.
Insomma: denaro dal Giappone, 100 milioni di abitanti, dall'Europa (460 milioni), dagli USA (270) in un Paese di 300 mila, e in un mercato mobiliare e immobiliare da piccola città.


E quanto più denaro arrivava, tanto più i frutti crescevano.
L'arrivo di capitali caldi in immensi volumi surriscaldava l'economia dell'isola-città; la Banca Centrale islandese, per cercare di frenare quel boom malsano, aumentava i tassi; insomma faceva costare il denaro di più.
Perché l'economia di scuola insegna ai banchieri centrali: fate costare di più il denaro che si prende in prestito, e gli imprenditori e le famiglie ne prenderanno meno, rallentando gli affari, raffreddando l'economia.
Ma la scuola a cui vanno i banchieri centrali non è aggiornata sulle meraviglie della globalizzazione.
La Banca Centrale islandese in meno di due anni ha raddoppiato gli interessi che paga sui propri Buoni del Tesoro, arrivando fino al 10,75 %.
E ovviamente, più aumentava i tassi, più arrivava denaro estero assetato di profitti, e più l'economia si riscaldava.
Fino a diventare rovente.
Tutto il mondo voleva dare denaro in prestito ai 300 mila islandesi.
Come stupirsi che l'abbiano accettato?

Le famiglie l'hanno accettato, comprandosi a credito le cose utili e superflue; gli imprenditori l'hanno accettato, ampliando i loro affari (1).
E le banche - che avrebbero dovuto saperne di più - l'hanno accettato altrettanto stupidamente, indebitandosi fino al collo ed oltre.
L'Islanda conta tre banche, la Glitnir, la Kaphting, la Landsbanki: nomi da gnomi e infatti lo sono, piccolissime banche di uno Stato di 300 mila abitanti.
Ma strapiene di denaro, si sono buttate ad acquisizioni all'estero, hanno fatto man bassa di banche in Svezia, Norvegia, Danimarca.
Colpa loro?
No, no: dovevano pur «retribuire» il capitale così generosamente loro prestato dal mondo.
E del resto stavano cercando di diventare grandi; così capienti da contenere i risparmi del Giappone ricchissimo, di 100 milioni di abitanti.
Gli imprenditori dell'isola nordica hanno fatto altrettanto.
Jon Asgeir Johanneson, uno degli uomini più ricchi (dei 300 mila scarsi), ha acquistato il controllo di catene di negozie in Gran Bretagna: è diventato padrone di Hamley (giocattoli), di Oasis (abbigliamento), e persino del 10 % del gigantesco Woolworths, grandi magazzini.


Tutto a credito, naturalmente.
Le famiglie hanno fatto lo stesso: del resto anche i salari crescevano.
Risultato: i prezzi delle case a Reykjavik (la capitale, 115 mila abitanti) sono raddoppiati in 2 anni.
Le imprese hanno fatto lo stesso: e le azioni della micrscopica borsa d'Islanda sono, in due anni, quadruplicate.
E più aumentavano case e azioni, più arrivavano soldi roventi, per via telematica, dal Giappone, dall'Europa, dagli USA: perché «investire» in Islanda rendeva sempre più: 200 % sugli immobili, 400 % sulle azioni.
Il paradiso, per gli analisti ipnotizzati dalle percentuali.
Nel loro gergo, l'Islanda era una «economia emergente» in crescita «impetuosa», e per di più «pienamente integrata nel mercato finanziario globale», mica come quei protezionisti dei francesi.
E' andata bene fino a gennaio.
Quando un'agenzia di rating ha espresso un dubbio sulla sostenibilità di quell'indebitamento.
Gli speculatori finanziari - che a loro dire amano il rischio - hanno avuto una delle loro ricorrenti crisi di fifa nera.


Non hanno sottoscritto metà di un'obbligazione a cinque anni emessa dalla banca Kauphting che stava scadendo: della nuova emissione, pari a 1,25 miliardi di dollari, hanno coperto solo 600 milioni di dollari.
Il resto, lo deve coprire la banca emettitrice, pagando 625 milioni di dollari sull'unghia ai creditori.
Prendiamoci solo un momento per assaporare le cifre: la banca-gnomo Kauphting ha emesso titolo di debito per 1,25 miliardi di dollari.
Pari a 4 mila dollari e più per ogni abitante dell'isoletta ghiacciata.
Fatto sta che davanti alla banca Kaupthing si sono formate file di gente che voleva ritirare i depositi. La krona è crollata, e così le azioni dello Stato-città.
E gli investitori, con un ordine telematico, in un secondo, hanno ritirato i capitali.
E non è finita.
Altri Paesi che offrono alti tassi d'interesse per attrarre capitali, appunto la Nuova Zelanda e l'Ungheria, si sono trovati a secco, abbandonati dai cavalieri di ventura, dagli arditi speculatori; così, solo perché la fifa blu è contagiosa, per nessun'altra ragione.


Ora le agenzie di rating e le banche deplorano la follia del boom islandese, che mette in pericolo la finanza globale.
Ora dicono, solo ora, che le piccole dimensioni del Paese e la «scarsa esperienza» delle sue banche-gnomo ad agire «nel mercato mondiale integrato» aggiungono difficoltà al crack.
Ma di chi è la colpa?
In ogni caso, a pagare non saranno i colpevoli.
La Danske Bank, la seconda banca danese, nota in un rapporto d'urgenza i rischi del crollo della corona islandese.
Il deficit corrente islandese, dice il rapporto, è pari al 20% del prodotto interno lordo: il peggiore dell'OCSE. Lo stesso vale per gli altri parametri macroeconomici dell'Islanda.
Per questo il PIL islandese «potrebbe forse perdere il 5-10 % nei prossimi due anni».
Ciò a causa di «un'espansione sorprendente del debito, del rapporto d'indebitamento e del rischio che non trova precedenti in quasi nessuna parte del mondo».


Sorprendente per chi?
Fatto è che il debito esterno ha ora raggiunto il 300% del PIL, mentre i debiti a breve termine sono quasi al 55%.
Questo equivale al 133% degli introiti dalle esportazioni.
Lo sbilancio del debito estero rispetto agli introiti è 4 volte quello dell'Italia.
Dal 1990 il debito totale come percentuale del PIL annuo è più che raddoppiato, toccando il 350%. La crescita della massa monetaria è del 22% annuo.
Il debito con l'estero «è oltre l'80% del debito totale», che «è quasi completamente denominato in moneta straniera. Di conseguenza l'economia islandese è diventata sempre più dipendente da capitali stranieri» e «dalla disponibilità di prestiti dai mercati finanziari globali. Questo solleva la questione se l'economia non versi soltanto in una recessione, ma attraversi una crisi finanziaria molto grave».
La Danske Bank conclude: «precedenti crisi di questo tipo in altri Paesi hanno provocato forti reazioni dei mercati. In Thailandia (1997) e Turchia (2001) le monete hanno perso dal 50 al 60 %». Facendo il paragone con questi precedenti «possiamo concludere che l'Islanda quasi da ogni punto di vista sta peggio della Thailandia prima della crisi del 1997, e solo un pochino meglio della Turchia prima del 2001».


Richard Fox, direttore della Fitch Rating (l'agenzia che ha bucato il boom islandese, mettendo un dubbio sull'insolvenza dell'isola), ora dice che è colpa degli hedge funds che hanno fatto affluire, e ora defluire, i capitali dall'Islanda.
Proprio come gli hedge funds, l'economia islandese aveva un alto rapporto d'indebitamento con l'estero.
«Se prendiamo il rapporto tra credito e PIL», ha spiegato Fox in un'intervista, «quello islandeseè uno dei più alti del mondo. Qualcuno ha descritto l'Islanda come il più grande hedge fund in assoluto» (2).
Il risultato di tanto investimento di capitale, infine, eccolo qui: recessione, indebitamento impagabile, inflazione al 22 %, bolla edilizia e azionaria, disoccupazione.
E bancarotta in vista.
L'economia islandese poteva essere sana, con le sue sane attività pescherecce, se non fosse stata «aiutata» dai capitalisti esteri.
Invece calerà del 5 o 10 % per almeno due anni.




Gli islandesi, se non avessero avuto offerto tanto denaro, sarebbero cresciuti in modo naturale e solido; ora li aspettano anni di disoccupazione e miseria.
Ma sono solo 300 mila, dopotutto.
Però non dimenticateli.
Quando vi ripeteranno l'eterna giaculatoria sulla «mano invisibile del mercato», quando vi ripeteranno che l'oggettiva «legge della domanda e dell'offerta» è infallibile nell'allocare il capitale nel «modo più efficiente possibile» (più di ogni investimento di Stato) sì che non serve alcuna regulation al «libero movimento di capitali», perché i capitali, guidati dalla sete di profitto, ne sanno di più - allora ricordatevi dell'Islanda.
Rovinata da questi infallibili istinti animali.

Maurizio Blondet

Note
1) Ivar Simensen, «Hot money brings Iceland to boil», Financial Times, 28 marzo 2006.
2) EIR Strategic Alert, 30 marzo 2006.





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BudM69 ha scritto:
SPERO NN SIA 1 AUTORE DI SINISTRA....SENO MI DAVVEBBE DA PENSARE...

CMQ TORNO A DIRE KE L'ECONOMIA MONDIALE HA PERSO NEL 2005...VEDO SPIRAGLI DI MIGLIORAMENTO IN USA E GERMANIA...FORSE E DICO FORSE QS BASTA A FAR MUOVERE QUEL DINOSAURO DI BORSA USA...KE FINALMENTE SEMBRA AVER CONQUISTATO LIVELLI IMPORTANTI...ADESSO VEDIAMO SE CI FARANNO VEDERE I FATTI....SENO SI TORNA A SHORTARE....... :cool: :cool: :cool: :cool: DUNQUE PERIODO DI ALLERTA SIA LONG KE SHORT...CMQ MEGLIO RESTR LONG SEMPRE SE GLI INDICI TENGONO..INDICI USA...POI NEL PARTICOLARE DEL SINGOLO TITOLO OGNUNO VALUTI IL POTENZIALE RISKIO....
CIAO BUON W.E....... :bye: :bye: :bye: :bye:

ECCO LA PROVA DI CIO KE TEORIZZO....NSDQ SEMPRE FUORI DAL DOPPIO MAX.....STIAMO A VEDERE
 

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BudM69 ha scritto:
ECCO LA PROVA DI CIO KE TEORIZZO....NSDQ SEMPRE FUORI DAL DOPPIO MAX.....STIAMO A VEDERE

vedi islanda sotto, e chiusura trimestrale dei fondi ecc ecc per far vedere i conti belli ecc ecc la settimana prossima vedremo.
da piccolo avevo imparato che con i tassi alti, materie prime alte, oro alte le borse scendevano, ora succede l'inverso.
il caso islanda e' lampante.

a dopo
 
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