Ucraina Vs. Russia. Vicini alla guerra (anche potenzialmente mondiale) Vol.10

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
stessi discorsi degli anni 60, non hanno portato benissimo, quantomeno :D Sbruffonate senza oste:D

Sì sì, continua a pensare che il tuo Attila comandi in mezzo mondo, tutti rinunciano a miliardi di € perchè lo chiede lui, come no:D

Oggi siamo in Libia, 8miliardi di investimento Eni, prepara una filippica sgangherata pure su questo, daje:D

Ma di dire le stesse cose, identiche, che dicono i tipici estremisti di destra italiani (uso la perifrasi perchè a chimarli col loro nome si offendono:D), non ti fa venire un dubbio, un imbarazzo, niente? Pur di fare il finto pensatore libero contro il pensiero comune meschino e passivo metti l'orbace?:D
Bravo col cappello in mano anche li' ove ormai italiani go home mentre c'e' un russo, un turco ed un cinese...finiscila tu la barzelletta.....

ahahahahah
 
Articolo molto interessante di Karen-Anna Eggen, ricercatrice presso il Dipartimento di Studi sulla Difesa norvegese, che fa considerazioni sulle mutevoli e invisibili linee rosse di Putin in relazione all'invio di supporto militare all'Ucraina, con un occhio alle rodate tecniche russe.


Om hensynet til Putins evigskiftende og usynlige røde streker


"C'è qualcosa nelle discussioni sui carri armati e sulle minacce nucleari russe che mi irrita.

Di recente, ci sono state molte domande sul fatto che l'Occidente stia intensificando la guerra in Ucraina inviando armi (più pesanti). È stato anche affermato che gli esperti norvegesi sottovalutano il pericolo di un'escalation, incluso il fatto che non viene data sufficiente considerazione a come Mosca pensa e reagisce.

Un anno fa, mentre la Russia preparava la sua grande invasione del paese vicino, gli argomenti erano essenzialmente gli stessi. L'Occidente provoca la Russia, non accoglie, impone cattive intenzioni alla leadership russa ed esagera la disponibilità a correre rischi al Cremlino.
[...]
Durante il 2022, io - e molti altri - abbiamo speso tempo e sforzi infiniti per capire esattamente come pensa Mosca, come reagisce e, non ultimo, come vogliono che reagiamo. Questo deve essere preso in considerazione quando si analizza anche come si svolge la situazione sul campo di battaglia. Il politico (in senso lato) e il militare sono indissolubilmente legati nel pensiero russo. Quindi, quando io - e altri - respingiamo l'uso russo di armi nucleari in risposta all'invio di carri armati da parte dell'Occidente, si basa su un'analisi molto fredda e sobria del valore di utilità che il Cremlino attribuisce all'uso retorico di questo strumento.

Si basa anche su un'analisi del fatto che Mosca ha speso molto tempo e risorse dallo scorso autunno per il riadattamento convenzionale, attraverso la mobilitazione e la militarizzazione della società russa, l'aumento degli stanziamenti militari, l'annessione di ulteriore territorio ucraino e così via.

I tentativi di ristrutturazione sono legati a scarsi risultati sul campo di battaglia, ma anche alla convinzione di poter vincere nel lungo termine. Quindi facendo pazzie su molti più soldati, bombardando terroristici obiettivi civili e spaventando l'Occidente - se non lontano dal sostenere l'Ucraina - almeno abbastanza da ritardare le spedizioni di armi.

Quindi la probabilità che la Russia ora usi armi nucleari è bassa perché la Russia sembra pensare che vincerà ancora fisicamente sul campo di battaglia e psicologicamente sotto forma di deterrenza ed esaurimento.

Inoltre, l'analisi si basa sul fatto che, finora, né la Russia né la NATO sembrano particolarmente interessate a uno scontro diretto. La Russia ha ricevuto un chiaro messaggio che l'uso di armi nucleari sul suolo ucraino sarà accolto con una risposta convenzionale risoluta e distruttiva dall'Occidente in Ucraina. Nello stesso momento in cui la Russia agita la sciabola e accusa l'Occidente di coinvolgimento diretto e di escalation, un'altra parte dell'apparato propagandistico sta lavorando per diffondere il messaggio che i carri armati non sono poi così pericolosi: l'esercito russo spazzerà via tutti i carri armati inviati in Ucraina, comunque.

A casa, la discussione sui carri armati serve a consolidare la popolazione attorno alla retorica della guerra e della mobilitazione. Quindi è utile avere un nemico esterno e un messaggio su un pericolo imminente. Una misura drammaturgica in questo modo è, ad esempio, il dispiegamento di difese aeree su edifici centrali e infrastrutture nelle principali città russe. Dall'altro lato, la macchina della propaganda continua con insistenza il suo lavoro di diffusione di questioni relative alle divisioni in Occidente, ai flussi di rifugiati verso l'UE, all'egemonia e alla debolezza americane, alla crescita della Cina e così via.

Martellare in più storie in parallelo, preferibilmente intervallate da disinformazione, è un noto trucco russo.

Quindi la domanda è: l'Occidente sta intensificando la guerra inviando armi all'Ucraina? Ciò che mi infastidisce è la premessa alla base di questa domanda. Soprattutto perché è la Russia che è entrata in una guerra di aggressione contro l'Ucraina. È la Russia che si è costantemente intensificata lungo la strada. Prima militarmente, poi quando le cose non sono andate molto bene, sotto forma di bombardamenti terroristici contro obiettivi e infrastrutture civili. Inoltre, il Cremlino sta pianificando e preparando una maggiore brutalità e un'ulteriore escalation in Ucraina sotto forma di (tentate) offensive in primavera. Gli obiettivi del controllo sull'Ucraina rimangono. Chiaramente, le consegne di armi più pesanti all'Ucraina non rientrano in tale scenario. Naturalmente, la Russia segnerà chiaramente il suo disappunto, come ha fatto in passato. Ma devono incolpare solo se stessi per questo. Da parte occidentale, si è scelto di essere coinvolti indirettamente con il supporto delle armi.

Dal lato non militare, l'Occidente sta fornendo un massiccio sostegno finanziario all'Ucraina e sta procedendo con sanzioni e restrizioni storicamente dure contro la Russia. Sentiti libero di chiamarla guerra economica, anche se abbiamo miglia da percorrere per scoprire l'elusione delle sanzioni.

Si potrebbe forse anche dire che le consegne di armi occidentali all'Ucraina danno all'Ucraina l'opportunità di intensificarsi. Ma suona strano, si parla sempre di dare all'Ucraina una reale opportunità di espellere una potenza occupante dal proprio territorio.

E come ha sottolineato il mio collega Palle Ydstebø: "Come si intensifica una guerra convenzionale su vasta scala? Aggiornando le capacità esistenti con materiale migliore? Difficilmente".

I calcoli di Mosca sono presi in considerazione al massimo grado, le minacce nucleari sono prese sul serio e dove possano essere le linee rosse e le soglie invisibili e in continua evoluzione di Putin, non è dato sapere. E forse ci servirebbe meglio scriverne meno, per tutto il tempo aiuta a costruire una quantità inutile di paura. Potrebbe essere una buona idea tenerne conto mentre entriamo in una primavera con offensive annunciate sia dalla Russia che dall'Ucraina."
 
“Putin ha un disperato bisogno di trattare, ma vuole farlo da posizione di forza: ci sarà una seconda mobilitazione”

Parla il suo ex collaboratore Gallyamov: i tank occidentali a Kyiv “allontanano oltremodo eventuali trattative”, perché “le dinamiche per Mosca diventano sempre più negative”. Mentre il protrarsi della guerra in Ucraina crea al presidente russo “problemi di legittimazione, col rischio di un golpe”.
La decisione dell’Occidente di rifornire di carri armati pesanti le forze armate di Volodymyr Zelensky “indurrà Putin a proclamare una seconda mobilitazione in Russia” e intanto “allontana la già lontana possibilità di un negoziato”. Perché Putin “ha un disperato bisogno di trattare, ma vuol farlo solo da una posizione di forza, mentre le dinamiche per il Cremlino sono ormai tutte negative”. Abbas Gallyamov conosce bene il presidente russo: dal 2008 al 2010 ha lavorato nel suo staff, scrivendo i suoi discorsi. Parlare con lui consente di farsi un’idea di come Putin pensa e delle logiche che muovono la macchina del Cremlino. “Voleva troppo e ora rimpiange di non aver accettato quel che gli fu proposto nel marzo scorso”, dice a Fanpage.it. “Il prossimo arrivo sui campi di battaglia ucraini dei Leopard tedeschi, degli Abrams americani e degli altri tanks promessi a Kyiv “è spiazzante non solo dal punto di vista militare ma anche dal punto di vista politico”. Gallyamov ci risponde al telefono da Tel Aviv, dove vive dopo aver lasciato la Russia per ragioni di sicurezza.

L’Occidente ha superato una “linea rossa” non da poco, decidendo l’invio dei carri armati per combattere gli invasori russi. Eppure la reazione di Mosca è sembrata più stizzita che altro: un barrage di missili sull’Ucraina. Ma nessuna delle consuete minacce nucleari. Perché?

Perché al Cremlino hanno esaurito inutilmente i loro argomenti. Hanno usato la retorica nucleare fino a pochi giorni fa. Proprio per evitare che l’Occidente inviasse i tank. Non ha funzionato. La loro narrativa ha finito le munizioni.

Ma che succede? Devono ancora riprendersi? Aspettano che Putin dia la linea? Oppure magari hanno deciso una buona volta di smetterla di ricorrere alla spada di Damocle delle atomiche, come lo stesso alleato cinese ha consigliato loro di fare?

La dimensione nucleare potrebbe tornare presto a riempire le dichiarazioni da Mosca. Non è certo stata accantonata definitivamente. Piuttosto, è vero che i responsabili della politica russa sono al momento in uno stato di shock.

Contavano su un Occidente impaurito dalle minacce atomiche e dal ricatto energetico. Tutto invano, per ora. Un brutto colpo?

È una severa sconfitta. Indica che la situazione sta sviluppandosi con dinamiche negative, per il Cremlino. Fino a pochi giorni fa, l’Occidente sembrava aver paura ad agire. Ora non più. Qualcosa è cambiato. La catena degli eventi va contro Mosca. L’Occidente non rispetta più le linee rosse che la Russia aveva disegnato. E questo va contro le convinzioni dei maggiori sostenitori della guerra. Devono constatare che le cose non stanno andando come Putin le aveva delineate. Si rendono conto che qualcosa va storto. È certo un brutto colpo politico per il Cremlino, per la sua narrativa e per le sue posizioni.

Che farà adesso Putin? Quale sarà la prossima mossa?

Aumenta la probabilità che si faccia ricorso a una seconda mobilitazione, dopo quella del settembre scorso. Ora ci sono argomenti in più per giustificarla. Putin sta cercando di soppesare la nuova situazione. E di valutare i vantaggi militari e gli aspetti politici negativi che una nuova mobilitazione comporterebbe.

Il presidente russo dovrà anche tener presente che i carri armati in arrivo potrebbero velocizzare le operazioni militari. Finora considerava il fattore tempo suo alleato, perché in grado di aumentare la possibilità di divisioni nella coalizione occidentale che sostiene l’Ucraina. E adesso?

Sono aspetti strettamente militari in cui non mi addentro. Posso solo dire che tutto dipenderà dall’efficacia di questi tank occidentali. Che però mica sono ancora arrivati. È solo stato dichiarato che arriveranno. Come dicevo, ciò indica che sono in atto dinamiche negative per la Russia. Non certo che la Russia verrà sconfitta. E il fattore tempo è tutt’altro che un alleato di Putin.

Perché non lo è?

Se la guerra continua troppo a lungo, lui ci rimette in popolarità e la Russia va verso una rivoluzione. Per questo vorrebbe negoziare. Quando dice di voler negoziare, non sono solo parole.

Perché allora non c’è mai stata alcuna seria avance diplomatica? Tra l’altro, nel superare via via le “linee rosse” di Mosca, l’Occidente si è mosso passo dopo passo, lasciando spazi. Proprio come se volesse consentire alla Russia di fare qualche tipo di proposta negoziale.

Putin ha disperatamente bisogno di negoziare
perché, contrariamente a quello che in molti pensano, una guerra lunga indebolisce la sua posizione. Ma vuole negoziare solo da una posizione predominante. Vuole essere quello che comanda, nelle negoziazioni. Vuole iniziare una trattativa solo se sta vincendo. E se gli ucraini stanno perdendo.

Eppure ci sono stati momenti per lui positivi in cui poteva lanciare una trattativa seria. Dopo le prime conquiste territoriali, per esempio. O quando l’Occidente è sembrato più titubante nell’appoggio a Kyiv. Perché non ne ha approfittato?

Perché i generali russi e Prigozhyn (il fondatore del gruppo di mercenari Wagner, ndr) promettevano a Putin che entro un giorno o una settimana o un mese gli ucraini sarebbero stati colpiti duramente. Hanno indotto Putin a credere che la situazione futura sarebbe stata migliore di quella attuale. E il presidente ha cercato di crearsi una posizione più confortevole dalla quale iniziare un negoziato. Non è interessato alla trattativa di per sé. Ma solo a una trattativa in grado di produrre per la popolazione e per le élite russe una prova della sua vittoria. Si deve capire che la sua unica legittimazione risiede nel fatto che sia considerato un vincitore, l’uomo forte in ogni situazione.

Che succede se agli occhi dei russi e delle élite vicine al potere Putin diventa un perdente?

Non riuscirebbe a esser rieletto. O lo sarebbe solo con brogli colossali. Per questo in Ucraina deve ottenere qualcosa che possa almeno somigliare a una vittoria. Ed è disposto a iniziare negoziati solo se nella posizione di dettare le condizioni.

Ha perso diverse occasioni.

E adesso le sue possibilità stanno diminuendo, dopo le ultime decisioni dell’Occidente. Sono assolutamente sicuro che si dispiace di non aver accettato le proposte che Zelensky aveva fatto in marzo (il riferimento è al documento presentato dalla delegazione ucraina durante il negoziato di Istanbul il 29 marzo 2022, ndr). Allora il presidente ucraino era disposto a dichiarare la neutralità di Kyiv e la permanenza al di fuori della Nato, oltre a garanzie internazionali sui territori occupati. Oggi risultati del genere Putin può sognarseli. E anche più tardi avrebbe potuto negoziare. Prima dell’arrivo dei carri armati occidentali. Adesso la situazione è ulteriormente peggiorata, per lui.

Quindi la possibilità che la Russia voglia negoziare adesso è ancora diminuita, con la decisione occidentale di inviare i tanks a Kyiv.

Non era vicina, questa possibilità. E al momento si è allontanata oltremodo. Poi, dipenderà dall’andamento della guerra. Se i tank saranno capaci di assestare un colpo così forte da indurre l’esercito russo a una ritirata scomposta, questo potrebbe addirittura forzare la volontà di Putin e portarlo a ragionare. Ma sarà difficile. Qualsiasi cosa succeda.

Lei in passato ha detto che se Putin non deciderà di farsi da parte e nominare un successore, in Russia potrebbe esserci un golpe o una rivoluzione. Quali sono gli elementi che la fanno pensare così?

Un colpo di stato militare non avverrebbe certo in un futuro imminente: le forze armate sono demotivate. In stato di shock. Pensavano di essere le migliori forze armate del mondo e son state prese a schiaffi dal vicino di casa. Ma le cose cambierebbero se Putin decidesse, visto il proseguire della guerra e il suo andamento negativo, di cancellare le elezioni presidenziali del 2024 — per la paura di un pessimo risultato — e proclamare la legge marziale. Senza una sua formale rielezione, la sua legittimazione precipiterebbe. Diventerebbe un usurpatore. Inizierebbe a essere odiato da una popolazione sempre più provata dalle difficoltà dell’economia, dall’abbassamento degli standard sociali e del tenore di vita, dal dramma dei caduti in guerra. E allora le forze armate potrebbero ritrovare una loro identità e decidere di cavalcare lo scontento. E vendicarsi di esser state gettate impreparate nell’avventura ucraina, per colpa degli errori di valutazione e delle bugie dei servizi di intelligence del presidente. Per non parlare degli errori politici di Putin: tra i militari, in pochi gli perdonano l’iniziale tentativo di prendere Kyiv in 24 ore, costato la vita a migliaia di soldati russi. Non c’era alcun motivo tattico o strategico. Fu solo un letale decisione politica. Le forze armate hanno molte ragioni per esser scontente di Putin. Quando sarà delegittimato e odiato dalla popolazione, allora sarà il momento del golpe.
 
Ultima modifica:
La Russia non può portare minacce a maglia larga, non funzionano.
Se Putin volesse portare una strategia più efficace dovrebbe scegliersi un solo nemico, un solo avversario causa dei mali della Russia, e minacciare specificatamente quello. Ad esempio potrebbe prendersela esclusivamente con la Germania e far citare dai propri ministri qualche cittadina tedesca come bersaglio di possibili attacchi atomici. Tanto di chiacchere e millantati attacchi nucleari ormai ne hanno sprecati a bizzeffe, ma andare a fare nomi potrebbe indurre l'anello debole a lasciare la cordata e indebolire tutta la catena. In questo modo qualunque passo indietro della Germania potrebbe essere portato come grande successo e essere usato come trigger per una exit strategy non umiliante.
 
Articolo molto interessante di Karen-Anna Eggen, ricercatrice presso il Dipartimento di Studi sulla Difesa norvegese, che fa considerazioni sulle mutevoli e invisibili linee rosse di Putin in relazione all'invio di supporto militare all'Ucraina, con un occhio alle rodate tecniche russe.


Om hensynet til Putins evigskiftende og usynlige røde streker


"C'è qualcosa nelle discussioni sui carri armati e sulle minacce nucleari russe che mi irrita.

Di recente, ci sono state molte domande sul fatto che l'Occidente stia intensificando la guerra in Ucraina inviando armi (più pesanti). È stato anche affermato che gli esperti norvegesi sottovalutano il pericolo di un'escalation, incluso il fatto che non viene data sufficiente considerazione a come Mosca pensa e reagisce.

Un anno fa, mentre la Russia preparava la sua grande invasione del paese vicino, gli argomenti erano essenzialmente gli stessi. L'Occidente provoca la Russia, non accoglie, impone cattive intenzioni alla leadership russa ed esagera la disponibilità a correre rischi al Cremlino.
[...]
Durante il 2022, io - e molti altri - abbiamo speso tempo e sforzi infiniti per capire esattamente come pensa Mosca, come reagisce e, non ultimo, come vogliono che reagiamo. Questo deve essere preso in considerazione quando si analizza anche come si svolge la situazione sul campo di battaglia. Il politico (in senso lato) e il militare sono indissolubilmente legati nel pensiero russo. Quindi, quando io - e altri - respingiamo l'uso russo di armi nucleari in risposta all'invio di carri armati da parte dell'Occidente, si basa su un'analisi molto fredda e sobria del valore di utilità che il Cremlino attribuisce all'uso retorico di questo strumento.

Si basa anche su un'analisi del fatto che Mosca ha speso molto tempo e risorse dallo scorso autunno per il riadattamento convenzionale, attraverso la mobilitazione e la militarizzazione della società russa, l'aumento degli stanziamenti militari, l'annessione di ulteriore territorio ucraino e così via.

I tentativi di ristrutturazione sono legati a scarsi risultati sul campo di battaglia, ma anche alla convinzione di poter vincere nel lungo termine. Quindi facendo pazzie su molti più soldati, bombardando terroristici obiettivi civili e spaventando l'Occidente - se non lontano dal sostenere l'Ucraina - almeno abbastanza da ritardare le spedizioni di armi.

Quindi la probabilità che la Russia ora usi armi nucleari è bassa perché la Russia sembra pensare che vincerà ancora fisicamente sul campo di battaglia e psicologicamente sotto forma di deterrenza ed esaurimento.

Inoltre, l'analisi si basa sul fatto che, finora, né la Russia né la NATO sembrano particolarmente interessate a uno scontro diretto. La Russia ha ricevuto un chiaro messaggio che l'uso di armi nucleari sul suolo ucraino sarà accolto con una risposta convenzionale risoluta e distruttiva dall'Occidente in Ucraina. Nello stesso momento in cui la Russia agita la sciabola e accusa l'Occidente di coinvolgimento diretto e di escalation, un'altra parte dell'apparato propagandistico sta lavorando per diffondere il messaggio che i carri armati non sono poi così pericolosi: l'esercito russo spazzerà via tutti i carri armati inviati in Ucraina, comunque.

A casa, la discussione sui carri armati serve a consolidare la popolazione attorno alla retorica della guerra e della mobilitazione. Quindi è utile avere un nemico esterno e un messaggio su un pericolo imminente. Una misura drammaturgica in questo modo è, ad esempio, il dispiegamento di difese aeree su edifici centrali e infrastrutture nelle principali città russe. Dall'altro lato, la macchina della propaganda continua con insistenza il suo lavoro di diffusione di questioni relative alle divisioni in Occidente, ai flussi di rifugiati verso l'UE, all'egemonia e alla debolezza americane, alla crescita della Cina e così via.

Martellare in più storie in parallelo, preferibilmente intervallate da disinformazione, è un noto trucco russo.

Quindi la domanda è: l'Occidente sta intensificando la guerra inviando armi all'Ucraina? Ciò che mi infastidisce è la premessa alla base di questa domanda. Soprattutto perché è la Russia che è entrata in una guerra di aggressione contro l'Ucraina. È la Russia che si è costantemente intensificata lungo la strada. Prima militarmente, poi quando le cose non sono andate molto bene, sotto forma di bombardamenti terroristici contro obiettivi e infrastrutture civili. Inoltre, il Cremlino sta pianificando e preparando una maggiore brutalità e un'ulteriore escalation in Ucraina sotto forma di (tentate) offensive in primavera. Gli obiettivi del controllo sull'Ucraina rimangono. Chiaramente, le consegne di armi più pesanti all'Ucraina non rientrano in tale scenario. Naturalmente, la Russia segnerà chiaramente il suo disappunto, come ha fatto in passato. Ma devono incolpare solo se stessi per questo. Da parte occidentale, si è scelto di essere coinvolti indirettamente con il supporto delle armi.

Dal lato non militare, l'Occidente sta fornendo un massiccio sostegno finanziario all'Ucraina e sta procedendo con sanzioni e restrizioni storicamente dure contro la Russia. Sentiti libero di chiamarla guerra economica, anche se abbiamo miglia da percorrere per scoprire l'elusione delle sanzioni.

Si potrebbe forse anche dire che le consegne di armi occidentali all'Ucraina danno all'Ucraina l'opportunità di intensificarsi. Ma suona strano, si parla sempre di dare all'Ucraina una reale opportunità di espellere una potenza occupante dal proprio territorio.

E come ha sottolineato il mio collega Palle Ydstebø: "Come si intensifica una guerra convenzionale su vasta scala? Aggiornando le capacità esistenti con materiale migliore? Difficilmente".

I calcoli di Mosca sono presi in considerazione al massimo grado, le minacce nucleari sono prese sul serio e dove possano essere le linee rosse e le soglie invisibili e in continua evoluzione di Putin, non è dato sapere. E forse ci servirebbe meglio scriverne meno, per tutto il tempo aiuta a costruire una quantità inutile di paura. Potrebbe essere una buona idea tenerne conto mentre entriamo in una primavera con offensive annunciate sia dalla Russia che dall'Ucraina."
Minkia,una supercazzala alla -nnesima potenza...a meno che la traduttrice capisca poco il norvegese.
 
Ma noi non stiamo facendo una guerra per respingere la Russia...ma per conquistarla ...mettendo un governo filo occidentale....
Metterlo dove? In Russia? Ma quando mai. Sono loro che devono svegliarsi. Altrimenti che si tengano Putin, chissene.
 
Quelli hanno tanto fieno in cascina a differenza di tutti i competitor alle pezze o attaccati alle stampanti....un po' di riserve bruciate (per loro) e passa la nottata...e si pigliano tutto il cucuzzaro....:D

non eri anche tu che dicevi quanto e' stato fesso Putin che al non volere la Nato se ne ritrova di piu'?...beh e gli americani che perderanno in anticipo ed anche malamente la supremazia mondiale? :D
In realtà quel fesso ero io :D
 
Articolo molto interessante di Karen-Anna Eggen, ricercatrice presso il Dipartimento di Studi sulla Difesa norvegese, che fa considerazioni sulle mutevoli e invisibili linee rosse di Putin in relazione all'invio di supporto militare all'Ucraina, con un occhio alle rodate tecniche russe.


Om hensynet til Putins evigskiftende og usynlige røde streker
Guarda, questa storia delle armi nucleari è una putt. tanata gigante (scusa il linguaggio da caserma). Le armi nucleari servono a non essere distrutti, non servono a distruggere qualcuno, come è chiaro leggendo qualsiasi dottrina sulla deterrenza. E' tutta una narrazione montata sulle opinioni pubbliche europee perché sensibili al tema. E' più probabile che domattina mi svegli con 30 anni di meno piuttosto che vengano usate queste armi.

Quella sui carri armati è la seconda putt. 300 carri (tra l'altro diluiti in mesi) non spostano l'equilibrio strategico, se fossero 3000 + qualche centinaio di aerei, forse lo sposterebbero, ma lo scopo occidentale non è mai stato quello di dare all'Ucraina la possibilità di inseguire i Russi fino agli Urali, bensì quello di farli sanguinare e inchiodarli lì dove sono, km più km meno. Probabilmente è un po' cinico, ma è abbastanza realista.
 
Guarda, questa storia delle armi nucleari è una putt. tanata gigante (scusa il linguaggio da caserma). Le armi nucleari servono a non essere distrutti, non servono a distruggere qualcuno, come è chiaro leggendo qualsiasi dottrina sulla deterrenza. E' tutta una narrazione montata sulle opinioni pubbliche europee perché sensibili al tema. E' più probabile che domattina mi svegli con 30 anni di meno piuttosto che vengano usate queste armi.

Quella sui carri armati è la seconda putt. 300 carri (tra l'altro diluiti in mesi) non spostano l'equilibrio strategico, se fossero 3000 + qualche centinaio di aerei, forse lo sposterebbero, ma lo scopo occidentale non è mai stato quello di dare all'Ucraina la possibilità di inseguire i Russi fino agli Urali, bensì quello di farli sanguinare e inchiodarli lì dove sono, km più km meno. Probabilmente è un po' cinico, ma è abbastanza realista.

Condivido parola per parola. :yes:
 
Dimenticavo, la terza putt. tanata che gira è quella sull'invio di soldati occidentali. Non ci sono le condizioni politiche, nessuno vuole allargare il conflitto, non si capisce quale tipi di truppe dovrebbero essere inviate e con quali mezzi. 'Na fesseria
 
Cmq incredibile come gli utenti che trovo piu' ragionevoli e condivisibili anche su altre sezioni ( come Macroeconomia ), pure qui mi sembrano i piu' assennati e saggi.
 
Dimenticavo, la terza putt. tanata che gira è quella sull'invio di soldati occidentali. Non ci sono le condizioni politiche, nessuno vuole allargare il conflitto, non si capisce quale tipi di truppe dovrebbero essere inviate e con quali mezzi. 'Na fesseria
Concordo su tutto il post precedente ma sull'invio di soldati occidentali avrei qualche dubbio
Considera che se fosse necessario, non è che andrebbero a inviare soldati con la divisa NATO ed ID in bella vista.
Li possono arruolare direttamente nelle forze armate ucraine o come contractors.

Al momento sono discorsi puramente ipotetici, siamo lontanissimi da scenari del genere in quanto l'Ucraina dispone di un bacino notevole di reclutabili autoctoni.
 
Non siamo la Bielorussa degli USA , tanto è vero che tu e tutti gli altri putiniani potete permettervi di essere filorussi . Voglio vedere un bielorusso che si possa permettere di essere filoamericano pubblicamente
Chi conta, cioè il governo e a cascata i media sono filo-americani...poi se è permesso a qualcuno di essere critici su Facebook o su un forum capirai che differenza (e parlando in generale sui social si è visto come anche certe linee di pensiero siano state censurate sistematicamente)
 
Oggi siamo in Libia, 8miliardi di investimento Eni, prepara una filippica sgangherata pure su questo, daje:D
Fighissimo.
Ma dimmi un po': bastano questi 8 miliardi per tornare ai livelli di prima che i nostri alleatissimi distruggessero il paese?
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
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