Ue, fondi e banche lottano per le commissioni sui prodotti finanziari

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  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

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Un argomento da seguire. Solo fumo o anche arrosto?

Come riportato su MF-Milano Finanza del 17 gennaio, Mairead McGuinness, commissaria Ue ai Servizi finanziari, ha risposto a un’interrogazione dell’europarlamentare tedesco Markus Ferber facendo capire la volontà di vietare gli inducement.
Nonostante le proteste, McGuinness è decisa ad andare avanti. «Gli incentivi possono portare a conflitti di interesse con un effetto negativo sulla qualità della consulenza sugli investimenti», ha detto il 24 gennaio in audizione al Parlamento Ue. «Agli investitori retail viene spesso consigliato di acquistare prodotti più costosi o che non sempre sono i più adatti alle loro esigenze. I prodotti a basso costo, come gli Exchange Traded Funds (Etf), non vengono quasi mai consigliati. E questo ha un impatto sui rendimenti netti che i consumatori possono aspettarsi».
I piccoli risparmiatori, secondo Bruxelles, «trarrebbero beneficio da una consulenza indipendente e da prodotti a basso costo a cui attualmente hanno meno accesso. Questo va oltre la semplice richiesta di maggiore trasparenza. Per la maggior parte delle persone è difficile capire quanto si paga quando le commissioni sono anche solo parzialmente nascoste. Ed è difficile capire il valore relativo dei diversi prodotti quando qualcuno vende la sua opzione preferita». McGuinness perciò vuole «ridurre le possibili barriere alla consulenza a prezzi accessibili», anche se, ha rilevato, la questione è «divisiva, ci sono argomenti da entrambe le parti».

Cosa dicono le lobby bancarie?
Giovanni Sabatini, direttore generale dell’Abi, ha menzionato il 18 gennaio su MF-Milano Finanza uno studio di Kpmg da cui emerge che i costi finali per i risparmiatori sarebbero equivalenti senza inducement. Secondo Sabatini «una eventuale decisione della Commissione Ue di vietare il modello basato sulle commissioni determinerebbe l’allontanamento dal mercato dei capitali dei piccoli risparmiatori, peggiorerebbe l’informazione complessiva sui prodotti finanziari e la qualità del servizio offerto dagli intermediari, nonché determinerebbe costi sproporzionati per una profonda ristrutturazione del settore dei servizi finanziari».


Ue, fondi e banche lottano per le commissioni sui prodotti finanziari
 
«Gli incentivi possono portare a conflitti di interesse con un effetto negativo sulla qualità della consulenza sugli investimenti»,
La scoperta dell'acqua calda è arrivata anche a Bruxelles...

ha detto il 24 gennaio in audizione al Parlamento Ue. «Agli investitori retail viene spesso consigliato di acquistare prodotti più costosi o che non sempre sono i più adatti alle loro esigenze.

No, non me lo dire... tutte le mattine mi faccio un'ora in più di metropolitana da casa e tutte le sere di ritorno perché avevo la grave colpa di non aver massimizzato la redditività dei portafogli... adesso ci è arrivato anche il parlamento UE. E io sono una mosca bianca, la regola è asfaltare il risparmiatore e saccheggiare tutto il saccheggiabile.
Però no... ma quando mai gli inducements hanno portato effetti negativi?
Quando mai un promotore preferisce cospargersi di benzina e darsi fuoco piuttosto che spiegarti il rendiconto costi ed oneri correttamente? (e ultimamente piuttosto che dirti quanto vale il tuo patrimonio realmente

I prodotti a basso costo, come gli Exchange Traded Funds (Etf), non vengono quasi mai consigliati. E questo ha un impatto sui rendimenti netti che i consumatori possono aspettarsi».

Vengono consigliati se vuoi essere mobbizzato e trasferito per aver rispettato il codice etico e la legge MIFID che le banche dichiarano di osservare scrupolosamente.
I piccoli risparmiatori, secondo Bruxelles, «trarrebbero beneficio da una consulenza indipendente e da prodotti a basso costo a cui attualmente hanno meno accesso. Questo va oltre la semplice richiesta di maggiore trasparenza.
A nessuno frega nulla di quello che fa bene al piumaggio dei polli. Ora ChatGPT può trasferire la stessa frase sui risparmiatori.

Per la maggior parte delle persone è difficile capire quanto si paga quando le commissioni sono anche solo parzialmente nascoste.

No, no, alla maggior parte degli investitori in risparmio gestito si dice che le commissioni non ci sono proprio... che sennò sai quando li facevano i loro bei budget di raccolta netta.

. McGuinness perciò vuole «ridurre le possibili barriere alla consulenza a prezzi accessibili», anche se, ha rilevato, la questione è «divisiva, ci sono argomenti da entrambe le parti».

Sì, ci sono enormi interessi da una parte e polli da spremere dall'altra. E' divisivo.
Giovanni Sabatini, direttore generale dell’Abi, ha menzionato il 18 gennaio su MF-Milano Finanza uno studio di Kpmg da cui emerge che i costi finali per i risparmiatori sarebbero equivalenti senza inducement.
A Giovà, e allora perché il 100% delle Reti e delle Banche adotta un modello di Consulenza Finanziaria in Regime Dipendente?
Ahhh... già, in Italia c'è poca cultura finanziaria, i risparmiatori 'non sono pronti': se scoprono che li freghi si inalberano.

«una eventuale decisione della Commissione Ue di vietare il modello basato sulle commissioni determinerebbe l’allontanamento dal mercato dei capitali dei piccoli risparmiatori, peggiorerebbe l’informazione complessiva sui prodotti finanziari e la qualità del servizio offerto dagli intermediari, nonché determinerebbe costi sproporzionati per una profonda ristrutturazione del settore dei servizi finanziari».

Ma non ti preoccupare, guardati FinanceDrip, li teniamo tutti sul mercato, stai sereno. Però si allontanano dalle tasche dei grandi 'manager' della promozione finanziaria. E' tanto bello fare i fighi in audi, i professionisti con escort a cena... con i soldi degli altri.
 
La battaglia innescata dalla Commissione Ue che vuole vietare le retrocessioni ai collocatori delle commissioni dei prodotti finanziari è solo all’inizio. Si attendono infatti nelle prossime settimane le linee guida di Bruxelles sul divieto degli inducement, parola inglese che si può tradurre con incentivi. In finanza con questo termine si intendono le commissioni che le società di gestione e le assicurazioni versano alle reti che distribuiscono i propri prodotti di investimento, come compenso per l’attività di collocamento svolta, prelevandole dalle spese di gestione che il risparmiatore paga loro ogni anno: solo una parte quindi è trattenuta dal produttore, che provvede a girare la parte restante alla rete (la quale incamera anche le commissioni di sottoscrizione, dove presenti).
come emerge dall’ultimo rapporto della Consob sulle scelte di investimento delle famiglie italiane, solo il 35% degli intervistati è consapevole del fatto che la consulenza è un servizio a pagamento. Il resto, il 65%, lo ignora.
Secondo la Commissione i prodotti con le retrocessioni sono in media più cari del 35% per gli investitori retail, assicurando quindi ricche commissioni alle reti di collocamento a fronte di un servizio di consulenza che non sempre è all’altezza delle promesse.
«Nei Paesi dove la distribuzione è dominata dalle banche, non ci sono segnali che le forze del mercato da sole riescano a ridurre le spese per gli investitori retail, dice Grant Kennaway, co-autore del report di Morningstar, «questo fenomeno è particolarmente evidente in Italia».
Il costo del consulente
 
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