Il vice-direttore di MF è uno solitamente bene informato
Caos-Parlamento: il Tesoro dimezza il Tagliatasse, decreto Ilva e mille proroghe nella legge di stabilit - Milano Finanza Interactive Edition
Mario Monti va avanti sulla sua strada di premier dimissionario nonostante la difficile situazione dei mercati e la lontana possibilità di un reincarico da parte del Colle. L’indiscrezione che ha cominciato a circolare in mattinata, quando è parso evidente che si era di fronte ad un nuovo lunedì nero per spread e borsa, è stata smentita decisamente a MF-Milano Finanza da fonti di Palazzo Chigi.
Si va avanti così con Monti sempre più vicino ad una candidatura che a questo punto dovrebbe coagulare tutte le forze centriste da Montezemolo a Fini. Il problema è che, come sottolineato a suo tempo dal Capo dello Stato, si sta verificando una rotta clamorosa di tutti i partiti prossimi alle elezioni ed in Parlamento regna il caos.
Secondo le ultime indiscrezioni, nel disegno di legge Stabilità alla seconda lettura in Senato e dove già gravano oltre 1.500 emendamenti, dovrebbero confluire i seguenti ulteriori provvedimenti: parte del decreto sviluppo, appena licenziato da Palazzo Madama e ora fermo alla Camera per la terza e definitiva lettura che ora appare molto incerta; il decreto salva-Ilva appena licenziato dal governo, il decreto mille proroghe (sono decine, come di consueto, le misure che necessitano di un allungamento dei tempi, dalle missioni internazionali ad alcune norme fiscali e locali).
In questo clima di incertezza ne fa le spese il Fondo Tagliatasse, l’unico provvedimento che sulla carta, come suggerito da MF-Milano Finanza, doveva dare un po' di fiato ai contribuenti dal 2013 utilizzando i proventi del recupero dell’evasione per la riduzione della pressione fiscale: un emendamento presentato dai relatori della Stabilità, prevede infatti che al tesoretto che dovrebbe essere di almeno 2-4 miliardi di euro vengano tolte tutte le risorse che provengono dal risparmio degli interessi dovuto al calo dello spread.
Pare che la misura sia stata caldeggiata direttamente dal ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, che desidera mettere in sicurezza il debito pubblico proprio in questo momento di burrasca dovuta all’annuncio delle dimissioni di Monti.
Molto incerta anche la revisione della Tobin Tax.