Suicidio assistito, malata di cancro in Svizzera con Cappato: «Davanti a me l’inferno

Infatti. Ma per la molta mentalità italiana immagino che sia una colpa volersene andare senza soffrire.

Con "sarco" non "soffri" o comunque soffri meno che a farti iniettare un veleno dopo una pseudosedazione.
Sarco costa circa 1000/2000 euro se non ce li hai fai una colletta tra i tuoi simili promorte
 
Con "sarco" non "soffri" o comunque soffri meno che a farti iniettare un veleno dopo una pseudosedazione.
Sarco costa circa 1000/2000 euro se non ce li hai fai una colletta tra i tuoi simili promorte

Ma io posso essere pro morte quando si tratta di me? Non è l'aborto, che riguarda un altro. Riguarda me. Se voglio crepare, è un problema?
 
esatto se si può decidere di abortire perchè non si può decidere di morire...

ma che kapzo vogliono quelli della corte costituzionale??

ma chi kapzo sono per dire cosa è giusto e cosa è sbagliato...??

naturalmente la svizzera è anni luce davanti all'italia...
Esatto
Con la differenza che con l'aborto stai potenzialmente disponendo di un'altra vita, non della tua (io personalmente sono comunque favorevole all'aborto in alcuni casi)
 
I nostri politici da 3 anni non trovano tempo di applicare le indicazioni della c.c.
 
Suicidio assistito, veneta malata di cancro in Svizzera con Cappato: «Davanti a me l’inferno»

“Ho detto a mio marito e alla mia famiglia: ormai sono a un bivio. Posso prendere una strada un po’ più lunga che mi porta all’inferno e un’altra più breve che mi porta in Svizzera». Adelina, nome di fantasia, è una pensionata veneta di 69 anni, malata terminale di tumore ai polmoni, con metastasi. Destinata a morte certa e dolorosa. Negli ultimi mesi le sue sofferenze sono aumentate al punto che la donna ha deciso per il suicidio assistito. Così ha telefonato al numero dell’associazione Luca Coscioni e ha ottenuto aiuto da Marco Cappato, il tesoriere dell’associazione che ha già accompagnato altri malati terminali in Svizzera, tra loro dj Fabo, per questo è stato anche processato ma assolto. Cappato si trova ora di nuovo in Svizzera insieme alla donna, per dare seguito alla sua volontà.


Per Marco Cappato si tratta di una nuova disobbedienza civile, che rischia di costargli una denuncia e una condanna fino a 15 anni. Infatti, la persona accompagnata al suicidio all’estero non è «tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale», quindi non rientra nei casi previsti dalla sentenza 242\2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato\Dj Fabo per l’accesso al suicidio assistito in Italia. «Sono in Svizzera dove ho accompagnato una signora veneta gravemente malata — ha spiegato Cappato —. È stato un viaggio lungo, durato otto ore. Ma solo qui può ottenere quello che deve essere un suo diritto. Sarà libera di scegliere fino alla fine. Questo accade perché in Italia la Corte Costituzionale esclude che possano essere aiutate a morire persone che non sono tenute in vita da macchinari o trattamenti salvavita».





Sarebbe un argomento da campagna elettorale.




Due considerazioni su questa tristissima vicenda.

1) Cappato... perché solo lui e nessun altro può accompagnare in Svizzera la signora? Un altro famigliare non sarebbe andato bene? Perché Cappato deve sempre far sapere che fa il viaggio della morte in Svizzera? Potrebbe andarci e dire niente, lo facessi io starei zitto per rispetto della persona coinvolta.

2) L'articolo del giornale, per quel che dice induce in errore, apparentemente per quanto ne capisco dice il falso, la signora non sarebbe ancora ad uno stadio terminale, ma a uno stadio di paura del dolore, comprensibilissimo, le parole della signora stessa lo dicono chiaro -sono a un bivio, posso prendere una strada più lunga che mi porta all'inferno, o una più breve che mi porta in Svizzera- la strada della forte sofferenza non é ancora stata presa, é al bivio, certamente la strada si vede e sicuramente c'é già anche il dolore, certamente quello psicologico, ma la forte sofferenza é in parte presunta, la scienza medica é certamente in grado di attenuare e/o eliminare il dolore fisico, penso che non corrisponda al vero la morte "obbligatoriamente dolorosa" se sotto cura medica, le cure così dette compassionevoli mantengono nel torpore gli ammalati prossimi a morire, l'ho visto con strazio per mia madre, con la morfina alla fine si arriva alla morte, ma senza sofferenze apparenti, il soggetto muore ma non viene ucciso né si uccide.

Sulla scelta della signora, dico niente, la rispetto e in parte la comprendo. Riposi in pace.
 
Stanno aprendo una finestra di overton grande come una casa: troppi anziani in futuro, l'eutanasia più o meno volontaria è un'ottima soluzione.
I radicali si confermano il partito della morte. Mi fanno orrore
 
“ malata terminale di tumore ai polmoni, con metastasi. Destinata a morte certa e dolorosa”
Purtroppo è così, un paese civile dovrebbe evitare che si muoia in questo modo atroce. Le cure palliative purtroppo ad un certo punto non danno più benefici.
 
Stanno aprendo una finestra di overton grande come una casa: troppi anziani in futuro, l'eutanasia più o meno volontaria è un'ottima soluzione.
I radicali si confermano il partito della morte. Mi fanno orrore
Se per quello la setta vuole arrivare ad ammazzare forzatamente anche giovani down o con altri tipi di costi sociali, non solo anziani. E ormai il "metodo cazzaniga" con avvelenamenti tramite overdosi su ignare vittime è sicuramente una realtà, ai parenti la spacciano come atto "soft e compassionevole" e usano paroline dolci e ingannevoli come "palliativi" (con l'isolazione covid, oltretutto, chissà cosa hanno anche combinato...).
Adepti che si sottopongono al "rituale" pseudovolontariamente ne troveranno sempre qualcuno, in genere sono personaggi già simpatizzanti da anni di certe filosofie "soros-style" (cito soros come propagandista più noto, ma son cose più vecchie) ex sessantottini/settantottini e/o ateisti anticristiani ecc, oppure avvicinati tramite il consumo di droghe spacciate come "terapeutiche"e che indeboliscono gli istinti, gli episodi poi vengono intortati nei massmedia con le solite storielle di esigenza compassionevole per cercare ulteriore adesione massmediatica e cautelarsi nei tribunali.
Sta alla gente non cascarci o meno.
 
Ultima modifica:
Certamente no.
In casi come certe malattie psichiche, come la depressione, i dubbi mi vengono
Eh infatti. La depressione può essere guarita, un tumore terminale no, una tetraplegia no.
Dai ci vuole una legge che permetta a chi vuole andarsene, di andarsene.
Con tutti i controlli del mondo eh. Anche settimane di commissioni etiche, di sessioni con Pillon e altro.
Però alla fine se uno decide di andarsene, ha il diritto di farlo, senza soffrire come un cane, sapendo che non c'è possibilità di miglioramento.
Lo dico per evitare le solite polemiche sul soylent green e sull'uccidere la nonna per prendere l'eredità.
 
Se per quello la setta vuole arrivare ad ammazzare forzatamente anche giovani down o con altri tipi di costi sociali, non solo anziani. E ormai il "metodo cazzaniga" con avvelenamenti tramite overdosi su ignare vittime è sicuramente una realtà, ai parenti la spacciano come atto "soft e compassionevole" e usano paroline dolci e ingannevoli come "palliativi" (con l'isolazione covid, oltretutto, chissà cosa hanno anche combinato...).
Adepti che si sottopongono al "rituale" pseudovolontariamente ne troveranno sempre qualcuno, in genere sono personaggi già simpatizzanti da anni di certe filosofie "soros-style" (cito soros come propagandista più noto, ma son cose più vecchie) ex sessantottini/settantottini e/o ateisti anticristiani ecc, oppure avvicinati tramite il consumo di droghe spacciate come "terapeutiche"e che indeboliscono gli istinti, gli episodi poi vengono intortati nei massmedia con le solite storielle di esigenza compassionevole per cercare ulteriore adesione massmediatica e cautelarsi nei tribunali.
Sta alla gente non cascarci o meno.
Un Down può vivere una vita perfettamente normale, o quasi. Un anziano anche.
Qui si parla di malati terminali che hanno zero speranza di miglioramento.
 
Eh infatti. La depressione può essere guarita, un tumore terminale no, una tetraplegia no.
Dai ci vuole una legge che permetta a chi vuole andarsene, di andarsene.
Con tutti i controlli del mondo eh. Anche settimane di commissioni etiche, di sessioni con Pillon e altro.
Però alla fine se uno decide di andarsene, ha il diritto di farlo, senza soffrire come un cane, sapendo che non c'è possibilità di miglioramento.
Lo dico per evitare le solite polemiche sul soylent green e sull'uccidere la nonna per prendere l'eredità.
C'è "sarkò" il sarcofago fai da te. Sei vuoi puoi accomodarti o farti accomodare, e poi fai da te , non hai bisogno di rituali di setta.
 
Un Down può vivere una vita perfettamente normale, o quasi. Un anziano anche.
Qui si parla di malati terminali che hanno zero speranza di miglioramento.



Siamo tutti a scadenza, anticiparla non mi pare una gran soluzione, io si può dire che sono più o meno a fine vita, ho passato anche se di poco la vita media dei maschi della mia famiglia paterna e materna, se la genealogia ha un senso mi manca poco, ma vivo sereno, anche perché grosse malattie al momento non ne ho, quando arriveranno cercherò di curarmi al meglio per quanto possibile, se avrò dolori cercherò l'assistenza farmaceutica necessaria, finché potrò terrò gli occhi aperti e vedere i miei cari e le montagne fuori.

Morire volontariamente non é una scelta solo una fuga, da rispettare certamente ma un errore, poi ognuno decide per se, ma prima ha diritto ad essere aiutato a vivere non a morire.
 
Sono sinceramente dispiaciuta per la Signora e rispettosa di ogni sua scelta ma non capisco quale sia la funzione pratica dell'Associazione di Cappato (indipendentemente dalla funzione politica) per accompagnare una persona che potrebbe cmq recarsi altrove autonomamente per ottenere il trattamento richiesto.
Cioè non capisco perché altre persone dovrebbero essere coinvolte penalmente nella scelta, perché ti accompagnano in una clinica all'estero?
 
Siamo tutti a scadenza, anticiparla non mi pare una gran soluzione, io si può dire che sono più o meno a fine vita, ho passato anche se di poco la vita media dei maschi della mia famiglia paterna e materna, se la genealogia ha un senso mi manca poco, ma vivo sereno, anche perché grosse malattie al momento non ne ho, quando arriveranno cercherò di curarmi al meglio per quanto possibile, se avrò dolori cercherò l'assistenza farmaceutica necessaria, finché potrò terrò gli occhi aperti e vedere i miei cari e le montagne fuori.

Morire volontariamente non é una scelta solo una fuga, da rispettare certamente ma un errore, poi ognuno decide per se, ma prima ha diritto ad essere aiutato a vivere non a morire.
Ah ma io concordo. Infatti dico di fare qualsiasi cosa per far vivere al meglio una persona sofferente e senza prospettive di miglioramento. Però A UN CERTO PUNTO, SE LUI DECIDE...lasciamolo andare.
Come disse il saggio "lasciatemi andare alla casa del Padre". A un certo punto basta.
 
Sono sinceramente dispiaciuta per la Signora e rispettosa di ogni sua scelta ma non capisco quale sia la funzione pratica dell'Associazione di Cappato (indipendentemente dalla funzione politica) per accompagnare una persona che potrebbe cmq recarsi altrove autonomamente per ottenere il trattamento richiesto.
Cioè non capisco perché altre persone dovrebbero essere coinvolte penalmente nella scelta, perché ti accompagnano in una clinica all'estero?
Ovviamente per dare alla cosa un significato politico e far vertere su questa cosa il pessimo dibattito pubblico italiota.
Ma ovviamente non funziona. C'è il POS e c'è la barchina coi négher.
 
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