Telecom un gioiello da recuperare

Stato
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è un marciu..me da tutte le parti.. sono sfinito anni e anni e siamo sempre ai minimi.. polit..ic d ..mer--- e capriola un muto come quello di prima anzi peggio
e in molti ci domandavamo-- ma se arriva un offerta x la rete da cdp prima che scada il mou? e i giornali co--llu?- ci davano dentro tutti i giorni dai 15 ai 20 miliardi, x la rete , ma poi il titolo tornava giu,, ovviamente le micro- spie messe in uffici di cdp.. a qualcosa han servito,, qualcuno sapevo gia tutto .. p--aese di m-er
 
Oggi Volumi super scarsi ...
Per ora siamo in mano a chi vuole prezzo medio ultimo anno sempre più basso ...
Azione ha valore che calcola solo il business Telefonia in Italia , cioè ormai quasi in perdita per tutti ..
E non le operazioni straordinarie che potrebbe fare Telecom , ma secondo me con il CDA che si ritrova ....
Ci vorranno ottantanni per smuovere qualcosa
 
ma mUSK non potrebbe comprarci a 70 centesimi visto che ne ha
Credit Suisse Rises as Saudi Crown Prince Weighs Investment

Trova investitori pure il CS finito non lontano da un clamoroso default con i CDS a 5

Ma nessun fondo , proprio nessuno, come tante volte evidenziato, si fa avanti a comperare il 3% ..5% di TIM
Un motivo ci sarà pure. La posizione è troppo rischiosa.

Può finire bene ( OPA a 0,35) o male (nazionalizzazione alla media delle quotazioni degli ultimi 6 mesi o, ancor peggio , maxi adc con la quotazione del titolo polverizzata)

Abbiamo atteso tanto, aspettiamo ancora…
 
Credit Suisse Rises as Saudi Crown Prince Weighs Investment

Trova investitori pure il CS finito non lontano da un clamoroso default con i CDS a 5

Ma nessun fondo , proprio nessuno, come tante volte evidenziato, si fa avanti a comperare il 3% ..5% di TIM
Un motivo ci sarà pure. La posizione è troppo rischiosa.

Può finire bene ( OPA a 0,35) o male (nazionalizzazione alla media delle quotazioni degli ultimi 6 mesi o, ancor peggio , maxi adc con la quotazione del titolo polverizzata)

Abbiamo atteso tanto, aspettiamo ancora…
hahhahahaah ma lo sai che ho pensato la stessa quando ho letto la notizia ?
 
«Lo Stato deve intervenire temporaneamente per salvaguardare alcune imprese. Sull'ex Ilva vedremo cosa accadrá, la situazione sta peggiorando. Su Telecom non è statalizzazione ma tutela di una rete, che deve essere in mano nazionale: non possiamo cedere ad esterni che poi possono cedere ad altri». Lo ha dichiarato il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a Restart in onda stasera su Rai 2, rispondendo a una domanda del direttore dell'Agi Mario Sechi.
«Sono questioni di sicurezza nazionale», ha spiegato Tajani, «non c'è una nazionalizzazione ma in alcuni casi lo Stato deve intervenire per salvare posti di lavoro, perché siamo in una situazione di emergenza».

E allora cosa diavolo aspettate ad intervenire ?
 
«Lo Stato deve intervenire temporaneamente per salvaguardare alcune imprese. Sull'ex Ilva vedremo cosa accadrá, la situazione sta peggiorando. Su Telecom non è statalizzazione ma tutela di una rete, che deve essere in mano nazionale: non possiamo cedere ad esterni che poi possono cedere ad altri». Lo ha dichiarato il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a Restart in onda stasera su Rai 2, rispondendo a una domanda del direttore dell'Agi Mario Sechi.
«Sono questioni di sicurezza nazionale», ha spiegato Tajani, «non c'è una nazionalizzazione ma in alcuni casi lo Stato deve intervenire per salvare posti di lavoro, perché siamo in una situazione di emergenza».

E allora cosa diavolo aspettate ad intervenire ?
L'aumento di capitale?
Io aspetterei quello.
 

Rete Tim, partita da 15 miliardi
Il dialogo con Parigi per Vivendi​

Come potrebbe cambiare l’offerta di Cdp. Le opzioni sul tavolo del governo
di Federico De Rosa​


Il tavolo istituito dal governo per trovare la soluzione per portare la rete di telecomunicazioni sotto il controllo pubblico inizia a prendere forma. Nei giorni scorsi ci sono state le verifiche “politiche”, ma per incasellare tutti gli elementi e avviare il confronto con gli azionisti di Tim e Open Fiber potrebbe servire ancora qualche giorno.
Trattandosi di un dossier molto delicato, in cui ci sono numerosi interessi in gioco, le ipotesi che circolano sul mercato sono tante. Per arrivare a una sintesi il governo vuole ascoltare Vivendi, Macquarie e Kkr che potrebbero essere convocati la prossima settimana al tavolo affidato al ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso e al sottosegretario all’Innovazione di Palazzo Chigi, Alessio Butti.
L’ipotesi di un’Opa, totale o parziale, promossa dai grandi azionisti — Vivendi, Cdp, Macquarie e Kkr —, sarebbe una delle soluzioni su cui potrebbero essere fatte verifiche. Il delisting di Tim renderebbe senza dubbio più semplice fissare i valori per la separazione tra rete e servizi e la successiva assegnazione delle azioni. Cdp e Macquarie potrebbero conferire Open Fiber e prendere il controllo dell’infrastruttura, lasciando a Vivendi la ServCo, la società a cui verrebbero conferiti gli asset commerciali. Un’opzione valida anche lasciando Tim quotata. Con la differenza che in questo caso i valori delle due società scisse verrebbero fissati dal mercato, poiché entrambe sarebbero quotate. È l’ipotesi preferita da Vivendi. Il gruppo francese non vuole “svendere” la rete ed è contrario a fonderla con Open Fiber a valori non di mercato. Vivendi sta anche cercando di avere chiarezza sulle condizioni che potrebbe imporre Bruxelles e avrebbe chiesto a uno studio legale di studiare i possibili risvolti di un’offerta da parte di Open Fiber. Che a quanto pare non è stata ancora del tutto archiviata. Ci sono spinte affinché il tavolo del governo riesamini anche l’opzione di vendita della rete di Tim alla società controllata da Cdp. Sono circolate voci su un tentativo di sensibilizzare l’Eliseo per una moral suasion su Vincent Bolloré, che sarebbe però caduto nel vuoto. Sia la Cassa sia il gruppo telefonico hanno sempre ritenuto la vendita della rete la soluzione più immediata per portare capitali al gruppo telefonico, allentando così la pressione sui conti e sul debito e ridurre i costi del personale in capo a Tim, che nella NetCo avrebbe trasferito circa 20 mila persone. Ma il governo non l’ha ritenuta una soluzione priva di rischi e al momento non sarebbe tra quelle sul tavolo di Urso e Butti, che sulle opzioni concretamente allo studio continuano a mantenere il più stretto riserbo.
 
Ho letto solo ora di quel tizio, Alberto Pretto, che possiede 18 milioni di azioni TIM.
Chissà che loss
 

Rete Tim, partita da 15 miliardi​

Il dialogo con Parigi per Vivendi​

Come potrebbe cambiare l’offerta di Cdp. Le opzioni sul tavolo del governo​

di Federico De Rosa​


Il tavolo istituito dal governo per trovare la soluzione per portare la rete di telecomunicazioni sotto il controllo pubblico inizia a prendere forma. Nei giorni scorsi ci sono state le verifiche “politiche”, ma per incasellare tutti gli elementi e avviare il confronto con gli azionisti di Tim e Open Fiber potrebbe servire ancora qualche giorno.
Trattandosi di un dossier molto delicato, in cui ci sono numerosi interessi in gioco, le ipotesi che circolano sul mercato sono tante. Per arrivare a una sintesi il governo vuole ascoltare Vivendi, Macquarie e Kkr che potrebbero essere convocati la prossima settimana al tavolo affidato al ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso e al sottosegretario all’Innovazione di Palazzo Chigi, Alessio Butti.
L’ipotesi di un’Opa, totale o parziale, promossa dai grandi azionisti — Vivendi, Cdp, Macquarie e Kkr —, sarebbe una delle soluzioni su cui potrebbero essere fatte verifiche. Il delisting di Tim renderebbe senza dubbio più semplice fissare i valori per la separazione tra rete e servizi e la successiva assegnazione delle azioni. Cdp e Macquarie potrebbero conferire Open Fiber e prendere il controllo dell’infrastruttura, lasciando a Vivendi la ServCo, la società a cui verrebbero conferiti gli asset commerciali. Un’opzione valida anche lasciando Tim quotata. Con la differenza che in questo caso i valori delle due società scisse verrebbero fissati dal mercato, poiché entrambe sarebbero quotate. È l’ipotesi preferita da Vivendi. Il gruppo francese non vuole “svendere” la rete ed è contrario a fonderla con Open Fiber a valori non di mercato. Vivendi sta anche cercando di avere chiarezza sulle condizioni che potrebbe imporre Bruxelles e avrebbe chiesto a uno studio legale di studiare i possibili risvolti di un’offerta da parte di Open Fiber. Che a quanto pare non è stata ancora del tutto archiviata. Ci sono spinte affinché il tavolo del governo riesamini anche l’opzione di vendita della rete di Tim alla società controllata da Cdp. Sono circolate voci su un tentativo di sensibilizzare l’Eliseo per una moral suasion su Vincent Bolloré, che sarebbe però caduto nel vuoto. Sia la Cassa sia il gruppo telefonico hanno sempre ritenuto la vendita della rete la soluzione più immediata per portare capitali al gruppo telefonico, allentando così la pressione sui conti e sul debito e ridurre i costi del personale in capo a Tim, che nella NetCo avrebbe trasferito circa 20 mila persone. Ma il governo non l’ha ritenuta una soluzione priva di rischi e al momento non sarebbe tra quelle sul tavolo di Urso e Butti, che sulle opzioni concretamente allo studio continuano a mantenere il più stretto riserbo.
Qualcuno ha capito da dove esce "partita da 15 miliardi". Questo è l'esempio del pressapochismo con il quale ci si avvicina alla questione TIM . L'artcicolo non aggiunge nulla di nulla a quanto già si sapeva. Si afferma, in buona sostanza, che la questione è sui tavoli del governo. E noi ringraziamo per la rivelazione.
 
Qualcuno ha capito da dove esce "partita da 15 miliardi". Questo è l'esempio del pressapochismo con il quale ci si avvicina alla questione TIM . L'artcicolo non aggiunge nulla di nulla a quanto già si sapeva. Si afferma, in buona sostanza, che la questione è sui tavoli del governo. E noi ringraziamo per la rivelazione.
Nel senso di prezzi a partire da 15 mld, stile poltronesofa
 
Nel senso di prezzi a partire da 15 mld, stile poltronesofa
Qua l'unica cosa che Butti e compagnia cantante devono capire è che bisogna fare meno chiacchiere che manipolano il mercato e più fatti.
Il compito della politica è risolvere i problemi e non contribuire a crearli.
Il paragone poi è azzeccato, Poltronesofa e la politica hanno in comune che entrambi sono dei poltronifici ...
 
50 milioni di pezzi in 20' non sono pochi
 
Sono in Loop è come quando cerchi di comprare una casa a buon prezzo...pero' il venditore ha gia' un mutuo sopra al 100%...e lo sconto non te lo puo' fare.....se la vuoi ti accolli tutto il mutuo e non tiri fuori un euro....ecco il vero problema della rete TIM....i debiti non si cancellano facilmente...specie se le banche sanno che la rete sta per diventare pubblica e fa gola allo stato......forse questa del debito torna a nostro favore...basta evitare ADC a tutti i costi e resistere....lacapriola datte na mossa proponi transazione a 0 tutto accollo debito e dipendenti !!!
 
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