Unicredit: solo news n. 4

Unicredit: valuta fusione controllate in Slovenia e Austria​

(MT Newswires) MILANO (MF-NW)--UniCredit sta valutando la possibilita' di fondere due controllate, UniCredit Banka Slovenija e UniCredit Bank Austria, nell'ambito del suo piano di crescita in Europa centrale. Per ottimizzare e migliorare le sue attuali operazioni, UniCredit Banka Slovenija diventera' una filiale di UniCredit Bank Austria in Slovenia con il marchio UniCredit Bank. La valutazione della fusione sara' completata nel terzo trimestre del 2023. alb alberto.chimenti@mfnewswires.it (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

30/05/2023 10:29
 
Unicredit-Amundi, un matrimonio a fine corsa. Ma per Azimut è un affare. I calcoli degli analisti
Andrea Orcel, ad Unicredit

Unicredit-Amundi, un matrimonio a fine corsa. Ma per Azimut è un affare. I calcoli degli analisti​

di Elena Dal Maso

Amundi (gruppo Credit Agricole) cede oltre il 3% a Parigi dopo l’indiscrezione che Unicredit sta diminuendo i fondi venduti in banca a costo di pagare una piccola penale. Sullo sfondo, l’accordo siglato con Azimut per una nuova famiglia di prodotti di risparmio in Irlanda. Gli approfondimenti degli analisti​


Il rapporto fra banche e accordi sul risparmio gestito torna di scena a Piazza Affari. In questo caso, fra Unicredit, il gruppo guidato dall’ad Andrea Orcel e i francesi diAmundi (società di gestione controllata da Crédit Agricole), che devono far fronte alla concorrenza, in prospettiva, con Azimut Holding e la joint venture siglata in Irlanda con il gruppo bancario milanese.

Mercoledì 31 maggio Unicredit cede lo 0,8% a 18,43 euro a Piazza Affari per 35,85 miliardi di capitalizzazione, fa peggio Amundi a Parigi che perde il 3,13% a 54,25 euro (11 miliardi di market cap).

Unicredit riduce i fondi Amundi. L’accordo scade nel 2027

Unicredit starebbe riducendo la proporzione dei fondi Amundi sul totale dei propri asset in gestione, secondo quando scrive l’agenzia Reuters. L’accordo siglato tra Unicredit e Amundi nel 2017 prevedrebbe che i fondi di Amundi rappresentino una quota prestabilita degli Aum totali della banca.

Nonostante la quota sia stata fissata attorno all’80%, Unicredit avrebbe cominciato a diminuire i prodotti di Amundi al di sotto questa soglia accettando di pagare piccole penali. «Come ha detto il ceo di Unicredit, Orcel e in seguito alle iniziative strategiche intraprese dalla banca, le relazioni con Amundi sembrano aver subito un progressivo deterioramento», notano gli analisti di Equita (rating buy su Unicredit, target price 24,5 euro, rating hold su Azimut, prezzo obiettivo a 24,2 euro).

Il progetto con Azimut in Irlanda (call al 2028)

L’accordo di distribuzione, che scadrà nel 2027, appare «difficile da rinnovare al momento». Dall’altro lato, Unicredit ha avviato una strategia che mira a creare le condizioni, sottolinea la Sim milanese, per ricostituire una propria fabbrica prodotto nell’asset management attraverso l’accordo stipulato con Azimut a dicembre 2022. In particolare, Unicredit e Azimut hanno sottoscritto una partnership per la distribuzione in Italia di nuovi prodotti di risparmio gestito.

L’accordo prevede che Azimut costituirà e gestirà autonomamente in Irlanda una società di gestione che svilupperà prodotti di investimento da distribuire in Italia attraverso la rete Unicredit su base non esclusiva. Azimut sta lavorando con Unicredit per la definizione degli accordi definitivi e i prospetti dei prodotti per partire dalla fine del quarto trimestre 2023, primo trimestre 2024.

In base agli accordi, Unicredit avrà il diritto di esercitare una call option (nel 2028) per l’acquisizione di una partecipazione della newco irlandese interamente posseduta da Azimut anticipatamente in determinate circostanze.

Gli analisti/ Equita: l’accordo con Unicredit vale 1,8 euro per azione su Azimut

Il target price di Equita su Azimut a 24,2 euro comprende la partnership con Unicredit per un valore di 1,8 euro per azione (incide per oltre il 7,4%) calcolando 25 miliardi di euro di masse (Aum) attese al 2028. Azimut scambia a 7,5 volte il rapporto prezzo/utili atteso al 2023 (8 volte senza le commissioni di performance), leggermente sotto la media storica a 3-5 anni rispettivamente di 9-10 volte, «in un clima di forte incertezza macro e volatilità dei mercati», sottolinea Equita.

Bestinver (buy su Unicredit) ritiene che «la banca non abbia molto da perdere nel tentativo di diversificare i propri fornitori di asset management e che un approccio più ampio al risparmio gestito sia la chiave per migliorare la redditività che arriva dalle commissioni e quindi il contributo al conto economico del gruppo».

Mediobanca: liaison a fine corso

Secondo gli analisti di Mediobanca Securities (rating overweight su Unicredit) l'amministratore delegato Orcel non ha fatto mistero del fatto che l'accordo con Amundi fosse in fase di revisione, soprattutto dopo i recenti progetti con Azimut.

«Quindi, la notizia non è una sorpresa», scrivono gli esperti. Che ricordano come, «per ricreare le capacità di gestione patrimoniale interna, l’ad Orcel lo scorso anno abbia creato un team per lavorare a stretto contatto con partner come BlackRock, Fidelity e JP Morgan, nonché con Amundi, per offrire ai clienti fondi più personalizzati».

Nel dicembre 2022 l’ad Orcel è andato oltre concludendo un accordo con Azimut. Valutando le opzioni in Italia, «Amundi ha anche discusso con Unicredit la possibilità di rivendere l’operatività con Unicredit alla stessa banca italiana, un fatto che non sembra attirare l’interesse dell’istituto milanese».

Kepler: il franchising italiano Unicredit- Azimut

Gli analisti di Kepler Cheuvreux ritengono che l’ad Orcel «probabilmente ha avuto dei ripensamenti sul fatto che Unicredit fosse distante da un'attività (l’asset management) ancora in rapida crescita e che può contribuire notevolmente agli utili bancari con un ridotto consumo di capitale». Tanto più che Orcel ha lavorato sette anni per Ubs, il colosso mondiale del Wealth Management. Deve essere quindi emersa l’idea di costruire internamente «una gestione patrimoniale proprietaria».

A questo punto, però, Kepler si domanda: ma Azimut riuscirebbe a sostituire Amundi nel business dei fondi di Unicredit in Italia? «Azimut… non ha necessariamente l'infrastruttura per gestire la portata dell'Aum della banca in Italia, basti pensare che Azimut ha registrato 83 miliardi di Aum a fine 2022, dovrebbe più che raddoppiare la propria dimensione per soddisfare le esigenze della banca».

Kepler, però, vede un'altra opzione: quella di «Amundi che cerca di rinegoziare/rinnovare la partnership in tempi brevi, con largo anticipo rispetto alla scadenza del 2027 per evitare che la situazione diventi stantia o peggio, per autorizzare Azimut ad avere troppo margine di manovra nel provare a costruire un franchising con Unicredit». Un franchising tutto italiano.

Orario di pubblicazione: 31/05/2023 10:49
Ultimo aggiornamento: 31/05/2023 13:08
 
Unicredit, il ceo Andrea Orcel è pronto per un altro mandato


Unicredit, il ceo Andrea Orcel è pronto per un altro mandato​

di Luca Gualtieri

Il banchiere: il mio lavoro non è finito. «Se gli azionisti e gli investitori mi voteranno sono sicuramente disponibile a un nuovo mandato alla guida della banca»​


A meno di un anno dalla scadenza del suo primo mandato al vertice di Unicredit, il ceo Andrea Orcel è disponibile per un altro triennio alla guida della banca di piazza Gae Aulenti. Lo ha annunciato lunedì 5, parlando all'Italy Capital Markets Forum di Bloomberg: «Amo il mio lavoro, amo Unicredit. Il mio team è stupendo. Sicuramente il lavoro non è finito, quindi se gli azionisti e gli investitori mi voteranno sono sicuramente disponibile a un nuovo mandato alla guida dell'istituto».

Il ruolo delle operazioni di m&a

Nel suo intervento Orcel si è soffermato anche sul ruolo del m&a nella strategia di Unicredit. «Le banche che si concentrano sull'M&A invece che sull'esecuzione e sul valore che hanno all'interno commettono un grave errore». Orcel ha poi notato le difficoltà regolamentari e finanziarie che presenta l'ipotesi di una grande fusione a livello europeo. « Unicredit ha molto valore in sé», ha concluso il banchiere. «Dovevamo solo liberarlo e lo stiamo facendo, ma abbiamo ancora molto da fare».

Orario di pubblicazione: 05/06/2023 16:17
Ultimo aggiornamento: 05/06/2023 16:33
 
Di ieri...


Unicredit: fusione con banca slovacca avra' impatto limitato su capitalizzazione Bank Austria (S&P)​

MILANO (MF-NW)--La fusione cross-boarder UniCredit Bank Austria e UniCredit Banka Slovenija avra' un effetto negativo ma limitato sulla capitalizzazione della banca austriaca. E' quanto emerge dal bollettino di S&P Global Ratings, in cui gli analisti sottolineano come invece la potenziale operazione potrebbe semplifichera' il modello operativo delle due e contribuire quindi agli sforzi di efficienza della loro controllante, Unicredit. Sull'istituto guidato da Andrea Orcel il giudizio rimane invariato: BBB/Stabile/A-2. Il gruppo di Gae Aulenti intende trasformare la sua controllata in Slovenia in una filiale di Bank Austria, con un'operazione simile a quella del 2013 con cui i due istituti di credito a marchio UniCredit Bank in Slovacchia e Repubblica Ceca si sono fusi in una sola nuova banca, chiamata Unicredit Bank Czech Republic and Slovakia. Maggiori dettagli sulla nuova operazione sono attesi nel terzo trimestre del 2023, ricordano gli esperti di S&P. Secondo gli analisti, la fusione avra' un impatto negativo di circa 50 punti base sul risk-adjusted capital (RAC) ratio di Bank Austria. Questo perche' il trasferimento nel bilancio di Bank Austria di prestiti sloveni per quasi 2,1 miliardi di euro a fine 2022 aumentera' le attivita' ponderate per il rischio. Al 31 dicembre 2022, il RAC ratio di Bank Austria era pari all'11,3%, in aumento rispetto al 10,3% del dicembre 2021. Secondo gli esperti, il RAC ratio tornera' vicino al 10% entro la fine del 2025, poiche' la fusione e il pagamento dei dividendi alla banca madre eserciteranno probabilmente una certa pressione sui coefficienti patrimoniali. Come ricordano da S&P, la nuova guidance del gruppo, con una distribuzione di capitale di circa 5,75 miliardi di euro, comportera' un aumento dei futuri dividendi distribuiti da Bank Austria alla sua controllante. Allo stesso tempo, l'aumento dei tassi di interesse e il solido contenimento dei costi stanno incrementando i ricavi operativi di Bank Austria, favorendo l'accumulo di capitale interno e sostenendo la sua capitalizzazione. Tirando le somme, il rating BBB+ su Bank Austria e' limitato a un massimo di un notch al di sopra del profilo di credito di bbb del gruppo, perche', secondo gli esperti, la dipendenza di Bank Austria dalla casa madre dal punto di visto operativo e strategico ne impedisce un ulteriore innalzamento della valutazione. bem (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

05/06/2023 19:34
 

Unicredit: 3 opzioni su Amundi (MF)​

ROMA (MF-NW)--Il nuovo assetto nel risparmio gestito sara' uno dei dossier su cui il ceo di Unicredit Andrea Orcel lavorera' negli ultimi mesi di mandato, cioe' sostanzialmente da settembre all'inizio del 2024. E gia' oggi al vaglio del banchiere ci sarebbero tre ipotesi operative. MF-Milano Finanza scrive che la banca di piazza Gae Aulenti e' legata da un accordo commerciale ad Amundi, l'asset manager francese controllato al 69% da Cre'dit Agricole che nel 2016 aveva comprato Pioneer per 3,54 miliardi. I due gruppi hanno sottoscritto un'alleanza decennale sulla distribuzione dei prodotti di risparmio gestito in Italia, Germania ed Austria. Alleanza che scadra' nel 2027. Per ridefinire il nuovo assetto il ceo potrebbe giocare in anticipo rispetto alla scadenza dell'accordo e un paio di fonti finanziarie suggeriscono che un'intesa potrebbe essere raggiunta in tempi brevi. Anche se dalle parti coinvolte non arrivano conferme, sarebbero tre le ipotesi sul tavolo. La prima e' che Unicredit e Amundi rinegozino gli accordi del 2017 e, pur evitando un divorzio, modifichino le condizioni complessive e il perimetro della partnership. La seconda opzione e' che, dopo la separazione (consensuale o meno) da Parigi, piazza Gae Aulenti individui un nuovo operatore industriale confermando cosi' la scelta di mantenere esternalizzate le attivita' nell'asset management. Il nuovo partner potrebbe essere Azimut, con cui la banca ha gia' costruito solide relazioni industriali, oppure un grande gestore americano come BlackRock, Vanguard o Fidelity. Piu' ambiziosa e' la terza ipotesi che circola oggi in diverse banche d'affari italiane ed estere. Unicredit potrebbe raggiungere con Amundi un accordo che preveda il conferimento degli asset ex Pioneer (quindi masse per circa 150 miliardi di euro) in un veicolo ad hoc di cui la banca rileverebbe il controllo. Con un mossa di questo genere la fabbrica ceduta nel 2017 ai francesi tornerebbe di fatto in Italia. La terza opzione appare sicuramente come la piu' suggestiva, non solo per il suo sicuro effetto mediatico, ma anche perche' consentirebbe a Unicredit di imprimere uno sprint ai ricavi in vista del fisiologico calo dei tassi di interesse. La controindicazione non trascurabile e' che l'acquisto comporterebbe un significativo assorbimento di capitale per piazza Gae Aulenti, che oggi ha coefficienti patrimoniali ai livelli piu' alti nel sistema bancario europeo (cet1 al 16,05%) ma che vuole anche mantenere una generosa politica di remunerazione degli azionisti. Per il momento queste sono le tre opzioni sul tavolo. Spettera' alle discussioni dei prossimi mesi definire quale sara' la strategia effettiva. pev (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

07/06/2023 08:35
 
Oggi sul quotidiano:


Il gruppo è in gara per gli asset rumeni della maggiore banca ungherese​

Unicredit cerca prede in Est Europa. Nel mirino la controllata rumena di Otp Bank. Vale fino a 400 milioni​

di Luca Gualtieri

In lizza anche Erste Bank e Alpha Bank. La mossa conferma l’interesse di Orcel per l’Est Europa. Ma nel radar dell’istituto potrebbe tornare anche la Germania​


Unicredit mette nel mirino l’Est Europa. La banca guidata dal ceo Andrea Orcel sarebbe in gara per rilevare la controllata rumena di Otp Bank, la principale banca commerciale ungherese. Una preda che vale tra 300 e 400 milioni di euro.

La possibile preda

Oggi Otp Bank è uno dei maggiori istituti dell’area danubiana con 13 milioni di clienti, 1.500 sportelli e una quota di mercato del 25% nella sola Ungheria. Negli ultimi quattro anni la controllata rumena ha aumentato del 50% il bacino di clienti e ha messo in campo numerose iniziative, soprattutto nell'area della digitalizzazione.

Un’ulteriore crescita però presenta complessità. Soprattutto perché negli anni scorsi sono falliti due tentativi di acquisizione: quello di Banca Romaneasca del 2017, respinto dalla banca centrale, e quello di Garanti Bbva Romania. Per questa ragione la capogruppo ha deciso mettere l’asset sul mercato. La gara per la dismissione potrebbe durare diversi mesi e, oltre a Unicredit, avrebbe coinvolto anche Erste Bank Group, Banca Transilvania, Alpha Bank e EximBank. Contattata, Unicredit ha preferito non commentare le indiscrezioni.

L’interesse per l’Est Europa

Sebbene le trattative siano ancora alle battute iniziali, la mossa conferma l’attenzione di Unicredit per l’Europa Centro-Orientale. Nel primo trimestre dell’anno del resto i ricavi in queste aree sono cresciuti in modo significativo (+27,3% a 990 milioni in Europa Centrale e +31,9% a 592 milioni in quella Orientale) e il trend potrebbe essere confermato nei prossimi mesi.

Oltre che dall’attività di m&a, l’attenzione per queste aree è confermata dalle recenti riorganizzazioni. Per esempio la scorsa settimana Unicredit ha avviato la valutazione di una fusione transfrontaliera tra le controllate Unicredit Banka Slovenija e Unicredit Bank Austria nell'ambito del piano di crescita del gruppo nell'Europa Centrale.

Le scelte di m&a

Quanto al m&a, l’attenzione di Unicredit per l’argomento rimane elevata. Negli ultimi anni il gruppo ha per esempio valutato in diverse occasioni una crescita per linee esterne in Nord Europa. L'ex ceo, Jean Pierre Mustier, aveva a lungo studiato un'integrazione con la francese Société Générale e, in seconda battuta, una fusione con Commerzbank. Questo secondo target è stato esaminato anche da Orcel che avrebbe aperto il dossier all’inizio del 2022 senza mai accantonarlo definitivamente. Nel radar potrebbe entrare anche alcune Landesbank che nei prossimi mesi potrebbero ufficialmente finire sul mercato. Nel radar ci sarebbero anche asset in settori di nicchia come i pagamenti che il vertice di Unicredit vuole valorizzare, anche attraverso operazioni straordinarie sia nel mercato italiano che all’estero.

Sul mercato italiano invece le prede restano quelle di sempre. Da un lato c’è il dossierBanco Bpm che ha registrato un ritorno di fiamma nei mesi scorsi. Dall’altro lato c’è sempre Mps per la cui privatizzazione Unicredit potrebbe tornare in pista tra fine anno e inizio 2024.

MF - Numero 111 pag. 12 del 08/06/2023
 

UNICREDIT BULBANK, FITCH CONFERMA BBB CON OUTLOOK STABILE​

News Image
(Teleborsa) - Fitch Ratings ha confermato il Long-Term Issuer Default Rating (IDR) di UniCredit Bulbank (controllata con sede in Bulgaria del gruppo bancario italiano) a "BBB" con outlook stabile e il suo Viability Rating (VR) a "bb+".

L'agenzia di rating afferma che l'ambiente economico bulgaro continua a convergereverso i livelli CEE, migliorando le opportunità delle banche bulgare di svolgere attività costantemente redditizie.

Bulbank è una delle più grandi banche nel concentrato settore bancario bulgaro. Il profilo di business della banca è sostenuto da quote di mercato elevate (circa il 19% degli asset del settore a fine 2022), in particolare tra le grandi imprese. Il modello di business di Bulbank è "rimasto resiliente a vari shock attraverso i cicli economici", si legge in una nota.

(TELEBORSA) 08-06-2023 19:44
 

Banche europee, ecco chi batterà il consenso nel 2024. 13 le più convenienti secondo Citi​

di Francesca Gerosa

I rischi per gli utili delle banche europee sono ancora più al rialzo che al ribasso, secondo Citi, che ritiene esagerate le preoccupazioni su prestiti e liquidità. Alcune italiane tra le banche coperte con buy che hanno​


Banche europee, ecco chi batterà il consenso nel 2024. 13 le più convenienti secondo Citi - MilanoFinanza News


Lo stralcio:


Utili, le banche europee che batteranno il consenso nel 2024


Pur ritenendo che siamo al picco del net interest income, o quasi, Citi nota che il consenso sull’eps 2024 è +10% da inizio anno, di gran lunga superiore a qualsiasi altro settore, e che gli upgrade degli utili sono aumentati, non diminuiti. «Continuiamo a prevedere che i margini di interesse, e quindi gli utili, sorprenderanno al rialzo, spinti da ulteriori rialzi dei tassi e da beta sui depositi inferiori alle attese», stima Citi, ritenendo, però, che i margini di interesse delle banche scandinave abbiano già raggiunto il picco, mentre quelli delle banche dell'Europa continentale raggiungeranno il picco intorno al terzo trimestre del 2023.

«Ci aspettiamo che i margini di interesse rimangano stabili intorno a questi livelli, in quanto ulteriori rialzi dei tassi entro la fine del 2023, uniti al roll over delle posizioni di copertura, compenseranno ampiamente l'aumento dei tassi di interesse sui depositi. Riteniamo, inoltre, che i beta dell'Eurozona aumenteranno dal 25-30% di quest'anno al 30-40% circa l'anno prossimo, mentre quelli delle banche statunitensi saranno pari al 45-50% entro la fine del 2023. Notiamo anche flussi di depositi molto diversi in Europa: +0,6% rispetto agli Stati Uniti: -5,1% anno su anno», aggiunge Citi.

Le banche che hanno già aumentato la guidance per l'anno fiscale 2023 con o dopo i risultati del primo trimestre di quest’anno includono Bbva, Danske, Intesa Sanpaoloe Unicredit. Solo Virgin Money ha abbassato la guidance. «Ora vediamo un maggior upside rispetto agli utili stimati dal consenso per il 2024 per le banche britanniche, italiane e tedesche e nel Regno Unito per Natwest», indica Citi, «in quest’ultimo caso grazie a una pressione meno forte sui margini dei mutui rispetto a Lloyds. Inoltre, Natwest offre anche uno dei più alti ritorni all’interno del settore, insieme a Intesa Sanpaolo, Bawag, Unicredit, Nordea, Bnp Paribas e Ing».

Le banche più convenienti


Il settore bancario europeo è ancora considerato a buon mercato, il momentum degli utili per azione dovrebbe rimanere positivo nel breve termine, ma potrebbe raggiungere un picco entro la fine dell'anno e il rendimento del capitale dovrebbe continuare a essere di supporto. «A nostro avviso, alcune banche sembrano ipervendute. Tra i nomi coperti con un rating buy e capitale superiore a 5 miliardi di dollari che hanno visto revisioni positive degli utili da parte del consenso accompagnate da un de-rating oltre il 20% figurano Unicredit, Commerzbank, Intesa Sanpaolo, AIB, Ing, Nordea, Danske, Bank of Ireland, Caixabank, Swedbank, Deutsche Bank, Bawag e Bankinter», elenca Citi. La maggior parte delle banche appare ora a buon mercato sulla base del multiplo prezzo/capitale tangibile rispetto al Rote. Inoltre, il de-rating fa sì che i rendimenti del settore siano saliti all'11% (dividend yield del 7,1% e buyback del 3,9%), con i rendimenti più elevati per Intesa Sanpaolo, Bawag, Natwest, Unicredit, Nordea, Bnp Paribas, Ing e Lloyds. Su tutte queste banche Citi ha un rating buy.

Le raccomandazioni di Citi, tre le top picks


Citi suggerisce, quindi, agli investitori di concentrarsi sulle banche che sono campioni nazionali, con rendimenti elevati e generazione organica di capitale; in grado di trattenere i depositi con un beta più basso rispetto ai competitor, grazie al mix di asset e alla forza del franchising; posizionati in modo difensivo in caso di deterioramento della qualità degli asset, ad esempio nel settore del credito; che offrono un significativo potenziale di rendimento del capitale, inclusi i buyback; infine, che siano cambiate a sconto rispetto ai peer e/o alla media storica. «Tra i nomi per i quali abbiamo stime al di sopra di quelle del consenso e per i quali riteniamo che i titoli siano a buon mercato rispetto alla media storica sulla base del multiplo prezzo/utile vi sono le banche nazionali britanniche, Hsbc, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Erste e Bnp Paribas, tutte coperte con un rating buy», consiglia Citi, indicando le sue tre te top picks nel comparto: Bbva, Intesa Sanpaolo, NatWest. «Le nostre migliori scelte rimangono Bbva e Intesa Sanpaolo, che hanno visto un forte aggiornamento delle stime del consenso sugli eps nel corso degli ultimi anni e continuano a essere considerate a buon mercato con un interessante potenziale di rendimento del capitale. Inoltre, passiamo da Lloyds a Natwest, in quanto ora vediamo un maggiore potenziale di rialzo degli utili per Natwest e riteniamo che le indicazioni sul Rote per il 2024 siano troppo prudenti. Inoltre, vediamo un interessante ritorno di capitale attraverso i dividendi, i buyback», conclude Citi. Le banche meno preferite, invece, sono Abn Amro, Banco Sabadell, Skandinaviska Enskilda Banken.
 
Aumenti ai bancari, Orcel (Unicredit) contro Messina (Intesa Sanpaolo) sul rinnovo del contratto

di Luca Gualtieri


Al congresso della Fabi il ceo di Unicredit frena sugli aumenti di stipendio chiesti dalla categoria dopo le aperture del numero uno di Intesa Sanpaolo

Il ceo di Unicredit Andrea Orcel è in disaccordo con il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina sul rinnovo del contratto dei bancari. Il banchiere è intervenuto martedì 13 al 22esimo congresso della Fabi, il maggiore sindacato italiano della categoria.​


La prudenza di Orcel

Lunedì 12 giugno Messina aveva dichiarato la disponibilità ad accogliere le richieste salariali avanzate dai sindacati, pari a 435 euro. Martedì 13 però Orcel ha usato parole assai più caute: «Siamo ancora nel Casl (l’organo Abi che gestisce le trattative sindacali), non mi sembra corretto anticipare. Abbiamo preso questa strada e la seguiremo fino in fondo».

Il numero uno di Unicredit ha ricordato che la sua banca «investe sulle persone e non chiude filiali» e ha riconosciuto un bonus inflazione da 100 milioni «alle fasce più basse della nostra popolazione» e che la remunerazione deve essere considerata «a tutto tondo». Secondo il banchiere inoltre le persone vanno messe al centro e occorre ascoltare anche le loro richieste: «un avanzamento di carriera può essere molto meglio di 435 euro di aumento», ha chiosato Orcel.

Il contesto generale

Il ceo di Unicredit ha giustificato la propria prudenza anche con le incertezze di mercato. Se il primo trimestre dell’anno è stato molto positivo in termini di redditività per il settore bancario, sui prossimi mesi e sul 2024 pesano diverse incognite, dalla restrizione dello spread da interessi al possibile deterioramento della qualità del credito. Lo scenario insomma potrebbe rivelarsi meno roseo del previsto.

La freddezza sul m&a

Molto cauto Orcel si è mostrato anche sul tema delle aggregazioni. «In questo momento ogni banca italiana ha la sua strategia e questo non permette m&a, non ci sono i numeri, né le intenzioni». Il banchiere poi è tornato sull'opportunità fallita nel 2021 di rilevare Mps: «le due reti erano, sono, complementari e avrebbe funzionato alle condizioni giuste».

La troppa regolamentazione

Nel suo intervento al congresso della Fabi Orcel ha toccato anche il tema della regolamentazione bancaria: «Le regole ci volevano, ma credo siamo andati oltre. Se teniamo le regole che abbiamo adesso, ma anche il buon senso del management e le inseriamo in un giudizio, allora andiamo lontano».

Secondo il banchiere poi la regolamentazione è poco armonizzata a livello internazionale: « Unicredit è vigilata da tredici banche centrali nazionali nei Paesi dove è presente più la Bce. Poi abbiamo filiali a New York, Londra e Singapore. Un allineamento delle regole nel dettaglio non c’è e questo è un problema per le banche». (riproduzione riservata)

Orario di pubblicazione: 13/06/2023 13:36
Ultimo aggiornamento: 13/06/2023 16:13
 
Oggi sul quotidiano:


Unicredit si allea nel wealth management con Blackstone


Unicredit si allea nel wealth management con Blackstone​

di Luca Gualtieri

Partnership tra la banca e il colosso Usa nel settore. L’iniziativa, rivolta ai grandi patrimoni, conferma la volontà di piazza Gae Aulenti di rivisitare le attività nel risparmio. L’alleanza con Azimut nella distribuzione e le opzioni per l’alleanza con Amundi | Unicredit, ecco come potrebbe finire l’alleanza con Amundi nel risparmio gestito


Arriva una nuova iniziativa di Unicredit nel wealth management. Da diversi mesi il ceo Andrea Orcel ha focalizzato la propria attenzione su questa specifica area del proprio business, da cui può derivare una forte spinta per i ricavi. A breve l’istituto dovrebbe annunciare una partnership con Blackstone.

L’alleanza in arrivo

L’obiettivo è convogliare la ricchezza della fascia più alta di clientela bancaria (ticket minimo superiore ai 100 mila euro) verso investimenti in private credit, un asset class in cui il colosso Usa vuole crescere nei prossimi anni. L’intuizione di fondo è che l’attuale congiuntura caratterizzata da volatilità, pressioni regolamentari e rialzo dei tassi possa limitare il credito bancario, favorendo altre forme di finanziamento come appunto il private credit che per molte aziende può diventare una valida alternativa.

Per il settore si tratta insomma di un momento d’oro e Blackstone intende approfittarne coinvolgendo anche primarie istituzioni europee come Unicredit. Lo hanno spiegato ieri a Milano i top manager del gruppo finanziario Usa Andrea Valeri (presidente di Blackstone Italia e senior managing director di Blackstone Credit) e Rashmi Madan (senior managing director e responsabile Emea di Blackstone Private Wealth Solutions).

Occorre peraltro ricordare che già oggi Blackstone è uno dei maggiori credit manager al mondo con 291 miliardi di dollari di asset in gestione, 300 investitori professionali e investimenti in oltre 3.000 crediti a livello globale. Nello specifico ambito del private credit il gruppo è attivo dal 2005 e ha in portafoglio uno stock di 150 miliardi di dollari di posizioni.

L’Europa è un mercato ancora piccolo ma in forte crescita e qui Blackstone si è posizionato con 68 professionisti, cinque uffici regionali e investimenti per oltre 25 miliardi. L’alleanza con Unicredit sarà un tassello prezioso di questi progetti e il gruppo Usa sarebbe pronto a studiare nuovi progetti di collaborazione con l’istituto di credito italiano.

Le altre mosse di Orcel

Molte opportunità ci sono anche per piazza Gae Aulenti. Il gruppo sta infatti rivedendo profondamente le proprie attività nel mondo del wealth management. In questa direzione nel dicembre scorso è andata l’alleanza con Azimut che svilupperà prodotti di investimento da distribuire sul mercato italiano.

Entro il 2027 la banca dovrà poi trovare una soluzione per l’alleanza con Amundi (gruppo Crédit Agricole) a cui nel 2017 aveva venduto Pioneer. Le trattative su questa partita dovrebbero partire subito dopo l’estate e non è escluso che una soluzione arrivi prima della natura scadenza dell’accordo.

MF - Numero 116 pag. 8 del 15/06/2023
 
Ed ecco avviata l'alleanza:

Unicredit: al via distribuzione fondo ECRED di Blackstone​

MILANO (MF-NW)--Unicredit ha avviato la distribuzione in Italia del fondo Blackstone ECRED (European Private Credit Fund) ai propri clienti professionali serviti dalla rete di Wealth Management. Questi, si legge in una nota, potranno sottoscrivere il fondo a partire da oggi. ECRED e' un fondo di investimento alternativo aperto semi-liquido a gestione attiva focalizzato sul credito societario. Fornisce l'accesso al credito dai mercati privati offrendo all'investitore la flessibilita' di liquidare l'investimento. Le sottoscrizioni e i rimborsi delle quote avvengono mensilmente, cosi' come le distribuzioni previste. ECRED e' stato concepito per offrire agli investitori piu' sofisticati l'accesso a soluzioni di credito privato che di solito sono dedicate solo agli investitori istituzionali. Il fondo cerchera' di costruire un portafoglio diversificato di prestiti a tasso prevalentemente variabile di origine privata e negoziati. "In questo contesto di mercato caratterizzato da inflazione e tassi di interesse elevati, introdurre strategie di investimento meno correlate alla volatilita' presente nei mercati pubblici e costruite per cogliere le opportunita' dell'economia reale, soprattutto in Europa, e' un elemento importante", ha spiegato Renato Miraglia, Head of Wealth Management di Unicredit Italia. "Il veicolo di Blackstone risponde a queste esigenze e ci permette di ampliare la nostra offerta di soluzioni di investimento nei mercati privati. Il nostro obiettivo e' quello di aumentare progressivamente l'attenzione in termini di asset allocation, servizi e consulenza con soluzioni mirate a gestire responsabilmente i patrimoni dei clienti e a creare valore". com/bem (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

19/06/2023 13:43
 

Unicredit: Ghizzoni si unisce agli ex nella consulenza (MF)​

ROMA (MF-NW)--L'ex amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni raddoppia nella consulenza strategica d'impresa e si unisce ad altri big che in passato hanno fatto parte della prima linea dell'allora banca di Piazza Cordusio. Secondo alcuni documenti societari visionati da MF-Milano Finanza, a fine 2022 Ghizzoni - tramite la holding personale Filedo - ha investito in sede di aumento di capitale per la parte non sottoscritta dai soci in Investimenti Industriali, societa' che oltre a essere la classica holding di partecipazioni, nell'oggetto sociale prevede l'erogazione di "servizi di consulenza in materia di organizzazione generale delle imprese, di sistemi di direzione, di analisi e di definizione delle strategie, di organizzazione e programmazione della produzione, di pianificazione e controllo di gestione e di realizzazione e ristrutturazione di sistemi contabili e amministrativi". La consulenza e' a 360 e si rivolge cioe' sia al pubblico sia al privato. Nel capitale della srl guidata da Barbara Lilla Boschetti, docente di diritto amministrativo alla Cattolica di Milano, che siede nel board di Fnm e il cui nome era circolato nei mesi scorsi anche per il cda di Mps in quota Lega, Ghizzoni ritrova altri ex colleghi della squadra Unicredit. A cominciare da Gianni Franco Papa e Andrea Casini, con i quali l'ex ceo ha presidiato durante l'era Profumo, fino al 2010, lo sviluppo del business della banca nell'area Central East Europe (Cee). Ai tre ex Unicredit si aggiunge anche Giuseppe Vita che dell'istituto e' stato presidente dal 2012 fino al 2018, accompagnando a giugno 2016 il passaggio delle consegne fra lo stesso Ghizzoni e Jean Pierre Muster. Vita e' presente nel capitale di Investimenti Industriale, tramite la holding di famiglia Leben srl di cui e' socio di maggioranza mentre la restante parte delle quote e' di proprieta' (in parti uguali) dei due figli, Sebastiano e Camilla. Anche Papa, che oltre ad aver raccolto il testimone come responsabile dell'area Cee quando Ghizzoni fu promosso ceo in Unicredit e' stato anche dg del gruppo per poi approdare in Bper, partecipa al capitale con la propria holding Fin.Se. Casini, ex ad di Unicredit Bulbank (Bulgaria) promosso da Mustier co-ceo Commercial Banking Italy di Unicredit e uscito dal gruppo con l'arrivo di Andrea Orcel, ha investito invece con il veicolo personale Ac. Tutti hanno in portafoglio l'11,1% di Investimenti Industriali. Nel capitale della societa' sono presenti con quote analoghe anche Ww&n Capital controllata da Cordusio (la fiduciaria di Unicredit), il ceo della quotata Relatech (soluzioni digitali), Pasquale Lombardi tramite l'srl Gaxder, il capo in Italia della quotata a Wall Street Dxc Technology (servizi It), Eugenio Bonomi e l'amministratore delegato del Lanificio di Pray nel Biellese, Karel Rosa. pev (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

20/06/2023 08:43
 

UNICREDIT: SECONDA TRANCHE BUYBACK INIZIERA' ENTRO FINE GIUGNO​

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 20 giu - UniCredit ha definito le modalita' attuative per l'esecuzione della 'Seconda Tranche del Programma di Buy-Back 2022' per un ammontare massimo pari a 1 miliardo di euro e per un numero di azioni UniCredit non superiore, tenuto conto delle azioni acquistate in esecuzione della Prima Tranche del Programma di Buy-Back 2022 (come di seguito definita), a 230.000.000. Come comunicato in data 28 marzo 2023, UniCredit ha gia' ricevuto l'autorizzazione della Bce per il riacquisto di azioni proprie per un massimo di Euro 3.343.438.000 ed ha deciso di procedere con l'esecuzione in due tranche. In data 3 aprile 2023, UniCredit ha avviato la Prima Tranche del Programma di Buy-Back 2022 per un ammontare massimo pari a 2.343.438.000 euro. Alla data del presente comunicato, la Prima Tranche del Programma di Buy-Back 2022 e' ancora in corso e, in linea con quanto comunicato al mercato in data 3 aprile 2023, e' previsto si concluda entro la fine del mese di giugno 2023.
E' intenzione di UniCredit avviare la Seconda Tranche del Programma di Buy-Back 2022 immediatamente dopo la chiusura della Prima Tranche del Programma di Buy-Back 2022. In particolare, gli acquisti saranno avviati indicativamente a partire dalla settimana che iniziera' il 26 giugno 2023, previa conclusione degli acquisti a valere sulla Prima Tranche del Programma di Buy-Back 2022. Sulla base del mandato conferito all'Intermediario Incaricato, si prevede che gli acquisti di cui alla Seconda Tranche del Programma di BuyBack 2022 possano concludersi indicativamente entro il mese di settembre 2023.
Com-Fla-
(RADIOCOR) 20-06-23 16:04:17
 
Oggi sul quotidiano:

Unicredit cerca prede in Est Europa. Ecco a quali condizioni il ceo Andrea Orcel potrebbe comprare

Unicredit cerca prede in Est Europa. Ecco a quali condizioni il ceo Andrea Orcel potrebbe comprare​

di Luca Gualtieri

Il banchiere per ora esclude grandi target. L’alternativa è investire sui buyback, di cui sta per partire una seconda tranche da un miliardo. Le previsioni? Sul resto dell'anno segnali più positivi che in passato


L’Est Europa è nel radar di Unicredit. Lo ha confermato ieri il ceo Andrea Orcel, commentando le indiscrezioni riportate la scorsa settimana da MF-Milano Finanza. «Acquisizioni di piccola taglia in Paesi come la Romania o mercati per noi importanti hanno senso se superano una certa barra, altrimenti preferisco comprare le mie azioni», ha spiegato il banchiere, intervenendo alla nona edizione della ceo conference di Mediobanca.
Leggi anche: Nel mirino di Unicredit la controllata rumena di Otp Bank

La gara per Otp Bank

In particolare nel mirino di Unicredit ci sarebbe la controllata rumena di Otp Bank, la principale banca commerciale ungherese. Una preda che vale tra 300 e 400 milioni di euro. La gara per la dismissione potrebbe durare diversi mesi e, oltre a Unicredit, avrebbe coinvolto anche Erste Bank Group, Banca Transilvania, Alpha Bank e EximBank. «Se sono in grado di superare il mio costo del capitale nel mercato in cui opero, non ho problemi di scala. Credo che non ci sia nessun mercato in cui noi siamo al di sotto del costo del capitale, anzi siamo al di sopra», ha precisato Orcel, che nel suo intervento ha commentato anche l'attuale quadro economico.

Il contesto economico

«Al momento i segnali per il resto dell’anno sono più positivi di quanto non fossero in passato, anche per quanto riguarda il costo medio del rischio. La dinamica del secondo trimestre non è molto diversa da quella del primo. C’è ancora qualche difficoltà sulle commissioni data l’incertezza generale, mentre continua la traiettoria dei costi. Non abbiamo ancora i dati di giugno ma vediamo la conferma del primo trimestre», ha spiegato il numero uno di Unicredit.

Il banchiere si è soffermato anche sui target finanziari indicati a piano. «Il 2023 sarà un anno eccellente» in termini di redditività, «ma possiamo fare altrettanto o meglio nel 2024 e nel 2025. Sul costo del rischio batteremo la guidance per l’anno e, in generale, vogliamo avvicinarci il più possibile al piano Unicredit Unlocked.

I target della banca

Di solito battiamo i nostri target anche sui costi, questa banca non ha mai mancato di farlo. Ciò non significa che lo faremo anche questa volta, la pressione dell’inflazione è alta». Orcel si è poi soffermato sulla politica di remunerazione: «La distribuzione del capitale deve essere stabilita in base alla generazione di capitale generale, non in base all’utile netto. Qualcuno dice che distribuiamo molto. Ma nonostante il dividendo il nostro capitale sale, non scende», ha concluso.

Sempre ieri Unicredit ha annunciato che inizierà l’esecuzione della seconda tranche del programma di riacquisto di azioni proprie 2022 per un importo di un miliardo non appena sarà completata la prima tranche di circa 2,34 miliardi.

MF - Numero 120 pag. 3 del 21/06/2023
 

UNICREDIT, GOLDMAN SACHS HA QUOTA POTENZIALE DEL 6,96%​

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(Teleborsa) - Goldman Sachs continua a muoversi sul capitale di UniCredit, sia tramite acquisti di azioni che altri strumenti. Secondo le comunicazioni della Consob relative alle partecipazioni rilevanti, con riferimento al 15 giugno, la banca d'affari statunitense ha una quota potenziale 6,96% del capitale. La partecipazione è detenuta tramite Goldman Sachs International e altre 12 società controllate.

Scendendo nei dettagli, lo 0,84% sono diritti di voto riferibili ad azioni. Lo 0,32% sono azioni oggetto di contratti di prestito titoli senza data di scadenza e con possibilità di restituzione in qualsiasi momento.

L'1,93% sono contratti di opzione "Put", "Call" e "Future" e obbligazioni convertibili con date di scadenza comprese tra il 15/06/2023 ed il 15/12/2050.

Il restante 3,87% è: per l'1,69% contratto "Future" con date di scadenza comprese tra 16/06/2023 ed il 17/12/2032; per l'1,25% contratto di opzione "Call" con date di scadenza comprese tra il 16/06/2023 ed il 31/03/2035; per lo 0,94% altri contratti di opzione "Swap", "Put", "Forward" e "Call Warrant" con date di scadenza comprese tra il 16/06/2023 ed il 14/03/2033.

(TELEBORSA) 22-06-2023 17:01
 
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