Tajan Luglio 2013

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    Settimana tutto sommato positiva per le principali piazze internazionali che proseguono così il rimbalzo dai minimi di ottobre. Novembre sarà ricordato come uno dei mesi migliori nella storia più o meno recente dei mercati finanziari. Il calo dei rendimenti, con un ulteriore irripidimento delle curve, ha portato gli indici obbligazionari globali a registrare le migliori performance mensili dalla Grande Crisi Finanziaria, ovvero da dicembre 2008. Per l’azionario globale, invece, è stato il miglior rally mensile dal 2020. L’impulso è stato fornito anche dai dati sull’inflazione nell’area euro, che hanno rafforzato la tendenza ad anticipare la tempistica di un primo taglio dei tassi da parte della Bce già a partire dal 2024. Per continuare a leggere visita il link

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Il De Kooning al numero 26 è la brutta copia di uno Scialoja realizzato 25 anni prima (e che costa 10 volte meno)... Inflazione di Arman, niente di trascendentale!!!
 
beh se per te quell' hartung del 45 non è nulla di trascendentale...

:bye:

de kooning tardo ma sempre de kooning, non scherziamo avercene...

e pure lo stamos.
 
La mia era una valutazione di massima, lo Stamus e l' Hartung non sono alla mia portata (sic!!!), dal punto di vista prettamente artistico (adoro Hartung), poi, ho visto di meglio.
Per quanto riguarda De Kooning volevo solo dire che non vedo grandi differenze tra il suo lavoro e quello di un grandissimo artista di casa nostra che dovrebbe essere rivalutato
in maniera esponenziale (dal punto di vista mercantile).
 
La mia era una valutazione di massima, lo Stamus e l' Hartung non sono alla mia portata (sic!!!), dal punto di vista prettamente artistico (adoro Hartung), poi, ho visto di meglio.
Per quanto riguarda De Kooning volevo solo dire che non vedo grandi differenze tra il suo lavoro e quello di un grandissimo artista di casa nostra che dovrebbe essere rivalutato
in maniera esponenziale (dal punto di vista mercantile).

Posso sapere a quale artista italiano ti riferisci ?
 
se interpreto bene quello che intendeva right la risposta è: una lista infinita di artisti italiani.
e mi trovo perfettamente d'accordo
sempre a fare gli esterofili quando abbiamo avuto dei giganti in casa e ancora stra sottovalutati
 
se interpreto bene quello che intendeva right la risposta è: una lista infinita di artisti italiani.
e mi trovo perfettamente d'accordo
sempre a fare gli esterofili quando abbiamo avuto dei giganti in casa e ancora stra sottovalutati

OK!
In particolare Toti Scialoja che, come ricordato sopra, negli anni 50 faceva opere simili a quella di De Kooning in asta e che oggi ancora costano poche migliaia di euro.
 
OK!
In particolare Toti Scialoja che, come ricordato sopra, negli anni 50 faceva opere simili a quella di De Kooning in asta e che oggi ancora costano poche migliaia di euro.

Concordo con te. Scialoja è sicuramente un grande artista non inferiore ai suoi più blasonati contemporanei.
 
Concordo con te. Scialoja è sicuramente un grande artista non inferiore ai suoi più blasonati contemporanei.

Per quel che conta, vorrei osservare che, mentre in De Kooning ciò che importa è, alla fine, il gesto, la percezione fisica che passa entro la nostra stessa muscolatura, Scialoja ha altre caratteristiche. In lui mi sembra conti il disporsi delle forme e dei colori, le une e gli uni sulle altre/altri. Cioè una percezione più in profondità della visione, dunque più statica e più tradizionale. Di solito negli autori italiani questo aspetto viene determinato da una profonda cultura estetica, che tuttavia può frenare lo slancio verso il nuovo (non faccio qui questioni di giudizio di valore). In questo senso Afro è l'esempio più caratteristico e forse di maggiore qualità.

Né mi sembra assurdo paragonare questa differenza di atteggiamento a quella che si riscontra nei film (anche televisivi) prodotti nei due paesi, sempre molto pratici, professionali e portati più all'azione che alla riflessione gli americani, con risultati di qualità artigianale ottima, ma raramente profondi; tesi invece a tutti i costi ad un risultato estetico gli italiani, il che, il più delle volte, li porta a risultati imbarazzanti, con film statici che si guardano l'ombelico, affossati da sceneggiature pessime e recitazioni ridicole.
 
Per quel che conta, vorrei osservare che, mentre in De Kooning ciò che importa è, alla fine, il gesto, la percezione fisica che passa entro la nostra stessa muscolatura, Scialoja ha altre caratteristiche. In lui mi sembra conti il disporsi delle forme e dei colori, le une e gli uni sulle altre/altri. Cioè una percezione più in profondità della visione, dunque più statica e più tradizionale. Di solito negli autori italiani questo aspetto viene determinato da una profonda cultura estetica, che tuttavia può frenare lo slancio verso il nuovo (non faccio qui questioni di giudizio di valore). In questo senso Afro è l'esempio più caratteristico e forse di maggiore qualità.

Né mi sembra assurdo paragonare questa differenza di atteggiamento a quella che si riscontra nei film (anche televisivi) prodotti nei due paesi, sempre molto pratici, professionali e portati più all'azione che alla riflessione gli americani, con risultati di qualità artigianale ottima, ma raramente profondi; tesi invece a tutti i costi ad un risultato estetico gli italiani, il che, il più delle volte, li porta a risultati imbarazzanti, con film statici che si guardano l'ombelico, affossati da sceneggiature pessime e recitazioni ridicole.

Forse il paragone più appropriato con De Kooning (di origine olandese) è da fare con Afro che lo sopravanza di molte spanne. Scialoja si è sempre mosso nell'informale.
Concordo assolutamente con te sulle cinematografie americana ed italiane (e/o francese). Loro sono molto più orientati alla azione e noi alla analisi. Un paragone si potrebbe fare tra Antonioni e i registi amiericani della sua generazione (Kazan, Wyler, ecc.). Qui però andiamo OT e mi fermo.
 
adami ha il prezzo, non mi fa impazzire però...
 
io preferisco gli Adami nei colori caldi,
comunque l'opera è carina.
 
Originalmente inviato da ginogost
Per quel che conta, vorrei osservare che, mentre in De Kooning ciò che importa è, alla fine, il gesto, la percezione fisica che passa entro la nostra stessa muscolatura, Scialoja ha altre caratteristiche. In lui mi sembra conti il disporsi delle forme e dei colori, le une e gli uni sulle altre/altri. Cioè una percezione più in profondità della visione, dunque più statica e più tradizionale. Di solito negli autori italiani questo aspetto viene determinato da una profonda cultura estetica, che tuttavia può frenare lo slancio verso il nuovo (non faccio qui questioni di giudizio di valore). In questo senso Afro è l'esempio più caratteristico e forse di maggiore qualità.

Né mi sembra assurdo paragonare questa differenza di atteggiamento a quella che si riscontra nei film (anche televisivi) prodotti nei due paesi, sempre molto pratici, professionali e portati più all'azione che alla riflessione gli americani, con risultati di qualità artigianale ottima, ma raramente profondi; tesi invece a tutti i costi ad un risultato estetico gli italiani, il che, il più delle volte, li porta a risultati imbarazzanti, con film statici che si guardano l'ombelico, affossati da sceneggiature pessime e recitazioni ridicole.

Forse il paragone più appropriato con De Kooning (di origine olandese) è da fare con Afro che lo sopravanza di molte spanne. Scialoja si è sempre mosso nell'informale.

Concordo assolutamente con te sulle cinematografie americana ed italiane (e/o francese). Loro sono molto più orientati alla azione e noi alla analisi. Un paragone si potrebbe fare tra Antonioni e i registi amiericani della sua generazione (Kazan, Wyler, ecc.). Qui però andiamo OT e mi fermo.


Ma quale OT andate avanti OK! vi leggo con piacere :clap:
 
diciamo che è abbastanza difficile trovare una tela di adami brutta
 
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