TRUFFA ETRURIA...!!!...CAP 5...Sperando sia conclusivo

Ex Banca Etruria, il crac presenta il conto: i Pm chiedono condanne per 64 anni
La pena più alta sollecitata per Rigotti (6 e 6 mesi). A seguire Guerrini e Baiocchi ( 5 e 4 mesi). Inghirami a 4,9. Federici (Sacci) a 4 e Rosi a 3,9

di Salvatore Mannino
Articolo I Pm del Crac Bpel: "Condannate i 24 imputati". 6 anni e 6 mesi a Rigotti, le richieste

L
Arezzo, 14 maggio 2021 - Uno degli imputati eccellenti della bancarotta Etruria dice dopo, fra il sincero e il sarcastico, che si aspettava di peggio. Il che non toglie che il conto presentato dalla procura per il crac di quella che fu la banca degli aretini e di cui, dopo le fusioni, non resta quasi niente sia ugualmente pesante (64 anni totali e spiccioli). Meno pesante di quanto si potesse paventare se il termine di paragone era il crac di Eutelia, ma le pene più alte che i Pm Julia Maggiore e Angela Masiello chiedono al termine della loro requisitoria nel maxi-processo sono di quelle per le quali si può finire in galera.


E sarebbe il suggello più drammatico di quel Macbeth in salsa aretina che è stata la Grande Tragedia di via Calamandrei, una banca inghiottita da un buco nero. Il prezzo più alto lo paga Alberto Rigotti, il finanziere milanesetrentino che il carcere l’ha già conosciuto per il crac del suo gruppo editoriale on line e che è accusato da ex consigliere di amministrazione di aver provocato alla banca sofferenze per oltre venti milioni: sei anni e mezzo la richiesta della procura.
 
IL MAXI-PROCESSO PER LA BANCAROTTA: SECONDA GIORNATA DI DISCUSSIONE

"Dipinti come città del malaffare" Crac Etruria, il Comune in aula
Tocca anche ai risparmiatori azzerati parte civile: la parabola discendente di Bpel iniziata già molti anni prima

Una protesta degli azzerati, ora parte civile al processo per il crac Etruria


"Per colpa del crac Etruria siamo stati dipinti come la città del malaffare, mentre Arezzo è tutt’altra cosa". Il giorno dopo la richiesta di pene per 64 anni a carico di 24 ex amministratori e dirigenti di Banca Etruria coinvolti nel maxi-processo per il crac, tocca alla parte civile Comune, che scende in campo con l’arringa dell’avvocato Jessica Nocciolini, cui tocca appunto di svolgere il compito affidatole da Palazzo Cavallo: difendere l’immagine degli aretini dagli effetti nefasti di un caso politico-mediatico che ha avuto risonanza, non certo positiva, a livello nazionale.

In aula parla anche un’altra parte civile, l’avvocato Lorenza Calvanese che si è costituita per conto di otto azzerati (ma quelli che sono rappresentati nel processo sono molti di più.

La parabola discendente di Bpel, dice, comincia molto prima delle lettere del governatore di Bankitalia. Già dal 2002 c’erano stati i primi allarmi, già nel 2007 c’erano state ispezioni con esito negativo. Il crac insomma è solo l’ultimo effetto di una crisi di lungo periodo che ha visto protagonisti quanti ora sono imputati nel processo.

Lorenza Calvanese chiede una provvisionale di 5 mila euro per ciascuno dei suoi assistiti, in tutto 40 mila euro a copertura delle perdite subite con le subordinate azzerate.
 
che pacchia sto paese per i mmn ............

18 MAG 2021 15:50
ETRURIA, TUTTI ASSOLTI! - NEL FILONE DEL FALSO IN PROSPETTO DEL PROCESSO PER IL CRAC DELLA BANCA ARETINA, I TRE IMPUTATI DAVID CANESTRI, LUCA BRONCHI E GIUSEPPE FORNASARI SONO STATI ASSOLTI - GLI EX MANAGER ERANO ACCUSATI DI AVERE FORNITO AI RISPARMIATORI INFORMAZIONI NON CORRETTE RIGUARDANTI LA VENDITA DI OBBLIGAZIONI DI BANCA ETRURIA - PER I PRIMI DUE PROSPETTI DEL 2013, IL REATO È PRESCRITTO, PER QUELLO RELATIVO ALLE OBBLIGAZIONI DEL 2019 IL FATTO NON SUSSISTE…

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FORNASARI
FORNASARI

Da Corriere della Sera: news e ultime notizie oggi da Italia e Mondo



Tutti assolti i tre imputati David Canestri, Luca Bronchi e Giuseppe Fornasari al centro del processo per il crac di banca Etruria nel filone del falso in prospetto. Presente in aula solo uno dei tre imputati, David Canestri. Luca Bronchi che si era presentato questa mattina e Giuseppe Fornasari erano invece rappresentati dai loro avvocati.



Per i primi due prospetti emessi per le obbligazioni del 2013, il reato è prescritto. Per quello invece allegato alle obbligazioni del 2019 «il fatto non sussiste». Questa la decisione del giudice monocratico Stefano Cascone del Tribunale ad Arezzo. Presenti in aula anche le anche le parti civili.

canestri e fornasari
CANESTRI E FORNASARI



Si trattava di uno dei capitoli-chiave della complessa vicenda politico-finanziaria e che aveva preso in esami i rapporti tra i vertici della banca e i risparmiatori travolti dal crac. L’accusa aveva chiesto per tutti condanne a un anno e mezzo: gli ex manager erano accusati di avere fornito ai risparmiatori informazioni non corrette riguardanti la vendita di obbligazioni di Banca Etruria.



LUCA BRONCHI ETRURIA
LUCA BRONCHI ETRURIA

Sui prospetti sottoposti alla clientela non sarebbero state chiare le condizioni di crisi in cui la banca versava e non sarebbe stato specificato il grado di rischio delle obbligazioni. La crisi aveva «bruciato» circa 100 milioni di titoli e scatenato le manifestazioni di protesta dei correntisti.



In un altro filone di indagine Fornasari e Bronchi sono già stati condannati a 5 anni con rito abbreviato per bancarotta semplice. Ancora aperto il procedimento per le cosiddette «consulenze d’oro».
 
Banca Etruria, Giorgianni: "Incomprensibili le assoluzioni per falso in prospetto"
Il commento delle Vittime del Salvabanche in seguito alla sentenza del Tribunale di Arezzo

19 maggio 2021 16:12

"Lascia senza parole l'assoluzione del giudice Stefano Cascone del Tribunale di Arezzo nei confronti degli ex amministratori di Banca Etruria dal reato di falso in prospetto". Così Letizia Giorgianni, pasionaria delle Vittime del Salvabanche, commenta la sentenza emessa ieri. Sul banco degli imputati c'erano l'ex presidente Giuseppe Fornasari, l'ex direttore Luca Bronchi, ed il funzionario David Canestri. Per i tre la pm Julia Maggiore aveva chiesto condanne da un anno ad un anno e mezzo.

"Gli ex manager - dice Giorgianni - erano accusati di avere fornito ai risparmiatori informazioni non corrette riguardanti la vendita di obbligazioni di Banca Etruria. Sappiamo bene infatti che nei prospetti dei nostri associati non erano affatto chiare le condizioni di crisi in cui la banca versava e non era neppure specificato il grado di rischio delle obbligazioni. Aspettiamo quindi di leggere le motivazioni visto che ci appare di difficile lettura il fatto che ci sia stata prescrizione (e non assoluzione) per le prime due emissioni di obbligazioni subordinate mentre per la terza c'è stata l'assoluzione. Prescrizione vuol dire che il magistrato non ha potuto esprimersi per l’assoluzione, che c’erano elementi tali da far ritenere che nel caso il reato non fosse stato dichiarato estinto, ci sarebbero stato dubbi in favore della condanna.
parmiatori, grazie anche all'azione difensiva dell'Associazione Vittime del Salvabanche sono stati alla fine rimborsati, segno evidente che si è ritenuta valida l'ipotesi di una truffa al momento dell'acquisto di questi prodotti. Come è possibile che lo Stato decida di rimborsare gli imbrogliati, ma che non si condannino gli imbroglioni?
 
Etruria ed ex popolari venete, esame domande FIR completo entro ottobre: i partiti chiedono di aumentare percentuali rimborsi a risparmiatori.


Il Fir ultimerà l’esame delle domande per il rimborso in regime forfettario dei risparmiatori truffati che avevano investito nelle quattro banche (Banca Etruria, Banca delle Marche, Cassa di risparmio della Provincia di Chieti, Cassa di risparmio di Ferrara) e nelle due ex Popolari venete entro il prossimo 31 ottobre. Lo ha annunciato ieri il sottosegretario al ministero per l’Economia, Alessandra Sartore, in audizione presso la commissione di inchiesta sulle banche. Sartore ha spiegato che sono stati intensificati i ritmi della commissione tecnica del Fir e le riunioni per esaminare le pratiche. «Alla data del 26 aprile scorso risultavano evase 46.878 domande per un importo complessivo 225 milioni e pagamenti disposti per 137 milioni», ha detto. Sartore ha poi aggiunto che a inizio maggio le domande evase erano salite a 48.880 per un totale di rimborsi di 243 milioni. Va ricordato che le domande complessive avanzate al Fir sono circa 144 mila. La disamina, quindi, si trova a poco più di un quarto del cammino da completare, come annunciato, nell’arco di sei mesi.

Rispetto alle domande avanzate sono circa 125 mila quelle di coloro che hanno diritto all’indennizzo forfettario. Secondo quanto è previsto dal Fir gli aventi diritto sono «persone fisiche – ovvero i loro successori mortis causa, il coniuge, il convivente more uxorio, i parenti entro il secondo grado – in possesso delle azioni e delle obbligazioni subordinate alla data del provvedimento di messa in liquidazione che soddisfano una delle seguenti condizioni: a) patrimonio mobiliare di proprietà del risparmiatore di valore inferiore a 100 mila euro al 31 dicembre 2018, al netto degli strumenti finanziari oggetti di indennizzo e dei contratti di assicurazione a capitalizzazione o mista sulla vita; b) ammontare del reddito complessivo del risparmiatore ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche inferiore a 35 mila euro nell’anno 2018, al netto di eventuali prestazioni di previdenza complementare erogate sotto forma di rendita».

Per tutti gli altri, circa 19 mila persone, la commissione deve procedere a una valutazione specifica. Le affermazioni del sottosegretario, ieri, hanno sollevato più di un quesito da parte dei parlamentari. I quali hanno fatto notare come la dotazione del fondo, pari a 1,5 miliardi, sin da ora sembra essere ridondante rispetto ai rimborsi, che al ritmo attuale potrebbe assorbire circa 800 milioni. E hanno chiesto che si valutasse l’opportunità, con eventuali fondi residui, di integrare i rimborsi o aumentare le percentuali, che oggi prevedono il 30% del valore per le azioni e il 95% per le obbligazioni subordinate.

Il Sole 24Ore
 
Adesso anche i partiti si preoccupano di aumentare la percentuale di rimborso FIR....

La soluzione per portare il rimborso anche per gli AZIONISTI al 95% c' è, ed è quella sotto riportata.

l’avv. Barbara Puschiasis, ottima idea di questo avvocato, tutte le associazioni devono compattarsi e puntare a questa soluzione. L' importo della sanzioni che incasserà lo Stato, nonchè le sanzioni incassate da Banca di Italia e Consob riguardanti i controlli effettuati sulle banche azzerate, devono essere versate nel FIR (FONDO INDENNIZZO RISPARMIATORI) COSI' DA POTER PORTARE L' INDENNIZZO AL 95%.
 
"Yacht Etruria, tutto in regola": le difese al contrattacco
Al maxi-processo per bancarotta gli avvocati di Fumi e Borgheresi ribattono colpo su colpo per il panfilo di Civitavecchia. E la prossima settimana maratona di udienze


Arezzo, 20 maggio 2021 - Operazioni perfettamente in regola, nessuna agevolazione per il finanziamento finalizzato alla realizzazione dello yacht in costruzione a Civitavecchia (Roma), nessun favoritismo per l'assunzione del figlio: si è difeso così l'ex dirigente di Banca Etruria Paolo Fumi che è tra gli imputati del processo per bancarotta dell'ex banca Etruria. Con l'udienza odierna sono iniziate le arringhe degli avvocati difensori. Il legale di Fumi, Vittorio Pisa ha ribadito come «fu del tutto regolare l'operazione yacht», mentre invece per la procura di Arezzo fu una delle distrazioni più eclatanti contestate nel processo agli imputati.

Si tratta di un robusto finanziamento per la costruzione del 'panfilo più grande del mondò, come venne detto all'epoca, alla società Privilege Yard. Per Fumi i pm Angela Masiello e Julia Maggiore hanno chiesto una condanna a 3 anni. Tra gli altri difensori ha ribadito comportamenti regolari ed estraneità ai fatti da parte del proprio assistito l'avvocato Luca Fanfani per l'ex consigliere Ugo Borgheresi (1 anno la richiesta per lui). «Partecipò ad una sola riunione; la sua posizione - ha ribadito il legale - fu davvero marginale».


Stefano Del Corto, legale dell'ex sindaco revisore Carlo Polci, ha ripercorso tutte le operazioni contestate al proprio assistito, per il quale i pm hanno chiesto una condanna a 1 anno e 6 mesi insistendo sulla regolarità del lavoro di Polci. Prossima udienza domani, poi c'è un intenso calendario la prossima settimana con udienze martedi, mercoledi, giovedi e sabato.
 
Banca Etruria, pm chiedono condanna di tutti i 24 imputati
13 maggio 2021 | 14.58


I sostituti procuratori hanno chiesto pene che vanno da un massimo di sei anni e sei mesi ad un minimo di un anno

Si è conclusa con la richiesta di condanna per tutti i 24 imputati la requisitoria dei pubblici ministeri Julia Maggiore e Angela Masiello al processo che si celebra davanti al Tribunale di Arezzo per il crac di Banca Etruria. Si tratta di ex componenti dei consigli di amministrazione e dirigenti dell'istituto di credito, accusati dalla procura, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta e bancarotta semplice. I sostituti procuratori hanno chiesto pene che vanno da un massimo di sei anni e sei mesi ad un minimo di un anno.

La pena massima di 6 anni e 6 mesi è stata chiesta per Alberto Rigotti. Cinque anni e quattro mesi sono stati chiesti per Giorgio Guerrini, il cui nome per la procura resta collegato all'affare dello Yacht Prestige di Civitavecchia, e per Federico Baiocchi De Silvestri. Per Giovanni Inghirami, che è stato vice presidente di Banca Etruria, la pena richiesta è stata di 4 anni, così come per Augusto Federici. Per l'ultimo presidente di Banca Etruria prima del commissariamento, Lorenzo Rosi, sono stati chiesti 3 anni e mezzo. Condanne ad un anno sono state chieste per Laura del Tongo e Andrea Orlandi e Ugo Borgheresi.

Gli altri imputati sono Franco Arrigucci, Mario Badiali, Maurizio Bartolomei Corsi, Alberto Bonaiti, Luigi Bonollo, Piero Burzi, Paolo Cerini, Giampaolo Crenca, Enrico Fazzini, Paolo Luigi Fumi, Saro Lo Presti, Gianfranco Neri, Carlo Platania, Carlo Polci e Massimo Tezzon.

Dopo la lunga requisitoria dei pubblici ministeri, che hanno affrontato le principali vicende dell'inchiesta sul crac di Banca Etruria, la parola passa alle numerose parti civili ammesse, tra cui Lidia Di Marcantonio, vedova di Luigino D'Angelo, il risparmiatore di Civitavecchia che si tolse la vita il 28 novembre 2015 dopo aver affidato 110 mila euro in obbligazioni alla filiale locale della Banca Etruria, e il Comune di Arezzo.

Nelle prossime settimane toccherà, poi, agli avvocati difensori degli imputati. La sentenza è attesa per il mese di settembre, come ha annunciato il presidente del Tribunale Gianni Fruganti.

Nell'ambito dello stesso filone di indagine, con rito abbreviato sono stati già condannati dal Tribunale di Arezzo l'ex presidente di Banca Etruria Giuseppe Fornasari e l'ex direttore generale Luca Bronchi, per bancarotta fraudolenta, a 5 anni di reclusione, l'ex vice presidente Alfredo Berni a due anni per bancarotta fraudolenta e l'ex membro del cda Rossano Soldini a un anno per bancarotta semplice.
 
"Consulenze d’oro, citate in causa Ubi e Intesa"

E’ la richiesta che arriva al processo delle consulenze d’oro di Banca Etruria. Ammesse circa duecento parti civili nell’unico filone che vede indagato Boschi


di Salvatore Mannino Sergio Rossi Nel mirino c’è l’ultimo Cda della Banca Etruria che fu, insieme al direttore generale finale Daniele Cabiati e ad alcuni dirigenti, lo stato maggiore cui toccò di cedere il controllo dell’istituto commissariato l’11 febbraio 2015 e poi dichiarato fallito esattamente un anno dopo. E fra loro anche Pierluigi Boschi, capace di evitare tutti i filoni del caso Etruria, salvo quest’ultimo relativo alle consulenze d’oro. Ieri nuova udienza del processo affidato al giudice...
 
Consulenze d'oro Etruria, chiamate in causa Ubi e Intesa
Il giudice Ada Grignani ha accolto la richiesta. Ammesse duecento parti civili


Arezzo, 16 giugno 2021 - Sono circa 200 le parti civili ammesse dal giudice Ada Grignani per quanto riguarda il filone consulenze d'oro nell'ambito della bancarotta di Banca Etruria. La decisione è stata presa al tribunale di Arezzo dove è ripreso il processo a citazione diretta per il reato di bancarotta colposa a carico di 14 ex dirigenti e membri dell'ultimo cda di Banca Etruria. Tra questi c'è anche Pier Luigi Boschi, padre dell'ex ministro Maria Elena. Tra le consulenze contestate dalla procura ci sono i 4 milioni di euro pagati per incarichi affidati a grandi società (Mediobanca e Bain) e importanti studi legali (Grande Stevens a Torino e Zoppini a Roma).

Secondo la procura di Arezzo i membri del cda e i dirigenti citati a giudizio non avrebbero vigilato sulla redazione di consulenze che in procura ritengono in gran parte inutili e ripetitive, nonché tali da contribuire all'aggravamento del dissesto della banca. Il giudice nell'udienza odierna ha anche ammesso la chiamata in causa di Ubi Banca che ereditò il pacchetto Etruria oggi tuttavia passata a Banca Intesa. Prossima udienza il 6 ottobre
 
Molto interessante dal punto di vista processuale la chiamata in causa di UBI banca e INTESA, che apre la strada a dei

veri e concreti risarcimenti, seppure con i tempi della giustizia italiana.
 
Banca Etruria, consulenze d'oro: nel processo entrano anche Ubi e Intesa
Il giudice accoglie la richiesta dei legali dei risparmiatori sulla eventuale responsabilità civile degli istituti di credito


17 giugno 2021

Ubi e Intesa San Paolo entrano nel procedimento sulle "consulenze d'oro" di Banca Etruria. La richiesta avanzata da alcuni legali di risparmiatori di citare i due istituti di credito come responsabili civili è stata accolta dal giudice Ada Grignani.potrebbero dover rispondere, in sede civile in caso di condanna, di quanto compiuto dai dirigenti di Banca Etruria.

E' questa la novità più importante emersa nell'udienza di ieri per il filone che vede 14 ex dirigenti e membri dell'ultimo cda indagati. Tra loro anche il padre dell'ex ministro Maria Elena Boschi.

Sempre nell'udienza di ieri sono state ammesse circa 200 parti civili

Nel mirino del pool di magistrati della Procura ci sono alcune consulenze che furono affidate dall'istituto di credito per valutare, analizzare e poi avviare il processo di fusione con un istituto di elevato standing. Le autorità bancarie, infatti, avevano richiesto di approfondire la possibilità di una fusione con la Banca Popolare di Vicenza - operazione che poi non si concretizzò - e per farlo furono assegnati incarichi definiti dall'accusa "d'oro".

Per sondare la prospettiva di tale fusione, infatti sarebbero stati spesi circa 4 milioni e mezzo di euro di cui 1,9 milioni per la consulenza della società Bain & Co, 532mila euro per un incarico di due mesi a Mediobanca - che aveva il ruolo di advisor del processo di aggregazione - poi ci sono gli studi professionali, quello legale che seguiva Gianni Agnelli a Torino, Franzo Grande Stevens, che ricevette 824 mila euro, quello dello studio romano De Gravio e Zoppini per 800 mila, e altre 200mila euro per lo studio Camuzzi, Portale e De Marco. Consulenze che secondo la procura furono non solo inutili ma anche "ripetitive", e che andarono a gravare ulteriormente sulla disastrosa situazione di Banca Etruria
 
Roberto Rossi resta procuratore: la conferma del Consiglio superiore della magistratura
Il magistrato, nell'ottobre del 2019, si era visto revocare l'incarico di procuratore capo dal plenum del Csm a causa del suo ruolo di consulente ministeriale e pm nel caso del crac Banca Etruria

09 giugno 2021
Già il Consiglio di Stato aveva accolto il suo ricorso ma quest'oggi, la conferma è arrivata pure dal Consiglio superiore della magistratura (Csm) che a maggioranza, tre sono stati gli astenuti, lo ha confermato nel ruolo di procuratore capo presso il tribunale di Arezzo.

L'ultimo capitolo della vicenda che ha riguardato il pm Robero Rossi è stato scritto proprio nella giornata di oggi, 9 giugno, e mette la parola fine all'intera questione. Come noto il magistrato, nell'ottobre del 2019, si era visto revocare l'incarico di procuratore capo dal plenum del Consiglio superiore della magistratura che, in quella circostanza "aveva approvato a maggioranza, con 16 voti, la proposta della quinta commissione, relatore il togato Piercamillo Davigo contraria alla riconferma di Rossi". Le ragioni di tale indirizzo trovavano spiegazione nella tesi secondo la quale egli stesso "avrebbe compromesso almeno sotto il profilo dell'immagine" il requisito "dell'indipendenza da impropri condizionamenti". Come? Mantenendo l'incarico presso il Dipartimento affari giudiziari della Presidenza del Consiglio dei ministri nonostante fosse stata avviata un'inchiesta su Banca Etruria, nella quale Rossi avrebbe potuto indagare sul padre dell'allora ministro Maria Elena Boschi. A Rossi è stato contestato anche il fatto che nelle informazioni rese al Csm su quella circostanza, non ci sarebbero state spiegazioni o accenni all'argomento. A questo erano seguiti i ricorsi di Rossi, prima al Tar del Lazio e poi a Consiglio di Stato, con il quali venivano argomentate le ragioni per il reintegro presso la procura. Dopo oltre un anno di attesa da quei giorni, il Csm ha confermato il magistrato nel suo ruolo guida all'interno della procura aretina.
 
lo scrivo anche qui: stamani mi e' arrivato il bonifico, avevo 14.000 euro di azioni banca etruria,

BENEF/INDENNIZZO FIR 07604-00752 36 DA Consap S.p.A. - Dirigente responsabile D
BONIFICO Entrate varie +4.329,30
 
lo scrivo anche qui: stamani mi e' arrivato il bonifico, avevo 14.000 euro di azioni banca etruria,

BENEF/INDENNIZZO FIR 07604-00752 36 DA Consap S.p.A. - Dirigente responsabile D
BONIFICO Entrate varie +4.329,30

Questo che hai ricevuto è il saldo finale o è la prima parte del 30% previsto? grazie
 
penso il saldo finale, sul sito FIR c'e' ancora scritto in istruttoria,

Id domanda: 2618
Stato: Inviata - In Istruttoria

non so se fra poco modificheranno in pagata o simile, in effetti i soldi non sembrano essere esattamente il 30 per cento di 14 mila euro, vabbe' mancano circa 200 euro
 
Ultima modifica:
penso il saldo finale, sul sito FIR c'e' ancora scritto in istruttoria,

Id domanda: 2618
Stato: Inviata - In Istruttoria

non so se fra poco modificheranno in pagata o simile, in effetti i soldi non sembrano essere esattamente il 30 per cento di 14 mila euro, vabbe' mancano circa 200 euro

che numero di domanda avevi? cosi capisco se hanno analizzato la mia.
grazie
 
penso il saldo finale, sul sito FIR c'e' ancora scritto in istruttoria,

Id domanda: 2618
Stato: Inviata - In Istruttoria

non so se fra poco modificheranno in pagata o simile, in effetti i soldi non sembrano essere esattamente il 30 per cento di 14 mila euro, vabbe' mancano circa 200 euro

Vabbé un corno....ulteriore rapina giocando al ribasso su un misero risarcimento....:no::no::no:

massa di ladri, fanno aspettare anni e si arrampicano sui vetri per togliere anche una parte delle briciole :mad:
 
Ma chi ha integreto i documenti oltre 10 mesi fa ed è ancora in istruttoria, può darsi che sia stato respinto e non è cambiato di stato semplicemente per evitare ricorsi e polemiche?
Io ho questo presenimento.
 
Oggi arrivato accredito da fir, rimborso al 90% del30% dovuto, delle mie azioni bpel, era ora, meglio di niente.
 
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