Un microrganismo del Triassico in un bozzolo di sanguisuga

frankyone

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E' sfuggito alla degradazione che rende estremamente rari i reperti fossili di organismi a corpo molle perché è rimasto intrappolato nelle secrezioni destinate a formare il bozzolo di un'antica sanguisuga. Il reperto, risalente a 200 milioni di anni fa, è una rara testimonianza della storia evolutiva dei ciliati, ed è straordinariamente simile ai moderni protozoi del genere Vorticella

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Un microrganismo fossile risalente a 200 milioni di anni, appartenente al phylum dei ciliati, è stato scoperto all'interno del bozzolo, anch'esso fossile, di un'antica sanguisuga. Il reperto, ritrovato in una formazione geologica a Timber Peak, nella parte più settentrionale della Terra Vittoria, in Antartide, è stato identificato da un gruppo di ricercatori delle Università del Kansas, di Münster e di Copenaghen che ne riferiscono sui “Proceedings of the National Academy of Sciences”.

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L'antico ciliato fossile, a sinistra, e alcuni esemplari di vorticelle. (Cortesia B. Bomfleura et al. /PNAS)

Il microrganismo ha una struttura straordinariamente simile a quella delle moderne vorticelle, un genere di protozoi dotati di un peduncolo contrattile che si accorcia e si ridistende come una molla.

La scoperta è significativa perché il quadro dell'evoluzione della vita sulla Terra che possiamo finora tracciare è fortemente limitato dal fatto che tutti gli organismi privi di parti dure - come ossa, esoscheletri, conchiglie, legno o simili - vengono quasi sempre distrutti dai processi di decomposizione.

Gli antichi organismi a corpo molle ritrovati finora si sono conservati perché inglobati in cosiddette "trappole di conservazione", in particolare in gocce di ambra (resina fossile) e depositi di asfalto. Recentemente l'attenzione dei paleontologi è stata attratta da un altro possibile ambiente di fossilizzazione per microrganismi: i bozzoli che alcuni invertebrati, come le sanguisughe, formano per deporvi le uova.

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Bozzoli di sanguisuga moderna (Hirudo medicinalis), a sinistra, e della sanguisuga del Triassico. (Cortesia B. Bomfleura et al. /PNAS)

Le pareti del bozzolo vengono secrete inizialmente sotto forma di una sostanza mucosa composta principalmente di polisaccaridi e proteine fibrose. A seconda delle condizioni dell'habitat, nel giro di pochi giorni questa sostanza può rapprendersi fino a diventare solida, formando una capsula molto resistente alle variazioni termiche, alle alterazioni chimiche e ai processi proteolitici che decompongono i tessuti molli.

Questi bozzoli, che non sono rari nella documentazione fossile terrestre dal Triassico, hanno quindi un elevato potenziale di fossilizzazione, e con essi anche i microrganismi che eventualmente vi sono rimasti intrappolati.

Il bozzolo fossile che includeva i resti del ciliato scoperto dai ricercatori a Timber Peak appartiene presumibilmente a un antico antenato delle moderne sanguisughe, genere Burejospermum, poiché presenta strutture molto simili a quelle che si osservano nei bozzoli attuali.

Un microrganismo del Triassico in un bozzolo di sanguisuga - Le Scienze
 
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