Scritto da watson
Offendere per telefono? Non è diffamazione
La Cassazione ha assolto una donna che tempestava di telefonate la presunta amante del marito: quel tipo di reato è escluso se non coinvolge almeno due persone contemporaneamente.
ROMA – Al telefono si può dire ciò che si vuole, sfogando ogni risentimento anche con parole pesanti, senza incorrere nel reato di diffamazione. Lo ha stabilito una sentenza della Corte di Cassazione, che ha assolto con formula piena una donna di 43 anni.
Rosa M., calabrese, per ben tre mesi ha tempestato di telefonate, giorno e notte, la famiglia di una ragazza, Lucia N., che secondo lei era l’amante del marito. Per ore sbraitava con la madre ed il fratello di lei, cui chiedeva di allontanarla dal marito, senza risparmiarsi parole forti.
Il tribunale di Catanzaro l’aveva condannata in primo grado al pagamento di una multa da 206 euro, oltre al risarcimento dei danni arrecati alle persone molestate.
La Corte Suprema, invece, ha respinto il verdetto in quanto la diffamazione telefonica, afferma, non esiste. “Il reato di diffamazione – spiega nella sentenza (la n. 32689) – richiede quale requisito indispensabile per la sua configurabilità, che la divulgazione del fatto offensivo avvenga, quanto meno, nei confronti di due persone, qualunque sia il mezzo utilizzato.
Poiché Rosa molestava prima il fratello e poi la madre di Lucia, il reato non sussiste. La donna è stata pertanto assolta.
( 6 AGOSTO 2003; ORE 18:55)