Tutti puntano sui bond corti? Allora è forse il momento di scommettere sui lunghi.

Meglio entrare quando è evidente che i tassi scenderanno pur perdendo qualche punto di potenziale guadagno che imbottirsi di lunghi e lunghissimi come hanno fatto in tanti che ora si leccano le ferite...
Io la notte voglio dormire tranquillo....per me la tempesta non è ancora passata..
Poi ognuno decide con la propria testa
Ognuno la vede a modo suo e come diceva il poeta "del doman non v’è certezza". Perdonalmente sto comunque osservando che, gradualmente, i corsi dei titoli stanno risalendo ed i rendimenti quindi scendendo. Naturalmente questo non significa "imbottirsi di lunghi e lunghissimi" ma, selezionare scadenze adeguate al proprio orizzonte temporale, aggiungendo anche qualche titolo sulla parte lunga ed anche lunghissima della curva. Fra i titoli segnalati ricordo che abbiamo anche degli indicizzati che comunque garantiscono protezione e rendimento al netto della coponente inflattiva.

 
Le obbligazioni con scadenze brevi sono tornate fra i preferiti dagli investitori. Complice l'aumento dei tassi e quindi la discesa dei corsi, bond con percentuali del 2,50%/3,00% sono gettonatissimi anche da chi non cerca solo parcheggio per la liquidità. Personalmente invece ritengo che è questo il momento per puntare su scadenze medie, lunghe ed anche lunghissime, naturalmente per chi può impiegare le somme anche per un lungo periodo.

Non sono del tutto d’accordo, o meglio, sono parzialmente d’accordo. Occorre vedere anche la situazione attuale.

Ad esempio se una ha già titoli lunghi in portafoglio potrebbe anche evitare, viceversa se si parte dal 100% di liquidità si può benissimo suddividere la somma tra diverse scadenze anche lunghe.

Personalmente non andrei oltre i 10/15 anni perché oltre quella scadenza la curva tende ad appiattirsi e l’aumento del rendimento non compensa l’aumento della durata.



Per verificare:



Btp Tf 4,75% St44 Eur: rendimenti effettivi - Borsa Italiana



Btp Tf 2,45% St50 Eur: rendimenti effettivi - Borsa Italiana



Btp Tf 2,8% Mz67 Eur: rendimenti effettivi - Borsa Italiana



Tuttavia attualmente terrei ancora un parte consistente in liquidità come dicevo anche in questo post di quasi un anno fa (e al momento non ho cambiato idea)

Strategie per l'investimento obbligazionario



I btp 0% con scadenze massimo un anno come questi



Btp Tf 0% Ge24 Eur quotazioni in tempo reale | IT0005424251 - Borsa Italiana



Btp Tf 0% Nv23 Eur quotazioni in tempo reale | IT0005482309 - Borsa Italiana



Btp Tf 0% Ap24 Eur quotazioni in tempo reale | IT0005439275 - Borsa Italiana



potrebbero benissimo assolvere alla funzione di parcheggio di una parte della liquidità.
 
Negli ultimi anni abbiamo assistito alle situazioni più paradossali.

Siamo passati dalla preuccupazione per una bassa inflazione o addirittura deflazione combattuta con taglio dei tassi, fino a portarli in territorio negativo. Facendo naturalmente crescere molto le quotazioni dei bond con diminuzione dei rendimenti, anche su scadenze lunghe e lunghissime.

Nel giro di pochissimo, complice naturalmente lil conflitto in Ucraina ed altro, siamo arrivati alla situazione opposta. Inflazione salita alle stelle, aumenti progressivi del costo del denaro, corsi delle obbligazioni sprofondati e rendimenti di conseguenza saliti moltissimo. Differenza di rendimento fra titoli corti e lunghi non elevata. Riscoperta da òparte degli investitori dei Bot o altri strumenti a breve che al tempo della Prima Repubblica e della ballerina "liretta" erano lo strumento preferito dai ns. connazionali.

Ritengo che queste due situazioni siano state e sono comunque da ritenere contingenti e transitorie. L' obiettivo della Bce è quello, più volte ripetuto, di riportare l'inflazione nell'area di un ottimale 2%.

Guardando quindi in prospettiva, la stretta monetaria, a meno di altri "cigni neri" che naturalmente sono sempre possibili, dovrebbe fra un po' di tempo, allentare la sua presa, con l'inflazione che, magari gradualmente, dovrebbe cominciare a scendere.

Scritto tutto ciò, oltre alla destinazione di una parte del patrimonio disponibile, in prodotti corti e facilmente liquidabili, non credo sia sbagliato, inserire nei portafogli anche titoli con scadenze medie e lunghe, sia a tasso fisso che indicizzati, compatibilmente con il proprio orizzonte temporale.

Traducendo in percentuali, ecco quelle di un possibile asset: 30% breve termine - 30% medio - 30% lungo - 10% lunghissimo.

Opinioni strettamente personali.
 
Negli ultimi anni abbiamo assistito alle situazioni più paradossali.

Siamo passati dalla preuccupazione per una bassa inflazione o addirittura deflazione combattuta con taglio dei tassi, fino a portarli in territorio negativo. Facendo naturalmente crescere molto le quotazioni dei bond con diminuzione dei rendimenti, anche su scadenze lunghe e lunghissime.

Nel giro di pochissimo, complice naturalmente lil conflitto in Ucraina ed altro, siamo arrivati alla situazione opposta. Inflazione salita alle stelle, aumenti progressivi del costo del denaro, corsi delle obbligazioni sprofondati e rendimenti di conseguenza saliti moltissimo. Differenza di rendimento fra titoli corti e lunghi non elevata. Riscoperta da òparte degli investitori dei Bot o altri strumenti a breve che al tempo della Prima Repubblica e della ballerina "liretta" erano lo strumento preferito dai ns. connazionali.

Ritengo che queste due situazioni siano state e sono comunque da ritenere contingenti e transitorie. L' obiettivo della Bce è quello, più volte ripetuto, di riportare l'inflazione nell'area di un ottimale 2%.

Guardando quindi in prospettiva, la stretta monetaria, a meno di altri "cigni neri" che naturalmente sono sempre possibili, dovrebbe fra un po' di tempo, allentare la sua presa, con l'inflazione che, magari gradualmente, dovrebbe cominciare a scendere.

Scritto tutto ciò, oltre alla destinazione di una parte del patrimonio disponibile, in prodotti corti e facilmente liquidabili, non credo sia sbagliato, inserire nei portafogli anche titoli con scadenze medie e lunghe, sia a tasso fisso che indicizzati, compatibilmente con il proprio orizzonte temporale.

Traducendo in percentuali, ecco quelle di un possibile asset: 30% breve termine - 30% medio - 30% lungo - 10% lunghissimo.

Opinioni strettamente personali.
Per il breve, medio e lungo sono sostanzialmente d’accordo, salvo qualche variazione sul tema che non inficia il discorso di fondo.

È sul quel 10% di lunghissimo che non sono per niente d’accordo.

Per un istituzionale (ad esempio un fondo pensione) potrebbe avere un senso per pareggiare gli impegni con le uscite.

Prendendo l’esempio della tabella allegata mi sfugge il vantaggio che potrebbe avere un risparmiatore nell’investire oltre il 2036.

Perché dovrei investire, sia pure il 10%, con scadenze 2044, 2050 o 2067, quando ho più o meno lo stesso rendimento della scadenza 2036?

Ovviamente con il solito caveat, ossia parità di condizioni di contorno, non casi eccezionali etc.
27 03 2023.JPG
 
stesso mio dubbio... se non si parla di fare trading ma di cassetto e cedolare credo che alle condizioni attuali una bella scaletta fino a max. 12/15 anni possa essere la soluzione ottimale senza rischiare potenziali incastri pesanti... personalmente sui BTP scadenza oltre al super BTP 2037 no cacs non mi spingo...
 
mi sfugge il vantaggio che potrebbe avere un risparmiatore nell’investire oltre il 2036.
ti rispondo con un ragionamento pane e salame; perché , spera, che quando ridiscendano i tassi , i lunghissimi abbiano un upside maggiore di quelli < a scad tipo 2036 e inoltre perchè alcuni lunghissimi hanno prezzi ben sotto la pari, altri hanno cedole grosse ( per gli ultimi 10 anni almeno) ...... che ne pensi?

@Bragadin
 
L'eventuale upside peserebbe per un 10% sul portafoglio (e funziona nei due sensi). Per trovare prezzi sotto la pari non è necessario andare così lontani nel tempo, inoltre le cedole generose si fanno pagare anche sulle lunghe durate (vedi il btp 2044).
 
Per il breve, medio e lungo sono sostanzialmente d’accordo, salvo qualche variazione sul tema che non inficia il discorso di fondo.

È sul quel 10% di lunghissimo che non sono per niente d’accordo.

Per un istituzionale (ad esempio un fondo pensione) potrebbe avere un senso per pareggiare gli impegni con le uscite.

Prendendo l’esempio della tabella allegata mi sfugge il vantaggio che potrebbe avere un risparmiatore nell’investire oltre il 2036.

Perché dovrei investire, sia pure il 10%, con scadenze 2044, 2050 o 2067, quando ho più o meno lo stesso rendimento della scadenza 2036?

Ovviamente con il solito caveat, ossia parità di condizioni di contorno, non casi eccezionali etc.Vedi l'allegato 2890229
Perchè un allentamento delle politiche restrittive della banche centrali, favorirebbe tutta la curva ma, maggiormente, i titoli con prezzi più bassi e scadenze lontane...
 
Perchè un allentamento delle politiche restrittive della banche centrali, favorirebbe tutta la curva ma, maggiormente, i titoli con prezzi più bassi e scadenze lontane...

quindi la curva rimarrà invertita per sempre?
(per i bund la curva è invertita, i titoli a breve rendono di più di quelli lunghi)
 
Perchè un allentamento delle politiche restrittive della banche centrali, favorirebbe tutta la curva ma, maggiormente, i titoli con prezzi più bassi e scadenze lontane...
Cercando nei miei vecchi file ho trovato queste due curve dei rendimenti btp: la prima è riferita alla data del 29 03 2010 e la seconda alla data del 28 06 2017. In entrambi casi la curva si appiattisce dopo una certa scadenza; nel primo caso dopo circa 15-20 anni; nel secondo si appiattisce dopo 30 anni.

Ovviamene in futuro le cose potrebbero andare diversamente, ma una piccola (e sottolineo piccola) parte oltre i 15 anni si può anche valutare, in ogni caso non oltre i 30 anni, secondo me.
 

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Cercando nei miei vecchi file ho trovato queste due curve dei rendimenti btp: la prima è riferita alla data del 29 03 2010 e la seconda alla data del 28 06 2017. In entrambi casi la curva si appiattisce dopo una certa scadenza; nel primo caso dopo circa 15-20 anni; nel secondo si appiattisce dopo 30 anni.

Ovviamene in futuro le cose potrebbero andare diversamente, ma una piccola (e sottolineo piccola) parte oltre i 15 anni si può anche valutare, in ogni caso non oltre i 30 anni, secondo me.
Ti chiedo, visto che hai maggiori competenze statistiche e io ho osservato saltuariamente solo grafici, l'argomento del maggiore upside ( ma anche il contrario) per le scadenze lunghe o lunghissime è realistico, tiene alla prova dei fatti ?

Esempio ingenuo, osservo i picchi di volatilita' del 50 ennale francese con cedola 0,5 quando ci sono modifiche delle aspettative dei tassi si possono osservare rialzi anche del 10 % in qualche seduta....,
questo non si può traslare anche per i lunghi come il 2040 o il 2051?

Inoltre, l'idea di avere 17 anni di cedola al 5 lordo ( l'unico btp al 5 che conosco è il 2040) è una specia di illusione ottica oppure ha un senso inserirlo in un portafoglio.
osservando le aspettative dei tassi e la forma della curva si nota un appiattimento e questo significa come giustamente hai fatto notare, che per ottenere rendimento non ha senso andare oltre le scad. di 15 anni .......
 
Ti chiedo, visto che hai maggiori competenze statistiche e io ho osservato saltuariamente solo grafici, l'argomento del maggiore upside ( ma anche il contrario) per le scadenze lunghe o lunghissime è realistico, tiene alla prova dei fatti ?

Esempio ingenuo, osservo i picchi di volatilita' del 50 ennale francese con cedola 0,5 quando ci sono modifiche delle aspettative dei tassi si possono osservare rialzi anche del 10 % in qualche seduta....,
questo non si può traslare anche per i lunghi come il 2040 o il 2051?

Inoltre, l'idea di avere 17 anni di cedola al 5 lordo ( l'unico btp al 5 che conosco è il 2040) è una specia di illusione ottica oppure ha un senso inserirlo in un portafoglio.
osservando le aspettative dei tassi e la forma della curva si nota un appiattimento e questo significa come giustamente hai fatto notare, che per ottenere rendimento non ha senso andare oltre le scad. di 15 anni .......
Se guardi sul sito di borsa italiana il grafico a 5 anni del btp 5% 01/09/2040 puoi avere un’idea della variazione di prezzo al variare dei tassi di mercato.



Btp-1st40 5% quotazioni in tempo reale | IT0004532559 - Borsa Italiana



per il grafico del btp



Euribor Aggiornato, Euribor Storico e previsioni| Telemutuo.it



per lo storico tassi.



Quel che è interessante è il confronto tra il prezzo del btp e l’andamento dei tassi nel periodo considerato che ti può dare un’idea di quel che potrebbe (attenzione: ho usato appositamente il condizionale) succedere al variare dei tassi (=possibilità di guadagno in conto capitale).



Con un portafoglio obbligazionario io non andrei oltre questa scadenza, almeno per il momento, inoltre come ho già detto terrei almeno il 25% del portafoglio in liquidità.
 
quindi la curva rimarrà invertita per sempre?
(per i bund la curva è invertita, i titoli a breve rendono di più di quelli lunghi)
Questo coglie il segno. Le banche centrali lavorano per una curva dei rendimenti normale. Per me è molto più certo l'assestamento dei rendimenti di breve (il cambio di pendenza da invertita a positiva) che probabile la discesa dei rendimenti di lungo (traslazione verso il basso della curva nel breve). Poi ovvio che l'upside se i tassi scendono è più alto sulle scadenze lunghe.
Ma non essendo frate indovino, andare da contrarian su 15-30 anni (o centennali) sperando che scendano velocemente ai livelli di prima vuol dire pensare di beccare i minimi. Troppo rischio. Non vedo sta fretta di entrare.
 
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