TIM: dai capitani coraggiosi agli azionisti coraggiosi... la volta buona?

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

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TIM: convocata nuova riunione del CdA il 24 febbraio per decidere sull’offerta non vincolante di KKR

Il Consiglio di Amministrazione di TIM, riunitosi sotto la presidenza di Salvatore Rossi, ha deciso di convocarsi nuovamente il 24 febbraio prossimo per decidere in ordine all’offerta non vincolante ricevuta da KKR per NetCo.

TIM rimane aperta a valutare ogni eventuale alternativa che dovesse nel frattempo concretizzarsi, e continuerà nel dialogo con i propri stakeholders.



Roma, 2 febbraio 2023
 
Due ore no ma neanche 20 giorni, ci sono decisioni piu' importanti del destino di Tim che si sono prese in pochi giorni, qui il segnale al mercato e' di non disturbare il conducente, ripeto che lo strano non e' il comportamento del board ma la recidiva di KKR
ma seriamente qualcuno si aspettava un esito diverso? Cosa avrebbero dovuto dire? Possiamo solo aspettare che qualcun altro faccia una contromossa ma non ci spero. E' più facile che qualche politico faccia qualche sproloquio e tutti giù.
Io domani alleggerisco, c'è tempo per rifarsi
No, ma se riunisci un cda d’urgenza il giorno stesso allo scopo di valutare l’offera arrivata e poi ti prendi 20 giorni, vuol dire che o stai dando tempo a qualcuno di fare le contomosse o se scemo del tutto . Su questo il nostro caro presidente ha impiegato 4 mesi l'ultima volta per decidere su una DD……
 
frasi già sentite ai tempi dei capitani coraggiosi e alitalia
quelli non tirarono fuori una lira…..e accollarono al gruppo 40 mld di debiti…..quindi la smettano di menare il can per aria e se tirano fuori 16 mld piu debiti se la portano a casa…..altrimenti Vivendi ci si accende una sigaretta…..tanto dietro i ribassi di TIM ci sono gli off shore di Vivendi che perde su quota aziendale e guadagna sui traffici privati…..pilotati da qualche isola esotica….
 
quelli non tirarono fuori una lira…..e accollarono al gruppo 40 mld di debiti…..quindi la smettano di menare il can per aria e se tirano fuori 16 mld piu debiti se la portano a casa…..altrimenti Vivendi ci si accende una sigaretta…..tanto dietro i ribassi di TIM ci sono gli off shore di Vivendi che perde su quota aziendale e guadagna sui traffici privati…..pilotati da qualche isola esotica….
La tue certezze sono disarmanti.
 
No, ma se riunisci un cda d’urgenza il giorno stesso allo scopo di valutare l’offera arrivata e poi ti prendi 20 giorni, vuol dire che o stai dando tempo a qualcuno di fare le contomosse o se scemo del tutto . Su questo il nostro caro presidente ha impiegato 4 mesi l'ultima volta per decidere su una DD……
La recidiva di KKR significa che è in combutta con Vivendi e Pantalone ne pagherà le conseguenze...alla faccia dei Patrioti!
 
ciao
vi leggo da un po' di tempo, ho piu' o meno 300k azioni telecom non ho mai quasi scritto perche' penso che un forum su una large cap abbia la dinamica tipica del .....ah sale io sono entrato ieri sera e ho un gain del 27%, o al contrario ah scende del 2,5% sono tutti dei b.....i ,e' tutto un magna magna mai piu' su questo titolo.
rompo questa convinzione perche' non capisco il pessimismo cosmico di alcuni messaggi, le dinamiche della seconda manifestazione di interesse di kkkr sono completamente diverse dalla precedente , il cda e' stato convocato in meno di 12 ore e ha preso un tempo ragionevole per decidere, visto che nel frattempo ci sara' il nuovo piano industriale che dovra' indicare quali sono le lineee strategiche su cui sviluppare una TI senza la rete(ps se riusciute non aggiungete fissa e' molto anni 90).
ovviamente gia' messe in conto le eventuali pernacchie che arriveranno.
buona giornata a tutti
 
Riunione straordinaria del board che il 24 febbraio risponderà al fondo americano. Il governo temporeggia: "Difendere occupazione e sicurezza"
Tim, venti giorni per decidere su Kkr ma il cda apre ad altre offerte per la rete




Francesco Spini
Milano
È un'offerta molto articolata, quella recapitata ieri da Kkr a Tim per rilevare la maggioranza della sua rete. Attraverso una serie di earn-out legati alle performance, valorizzerebbe l'infrastruttura nel complesso intorno ai 20 miliardi di euro, in una forchetta che oscillerebbe tra 19 e 22 miliardi. Giunto al quarto tentativo per partecipare alla corsa all'oro della fibra, il fondo Usa punta su «una quota partecipativa da definire» della futura Netco, la società di rete, come si legge in una nota di Telecom, «fermo restando che dall'acquisto scaturirebbe la perdita dell'integrazione verticale rispetto a Tim». Tradotto: il fondo, che ha già il 37,5% dell'ultimo miglio (FiberCop), vuole la maggioranza dell'infrastruttura, compresi i cavi internazionali di Sparkle. Tuttavia non preclude spazi per un soggetto pubblico diverso da Cdp, già impegnata nel medesimo business tramite Open Fiber nonché secondo socio di Tim al 9,8% dietro i francesi di Vivendi, al 23,75%. Secondo Kkr, la presenza della Cassa nell'operazione sarebbe un ostacolo per motivi legati all'antitrust europeo e ai possibili rimedi che potrebbe richiedere.
La proposta non vincolante di Kkr, affiancato nell'occasione da JpMorgan, Morgan Stanley e Citi, è stata sottoposta in serata a un primo esame del cda di Tim. Il quale, spiega una nota, ha deciso di «convocarsi nuovamente il 24 febbraio prossimo», dopo la presentazione del nuovo piano di Telecom prevista il 14, «per decidere in ordine all'offerta», che nel frattempo sarà passata ai raggi X dagli advisor Goldman Sachs, Vitale&Co e Mediobanca. Una responsabilità gravosa per il cda decidere, non essendovi rappresentati i grandi azionisti: né Vivendi (dopo le dimissioni di Arnaud de Puyfontaine) né Cdp visto che il suo presidente Giovanni Gorno Tempini (che pure ufficialmente non rappresenta Cassa) si trova in conflitto di interesse sui temi di rete e non può partecipare alle discussioni. In fondo si spera ancora di poter scegliere tra più pretendenti: «Tim – prosegue il comunicato – rimane aperta a valutare ogni eventuale alternativa che dovesse nel frattempo concretizzarsi, e continuerà nel dialogo con i propri stakeholders». Non mancano le voci che vorrebbero Cdp pronta a sua volta a calare le carte. Cassa, per procedere, attenderebbe però di avere indicazioni dal governo, quando invece non vi sono certezze né sullo schema desiderato, né sugli incentivi preannunciati.
La Borsa sembra credere nella svolta, il titolo balza del 9,54% a 28,7 centesimi, sui massimi da giugno. I francesi di Vivendi sono invece cauti e per ora il loro è un «no comment». Di certo i 20 miliardi sono un passo in avanti rispetto alle voci secondo cui Cdp non avrebbe superato i 19. Va ricordato che Parigi ne ha sempre chiesti 31, includendo però anche la fusione con Open Fiber (saltata) e la possibile Rab per un monopolio (che non si verificherà). Le loro stime potrebbero scendere di 2-3 miliardi almeno. Il dialogo è possibile, la distanza permane.
Altro punto interrogativo riguarda il governo, che dell'italianità della rete («a controllo pubblico», tuonavano la premier Giorgia Meloni e i suoi ministri) aveva fatto una bandiera. Tutto dimenticato? La reazione ufficiale è stata affidata a una nota del Mimit in cui si spiega che il governo «segue con attenzione» l'offerta. L'esecutivo «reputa centrali la salvaguardia dei livelli occupazionali e la sicurezza di una infrastruttura strategica». Quindi «su questi presupposti si valuteranno gli sviluppi». Che includono i ragionamenti sul «golden power», i poteri speciali introdotti proprio per salvaguardare le attività che lo Stato reputa strategiche.
L'offerta arriva con un governo non del tutto allineato sul dossier, che potrebbe ora finire sotto le cure dirette di ministero dell'Economia e Palazzo Chigi, nonostante il tavolo del Mimit, finora senza esiti concreti, resti in piedi. Una soluzione è urgente. Tim è sempre più concentrata a diminuire il proprio debito da 30 miliardi, con costi in aumento. Il rischio è che possa trascurare lo sviluppo della fibra e gli obiettivi del Pnrr. Toccando queste corde Kkr è convinto di poter aprire porte e portoni, con una soluzione immediata, senza problemi antitrust e che da subito permetterebbe di risolvere l'annosa questione del debito, avere un'efficiente società di rete e una azienda di servizi rivalutata e sgravata dai debiti. Sono in molti però a scommettere che la partita non finisca qui. —
La Stampa 3.2.2023
 
Riunione straordinaria del board che il 24 febbraio risponderà al fondo americano. Il governo temporeggia: "Difendere occupazione e sicurezza"
Tim, venti giorni per decidere su Kkr ma il cda apre ad altre offerte per la rete




Francesco Spini
Milano
È un'offerta molto articolata, quella recapitata ieri da Kkr a Tim per rilevare la maggioranza della sua rete. Attraverso una serie di earn-out legati alle performance, valorizzerebbe l'infrastruttura nel complesso intorno ai 20 miliardi di euro, in una forchetta che oscillerebbe tra 19 e 22 miliardi. Giunto al quarto tentativo per partecipare alla corsa all'oro della fibra, il fondo Usa punta su «una quota partecipativa da definire» della futura Netco, la società di rete, come si legge in una nota di Telecom, «fermo restando che dall'acquisto scaturirebbe la perdita dell'integrazione verticale rispetto a Tim». Tradotto: il fondo, che ha già il 37,5% dell'ultimo miglio (FiberCop), vuole la maggioranza dell'infrastruttura, compresi i cavi internazionali di Sparkle. Tuttavia non preclude spazi per un soggetto pubblico diverso da Cdp, già impegnata nel medesimo business tramite Open Fiber nonché secondo socio di Tim al 9,8% dietro i francesi di Vivendi, al 23,75%. Secondo Kkr, la presenza della Cassa nell'operazione sarebbe un ostacolo per motivi legati all'antitrust europeo e ai possibili rimedi che potrebbe richiedere.
La proposta non vincolante di Kkr, affiancato nell'occasione da JpMorgan, Morgan Stanley e Citi, è stata sottoposta in serata a un primo esame del cda di Tim. Il quale, spiega una nota, ha deciso di «convocarsi nuovamente il 24 febbraio prossimo», dopo la presentazione del nuovo piano di Telecom prevista il 14, «per decidere in ordine all'offerta», che nel frattempo sarà passata ai raggi X dagli advisor Goldman Sachs, Vitale&Co e Mediobanca. Una responsabilità gravosa per il cda decidere, non essendovi rappresentati i grandi azionisti: né Vivendi (dopo le dimissioni di Arnaud de Puyfontaine) né Cdp visto che il suo presidente Giovanni Gorno Tempini (che pure ufficialmente non rappresenta Cassa) si trova in conflitto di interesse sui temi di rete e non può partecipare alle discussioni. In fondo si spera ancora di poter scegliere tra più pretendenti: «Tim – prosegue il comunicato – rimane aperta a valutare ogni eventuale alternativa che dovesse nel frattempo concretizzarsi, e continuerà nel dialogo con i propri stakeholders». Non mancano le voci che vorrebbero Cdp pronta a sua volta a calare le carte. Cassa, per procedere, attenderebbe però di avere indicazioni dal governo, quando invece non vi sono certezze né sullo schema desiderato, né sugli incentivi preannunciati.
La Borsa sembra credere nella svolta, il titolo balza del 9,54% a 28,7 centesimi, sui massimi da giugno. I francesi di Vivendi sono invece cauti e per ora il loro è un «no comment». Di certo i 20 miliardi sono un passo in avanti rispetto alle voci secondo cui Cdp non avrebbe superato i 19. Va ricordato che Parigi ne ha sempre chiesti 31, includendo però anche la fusione con Open Fiber (saltata) e la possibile Rab per un monopolio (che non si verificherà). Le loro stime potrebbero scendere di 2-3 miliardi almeno. Il dialogo è possibile, la distanza permane.
Altro punto interrogativo riguarda il governo, che dell'italianità della rete («a controllo pubblico», tuonavano la premier Giorgia Meloni e i suoi ministri) aveva fatto una bandiera. Tutto dimenticato? La reazione ufficiale è stata affidata a una nota del Mimit in cui si spiega che il governo «segue con attenzione» l'offerta. L'esecutivo «reputa centrali la salvaguardia dei livelli occupazionali e la sicurezza di una infrastruttura strategica». Quindi «su questi presupposti si valuteranno gli sviluppi». Che includono i ragionamenti sul «golden power», i poteri speciali introdotti proprio per salvaguardare le attività che lo Stato reputa strategiche.
L'offerta arriva con un governo non del tutto allineato sul dossier, che potrebbe ora finire sotto le cure dirette di ministero dell'Economia e Palazzo Chigi, nonostante il tavolo del Mimit, finora senza esiti concreti, resti in piedi. Una soluzione è urgente. Tim è sempre più concentrata a diminuire il proprio debito da 30 miliardi, con costi in aumento. Il rischio è che possa trascurare lo sviluppo della fibra e gli obiettivi del Pnrr. Toccando queste corde Kkr è convinto di poter aprire porte e portoni, con una soluzione immediata, senza problemi antitrust e che da subito permetterebbe di risolvere l'annosa questione del debito, avere un'efficiente società di rete e una azienda di servizi rivalutata e sgravata dai debiti. Sono in molti però a scommettere che la partita non finisca qui. —
La Stampa 3.2.2023
A kkr telecom piace, perche sa che puo raddoppiare l investimento ( altrimenti lascerebbe perdere ). Le dimissioni di de put. Poche settimane prima dell offerta puzza di accordo.....altrimenti restava demtro. Quantomeno gli advisor si pronunceranno nuivamente sul vL9re di tim, per cui si capira che le attuali quotazioni sono ridicole. Comunque vada 10k dipendenti andranno a casa....se l hanno fatto in alitalia sinpuo fare anche inntelecom.
 
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