e' possibile per un artista restare sempre allo stesso livello per 50anni pur cambiano formula?
È possibile. Da Michelangelo a Jasper Johns un genio puro mantiene sempre la sua parabola ascendente, sino alla morte.
Il problema non è tanto il cambiar formula, il problema è raccontare i sogni.
Purtroppo, molti artisti smettono di sognare superati gli anni della ragione, e vanno avanti solo per precedente fama e qualche speculatore che li tira perché si deve rivendere le loro opere maggiorate di guadagno.
Rispetto Pozzati e tutto il resto, ma francamente ritengo che tra i giganti del pop del suo tempo era uno che passava di lì e niente più.
Visto che ne sai parecchio, a tuo avviso come potrebbe funzionare il mercato del lucro su un artista così.
Veramente ne so pochino, visto che opero solo per passione
Comunque, il mercato del lucro funziona sempre alla stessa maniera un poco per tutti (salvo rarissime eccezioni, che confermano la regola): da giovanissimo il pittore fa la fame, se non è ricco di famiglia e benestante (cosa rara, comunque). E la fame la fa (in solitudine perché viene sputacchiato da tutti, famiglia ed affetti), sino a circa 35 anni, girando di galleria in galleria e vendendosi le sue opere per un tozzo di pane (letteralmente). Se sopravvive agli stenti della fame, alle bollette e ai pignoramenti, e se non demorde ed è dotato di volontà e forza d'animo fuori dal comune, prima o poi imbrocca la galleria o il mercante giusto, che non lo paga più con pane e formaggio ma ci mette, suo buon cuore, pure una fetta di mortadella e un chinotto.
I galleristi ed i mercati più scaltri lo mettono sotto pseudo-contratto, ovvero gli comprano un tot di opere ogni tot di tempo, e ovviamente le pagano molto, ma molto poco.
Gli organizzano mostre sempre un poco più importanti, sino a portarlo almeno a una vaga conoscenza nazionale.
Da lì in poi gli scenari sono molteplici, ma solitamente verso i 40 anni c'è la grossa mostra prestigiosa, che non è quasi mai a vantaggio dell'artista ma di chi in tutto questo tempo ha accumulato le sue opere in magazzino.
A seconda di come va la prova del fuoco, l'artista viene abbandonato da chi lo aveva spinto sino a quel momento oppure le sue quotazioni salgono considerevolmente, e da lì in poi la strada sarà in discesa. Scatta la febbre della speculazione (come nella borsa), e tutti li ad acquistare le sue opere... e quelli che si sfregano le mani sono gli speculatori iniziali che hanno comperano ad 1 e rivendono a 10... (se questo di ricorda Piazza Affari piuttosto che NYSE hai fatto bingo). Tutto ciò, comunque, è raro che succeda ed è rarissimo che succeda in Italia: generalmente, non tutti gli artisti hanno la forza d'animo disumana per far breccia in un mercato quanto mai classista, razzista e meschino come quello dell'arte (vi piaccia o no, è così). E c'è pure da dire che trovare un finanziatore che ti compra le opere quando non sei nessuno (a poco e va bene, però almeno qualcosa ti paga) era difficile un secolo fa ed è difficile anche ora, forse più.
Comunque, dopo tutto questa storia, se le cose sono andate bene l'artista è ormai abbastanza vecchio: se è un genio la cosa non ha importanza, se è solo un bravo artista il peso delle sofferenze, degli anni e delle lotte impari si fa sentire.
E la produzione ne risente, e parecchio.
Poi quando sta per tirar le cuoia, ritornano alla luce gli speculatori: grandi premi e grandi mostre, molta pubblicità a pagamento, qualche spintarella ai Comuni per qualche patrocinato, se va bene qualche spintarella pure dal Ministero dei Beni Culturali... e le quotazioni che erano rimaste stagnanti risalgono....
Poi l'artista tira le cuoia e quindi la produzione cessa: e via allora con il rimettere sul mercato le opere comperate lustri addietro, via a vendersi anche uno schizzo su carta, basta che proviene da lui... nei casi estremi (tipo Schifano), i falsi fioccano.
Fine della storia.
Triste, brutta, orrenda, purtroppo vera.
E questa storia è per chi comunque, bene o male, è riuscito a far quello che voleva nella vita: il pittore, lo scultore, l'artista.
Ancor più triste e orrenda è la storia dei geni assoluti a cui non è stato consentito di creare, e una società fascista, logora e marcia ha costretto a diventare netturbini per sopravvivere... purtroppo, la quantità di queste storie supera di gran lunga quella raccontata poc'anzi.
Per concludere: stai tranquillo che Pozzati rientra nella storia classica a lieto fine. Tra un po' arriverà la super-ultra-mega-mostra della carriera, e partirà ancora il circo che ti ho detto.