Stoltenberg: la decisione di far entrare l'ucraina nella nato e' stata presa nel 2008

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

Importa sega di superpotenze.....il popolo Ucraino ha scelto. La russia fa schifo a tutti!

Popolo ucraino non ha scelto un kezz.
Il legittimo presidente e' stato ribaltato.
Mezza ucraina abbondante l'aveva votato.
Tutte le elezioni successive son state fatte con i territorio filorussi che han votato
poco o niente (crimea).

Cosa ha deciso?

Che poi Zelensky ha vinto promettendo l'opposto di quello che poi ha fatto.
 
Trump isolazionista ( ahahah ) come i repubblicani al tempo di Hitler , ma il mondo deve essere dominato dalle corporations usa , i generali iraniani killerati , isolamento di Cuba , Europa abbandonata a se stessa , dazi doganali .
Ci han pensato gli americani a far fuori quello psicopatico se Dio vuole .
Che modello ti sei scelto , della peggior risma capitalista

Stavolta non perdo, per l'ennesima volta, tempo a risponderti.
Per l'ovvio motivo che tu sei ancora uno che crede che i repubblicani siano la dx con le corporation
e i democratici con il popolo.

Fa ridere, non c'e' niente da rispondere.

L'unica risposta e' fare un confronto sugli interventi degli USA sotto trump al confronto col periodo Obama e quello di Bush.
Il resto e' aria fritta.
 
Importa sega dei putiniani......onore al popolo Ucraino:bow:
 
140 mio di persone in 18 mio kmq "farsi circordare".?!?! Ma basta..... quindi la UE con 450mio di persone in 4 mio kmq cosa è? un campo di concentramento?!?!

Si certo, le fiabe di Zelensky. Come no: Zelesky che ha i lab virologici/batteriologici/ercetc .. dimostreremo tutto..però nulla/Bucha e le centinaia di zone dove ci sono stati eccidi di massa: colpa di Zelensky/HOLODOMOR che se lo sono inventati di sana pianta .. /l'invasione che è stata colpa di Zelensky - tecnicamente a leggervi pare sia così/ Le bombe sporche che di punto in bianco sono scomparse dagli orizzonti.../ ma basta.

Deportazioni a milioni/esecuzioni di massa/ distruzione delle infrastrutture di un paese nel mezzo dell'inverno con popolazioni alla sete in condizioni igieniche spaventose, senza cibo nè acqua nè tantomeno calore: è una cosa che sta assumento sempre più i controni della cancellazione / eradicazione di un popolo, ovvero di genocidio.

Ancora con sta storia dei 18 milioni di mq? Ma se per 3/4 e' una distesa di ghiaccio.
Dove vai ad abitare, dove fa -45° in inverno?
Mi pigli in giro?

Poi cosa ci sarebbe da sorprendersi se avessero messo su un'attivita' di sabotaggio
verso la russia partendo come base dall'ucriana?
Cos'e' una novita' per loro?
Durante l'operazione mangusta tentarono pure di contaminari i campi delle canne da zucchero
dei cubani.
 
Stavolta non perdo, per l'ennesima volta, tempo a risponderti.
Per l'ovvio motivo che tu sei ancora uno che crede che i repubblicani siano la dx con le corporation
e i democratici con il popolo.

Fa ridere, non c'e' niente da rispondere.

L'unica risposta e' fare un confronto sugli interventi degli USA sotto trump al confronto col periodo Obama e quello di Bush.
Il resto e' aria fritta.

I due Bush cos'erano ??? Eisenhower cos'era ?? Democratici ???

Ah è Trump il pacifista ?? AHAHAH un piccolo gandhi Capitol Hill una quisquilia , cosa vuoi che sia sobillare per l'occupazione del Campidoglio .

parafrasando il " dimmi con chi vai che ti diro' chi sei " potrei dire : "dimmi che capi di stato ti piacciono e ti diro' chi sei "
 
Ancora con sta storia dei 18 milioni di mq? Ma se per 3/4 e' una distesa di ghiaccio.
Dove vai ad abitare,
dove fa -45° in inverno?
Mi pigli in giro?

Poi cosa ci sarebbe da sorprendersi se avessero messo su un'attivita' di sabotaggio
verso la russia partendo come base dall'ucriana?
Cos'e' una novita' per loro?
Durante l'operazione mangusta tentarono pure di contaminari i campi delle canne da zucchero
dei cubani.
Fun fact: l'Indonesia è appena un decimo della russia ma ha il doppio della popolazione.
Anche considerando solo un quarto (1 - 3/4) spazio ne resta piu che in abbondanza
E spero non si dica che si va in ucraina per il clima mite :)

C
 
Trump isolazionista ( ahahah ) come i repubblicani al tempo di Hitler , ma il mondo deve essere dominato dalle corporations usa , i generali iraniani killerati , isolamento di Cuba , Europa abbandonata a se stessa , dazi doganali .
Ci han pensato gli americani a far fuori quello psicopatico se Dio vuole .
Che modello ti sei scelto , della peggior risma capitalista

Se c'era Trump la guerra non sarebbe neanche iniziata e staremmo tutti meglio.
 
Guarda che Trump era un isolazionista, mica andava in giro per il mondo a scassare la uallera.

Per te sono contraddittorio perche', francamente, non capisci un piffero di cosa succede negli USA.

Se poi devo essere contento di rischiare di beccarmi i missili nucleari perche' qualcuno negli USA
ha deciso nel 2008 che l'ucraina doveva entrare nella nato per scassare le palle ai russi, sai come me ne faccio dei soldi?

Continuate a far finta di non capire che i primi che lo prendono nel sedere siamo noi qua in europa,
non gli USA.
Intanto non abbiamo piu' energia a costi bassi e inflazione bassa. Prossimo passo magari qualche disastro nucleare.
Se non basta qualche bomba.

E dovrei essere dalla parte degli USA che ci costringono a comprare il loro gas a prezzi stellari
oltre che mettere in pericolo la sicurezza europea?


Ma voi siete tutti matti.

La prima ragione per la quale io sostenni trump nel 2016 era proprio questa: con la clinton,
quello che vedi oggi sarebbe successo 4 anni prima. E magari pure peggio.


E questi sono quelli che quando c'era il muro bruciavano le bandiere USA !!

Sempre dalla parte sbagliata, sempre.
 
I due Bush cos'erano ??? Eisenhower cos'era ?? Democratici ???

Ah è Trump il pacifista ?? AHAHAH un piccolo gandhi Capitol Hill una quisquilia , cosa vuoi che sia sobillare per l'occupazione del Campidoglio .

parafrasando il " dimmi con chi vai che ti diro' chi sei " potrei dire : "dimmi che capi di stato ti piacciono e ti diro' chi sei "

Dissonanza congnitiva. Trump è per America first, quindi ha continuato a mandare armi all'Ucraina, a favorire le corporation (che il Sir nomina in senso dispregiativo, ma che sono la ricchezza d'America), ha mandato missili sull'Iran (Souleimani), sulla Siria, non si è ritirato da nessuna parte. Come è ovvio che sia.
 
E questi sono quelli che quando c'era il muro bruciavano le bandiere USA !!

Sempre dalla parte sbagliata, sempre.

Adesso ci siete voi Russo-fili dalla parte sbagliata. Siete i Comunisti del 2022 :yes:
 
Adesso ci siete voi Russo-fili dalla parte sbagliata. Siete i Comunisti del 2022 :yes:

Guarda che i comunisti sono i neocon.

Che ho detto? sempre dalla parte sbagliata e aggiungo neanche ve ne accorgete

Se non te ne sei accorto gli americani (min.) non fanno distinzione, ne abbiamo la prova da quando è caduto il muro e soprattutto con ciò che hanno provocato adesso.
Si son curati dell'Europa solo in funzione anti sovietica. Caduta l'URSS si butta nel secchio anche l'Europa.

Ma ti vuoi svegliare?
 
Ultima modifica:
Guarda e i comunisti sono i neocon.

Che ho detto? sempre dalla parte sbagliata e aggiungo neanche ve ne accorgete

Se non te ne sei accorto gli americani (min.) non fanno distinzione, ne abbiamo la prova da quando è caduto il muro e soprattutto con ciò che hanno provocato adesso.
Si son curati dell'Europa solo in funzione anti sovietica. Caduta l'URSS si butta nel secchio anche l'Europa.

Ma ti vuoi svegliare?
Non ci arrivano penso per partigianeria altrimenti sarebbe grave
 
Ancora con sta storia dei 18 milioni di mq? Ma se per 3/4 e' una distesa di ghiaccio.
Dove vai ad abitare, dove fa -45° in inverno?
Mi pigli in giro?

Poi cosa ci sarebbe da sorprendersi se avessero messo su un'attivita' di sabotaggio
verso la russia partendo come base dall'ucriana?
Cos'e' una novita' per loro?
Durante l'operazione mangusta tentarono pure di contaminari i campi delle canne da zucchero
dei cubani.



Sono 18 mio di kmq - Se v'è la gente sufficiente e la convenienza si abita pure a a -70°C .... Peraltro in tema di forte riscaldamento climatico ...:

Lo spazio a loro serve per la loro dottrina di fare allungare linee logistiche etcetc... Quindi non capisco di cosa stai parlando - Quindi in UE siamo in un campo di concentramento rispetto ai canoni russi???

Mangusta? USA USA USA USA ... Che c'entra nulla...
 
Se la sono cercata tutti quelli che schifano la Russia, insomma.
E allora la Russia deve distruggerli tutti.
Invece di dire "faccio cagare e nessuno mi vuole, quindi faccio qualcosa per essere più attrattiva"...macché.
Fa come lo stupratore che fa così schifo che non tromba manco a pagamento. E se una non ci sta "se l'è cercata".
Bene bel ragionamento. Complimenti.
Ma tu ragioni per iperboli....non si può discutere con questa gente,la chiudo qua :wall:.
 
Guarda e i comunisti sono i neocon.

Che ho detto? sempre dalla parte sbagliata e aggiungo neanche ve ne accorgete

Se non te ne sei accorto gli americani (min.) non fanno distinzione, ne abbiamo la prova da quando è caduto il muro e soprattutto con ciò che hanno provocato adesso.
Si son curati dell'Europa solo in funzione anti sovietica. Caduta l'URSS si butta nel secchio anche l'Europa.

Ma ti vuoi svegliare?

Svegliati tu hai dee folli da OPERAIA COMUNISTA quale sei. L'america è un partner affidabile per l'Europa in ambito economico e difensivo che ci ha dato 80 anni di pace. La Russia è pericolosa e arretrata e per dirne una OGGI hanno fatto fuori il ministro degli esteri n2 Bielorusso avvelenandolo.
Dico solo è come se tajani fosse fatto fuori dai francesi. Se ti stan sul ca... gli americani fatti tuoi, a me non interessa minimamente, ma i russi non si devono permettere di annettere la terra altrui e l'intervento del ricco occidente a favore del martoriato popolo ucraino è sacrosanto . SIA CHIARO UCRAINA E BIELORUSSIA NON È CASA LORO! :yes:
 
Certo che vedere tanti nick NON filo-ucraini preoccuparsi così tanto della qualità del sonno dei filo-ucraini .....

Un continuo "SVEGLIA!!!!" .......

Non so se essere commosso o chieder loro gentilmente di farsi i quazzi propri che alla qualità del mio sonno ci penso da solo ......
 
Riguardo il titolo, peccato allora non sia diventata Nato anni fa, il bolscevico del KGB non avrebbe osato invadere, e tanti poveracci da una parte e dall'altra non sarebbero inutilmente morti. Per le manie di grandezza di un miserabile piccolo uomo russo.

Esattamente
 
Lettura lunga ma istruttiva.

a dove è tutto iniziato
Quasi tutti hanno dimenticato da dove tutto è iniziato.

E allora mi permetto,di rispolverarvi la memoria.

Io su una cosa non ho dubbi :Putin è stato provocato dagli Usa e Nato.

Che poi possa essere passato dalla parte del torto iniziando la guerra lo concedo.

Ma tutti i principali attori lo sapevano che queste sarebbero state le conseguenze di quanto riassunto ai p. ti
di seguito


1.Estensione Nato a Est contro accordi 1991.Ispiratore Bill Clinton

Una volta caduto il muro di Berlino, alcuni consiglieri del presidente Clinton gli hanno chiesto di conservare la Nato e allargarla ai paesi ex nato.
Fu uno scoop del settimanale tedesco Der Spiegel , destinato a lasciare il segno,a svelare gli accordi tenuti segreti per poter fare il quazzo che volevano .
L’inchiesta, intitolata «Vladimir Putin ha ragione?» e ripresa integralmente negli Usa da Zerohedge, si basa su un’ampia ricostruzione storica dei negoziati tra Nato e Mosca che hanno accompagnato la fine della guerra fredda.
Impegno Nato di non espandersi a Est, ecco il documento - https://www.startmag.it/mondo/nato-est/

Tra i documenti citati, spicca per importanza quello scovato nei British National Archives di Londra dal politolo americano Joshua Shifrinson, che ha collaborato all’inchiesta del settimanale tedesco e se ne dichiara «onorato» in un tweet. Si tratta di un verbale desecretato nel 2017, in cui si dà conto in modo dettagliato dei colloqui avvenuti tra il 1990 e il 1991 tra i direttori politici dei ministeri degli Esteri di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania sull’unificazione delle due Germanie, dopo il crollo di quella dell’Est. Il colloquio decisivo, riporta Der Spiegel, si è svolto il 6 marzo 1991 ed era centrato sui temi della sicurezza nell’Europa centrale e orientale, oltre che sui rapporti con la Russia.
Il diplomatico tedesco occidentale Juergen Hrobog, stando alla minuta della riunione, disse: “Abbiamo chiarito durante il negoziato 2+4 che non intendiamo fare avanzare l’Alleanza atlantica oltre l’Oder. Pertanto, non possiamo concedere alla Polonia o ad altre nazioni dell’Europa centrale e orientale di aderirvi». Tale posizione, precisò, era stata concordata con il cancelliere tedesco Helmuth Khol e con il ministro degli Esteri, Hans-Dietrich Genscher.
Naturalmente questo impegno fu totalmente disatteso.

2.Donbass.Ispiratore Obama.

In sintesi
il governo ucraino di Viktor Yanukovich, abbattuto nel 2014 con la regia Usa, non era affatto un governo fantoccio russo, come i media mainstream anche italiani cercano di far intendere. Per risollevare le sorti dell’Ucraina prima Yanukovich cerca l’appoggio della Ue e poi del Fondo Monetario Internazionale ma si ritrova proposte capestro stile Grecia della crisi del 2008. Come ultima spiaggia non gli resta che la Russia e i suoi mercati.

Per non parlare della rivolta in piazza Maidan a Kiev nell’inverno tra il 2013 e il 2014 che ha fatto poi esplodere la successiva crisi del Donbass,con il capo dell’amministrazione presidenziale, Sergej Levochkin,che col pretesto dell’albero di Natale da collocare sulla piazza, aveva dato l’ordine di disperdere con la forza i manifestanti. La piazza si era trasformata in un campo di guerra con relativo assalto agli edifici del governo. Stranameente in quel momento cruciale comparvero, insieme alla polizia, dei militanti dell’estrema destra che cominciarono a lanciare pietre e ad accendere fuochi. “Una prodigiosa coincidenza, ma il signor Levochkin era un intimo amico di molti politici americani.

Tutto questo ben raccontato da Oliver Stone (regista di Platoon,Nato il 4 luglio, film premiati con l’Oscar e contro la guerra in Vietnam in cui combatt) nel documentario del 2016 ,visibile su Youtube.

Ancora Obama,Mc Cain e Nuland .Di Diego Fabbri Limes aprile 2014


Dietro la crisi ucraina c’è un preciso progetto statunitense: prendere Kiev per ridimensionare le ambizioni regionali e globali di Mosca. Storia di una rivolta pianificata e delle armi utilizzate da Obama per ribadire al mondo chi comanda davvero.
di Dario FABBRI APRILE 2014



1. L’equilibrio di potenza è la cifra della dottrina Obama. A dispetto della vulgata giornalistica che lo vuole restio a intervenire sulla scena internazionale, se non addirittura fautore di un isolazionismo mascherato, in realtà il presidente americano persegue i classici dettami della politica dell’equilibrio. Frenato dai postumi della crisi economica e dall’avversione dell’opinione pubblica per ogni avventurismo militare, Barack ha preferito accantonare l’eccezionalismo dei padri fondatori per adottare la strategia che fu per secoli della corona britannica: impedire l’emergere di una nazione in grado di dominare la propria regione di appartenenza e potenzialmente di insidiare il primato della superpotenza.
In quest’ottica la tattica più efficace, e meno dispendiosa, è acuire le tensioni tra i principali attori regionali, obbligandoli a concentrarsi sulle questioni continentali e ad abbandonare le ambizioni globali. Perfino nell’Asia-Pacifico, quadrante cruciale per le sorti del pianeta, dove Washington pratica il containment della Cina sostenendo la corsa agli armamenti di giapponesi, sudcoreani e australiani. In Europa è la Russia ad aver raggiunto una pericolosa posizione di forza. Grazie alla sua scaltrezza, unita alla compiacenza della Germania e alla distrazione degli Stati Uniti, nell’ultimo decennio Putin ha pressoché neutralizzato il cosiddetto «estero vicino» e legato al proprio benessere il Vecchio Continente dipendente dal gas siberiano. Libero di scrutare l’orizzonte, il capo del Cremlino ha potuto dedicarsi a questioni di planetaria rilevanza, provocando alla Casa Bianca più di un imbarazzo, in Siria come in Egitto, quanto con la concessione dell’asilo al fuggitivo Edward Snowden.
Matura così la necessità di scalfirne le certezze e provocare al contempo una spaccatura tra Mosca e Berlino. A metà 2013 gli analisti statunitensi individuano nell’embrionale crisi ucraina l’occasione per colpire Putin e costringere la Merkel a scegliere tra la fedeltà atlantica e la sua audace Ostpolitik. L’optimum si raggiungerebbe se l’Unione Europea cadesse nella trappola di integrare l’Ucraina – un fardello economico capace di sferrare il colpo di grazia alla già traballante architettura comunitaria – ma Obama si accontenta di sottrarre il paese all’influenza russa. Ne scaturisce uno scontro combattuto a colpi di operazioni coperte, propaganda mediatica e ritorsioni finanziarie che in poche settimane fa scendere sull’Europa un clima da guerra fredda e pone Russia e Germania sulla difensiva.
2. La scelta americana di passare al contrattacco in Ucraina è dettata da ragioni di carattere simbolico, strategico e congiunturale. Nell’immaginario russo «la nazione di confine» ricopre un ruolo eccezionale: è a Kiev che nel IX secolo nasce la Rus’, antesignana della Russia attuale, ed è con il battesimo nelle acque del fiume Dnepr che un secolo più tardi Vladimir il Grande impone il cristianesimo ai suoi sudditi. Sul piano strategico il controllo dell’Ucraina consente a Mosca di allontanare la prima linea di difesa dall’heartland nazionale, per conformazione orografica da sempre esposto alle invasioni straniere, e di mettere nel mirino l’Europa centrale. Inoltre, eredità della rivoluzione arancione del 2004, specie nelle regioni occidentali del paese Washington controlla un folto numero di organizzazioni non governative che, in caso di rivolta popolare, possono fungere da avanguardia per un’azione tesa a destabilizzare l’esecutivo ucraino.
Infine nel 2010 è stato eletto presidente Viktor Janukovyč, despota corrotto e maldestro che gioca su più tavoli nel tentativo di lucrare sulle scelte di politica estera e sul cui conto l’amministrazione Usa possiede informazioni esclusive. Nello specifico, a curare i suoi interessi americani è la società di lobbying di John Podesta1, attuale consigliere straordinario di Obama. E dal 2005 fino all’improvvida fuga dello scorso febbraio, il principale consulente politico di Janukovyč è stato lo statunitense Paul Manafort2, titolare di un’azienda di consulenza elettorale che gestisce assieme a Rick Davis, già spin doctor di John McCain, a sua volta destinato nella commedia ucraina al ruolo di novello Charlie Wilson.
L’antefatto risale all’estate del 2013. Il progetto obamiano di minare dall’interno la tenuta della Federazione Russa è naufragato: troppo risicate le risorse a disposizione della Cia e troppo complicato eludere il sofisticatissimo servizio di intelligence del Cremlino (Fsb). Snervato dalle continue intimidazioni, per la prima volta l’ambasciatore Michael McFaul comunica ai superiori l’intenzione di lasciare Mosca per far rientro in patria. Al contrario Putin, rincuorato dal consolidamento del fronte domestico, da alcune settimane è tornato a viaggiare all’estero. A fine luglio vola a Kiev per ribadire che non permetterà all’Ucraina di uscire dall’orbita russa e ai primi di settembre si serve dell’accordo relativo allo smaltimento delle armi chimiche per impedire il rovesciamento di al-Asad.
È in quei giorni che la Casa Bianca medita la svolta. Presto Janukovyč dovrà decidere se aderire all’Unione doganale oppure firmare un accordo di associazione con l’Unione Europea e Barack è sicuro di poter beneficiare di un eventuale stallo.
Con una scelta assai rilevante, il 18 settembre nomina assistente segretario di Stato per gli Affari eurasiatici Victoria Nuland, diplomatico di professione influenzata dal pensiero neoconservatore, la cui carriera è segnata da frequenti avventure oltrecortina. Nei primi anni Ottanta trascorre otto mesi su un peschereccio sovietico al largo dell’Oceano Pacifico, sul quale sviluppa una passione per la storia e la lingua russa, oltre che per la vodka Stoličnaja. Nell’agosto del 1991 si mischia tra la folla moscovita durante le ore più concitate del golpe organizzato per deporre Gorbačëv e negli anni Novanta, nelle vesti di capo di gabinetto del vicesegretario di Stato Strobe Talbott, sovrintende all’allargamento della Nato verso est.
A lei Obama affida il compito di coordinare il lavoro delle numerose ong operanti in Ucraina, quinta colonna in grado di intercettare e indirizzare gli umori della popolazione filoccidentale. Anche le ong tedesche sono molto attive – in particolare la fondazione Konrad Adenauer che formando Vitalij Klyčko ha creato in laboratorio il suo candidato di riferimento – ma gli americani non si fidano di Berlino e preferiscono muoversi autonomamente. Come rivelato lo scorso dicembre dalla stessa Nuland, dalla fine della guerra fredda gli Stati Uniti hanno speso oltre 5 miliardi di dollari per «rendere l’Ucraina una nazione sicura e democratica»3 e secondo quanto riferito alla commissione Esteri del Senato dal vicesegretario di Stato per i Diritti umani, Tom Melia, di questi quasi un miliardo4 è finito nelle casse delle organizzazioni non governative. Soltanto nel 2012 il National Endowment for Democracy, l’ente collegato al Dipartimento di Stato incaricato di promuovere la democrazia a livello globale, ha finanziato in Ucraina ben 65 progetti5.
Tra le ong maggiormente presenti nell’ex paese sovietico figurano: Open Society Foundations del magnate George Soros, che nel 2012 ha speso da queste parti oltre 10 milioni di dollari6; Freedom House, qui collegata all’Institute for Mass Information; il National Democratic Institute for International Affairs; la Millennium Challenge Corporation; l’International Center for Journalists, parzialmente sovvenzionato da Bill Gates e curatore del progetto YanukovichLeaks.
Allo stesso tempo l’amministrazione Usa mantiene contatti con gli oligarchi più influenti, soprattutto quelli che si oppongono all’orientamento filorusso del governo di Kiev. A settembre Bill e Hillary Clinton sono gli ospiti d’onore della conferenza organizzata annualmente a Jalta dal tycoon dell’acciaio Viktor Pinčuk per rinsaldare i legami tra Ucraina e Occidente. Nello stesso periodo emissari dell’ambasciata statunitense si incontrano con il re del cioccolato Petro Porošenko, i cui prodotti sono banditi nella Federazione Russa, e con i finanzieri Ihor Kolomojs’kyj e Kostjantin Ževago. Rimangono al fianco di Janukovyč i due uomini più ricchi della nazione, Rinat Akhmetov e Dmytro Firtaš, ma col tempo entrambi si arrenderanno al misto di lusinghe e minacce somministrato da Washington.
L’offensiva entra nel vivo a fine novembre, quando centinaia di persone iniziano a radunarsi in piazza Indipendenza a Kiev per protestare contro la decisione di Janukovyč di respingere l’offerta di Bruxelles. Le ong si adoperano per coinvolgere tutti gli strati della popolazione e tra l’11 e il 14 dicembre Nuland e i senatori John McCain e Chris Murphy giungono sul posto per manifestare la propria solidarietà al movimento di Jevromajdan. Seguendo l’esempio delle cosiddette donut dollies, le volontarie incaricate di tenere alto il morale delle truppe statunitensi impegnate nella seconda guerra mondiale, in Corea e in Vietnam, Nuland scende in piazza per regalare panini e biscotti ai manifestanti antigovernativi e ai poliziotti presenti. Al Cremlino non sfugge il valore simbolico dell’evento. «È stato un gesto umiliante: degli ucraini che mangiano da mani americane!»7, commenterà sdegnato l’ambasciatore russo presso le Nazioni Unite, Vitalij Čurkin.
In seguito Nuland si incontra con Akhmetov, al quale paventa l’intenzione di sanzionare gli interessi degli oligarchi collusi con il governo nel caso in cui la protesta fosse sedata nel sangue. McCain invece prima arringa la folla, annunciando che «l’America è dalla parte degli ucraini che vogliono il cambiamento»8, quindi va a cena con il fondatore della formazione ultranazionalista di Svoboda, Oleh Tjahnybok. L’inettitudine di Janukovyč, in bilico tra repressione e compromesso, favorisce il perdurare della protesta, mentre sul terreno si intensificano la presenza dell’intelligence americana e la competizione tra Stati Uniti e Germania che sostengono rispettivamente il principale esponente dell’Unione panucraina Bat’kivščyna (Patria), Arsenij Jacenjuk, e il capo del partito Udar (Colpo), Vitalij Klyčko. Obama è convinto che la Merkel non abbia intenzione di rompere con Putin, ma che piuttosto stia sfruttando gli eventi ucraini per bilanciare a suo favore l’intesa bilaterale e proporsi come leader indiscusso dell’Europa orientale.
Così ai primi di febbraio Nuland alza il telefono per recapitare un chiaro avvertimento al governo tedesco e arrogare agli Usa il ruolo di riferimento esterno della protesta. In barba a ogni precauzione tecnica, in una nazione monitorata capillarmente dallo spionaggio russo, il diplomatico utilizza una comune linea cellulare per chiamare a Kiev l’ambasciatore Geoffrey Pyatt e parlare apertamente della posizione americana. «Non credo che Klyčko debba entrare nel governo. (…) Solo l’Onu può sistemare le cose, che l’Ue si fotta»9, dice Nuland con ostentato candore, apostrofando con un nomignolo (Jac) Jacenjuk e servendosi dello slang per spiegare che il vicepresidente Biden è pronto a complimentarsi con Janukovyč se collaborerà con l’opposizione (he’s willing for an attaboy). Come ampiamente previsto, in poco tempo la conversazione finisce prima su YouTube e poi sull’account Twitter di Dmitrij Loskutov, un collaboratore del vice premier russo. Il Dipartimento di Stato accusa Mosca d’aver giocato sporco10, ma in privato si rallegra per un piano ben riuscito. Si tratta della prima operazione di false flag in una vicenda disseminata di manovre coperte.
Intanto l’entrata in scena di gruppi paramilitari collegati ai servizi occidentali, come Pravyj Sektor (Settore di destra) e l’Assemblea nazionale ucraina Samooborona (Autodifesa), pareggia la ferocia dei berkut, i reparti antiterrorismo del ministero dell’Interno, e determina il definitivo precipitare della situazione. Il 20 febbraio cecchini non identificati sparano sulla folla, mettendo in fuga le forze di polizia e provocando la morte di decine di persone. Secondo quanto riferito dal ministro degli Esteri estone, Urmas Paet, all’alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue, Catherine Ashton11, ad aprire il fuoco sarebbero stati elementi legati ai manifestanti con l’obiettivo di far ricadere la colpa sull’esecutivo.
Nelle stesse ore i canali televisivi Ukrajina e Inter, appartenenti rispettivamente ad Akhmetov e Firtaš, iniziano a trasmettere reportage favorevoli a Jevromajdan. È il segnale della fine. Il 21 febbraio Janukovyč sottoscrive con gli esponenti dell’opposizione un accordo che prevede elezioni anticipate, un esecutivo di solidarietà nazionale e il ripristino della costituzione in vigore nel 2004. La piazza però respinge il compromesso e profittando del caos e della complicità degli oligarchi il parlamento nomina Arsenij Jacenjuk primo ministro ad interim e vota all’unanimità la procedura di impeachment nei confronti di Janukovyč, che fugge in Russia.
3. A rivoluzione compiuta gli sforzi americani si concentrano sull’inevitabile risposta russa, potenzialmente in grado di annullare il vantaggio acquisito. Già il 21 febbraio la Casa Bianca si serve del New York Times per comunicare con il Cremlino. Dalle colonne del quotidiano «anonimi funzionari dell’amministrazione federale» invitano Putin ad accettare il fait accompli, in cambio della normalizzazione dei rapporti bilaterali e di un improbabile accordo commerciale12. A destare preoccupazione è la possibilità che la Russia – impegnata con oltre 150 mila uomini in un’esercitazione militare oltreconfine – invada l’Ucraina e comprometta la fiducia che le nazioni dell’Europa orientale ripongono nella deterrenza garantita dagli Stati Uniti.
Tra il 22 e il 27 febbraio rapporti riservati della Cia, della Defense Intelligence Agency (Dia), l’organo di spionaggio estero del Pentagono, e dell’Ufficio del direttore dell’intelligence nazionale (Odni) definiscono imminente «un’azione» realizzata da reggimenti «speciali»: citano i mercenari della Vnevedomstvennaja Okhrana e gli specnaz, ma ammettono di non sapere quali regioni ne saranno interessate. A differenza del resto d’Europa, la Russia sfugge al controllo dell’Nsa e nonostante i 300 mila dollari spesi dal leggendario Office of Net Assessment del Pentagono per studiare il linguaggio del corpo di Putin13, nessuno sa prevedere con certezza le sue mosse. Nemmeno Silvio Berlusconi, il ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman o il presidente kazako Nursultan Nazarbaev, contattati nel frattempo dal Dipartimento di Stato per avere impressioni su cosa stia per accadere. In piena nebbia di guerra Obama si convince che «il bullo» stia per invadere l’Ucraina orientale e la sera del 28 febbraio si presenta davanti alle telecamere per minacciarlo «di gravi ritorsioni»14.
Tuttavia il giorno seguente l’occupazione russa della Crimea gli permette di tirare un (parziale) respiro di sollievo. Al netto delle rimostranze ufficiali, Barack considera un sacrificio tollerabile barattare la penisola abitata in maggioranza da russi con il nuovo status quo imposto al resto del paese. Peraltro la patente violazione della sovranità ucraina pone adesso tedeschi e cinesi in una posizione di notevole imbarazzo, costringendoli a scegliere tra la volontà di preservare un’alleanza strategica e la necessità di condannare un atto che almeno formalmente lede i princìpi della loro politica estera.
Il punto è impedire a Putin di inghiottire il resto dell’Ucraina. Inizialmente la Casa Bianca pensa di inibirne le intenzioni attraverso l’imposizione di sanzioni economiche concertate con l’Unione Europea. L’illusione svanisce in seguito alle telefonate avute con i leader del Vecchio Continente e agli incontri con i rappresentanti delle associazioni industriali d’America. La Germania è pronta a censurare verbalmente l’accaduto e a raffreddare la cooperazione militare, ma non vuole scatenare la rappresaglia energetica del Cremlino e perfino il fido alleato Cameron si rifiuta di privare la City londinese degli ingenti capitali russi.
Dal canto loro le multinazionali statunitensi operanti in Russia – su tutte ExxonMobil, Boeing, Ford – vogliono impedire che, in caso di misure punitive imposte unilateralmente dagli Usa, i concorrenti europei assorbano la loro fetta di mercato. Così Obama si accontenta, a cavallo del referendum per l’indipendenza della Crimea, di approvare sanzioni largamente simboliche che colpiscono alcuni membri dell’entourage presidenziale, nonché Bank Rossija, l’istituto di San Pietroburgo legato a Gazprom, ma che non hanno alcun impatto concreto.
Le armi più efficaci in possesso degli Stati Uniti si rivelano l’aggressione mediatica e la speculazione finanziaria. La diffusione planetaria e il prestigio riconosciuto ai media d’Oltreoceano consentono alla Casa Bianca di respingere agevolmente le accuse di interferenza e di bollare come barbara e anacronistica la reazione russa, sebbene questa sia stata pressoché incruenta e possa essere considerata una declinazione della responsibility to protect. Contemporaneamente le manovre speculative infliggono danni ragguardevoli alla già fragile economia russa. Rispetto ai tempi della guerra fredda, oggi l’ex superpotenza comunista aderisce (suo malgrado) al Washington Consensus e il governo federale è doppiamente esposto all’umore dei mercati perché azionista di maggioranza delle principali aziende nazionali.
Agli Usa bastano gli strumenti convenzionali della politica monetaria e finanziaria – tapering, diffusione del panico fra gli investitori, valutazione della solvibilità – per colpire l’avversario. Non a caso il lunedì successivo all’invasione della Crimea, l’indice Rtsi della Borsa di Mosca scende di ben 12 punti, bruciando quasi 60 miliardi di dollari, la stessa somma spesa per organizzare le Olimpiadi di Soči. E nelle settimane seguenti, le newyorkesi agenzie di rating Fitch e Standard & Poor’s rivedono al ribasso l’outlook della Federazione, portandolo da stabile a negativo, inserendo l’attuale congiuntura geopolitica tra le motivazioni della decisione. La Banca centrale russa prova a cautelarsi ritirando tra il 26 febbraio e il 12 marzo dalla sede della Federal Reserve di New York 118 miliardi di dollari in buoni del Tesoro15, ma si tratta di una partita palesemente impari.
Anche per questo il bilancio della crisi arride agli Stati Uniti. La Germania non sembra intenzionata a stravolgere la propria strategia e l’Europa non dispone dei mezzi finanziari e della volontà politica necessari a mantenere stabilmente l’Ucraina nel campo occidentale. Inoltre la Russia ha riconquistato la Crimea, rettificando il torto perpetrato sessant’anni fa da Khruščëv e, toccata sul vivo, proverà adesso a ostacolare gli Stati Uniti su dossier internazionali di primaria importanza: dalla trattativa per il programma nucleare iraniano alla guerra civile siriana, fino al prossimo ritiro Nato dall’Afghanistan.
Tuttavia l’iniziativa americana, realizzata magistralmente, ha colto nel segno: Putin è impegnato in una battaglia di retroguardia, costretto a difendersi piuttosto che a inseguire traguardi di grande respiro; la Merkel ne ha inevitabilmente disapprovato l’operato e tra Mosca e Pechino c’è stato un animato confronto sul tema. Con il minimo sforzo politico, economico e di intelligence la Casa Bianca ha ottenuto ciò che voleva. «La Russia è soltanto una potenza regionale e non può rappresentare una minaccia globale»16, ha spiegato Obama il 25 marzo, quasi a illustrare la sua dottrina e a dichiarare compiuta la missione ucraina. In nome dell’equilibrio di potenza.


Piazza Maidan

L’inchiesta di Gian Micalessin per il settimanale del TG5 “Terra” e il sito “Gli Occhi della Guerra” con l’intervista ai cecchini del Maidan rivela chi c’era dietro al “golpe” attuato a Kiev nel febbraio 2014.

https://www.analisidifesa.it/2017/11...aina-del-2014/

Intervista al gen.Marco Bertolini, già comandante del Comando operativo di vertice interforze (Coi) e della Brigata Folgore, approfondisce un altro aspetto che viene passato quasi sotto silenzio,,cioè il ruolo di forzatura psicologica che gli Stati Uniti stanno svolgendo .

https://www.ilsussidiario.net/news/d...ussia/2293797/



La strage a Odessa del 2 maggio 2014

Gli ucraini diedero fuoco ad un sindacato che era pieno di anziani, donne con bambini, quelli che scamparono all’incendio furono uccisi a colpi di fucile.
Non appena si diffuse la notizia dell’attacco da parte dei manifestanti filorussi, tramite i social network i manifestanti pro-unità stabilirono di recarsi a piazza Kulykove per distruggere il campo pro-federalismo. Intorno alle 18:50, trovandosi in netto svantaggio numerico, i manifestanti filorussi si introdussero nella Casa dei sindacati, che si affaccia sulla piazza, bloccandone gli accessi ed erigendo barricate. Nel frattempo i manifestanti pro-unità avevano preso il controllo della piazza e distrutto il campo allestito dagli oppositori.

Intorno alle 19:45 un incendio si sviluppò in più punti dell'edificio, probabilmente a partire dal secondo o dal terzo piano, per poi diffondersi rapidamente facilitato dalla struttura stessa dell'immobile. Sulle responsabilità dell'innesco e la dinamica dell'incendio sussistono divergenze significative fra le varie parti. Secondo l'indagine ufficiale del Ministero dell’Interno ucraino è probabile che l'incendio sia stato provocato accidentalmente dagli stessi occupanti mentre dal tetto sparavano e lanciavano molotov verso gli assalitori sottostanti. Viceversa, in base alla ricostruzione delle fonti russe il rogo sarebbe stato innescato dal lancio di bottiglie Molotov dall'esterno.

Benché i vigili del fuoco avessero una sede operativa poco distante e fossero in allerta già prima dello scoppio dell'incendio, la loro risposta alle richieste di intervento non fu rapida. Giunsero infatti circa 40 minuti dopo l'inizio dell'incendio. Secondo il rapporto ufficiale, i 51 soccorritori, in tredici squadre, furono impossibilitati a intervenire a causa della folla attorno all’edificio. La polizia antisommossa, pur presente, non intervenne.[

https://it.wikipedia.org/wiki/Incend...cati_di_Odessa.



Stoltenberg: la decisione di far entrare l'ucraina nella nato e' stata presa nel 2008
https://www.nato.int/cps/en/natohq/opinions_209356.htm


Un generale Nato: "Gli Usa addestravano Kiev per la guerra già da 8 anni"
Mieczyslaw Bieniek esce allo scoperto: "Una lunga preparazione per supportare lo scontro con Mosca"

E i ns. media facevano vedere gli ucraini che si costruivano in casa le molotov,hihi

https://www.affaritaliani.it/esteri/...ni-826605.html

Guerra Ucraina, la Cina si schiera. Le dichiarazioni choc: "La Nato avrebbe dovuto disintegrarsi". Ora conseguenze terribili


https://www.iltempo.it/esteri/2022/0...bili-30894929/

Le chiacchere dei tedeschi fortemente esposti verso i russi e colpevoli del casino che ne è venuto la sciano davvero il tempo che trovano...
Gli accordi si fanno scritti e con valore giuridico .. anche se abbiamo visto degli accordi del 98 (Memorandum di Budapest 98) ne si fa carta straccia ...

Diciamo che filosoficamente possa essere ipotizzabile una cosa del genere ma rimangono alcuni punti che fanno saltare tutto il teorema esposto:

a) 2014 Invasione della Crimea che ha trovato l'Ucraina letteralmente disarmata perchè aveva fiducia negli accordi -
b) ovviamente ha pensato di prepararsi con un vicino così bellicoso .. il minimo sindacale. Non capisco come si possa pensare il contrario. Ricordiamoci che oltre a farsi consegnare 1600 atomiche, poi nel 2014 assieme alla Crimea la russia si impossessò di tutta la marian militare ucraina...
c) Il 24 febbraio HA invaso l'Ucraina e quindi ha decretato di fatto il suo essere stato terrorista.
d) Per stessa enunciazione dei vertici russi, gli stati "nucleari" non possono perdere le guerre: quindi che cosa la invadi a fare se sai benissimo che sei inattaccabile? Durante la Cold War si sono fronteggiati e mai nemmeno sfiorati proprio per la MAD, cosa che aveine ora - Quindi trattandosi di uno stato nucleare di quale minaccia stiamo parlando, peraltro con un sistema che anche in caso di annichiliemento del comando in automatico lancerà comunque i missili???
e) Comunque sia qualunque ragione tu credi di avere non è pensabile di attaccare in quel modo la popolazione non dopo aver accoppato nel 1932 tra i 7 ed 10 milioni di Ucraini.
f) Autodeterminazione dei popoli: sono a milioni che combattono contro i russi - Il popolo non ha inscenato nemmeno un plissè verso il loro leader, anzi guai se mostra flessibilità: ci si deve sempre ricordare anche se per gli altri popoli nn significa nulla, che loro hanno l'HOLODOMOR nela loro memoria storica - E' impensabile che cedano - Dovranno vuotare la nazione.


Ma di cosa stiamo parlando.
 
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