Supports/Surfaces

Nel 1967 Vincent Bioulès viene nominato professore a l’École des Beaux-Arts d’Aix-en-Provence, dove insegnerà fino al 1982. Per lui diventa una pratica abituale disegnare sempre, ovunque si trovi, da solo o con i suoi studenti. Accoglie i fatti del Maggio ’68, con le scuole occupate, come “un meraviglioso periodo di vacanze impreviste”. Realizza in questo periodo alcuni paesaggi molto colorati, a dimostrazione di come la figurazione non venga del tutto abbandonata neanche in questi anni. Nel 1969 fonda a Montpellier il gruppo ABC Productions con Tjeerd Alkema, Jean Azémand e Alain Clément. Il gruppo, che non verrà mai formalmente sciolto, rivendica una maggiore decentralizzazione dell’arte francese.
Nel 1970 il gruppo ABC proclama Montpellier “opera d’arte totale” ed espone in cinque luoghi della città, oltre a due esposizioni parallele a Limoges e a Tours. A luglio il gruppo partecipa ad una mostra all’aperto a Coaraze. Bioulès vi espone 125 listelli in legno colorato.

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Bioulés viene invitato alla grande mostra all’ARC tra settembre e ottobre, per la quale propone ad agosto il nome “Support-Surface” che diventerà, con lievi modifiche, l’etichetta dell’intero gruppo di artisti. Si susseguono altre tre mostre del gruppo nel 1971 a Parigi, Nizza e Vincennes, dove già si evidenziano differenze di vedute politiche. Bioulès presenta tele montate su telaio a grandi campiture monocrome con zip verticali.
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Nel 1972, due delle sue tele sono giudicate “trascurate” da Devade, Cane e Dezeuze ed escluse dalla mostra collettiva di Milano che apre a marzo presso la galleria Françoise Lambert. Bioulès si dimette anche dalla rivista Peinture, cahiers théoriques.
Partecipa ancora alle mostre di Supports/Surfaces a Strasburgo e a Montpellier di aprile, ma sostanzialmente la sua esperienza in Supports/Surfaces termina nel 1972.
 
Ultima modifica:
Negli anni successivi, Vincent Bioulès si dedica ai generi classici della pittura figurativa: nudo, ritratto, paesaggio, ecc. Nel 1990, per i vent’anni di Supports/Surfaces, gli viene commissionata un’opera per la mostra La bel âge, al castello di Chambord. Decide allora di realizzare dodici ritratti di grande formato dei membri del gruppo, intitolando la serie “Io sono, tu sei, voi siete, loro sono, ovvero la lezione del tempo e dell’amicizia”. Ritrae anche sé stesso, quasi di schiena, e, da una foto, Marc Devade, che era morto nel 1983. È un’occasione di riconciliazione: “Fare dei quadri dei miei compagni mi ha permesso di essere allo stesso tempo fedele a me stesso, al mio lavoro di oggi e anche, attraverso questi dipinti, di ritrovare e riunire quelli che, nel bene e nel male, furono e sono i miei compagni di strada.”

Autoritratto/Arnal
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Cane/Devade
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Dezeuze/Dolla
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Grand/Pagès
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Pincemin/Saytour
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Valensi/Viallat
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Segnalo un'opera di Louis Cane del 1977 nell'asta Van Ham on-line del 12 gennaio. L'opera era già passata a giugno, partiva a € 8.000 ed era rimasta invenduta. È stata ribassata e questa volta parte da € 6.000.

Van Ham - Lotto 25
 
Molto bella, non credevo che Viallat costasse cosi poco.
 
Il retro sembra davvero la bandiera francese.
Opera un po' tarda, ma molto bella!
e come dice @smw85 , costa poco, ammesso rimanga nella stima.
Paradossalmente la spedizione e l'importazione su quelle cifre sono il vero macigno...
 
La città di Nîmes, dove è nato, tra gli altri, Claude Viallat, ha annunciato un programma culturale per il 2023 tutto incentrato sull’arte contemporanea. Si vuole così celebrare l’inaugurazione, 30 anni fa, il 9 maggio 1993, del Carré d'Art, lo straordinario edificio progettato da Sir Norman Foster che ospita il museo d’arte contemporanea. Nell’occasione la collezione, che vanta anche capolavori dell’Arte Povera, è stata riallestita con particolare enfasi sul Nouveau Réalisme e su Supports/Surfaces.
Qui due link:

Città di Nîmes

Museo Carré d’Art

Qui due foto che ho preso nel 2018 dentro il museo a due opere, rispettivamente, di Viallat e di Patrick Saytour:
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Artfacts ha inviato agli abbonati una statistica piuttosto strampalata: hanno indagato le relazioni che legano gli artisti alle stesse gallerie da oltre vent’anni. Dai dati in loro possesso, sembra che relazioni di questo tipo superino le 4.500 (si tratta in molti casi, com’è facile immaginare, di relazioni “uno a molti”: se un artista ha relazioni da oltre 20 anni con 5 gallerie, si contano 5 relazioni rilevanti per questa ricerca). Da queste, sulla base del numero di mostre organizzate da una galleria e con il vincolo di averne fatta almeno una ogni due anni, hanno “estratto” i dieci artisti che sono stati i più fedeli e i maggiormente esposti da una certa organizzazione.

La curiosità che mi fa riportare il dato qui è il fatto che entri in classifica (insieme ad artisti del calibro di Jasper Johns o Carl Andre con gallerie come Leo Castelli e Paula Cooper) Claude Viallat, con la Galerie Jean Fournier di Parigi. Viallat ha partecipato a un totale di 26 mostre presso questa galleria, a partire dal 1973.

Ripeto, a scanso di equivoci, che non attribuisco alcun significato a questi dati in sé. Il fatto, però, che qualcuno impieghi del tempo per elaborarli e li comunichi al mercato può essere comunque un segnale interessante per chi legge questa discussione.

Qui il link alla galleria:

Galerie Jean Fournier
 
Inizia oggi la fiera Arco a Madrid. La galleria parigina Ceysson & Bénétière, che vi partecipa per la prima volta, ha deciso di presentare opere di Daniel Dezeuze.

Link
 
Ci sono diverse opere da segnalare nel catalogo dell'asta pomeridiana del 14 marzo di Crait + Müller a Parigi:

- una bella opera del 1972 di Marc Devade (lotto 33);
- tre opere di Louis Cane: una del 1974 (lotto 34) e due neo-espressioniste del 1981 (lotto 48 e lotto 49);
- due opere di Bernard Pagès, per chi preferisce collezionare sculture e installazioni: una del 1975 con una lunga lista di pubblicazioni (lotto 37) e una del 1990 con due pubblicazioni (lotto 38).
 
Ci sono diverse opere da segnalare nel catalogo dell'asta pomeridiana del 14 marzo di Crait + Müller a Parigi:

- una bella opera del 1972 di Marc Devade (lotto 33);
- tre opere di Louis Cane: una del 1974 (lotto 34) e due neo-espressioniste del 1981 (lotto 48 e lotto 49);
- due opere di Bernard Pagès, per chi preferisce collezionare sculture e installazioni: una del 1975 con una lunga lista di pubblicazioni (lotto 37) e una del 1990 con due pubblicazioni (lotto 38).
Chiedo venia. Ho dimenticato di segnalare l'ingombrante opera di Christian Jaccard: lotto 36.
 
Non è ancora riportato da Artprice, ma artart ci ha segnalato qui sul forum il catalogo Fabiani. È proposta un'opera di Claude Viallat. È del 2003, quindi è abbastanza recente ma pur sempre di vent'anni fa, abbastanza grande e con la forma distintiva dell'artista: il "fagiolo". IMHO una bella opera (che andrebbe sempre vista dal vivo, soprattutto per lo stato di conservazione, che dalle foto sembra senza problemi).

Lotto 108
 
Da segnalare ancora un'opera di Louis Cane del 1973 di dimensioni impegnative nell'asta di Christie's NY online del 14 marzo:

Lotto 54
 
Non è ancora riportato da Artprice, ma artart ci ha segnalato qui sul forum il catalogo Fabiani. È proposta un'opera di Claude Viallat. È del 2003, quindi è abbastanza recente ma pur sempre di vent'anni fa, abbastanza grande e con la forma distintiva dell'artista: il "fagiolo". IMHO una bella opera (che andrebbe sempre vista dal vivo, soprattutto per lo stato di conservazione, che dalle foto sembra senza problemi).

Lotto 108
Anche per me un bel pezzo con una base comunque contenuta viste le dimensioni.
 
Ci sono diverse opere da segnalare nel catalogo dell'asta pomeridiana del 14 marzo di Crait + Müller a Parigi:

- una bella opera del 1972 di Marc Devade (lotto 33);
- tre opere di Louis Cane: una del 1974 (lotto 34) e due neo-espressioniste del 1981 (lotto 48 e lotto 49);
- due opere di Bernard Pagès, per chi preferisce collezionare sculture e installazioni: una del 1975 con una lunga lista di pubblicazioni (lotto 37) e una del 1990 con due pubblicazioni (lotto 38).
Risultati (hammer price):
l’opera di Devade ha realizzato € 16.000;
l’opera di Cane degli anni ‘70 è stata aggiudicata a € 10.000, mentre tra le opere neoespressioniste, una è rimasta invenduta e l’altra ha fatto € 9.500;
le due opere di Pagès hanno realizzato € 30.000 e € 14.500, rispettivamente;
l’opera di Jaccard, di quasi impossibile collocazione, è rimasta invenduta.
 
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