Ugo La Pietra

La Pietra

Sono d'accordo su La Pietra.
Un grande che prima o poi il mercato dovrà riconoscere.
Io intanto ho preso un piccolo pezzo del 62 con doppia pubblicazione. :)
 
Grande Ugo La Pietra.
Prima o poi anche il mercato riconoscerà l'importanza del suo genio creativo.
Io intanto, per non sbagliare, ho inserito in collezione una sua piccola opera del 1962 con doppia pubblicazione.

e hai fatto bene;):clap:
 

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per essere del 1972 qualcosa aveva previsto eh?:D

videocomunicatore urbano, 1972
Strumento telematico autogestito con possibilità di rapporto spazio pubblico-spazio privato (telematic tool, self-managed with the possibility to share information between private space-public space)
 

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Alessandro Celli ha scritto:
per essere del 1972 qualcosa aveva previsto eh?:D

videocomunicatore urbano, 1972
Strumento telematico autogestito con possibilità di rapporto spazio pubblico-spazio privato (telematic tool, self-managed with the possibility to share information between private space-public space)

Parrebbe proprio di si!
 
è da agosto che qui non torno
e prima dell'arrivo della neve mi va di aggiungere qualcosa;)

in qualche modo riprende le discussioni degli ulti giorni...


"Immersioni, 1968. Uomouovosfera. Isolamento o partecipazione? Le immersioni sono sempre state delle allusioni a due atteggiamenti opposti che erano sempre presenti in quegli anni nel comportamento di molti: aderire ai movimenti di trasformazione della società o isolarsi aspettando...? Il modello (una sfera in materiale acrilico opalino) determina in chi vi si introduce una sensazione di vuoti e di infinito, sensazione determinata dalla sfericità dell'involucro e quindi dall'assoluta mancanza di parametri di riferimento. Lo spazio aparametrico provoca così un vuoto psicologico. Dall'esterno la situazione è diversa in quanto è possibile ricevere l'immagine, di chi è dentro la sfera, filtrata dalla plastica opalina"
(Ugo La Pietra, «Abitare la città», (Torino), Allemandi, 2011; pag. 67).

e proseguo:

"Modello di comprensione:
Le «immersioni» si presentano quale semplificazione di un rapporto tra l'individuo e l'ambiente dove la possibilità di rottura di un equilibrio acquisito avviene attraverso una scelta del fruitore che, per disvelare una nuova situazione, deve agire spazialmente collocandosi all'interno di contenitori. L'isolamento in questi ambienti induce una serie di operazioni sensoriali e simboliche che esplicitano, da un lato la crisi di disadattamento ambientale e dall'altro il potenziale di intervento della forma nella rottura di equilibri precostituiti. Le «immersioni» sono così invito ad un comportamento di uscita dalla realtà per ritrovare il rifugio di una sorta di «privacy» che è separazione e strumento di verifica delle possibilità di intervento attraverso elementi di rottura che spostino i termini codificati della tradizione.

Si innesta una dinamica di rapporto nella quale il comportamento libero dell'individuo rende significante la potenzialità contenuta nell'intervento spaziale. I contenitori, mentre spingono ad un certo comportamento, definiscono uno spazio in cui l'individuo crede di ritrovare un ambiente decisionale autonomo: in realtà, l'aver scelto di inserirsi nell'involucro lo separa dall'interazione con l'ambiente circostante e lo rende oggetto di un'intenzione formale sulla quale non può agire. Ne deriva una crisi tra il voluto isolamento del fruitore dal contesto e l'aspirazione ad un inserimento disequilibrante nel sistema. Ma proprio questa ambiguità, che è scontro tra l'aspirazione alla libertà e la limitazione che ogni scelta produce sulla libertà stessa, si presenta come presa di coscienza che la liberazione dai condizionamenti sociali e psicologici del contesto passa attraverso l'immersione personale in uno spazio che si offre come punto di riflessione critica e fantastica sul contesto stesso.

In questo senso il percorso personale nei contenitori è una esperienza quanto mai efficace e dalla quale è possibile far scaturire una serie di considerazioni metodologiche ed operative che superano l'oggetto nella sua particolare specificità. I contenitori sono così rimando alle possibilità potenziali di immersioni urbane che divengono dinamici tentativi di rottura di equilibri indotti artificiosamente e possibilità di partecipazione alla creazione dell'ambiente urbano attraverso l'espressione conflittuale dei bisogni ed il recupero dei gradi di libertà ancora esistenti".

(Ugo La Pietra, dal catalogo della mostra «Ugo La Pietra "Il sistema disequilibrante"», Torino, Galleria LP 220, novembre 1971).
 

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Non ho scorso le 17 pagine di questo 3D, magari se n'è già scritto, non ero a conoscenza di una collaborazione di Ugo La Pietra con Getulio Alviani , Maurizio Nannucci e Franco Vaccari a Zafferana Etnea, nell’ambito di un’iniziativa collaterale alla quarta edizione del Premio Brancati (1970).
Ho trovato un testo interessante (di Martina Tanga, in inglese) da cui prendo alcuni estratti e un'immagine. Lascio il testo in inglese, ben comprensibile.

From the north of Italy, artists came, as called, to deliver a response to the socioeconomic downturn afflicting the small Sicilian town of Zafferana.[..] In the face of recent socioeconomic hardship, the municipal administration decided to try something new, an exhibition and a conference titled Interventi nella città e sul paesaggio (Interventions in the City and Landscape), organized by Florentine curator Lara-Vinca Masini and Roman architect, theorist, and historian Paolo Portoghesi.[..] Among others, artists Getulio Alviani and Ugo La Pietra came from Milan, Maurizio Nannucci from Florence, and Franco Vaccari from Modena. [..] Alviani and La Pietra knew each other, as both came from Italy’s industrial capital, while it is unclear whether they had a preexisting connection with Nannucci or Vaccari; certainly, they had never worked all together. [..] Arriving in Zafferana, La Pietra, Nannucci, Vaccari, and Alviani suspected that the local judges had rigged the prize selection, endorsing local artists for political reasons. They also realized, much to their chagrin, that the organizers were marshaling a pleasant and uncritical exhibition intended to boost the local economy and tourist industry rather than address the city’s sociopolitical concerns. Feeling betrayed, the four artists rejected these pretenses, as they believed that contemporary architectural or artistic work needed to engage with the real experience of the environment. Impulsively, La Pietra, Nannucci, Vaccari, and Alviani decided to protest the exhibition and created their first collaborative urban intervention. Segnali di fuoco (Fire Signals) [..] featured ten car tires—five on each side—arranged along a pedestrian crossing in the city’s main square, Piazza Umberto I Belvedere, which the artists set on fire

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Establishing a complex, often polemical dialogue with the city and its inhabitants, Segnali di fuoco was an early example of Arte Ambientale (Environmental art). Artists and critics alike started to use the term during the 1970s to define the expansion of aesthetic practices out of museums and galleries and into streets and piazzas. [..] Art historian, curator, and critic Enrico Crispolti defined “Arte Ambientale [as] part of an urban context, where there are people, where you have an architectural context.[..] Crispolti was one of the leading curators to organize Arte Ambientale exhibitions in Italy’s urban landscape, and his 1976 Venice Biennale exhibition, called Ambiente come Sociale (Environment as Social), solidified the term’s prevalence as he presented urban projects that sought to connect with the experience of the city.

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Premio Italics d'Oro 2023 a Ugo La Pietra
assegnato da Italics
Consorzio che riunisce settanta tra le più autorevoli gallerie italiane
in occasione di
Panorama L’Aquila
mostra diffusa a cura di Cristiana Perrella
7 - 10 settembre 2023
Il premio ITALICS d'ORO, assegnato ad ogni edizione della manifestazione PANORAMA a un artista che abbia vissuto intensamente il territorio che, di volta in volta, ospita la mostra diffusa, è assegnato quest'anno a UGO LA PIETRA, e verrà ufficializzato durante la conferenza stampa di PANORAMA L'Aquila, a cura di Cristiana Perrella.
Il premio è stato assegnato a Daniel Buren in occasione di Panorama Procida (2020) e a Lisetta Carmi in occasione di Panorama Monopoli (2021).

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