M1chelasso
Detto anche "il barbiere di Siviglia"
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Ho avuto il piacere, si fa per dire di transitare per la Turchia di recente come step intermedio per la mia destinazione finale e premetto che di cose strane in anni di viaggi ne ho visti ma l'inefficienza, i pasticci e le fregature negli aeroporto di Istanbul restano imbattuti.
Iniziano dal fatto che i controlli fai sia prima di imbarcarti sia anche solo entrano in aeroporto, cosa che capisco visto il rischio terrorismo che esiste in quel paese.
Quello che non capisco è il casino con la struttura mal gestita, file troppo brevi e in troppo poco spazio per il volume di entranti con personaggio buffi che saltano la fila, fregano i cestelli di chi gli sta di fronte e altra roba sotto gli occhi della sicurezza che invece se ne frega.
Ogni aeroporto di paese civile rende un wifi libero e aperto ai suoi frequentatori, qui no o meglio ti dicono di si ma difatto è no.
Esiste un wifi "libero" che richiede un codice accessibile agli usufruitori dell'aeroporto ma per averlo devi sbloccare un pin...chissà che qualcuno a santa sofia si colleghi al wifi dell'aeroposto eh.
Il fatto che è al box informazioni non parlano inglese e ripetono a pappagallo "go second floor" sia che tu abbia problemi con i documenti, con la carta di imbarco, che ti serva il pin wifi o che tuo figlio sia sparito.."go second floor".
Gli impiegati degli esercizi commerciali parlando spesso un buon inglese, lo staff dell'aeroporto no o almeno quelli con cui ho provato ad interagire, ti indicano dei posti non ben definiti con il braccio.
Se chiedi ai camerieri dove hai comprato del cibo non ti dicono sto benedetto pin ma ti invitano ad andare nella lobby, nella lobby ti dicono di andare al box informazioni e ovviamente sulla carta di imbarco non risulta nulla che ti serve a riguardo.
In sostanza devi pagare per il wifi cosi come devi pagare 1 euro perfino per il carrello sui cui spingere i bagagli, roba che in Italia non la ricordo neanche 20 anni fa.
Ciliegina sulla torta i taxisti non parlano inglese e hanno anche seria difficoltà a capire gli indirizzi perfino se gli fai leggere un pezzo di carta o un sms tanto che nel mio caso ho dovuto bruciarmi il credito telefonico italiano chiamando in roaming una persona che potesse tradurre.
Non gli è passato per la testa quando gli ho fatto vedere il numero turco di chiamare con il suo cellulare o forse non gliene fregava una sega, stessa cosa successa con un altro taxista che mi ha lasciato non so dove e se non fosse stato per una signora che parlava inglese in un locale non sarei riuscito ad arrivare dove dovevo.
Perfino l'aeroporto di Belgrado o quelli delle repubbliche baltiche sembrano il JFK a confronto.
Iniziano dal fatto che i controlli fai sia prima di imbarcarti sia anche solo entrano in aeroporto, cosa che capisco visto il rischio terrorismo che esiste in quel paese.
Quello che non capisco è il casino con la struttura mal gestita, file troppo brevi e in troppo poco spazio per il volume di entranti con personaggio buffi che saltano la fila, fregano i cestelli di chi gli sta di fronte e altra roba sotto gli occhi della sicurezza che invece se ne frega.
Ogni aeroporto di paese civile rende un wifi libero e aperto ai suoi frequentatori, qui no o meglio ti dicono di si ma difatto è no.
Esiste un wifi "libero" che richiede un codice accessibile agli usufruitori dell'aeroporto ma per averlo devi sbloccare un pin...chissà che qualcuno a santa sofia si colleghi al wifi dell'aeroposto eh.
Il fatto che è al box informazioni non parlano inglese e ripetono a pappagallo "go second floor" sia che tu abbia problemi con i documenti, con la carta di imbarco, che ti serva il pin wifi o che tuo figlio sia sparito.."go second floor".
Gli impiegati degli esercizi commerciali parlando spesso un buon inglese, lo staff dell'aeroporto no o almeno quelli con cui ho provato ad interagire, ti indicano dei posti non ben definiti con il braccio.
Se chiedi ai camerieri dove hai comprato del cibo non ti dicono sto benedetto pin ma ti invitano ad andare nella lobby, nella lobby ti dicono di andare al box informazioni e ovviamente sulla carta di imbarco non risulta nulla che ti serve a riguardo.
In sostanza devi pagare per il wifi cosi come devi pagare 1 euro perfino per il carrello sui cui spingere i bagagli, roba che in Italia non la ricordo neanche 20 anni fa.
Ciliegina sulla torta i taxisti non parlano inglese e hanno anche seria difficoltà a capire gli indirizzi perfino se gli fai leggere un pezzo di carta o un sms tanto che nel mio caso ho dovuto bruciarmi il credito telefonico italiano chiamando in roaming una persona che potesse tradurre.
Non gli è passato per la testa quando gli ho fatto vedere il numero turco di chiamare con il suo cellulare o forse non gliene fregava una sega, stessa cosa successa con un altro taxista che mi ha lasciato non so dove e se non fosse stato per una signora che parlava inglese in un locale non sarei riuscito ad arrivare dove dovevo.
Perfino l'aeroporto di Belgrado o quelli delle repubbliche baltiche sembrano il JFK a confronto.