freude
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EMERGENZA POST TERREMOTO: TASSE
Le conseguenze per chi ha perso tutto e non potrà pagare le tasse
L’unica agevolazione che il Governo ha concesso ai terremotati per consentire il pagamento differito delle imposte, è quella che consente di richiedere un prestito bancario col quale adempiere all’obbligo di versare i tributi entro il 17 dicembre.
Per ottenere tale beneficio, contemplato dal comma 7 dell’art. 11 del D.L. 174/2012 (inizialmente previsto solo per le imprese, poi esteso ad agricoltori, lavoratori autonomi e dipendenti dall’art. 1, 2° comma del DL 194/2012), era necessario compilare un modulo predisposto dall’Agenzia delle Entrate, presentarlo entro il 30 novembre e, con quello, recarsi (sempre entro il 30 novembre) in banca per ottenere il predetto finanziamento, per mezzo del quale assolvere le imposte ed i contributi dovuti. Il terremotato avrà poi l’obbligo di rimborsare il tale prestito entro due anni, in caso contrario provvederà Equitalia a riscuotere le rate coattivamente (ossia ipotecando, pignorando, imponendo il fermo amministrativo ai veicoli, ecc.).
Per ottenere tale agevolazione era però necessario dichiarare (sotto minaccia di responsabilità penali per eventuali dichiarazioni mendaci) di possedere entrambi i seguenti requisiti:
1. aver subito danni diretti che consentano di accedere ai contributi di cui all’art. 3[1] del DL 74/2012 o all’art. 3-bis[2] del DL 95/2012;
2. che i suddetti danni (da comprovare con apposite perizie) sono stati di entità tale da condizionare ancora una ripresa piena dell’attività lavorativa[3].
Pertanto non aveva diritto a tale concessione chi:
Ø ha subito solo danni indiretti (ossia dovuti a riduzioni del fatturato o degli incassi a causa di clienti terremotati in difficoltà, ecc.);
Ø pur avendo subito danni diretti, ha potuto riprendere la piena attività produttiva.
Occorre quindi domandarsi cosa succederà a quei disgraziati che, dopo aver perso la casa od il lavoro od entrambi o hanno subito solo danni indiretti, hanno scelto di non contrarre un debito per pagare le imposte e non potranno permettersi di pagarle, perché hanno già contratto altri debiti od hanno dato fondo ai propri risparmi per superare le fasi più acute dell’emergenza.
La risposta è semplice: l’onnipresente Equitalia presenterà loro il conto...
continua qui:
Sisma .12
Le conseguenze per chi ha perso tutto e non potrà pagare le tasse
L’unica agevolazione che il Governo ha concesso ai terremotati per consentire il pagamento differito delle imposte, è quella che consente di richiedere un prestito bancario col quale adempiere all’obbligo di versare i tributi entro il 17 dicembre.
Per ottenere tale beneficio, contemplato dal comma 7 dell’art. 11 del D.L. 174/2012 (inizialmente previsto solo per le imprese, poi esteso ad agricoltori, lavoratori autonomi e dipendenti dall’art. 1, 2° comma del DL 194/2012), era necessario compilare un modulo predisposto dall’Agenzia delle Entrate, presentarlo entro il 30 novembre e, con quello, recarsi (sempre entro il 30 novembre) in banca per ottenere il predetto finanziamento, per mezzo del quale assolvere le imposte ed i contributi dovuti. Il terremotato avrà poi l’obbligo di rimborsare il tale prestito entro due anni, in caso contrario provvederà Equitalia a riscuotere le rate coattivamente (ossia ipotecando, pignorando, imponendo il fermo amministrativo ai veicoli, ecc.).
Per ottenere tale agevolazione era però necessario dichiarare (sotto minaccia di responsabilità penali per eventuali dichiarazioni mendaci) di possedere entrambi i seguenti requisiti:
1. aver subito danni diretti che consentano di accedere ai contributi di cui all’art. 3[1] del DL 74/2012 o all’art. 3-bis[2] del DL 95/2012;
2. che i suddetti danni (da comprovare con apposite perizie) sono stati di entità tale da condizionare ancora una ripresa piena dell’attività lavorativa[3].
Pertanto non aveva diritto a tale concessione chi:
Ø ha subito solo danni indiretti (ossia dovuti a riduzioni del fatturato o degli incassi a causa di clienti terremotati in difficoltà, ecc.);
Ø pur avendo subito danni diretti, ha potuto riprendere la piena attività produttiva.
Occorre quindi domandarsi cosa succederà a quei disgraziati che, dopo aver perso la casa od il lavoro od entrambi o hanno subito solo danni indiretti, hanno scelto di non contrarre un debito per pagare le imposte e non potranno permettersi di pagarle, perché hanno già contratto altri debiti od hanno dato fondo ai propri risparmi per superare le fasi più acute dell’emergenza.
La risposta è semplice: l’onnipresente Equitalia presenterà loro il conto...
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