Unicredit: solo news n. 4

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

MF - DJ

Trimestrali delle banche italiane, ecco chi batterà le stime del consenso
di Francesca Gerosa

Sarà l'aumento del margine di interesse a tenere banco nelle trimestrali delle banche italiane. Si parte il 25 ottobre con Unicredit, nella rosa dei titoli preferiti da Mediobanca Securities che vede il Cet1 aggregato diminuire di 40 punti base

Sarà l'aumento del margine di interesse a tenere banco nelle trimestrali delle banche italiane. Si parte il 25 ottobre con Unicredit, nella rosa dei titoli preferiti da Mediobanca Securities insieme a Deutsche Bank, Hsbc, Santander e Ing. Mentre Intesa Sanpaolo è stata promossa a neutral dopo la sua sottoperformance. La banca d'affari ha poi un rating outperform su Banco Bpm e neutral su Bper Banca, Banca Popolare di Sondrio e Credem.

https://www.milanofinanza.it/news/t...tera-le-stime-del-consenso-202210211344377437

Lo stralcio:

Unicredit
Invece, Unicredit ha già annunciato che la guidance sarà rivista al rialzo nel terzo trimestre. Mediobanca Securities ha stime del 5-14% sopra quelle del consenso a livello di margine di interesse per il periodo 2022-2023. I risultati del terzo trimestre dovrebbero essere in linea con le previsioni del consenso: 1 miliardo di euro di utile netto e Cet1 al 15%.
 
Comunicato stampa

UniCredit: aggiornamento sull’esecuzione del programma di acquisto di azioni proprie nel periodo 17-21 ottobre 2022


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Uscita la trimestrale. Questa la prima pagina del comunicato stampa:

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Andrea Orcel, Amministratore Delegato di UniCredit S.p.A. :

"UniCredit ha ottenuto ancora una volta risultati finanziari eccezionali. Questo è il nostro settimo trimestre consecutivo di crescita e i migliori primi nove mesi dell’anno, da almeno un decennio. Siamo in netto anticipo sugli obiettivi del piano, nonostante il prudente consolidamento delle linee di difesa. UniCredit Unlocked sta dando i suoi frutti: la nostra trasformazione industriale è in pieno svolgimento, i nostri risultati ripetutamente positivi e stiamo ulteriormente migliorando la guidance per l’intero anno 2022.
Nei primi nove mesi dell'anno abbiamo raggiunto un utile netto record di €4,0 miliardi, escludendo la Russia, (€3,8 miliardi per l’intero Gruppo), superando l’intero anno 2021, a dimostrazione della crescita del nostro business caratterizzato da elevata redditività aggiustata per il rischio e a basso assorbimento di capitale. Il cambio di passo in termini di eccellenza operativa riflette la positiva dinamica commerciale, un contesto di tassi d'interesse favorevole, disciplina sui costi, basso costo del rischio e, soprattutto, il costante impegno delle nostre persone e ci consente di migliorare ulteriormente la nostra guidance per l'intero anno 2022 con un utile netto superiore ai €4,8 miliardi. Tutto ciò, combinato con il significativo miglioramento nell’efficienza del capitale ci permette inoltre di migliorare la guidance per l’intero anno 2022 con una generazione organica di capitale di oltre 200 punti base.
Il nostro CET1 ratio pari al 15,41 per cento, inclusi gli impatti derivanti dal quadro normativo avverso, rimane tra i leader del settore, e rispetta il nostro impegno di distribuzione agli azionisti relativa all’esercizio 2021, pari a €3,75 miliardi e maturazione dei dividendi per il 2022 pari a €1,4 miliardi.
UniCredit ha approcciato questo periodo di incertezza macroeconomica con un modello di business redditizio, una solida qualità dell’attivo, coperture adeguate, una migliorata generazione organica di capitale e una robusta situazione patrimoniale. Siamo intervenuti tempestivamente e abbiamo potenziato in modo proattivo le nostre linee di difesa esistenti, rafforzando le nostre solide fondamenta e di conseguenza siamo pronti ad affrontare il futuro con fiducia.
Riteniamo che sia importante essere al contempo socialmente responsabili e finanziariamente vincenti. Pertanto, continuiamo a sostenere i nostri clienti e le comunità in cui operiamo in questi tempi difficili, in quanto sono loro che dobbiamo tenere in considerazione in tutte le scelte che facciamo.
Siamo impegnati a realizzare il nostro piano strategico 2024 per sprigionare il valore del nostro Gruppo. Sono fiducioso che UniCredit sia ben posizionata per affrontare qualsiasi contesto economico, garantendo una crescita di qualità, una distribuzione sostenibile del capitale e creazione di valore per i nostri stakeholder in tutta Europa.”
 
PRINCIPALI RISULTATI PER IL 3TRIM22 DEL GRUPPO ESCLUSA RUSSIA

• Ricavi totali: €4,5 mld, in rialzo dello 0,2 per cento trim/trim e in rialzo del 4,5 per cento a/a9
• Ricavi netti: €4,2 mld, in calo del 2,4 per cento trim/trim e in rialzo del 6,8 per cento a/a
• Margine di interesse (“NII”): €2,2 mld, in calo del 3,2 per cento trim/trim e in rialzo del 4,8 per cento a/a10
• Commissioni: €1,6 mld, in calo del 4,4 per cento trim/trim e in calo del 1,8 per cento a/a
• Proventi da attività di negoziazione: €518 mln, in rialzo del 43,8 per cento trim/trim e in rialzo del 60,0 per
cento a/a
• Costi operativi: €2,3 mld, in rialzo dello 0,8 per cento trim/trim e in calo del 3,1 per cento a/a
• Rapporto costi/ricavi: 51.6 per cento, in rialzo di 0,3 p.p. trim/trim e in calo di 4,1 p.p a/a
• Utile netto contabile: €1,4 mld, in calo del 18,1 per cento trim/trim e in rialzo del 37,3 per cento a/a
• Utile netto: €1,3 mld, in calo del 9,9 per cento trim/trim e in rialzo del 31,1 per cento a/a
• RoTE: 11,4 per cento, in calo di 1,6 p.p. trim/trim e in rialzo di 2,8 p.p a/a
• EPS diluito: €0,65, in calo del 4,7 per cento trim/trim e in rialzo del 43,6 per cento a/a
• CET1 ratio di Gruppo (inclusa la Russia): 15,41 per cento, in calo di 32 pb trim/trim e in calo di 9 pb a/a
• RWA: €302,6 mld, in rialzo dello 1,4 per cento trim/trim e in calo del 4,3 per cento a/a
• LLP: -€220 mln, in rialzo trim/trim e in calo del 25,5 per cento a/a
• Costo del rischio (CoR): 20 pb, in rialzo di 10 pb trim/trim e in calo di 8 pb a/a
• Rapporto tra crediti deteriorati lordi e totali crediti lordi: 2,8 per cento, invariato trim/trim e in calo di 1,8
p.p. a/a
 
Questo il report di MF (in aggiornamento) sulla trimestrale:

Settimo trimestre consecutivo di crescita record e Unicredit migliora la guidance 2022
di Francesca Gerosa

La banca vede per fine anno un utile superiore a 4,8 mld contro i 4 mld indicati prima. Tra luglio e settembre si è attestato a 1,7 mld, includendo la Russia (esposizione ridotta del 50% a 3,1 mld a costi minimi), e a 1,3 mld escludendola, oltre le attese. Solida la posizione patrimoniale con un Cet1 al 15,41%​

Settimo trimestre consecutivo di crescita record e Unicredit migliora la guidance 2022. Il gruppo bancario guidata da Andrea Orcel ha chiuso i tre mesi luglio-settembre con un utile netto, esclusa la Russia, di 1,3 miliardi di euro, in calo del 9,9% sul trimestre precedente, ma in rialzo del 31,1% anno su anno (1,7 miliardi comprendendo la Russia) e oltre le attese degli analisti. Mentre nei primi nove mesi dell'esercizio l'utile netto è salito a quota 4 miliardi, superando l'intero anno 2021.

Esposizione alla Russia ridotta del 50% a 3,1 miliardi, a costi minimi

Escludendo l'impatto della Russia, i ricavi netti sono stati pari a 4,2 miliardi, in aumento del 6,8% anno su anno e in calo del 2,4% sul trimestre precedente. L'esposizione cross-border del gruppo verso la Russia è stata ridotta, a costi minimi, complessivamente del 50% a circa 3,1 miliardi, "attraverso azioni proattive e disciplinate", ha sottolineato la banca, rimarcando di essere impegnata a mantenere un progressivo approccio di de-risking.

Settimo trimestre consecutivo di crescita record, migliori primi nove mesi e terzo trimestre da almeno un decennio
Inoltre, escludendo l'impatto negativo una tantum legato al Tltro III, la banca ha registrato ricavi netti pari a 4,6 miliardi (+14,6%). Si tratta, ha sottolineato Unicredit, "del settimo trimestre consecutivo di crescita record, migliori primi nove mesi e terzo trimestre da almeno un decennio", avendo conseguito tutti gli obiettivi su tutte le leve e tutte le aree di business. Solida la posizione patrimoniale con un Cet1 ratio al 15,41% nel terzo trimestre, al netto della distribuzione agli azionisti di 3,75 miliardi relativa all'esercizio 2021 e della maturazione dei dividendi pari a 1,4 miliardi per il 2022.

Esposizioni deteriorate nette in calo a 6,5 miliardi

Quanto alle esposizioni deteriorate lorde, esclusa la Russia, sono risultate pari a 13 miliardi nel terzo trimestre (-1% trimestre su trimestre, -35,9% anno su anno) con un rapporto tra crediti deteriorati lordi e totale crediti lordi del 2,8% (invariato trimestre su trimestre, -1,8% anno su anno), mentre quelle nette si sono attestate a 6,5 miliardi (-1,9% trimestre su trimestre, -25,6% anno su anno) con un rapporto tra esposizioni deteriorate nette e totale crediti netti dell'1,4% (invariato trimestre su trimestre, -0,6% anno su anno). Infine, il rapporto di copertura sulle esposizioni deteriorate è stato del 49,7% (+0,4% trimestre su trimestre e -7% anno su anno).

" Unicredit ha ottenuto ancora una volta risultati finanziari eccezionali. Questo è il nostro settimo trimestre consecutivo di crescita e i migliori primi nove mesi dell'anno, da almeno un decennio. Siamo in netto anticipo sugli obiettivi del piano, nonostante il prudente consolidamento delle linee di difesa", ha commentato il ceo, Andrea Orcel, aggiungendo che il piano strategico UniCredit Unlocked sta dando i suoi frutti: "la nostra trasformazione industriale", ha spiegato, "è in pieno svolgimento, i nostri risultati ripetutamente positivi e stiamo ulteriormente migliorando la guidance per l'intero anno 2022".

Per Orcel il cambio di passo in termini di eccellenza operativa riflette la positiva dinamica commerciale, un contesto di tassi d'interesse favorevole, disciplina sui costi, basso costo del rischio e, soprattutto, "il costante impegno delle nostre persone e ci consente di migliorare ulteriormente la nostra guidance per l'intero anno 2022 con un utile netto superiore ai 4,8 miliardi", ha detto.

Generazione organica di capitale di oltre 200 punti base

Tutto ciò, combinato con il significativo miglioramento nell'efficienza del capitale, ha continuato il ceo, "ci permette inoltre di migliorare la guidance per l'intero anno 2022 con una generazione organica di capitale di oltre 200 punti base. Il nostro Cet1 ratio pari al 15,41%, inclusi gli impatti derivanti dal quadro normativo avverso, rimane tra i leader del settore e rispetta il nostro impegno di distribuzione agli azionisti relativa all'esercizio 2021, pari a 3,75 miliardi e maturazione dei dividendi per il 2022 pari a 1,4 miliardi".

Unicredit migliora la guidance 2022: utile netto atteso oltre 4,8 miliardi, esclusa la Russia

Più in dettaglio, a seguito del contesto dei tassi d'interesse più favorevole, del basso costo del rischio e della riduzione dei costi superiore alle aspettative, Unicredit ha migliorato la guidance relativa all'esercizio 2022 e prevede di chiudere l'anno con ricavi superiori a 17,4 miliardi, un margine di interesse superiore a 9,6 miliardi, costi pari a 9,4 miliardi, un rapporto tra costi e ricavi pari al 51%, un utile netto superiore a 4,8 miliardi, esclusa la Russia, e un cet 1 ratio pro-forma per la distribuzione 2022 superiore a 14,5%. Migliorata a circa 25 punti base anche la guidance per il 2022 del costo del rischio.

Confermato l'obiettivo di restituire agli azionisti almeno 16 miliardi entro il 2024

"Il continuato slancio finanziario pone le basi per una distribuzione relativa all'esercizio 2022 in linea o migliore rispetto al 2021, mantenendo al contempo un solido Cet1 ratio", ha previsto l'istituto, impegnato a produrre risultati e rendimenti attrattivi e sostenibili, con l'obiettivo di restituire agli azionisti almeno 16 miliardi entro il 2024. "In caso di grave recessione, l'impatto sarebbe significativo, ma anche in questo caso il gruppo prevede di poter essere in grado di rispettare in larga parte gli obiettivi di distribuzione per il periodo 2022-2024".

"Siamo impegnati a realizzare il nostro piano strategico 2024 per sprigionare il valore del nostro gruppo", ha concluso Orcel, fiducioso che Unicredit "sia ben posizionata per affrontare qualsiasi contesto economico, garantendo una crescita di qualità, una distribuzione sostenibile del capitale e creazione di valore per i nostri stakeholder in tutta Europa".

(articolo in aggiornamento)
Ultimo aggiornamento: 26/10/2022 09:02
 
Rally del titolo Unicredit a Piazza affari, ecco tutte le principali sorprese positive della trimestrale secondo gli analisti
di Francesca Gerosa

Apprezzati dagli analisti i minori accantonamenti per perdite su crediti, i ricavi migliori del previsto, la gestione dei costi e il capitale forte, oltre che il contributo migliore del previsto da parte della Russia. Ma tutto questo è ripetibile? Se lo chiede l'ufficio studi di Intesa Sanpaolo​

Ancora risultati migliori delle attese per Unicredit con un upgrade della guidance 2022 e il titolo a Piazza Affari svetta con un progresso del 3,21% a 11,89 euro, sovraperformando l'indice Ftse Mib (+0,04%). "La banca ha riportato un utile netto e un capitale più forti del previsto, continuando a dimostrare una buona capacità di gestione. Inoltre, ha migliorato la previsione sull'utile netto 2022 a 4,8 miliardi di euro rispetto ai precedenti 4 miliardi di euro e alla stima del consenso di 4,15 miliardi", ha sottolineato in una nota Azzurra Guelfi, analista di Citi, osservando che il margine di interesse ex Russia è stato un po' più debole del previsto, soprattutto a causa di un'operazione una tantum Tltro negativa. Migliori del previsto gli accantonamenti per perdite su crediti. "Prevediamo una reazione positiva del titolo, su cui abbiamo un rating buy e un target prce a 15 euro, a questo set di risultati e un miglioramento delle stime di utile per azione da parte del consenso, con l'attenzione del mercato rivolta alla capacità di generazione di capitale/rendimento del gruppo, allo sviluppo del margine di interesse e al trend della qualità del credito", ha continuato Azzurra Guelfi.

Apprezzati da Citi anche la gestione dei costi e il capitale

L'esperta ha anche apprezzato i costi, migliori dell'1% rispetto alla stima del consenso, e il costo del rischio che, escludendo la Russia, è stato di 20 pb (+10 pb trimestre su trimestre ma -8 pb anno su anno) per il trimestre, con coperture (overlays) complessive aumentate di 0,3 miliardi di euro a 1,3 miliardi di euro, creando così ulteriori buffer per proteggere la banca da ulteriori accantonamenti per perdite su crediti. Mentre il ratio Npl lordo è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente, al 2,8%, e la copertura assoluta è rimasta stabile rispetto al trimestre precedente. Il capitale è stato più forte del previsto, pari al 15,4%, e per quanto riguarda la remunerazione del capitale Unicredit ha indicato che, dato il buon momentum, ha creato una base per una distribuzione nel 2022 in linea o migliore dei 3,75 miliardi di euro del 2021 con un Cet1 visto oltre il 14,5%.

Da Equita Sim i minori accantonamenti per perdite su crediti e i ricavi migliori del previsto

Anche a detta di un altro analista, a una prima lettura, l'utile netto trimestrale di 1,7 miliardi risulta "nettamente migliore delle nostre stime di 951 milioni e di quelle del consenso ferme a 1 miliardo, sostenuto da un andamento migliore delle attese del trading income e dal basso livello degli accantonamenti per rischi su crediti. C'è spazio per migliorare le stime e il giudizio sul titolo". Equita Sim ha parlato di risultati del terzo trimestre 2022 "ampiamente superiori alle attese", guidati da maggiori ricavi e soprattutto minori accantonamenti per perdite su crediti (84 milioni vs -577 milioni).

"L'andamento dei ricavi è superiore alle attese, principalmente per un forte risultato dei proventi da attività di negoziazione grazie al contributo della Tesoreria e alla forte domanda di prodotti di copertura da parte delle imprese. Le commissioni a 1,65 miliardi sono sostanzialmente in linea con le attese, mentre il margine di interesse, flat trimestre su trimestre, è il -4% inferiore alle nostre stime", si legge nella nota di Equita che ha spiegato che il minor margine di interesse è in larga parte riconducibile a un effetto one-off negativo legato all'accounting del Tltro maggiore del previsto, al netto del quale sarebbe stato di 0,3 miliardi più alto.

Confermati i rating buy sul titolo, ma tutto questo è ripetibile?

Migliore del previsto anche la gestione dei costi operativi, -3% anno su anno a 2,385 milioni con un cost/income a un eccellente 49%, ha aggiunto Equita. Sotto la linea operativa, la principale sorpresa positiva è legata, appunto, a minori accantonamenti per perdite su crediti a 84 milioni, che hanno beneficiato anche di riprese di valore in Russia per 136 milioni. La Sim ha inoltre osservato che Unicredit ha incrementato l'ammontare di overlays a 1,3 miliardi (+0,3 miliardi trimestre su trimestre) per affrontare un eventuale deterioramento economico (circa 30bps il costo del rischio aggiuntivo). Per cui Equita ha confermato il rating buy e il target price a 15,3 euro sull'azione come l'ufficio studi di Intesa Sanpaolo (prezzo obiettivo a 14,4 euro), anche se, pur apprezzando i risultati del terzo trimestre ("ben al di sopra delle nostre aspettative), ritiene che l'aver battuto le attese sia di bassa qualità, in quanto non completamente ripetibile. "Consideriamo positivamente la revisione al rialzo della guidance per l'anno fiscale 2022, che potrebbe far salire le stime del consenso", ha concluso l'ufficio studi Intesa Sanpaolo. (riproduzione riservata)

Ultimo aggiornamento: 26/10/2022 10:53
 
Andrea Orcel: Unicredit banca per il futuro dell'Europa. Il piano strategico genera più valore dell'M&A
di Francesca Gerosa

Chiusi i migliori primi nove mesi e terzo trimestre da almeno un decennio, la sfida ora per Unicredit è difendere la sua posizione in un contesto macro difficile. A fine anno distribuzione degli utili almeno pari a quella del 2021. No a un'acquisizione (Mps?) "che non raggiunge i nostri obiettivi", parola del ceo Orcel​

Chiusi i migliori primi nove mesi e terzo trimestre da almeno un decennio, la sfida ora per Unicredit è difendere la sua posizione in un contesto macro che resta molto difficile. "La maggior parte degli indicatori annualizzati sta raggiungendo i nostri obiettivi del piano strategico Unicredit Unlocked 2024: la nostra sfida ora è nel difendere la nostra posizione in un nuovo contesto macro", ha sottolineato il ceo di Unicredit, Andrea Orcel, in conference call per la presentazione dei conti del terzo trimestre 2022 (utile oltre le attese) e dei primi 9 mesi dell'anno.

La performance finanziaria di Unicredit, ha sottolineato Orcel, "è solida in ciascuna delle nostre Regioni". Non solo. Il gruppo sta migliorando e riducendo la frammentazione della sua offerta, assumendo "sia esperti di prodotto esterni nelle nostre fabbriche sia più specialisti e talenti nelle nostre 13 banche a livello locale per consigliare i nostri clienti, di cui 1.000 in Italia e 270 in Germania", ha precisato il top manager. La performance nei primi nove mesi di quest'anno, insieme alla miglior visibilità vista per il resto del 2022, ha portato il gruppo a migliorare ancora una volta la guidance per il 2022, con un utile netto atteso a oltre 4,8 miliardi di euro, "significativamente in aumento rispetto alla previsione precedente di circa 4 miliardi", ha rimarcato Orcel.

Performance solida in tutte le areee geografiche

Un miglioramento della guidance anche se la situazione tra Russia e Ucraina rimane tragica, ma Unicredit ha tutto sotto controllo: "continuiamo a gestire la situazione. In questo trimestre abbiamo ulteriormente ridotto le nostre esposizioni e dall'inizio dell'anno l'esposizione si è ridotta di oltre il 50% cross-border. Abbiamo compresso la nostra esposizione del 30% a livello locale da marzo e stiamo rifocalizzando la nostra presenza localmente per continuare il disimpegno. Continuiamo ad avere circa 4 mila dipendenti sul posto e molti collaboratori per la maggior parte europei, per cui monitoriamo la situazione", ha puntualizzato il ceo. Nella trimestrale l'istituto ha specificato che l'esposizione cross-border del gruppo Unicredit verso la Russia è stata ridotta, a costi minimi, complessivamente del 50% a circa 3,1 miliardi, "attraverso azioni proattive e disciplinate".

Distribuzione degli utili almeno pari a quella del 2021

Passando al capitale, il coefficiente patrimoniale Cet1 è atterrato al 15,4%, stabile sul trimestre, pro forma per la seconda tranche dell'acquisto di azioni proprie del 2021 e dell'accantonamento dei dividendi nel 2022, grazie a 42 punti base di generazione organica di capitale nel trimestre. "Una volta completato il riacquisto, avremo adempiuto al nostro impegno di una distribuzione agli azionisti nel 2021 di 3,75 miliardi", ha continuato Orcel, assicurando che "lo slancio dei risultati del 2022, la generazione organica di capitale al di sopra del piano e il continuo rafforzamento del nostro bilancio creano una solida base per una distribuzione" degli utili "almeno uguale a quella del 2021, in attesa delle dinamiche del quarto trimestre, dell'approvazione della vigilanza e degli azionisti".

Il piano strategico genera più valore dell'M&A

La priorità di Unicredit è, dunque, l'esecuzione del piano strategico. In un'intervista a Bloomberg Tv, Orcel, in merito all'ipotesi di riaprire i colloqui con Mps una volta completato l'aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro di Rocca Salimbeni, ha spiegato che l'esecuzione del piano industriale "sta creando miliardi di valore, molto più di qualsiasi acquisizione e questo è ciò su cui continuiamo a concentrarci". Incalzato sul fronte M&A, il ceo di Piazza Gae Aulenti ha chiarito che "non saremo coinvolti in un'acquisizione che non raggiunge i nostri obiettivi".

Unicredit, la banca per il futuro dell'Europa

Anche la visione di Orcel per Unicredit è chiara: "è quella di essere la banca per il futuro dell'Europa e stabilire un nuovo punto di riferimento per il settore bancario". La banca per il futuro dell'Europa, ha spiegato, "è una banca che offre servizi a tutti i suoi stakeholder". Una banca "che è una costante per le sue comunità, mettendo i clienti al centro di tutto ciò che facciamo. Che offre i migliori rendimenti e la generazione di capitale per i suoi investitori in modo sostenibile. Che unisce e ispira le nostre persone con una cultura comune e che fornisce loro gli strumenti di cui hanno bisogno per vincere ed essere il meglio che possono essere".

Ultimo aggiornamento: 26/10/2022 10:41
 
Bce: arriva la nuova stretta (MF)

ROMA (MF-DJ)--Il consiglio direttivo Bce oggi a Francoforte fara' un nuovo passo verso la normalizzazione monetaria con l'obiettivo di abbassare l'inflazione, arrivata al 9,9% nell'Eurozona. Il carovita resta legato in gran parte ai prezzi dell'energia, non influenzabili dalla banca centrale. Inoltre l'area euro sta per entrare in recessione, come ormai segnalano tutti gli indicatori. Questi elementi pero' non fermeranno la spinta dei falchi Bce. Un nuovo maxi-rialzo di 75 punti base, che porterebbe i tassi sui depositi all'1,5%, e' ormai dato per scontato dai mercati. L'attenzione e' piuttosto per le indicazioni sulle manovre future. Gli economisti in media si attendono che la Bce arrivi entro fine anno al 2% (livello considerato neutrale) per poi entrare in territorio restrittivo al 2,5% entro meta' 2023. I mercati monetari invece, scrive MF-Milano Finanza, prevedono un picco dei tassi al 3%, un livello superiore a quello che la Banca di Spagna considera necessario per riportare l'inflazione al 2% nel medio termine in Eurozona (2,25-2,5%). Il rischio di strette eccessive e' stato evidenziato da alcuni leader politici (l'italiana Giorgia Meloni, il francese Emmanuel Macron, la finlandese Sanna Marin, il portoghese Antonio Costa), che hanno espresso timori per l'impatto delle misure Bce su economia, domanda e credito. I capi di governo hanno evidenziato le differenze tra l'inflazione nell'Eurozona (legata in gran parte all'offerta) rispetto a quella negli Stati Uniti (dovuta soprattutto alla domanda). Il rischio e' quello di bloccare l'attivita' europea. Marin ha criticato l'idea prevalente delle banche centrali di difendere la credibilita' sul carovita spingendo le economie in recessione. Alcuni governatori, in particolare quelli tedeschi, hanno osservato che le strette dovranno proseguire anche se faranno male all'economia. I banchieri centrali spesso evidenziano il mandato che chiede di riportare l'inflazione al 2%. Tuttavia puo' essere controproducente proseguire le manovre restrittive senza considerare lo scenario macro complessivo e l'impatto negativo sui cittadini europei. La normalizzazione proseguira' anche secondo canali diversi dal rialzo dei tassi. Oggi sara' chiarito come la Bce interverra' sulla liquidita' delle banche. Un'opzione e' modificare le condizioni dei rifinanziamenti Tltro in modo da evitare guadagni a rischio zero per le banche (e perdite per le banche centrali dell'Eurozona), per esempio allineando i tassi dei prestiti a quelli sui depositi. Non si trattera' di una modifica retroattiva perche' riguardera' solo la durata residua. In ogni caso circa 1.100 miliardi di euro di rifinanziamenti scadranno a giugno. Le novita' Bce potrebbero anticipare i rimborsi delle banche di qualche mese. Un'altra possibilita' e' un intervento per aumentare le riserve obbligatorie, sempre nella direzione di una stretta. Appare meno probabile un reverse tiering con remunerazione differenziata per riserve in eccesso oltre una determinata soglia. Oggi dovrebbe anche proseguire la discussione sul Quantitative tightening (Qt), ovvero sul graduale stop ai reinvestimenti dei titoli del programma App (il Quantitative easing). possibile qualche indicazione in piu' ma non sono attese decisioni. Di certo si trattera' di un passaggio delicato, tale da causare scossoni sui mercati se sara' realizzato in modo troppo rapido. red fine MF-DJ NEWS

27/10/2022 08:32
 
Unicredit: completa vendita a Cnp di 49% Cnp Vita Ass e acquisto 6,5% Unicredit Vita

MILANO (MF-DJ)--Facendo seguito alla firma, avvenuta lo scorso 27 luglio, dei relativi accordi, UniCredit ha completato con successo due operazioni finalizzate a razionalizzare le partecipazioni con Cnp Assurances. - In particoilare Unicredit ha venduto a Cnp Assurances l'intera quota del 49% di Cnp Vita Assicura per 500 milioni di euro e ha acquistato da Cnp Assurances una quota del 6,5% di Cnp UniCredit Vita per 70 milioni di euro. La quota di UniCredit passa quindi dal 38,8% al 45,3% mentre Cnp Assurances mantiene una quota di maggioranza pari al 51%. Le due operazioni produrranno nel quarto trimestre 2022 un impatto positivo di circa 8 punti base sul coefficiente CET1 (con riferimento ai dati al 30 settembre 2022) e di circa 195 milioni di euro sull'utile netto. com/mcn alessandro.mocenni@mfdowjones.it fine MF-DJ NEWS

26/10/2022 18:14
 
BORSA: UNICREDIT SOTTO LA LENTE, SUPERA I 12 EURO E POI RALLENTA

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 27 ott - Riflettori puntati su Unicredit, dopo il balzo in avanti di oltre il 4% messo a punto la vigilia, giorno in cui la banca ha annunciato i conti del terzo trimestre e ha inoltre ritoccato al rialzo le stime per fine anno. I titoli si sono spinti sopra la soglia dei 12 euro, per poi battere in ritirata a 11,98 euro (-0,2%). Da inizio anno hanno arginato le perdite all'11% circa.
Il gruppo bancario ha chiuso i primi nove mesi del 2022 con un utile netto record di 4 miliardi, escludendo la Russia, (3,8 miliardi per l'intero gruppo), superando cosi' il risultato dell'intero anno 2021. Nel solo terzo trimestre dell'anno, la banca ha realizzato un risultato netto di 1,3 miliardi di euro (+31,1%), livello che ha battuto le attese del mercato. Sempre escludendo l'impatto della Russia, nel trimestre i ricavi netti di UniCredit si sono attestati a 4,2 miliardi, in aumento del 6,8 per cento anno su anno, con un margine d'interesse a 2,2 miliardi (+4,8%) e commissioni a 1,6 miliardi (-1,8%). I vertici del gruppo hanno evidenziato che ci sono le basi per una distribuzione relativa all'esercizio 2022 in linea o migliore rispetto al 2021.
Hanno inoltre migliorato le previsioni per fine anno a seguito del contesto dei tassi d'interesse piu' favorevole, del basso costo del rischio e della riduzione dei costi superiore alle aspettative. L'istituto prevede di chiudere l'anno con ricavi superiori a 17,4 miliardi e un utile netto superiore a 4,8 miliardi, esclusa la Russia.
Mediobanca ha confermato il giudizio di 'outperform' con target di prezzo a 15 euro, all'indomani della diffusione dei conti. Pollice su sulle azioni di Piazza Gae Aulenti anche da parte di Equita, che ha emesso un 'Buy' con target di prezzo a 15,3 euro. 'In attesa delle indicazioni sulle decisioni BCE sul fronte tassi/TLTRO tiering, allineiamo la nostra stima di utile 2022 ex Russia alla guidance di 4,8 miliardi (+16%), mentre confermiamo sostanzialmente le stime per il 2023 e 2024', hanno commentato gli esperti della sim.
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(RADIOCOR) 27-10-22 11:41:17
 
Banche: da sportello a fronte, il rischio bancari in Russia (MF)

ROMA (MF-DJ)--La scelta di molte grandi banche europee di non abbandonare le attivita' in Russia, benche' a tratti criticata dall'opinione pubblica, potrebbe essere un modo per salvare migliaia di persone dalla coscrizione obbligatoria sul fronte ucraino. Anche se non per tutti. Lo scrive Milano Finanza spiegando che al momento del varo della mobilitazione parziale dello scorso settembre, il presidente Vladimir Putin ha indicato alcune categorie di lavoratori che verranno esentate dai combattimenti: tra questi ci sono giornalisti, lavoratori del settore informatico e appunto bancari, con l'obiettivo di preservare la stabilita' di un sistema finanziario che dal momento dell'invasione e delle sanzioni occidentali ha subito non pochi scossoni. La stessa legge ha obbligato tutte le societa', incluse le multinazionali internazionali, a provvedere alla registrazione militare dello staff laddove almeno un impiegato fosse idoneo alla leva. Il Kyiv School of Economics (Kse) Institute ha calcolato che questo ipotetico esercito di dipendenti di societa' straniere in Russia ammonta a circa 700 mila persone, l'87% delle quali provenienti da appena 10 Paesi, tra i quali l'Italia occupa la settima posizione a quasi 20 mila unita'. Numeri che anno portato la coalizione di gruppi per la societa' civile Business for Ukraine a chiedere a gran voce il totale smantellamento delle attivita' straniere a Mosca, per evitare, cosi' di legge in un tweet, "di diventare complici della guerra di Putin". La situazione dovrebbe essere differente per quelle aziende che godono dell'esenzione, tra cui appunto le banche. Ha destato pertanto una certa apprensione, nei giorni scorsi, la notizia riportata dall'agenzia Reuters, e confermata a MF-Milano Finanza, secondo la quale uno specialista informatico della banca austriaca Raiffeisen, Timur Izmailov, e' stato ucciso al fronte dopo essere stato costretto alla mobilitazione. Questo nonostante la banca, nel rispetto della normativa di fine settembre, avesse scritto all'ufficio competente richiedendo l'esenzione. "Il commissario militare", ha spiegato il suo avvocato, "gli ha detto che non era nella lista per l'esenzione e per questo e' stato inviato a combattere". In realta', ha aggiunto il legale, il nome di Izmailov era regolarmente nell'elenco che l'istituto austriaco aveva provveduto a inviare dopo la richiesta effettuata agli istituti commerciali che operano nel Paese da parte della banca centrale russa. Un precedente che potrebbe indurre le autorita' locali ad alzare il livello di guardia, per far si' che tra gli istituti di credito non si inneschi una fuga per abbandonare la Russia, come gia' accaduto per molte aziende non finanziarie.Un rapporto del Kse Institute ha mostrato che nel 2021 le 100 piu' grandi aziende italiane attive in Russia hanno dato lavoro a 34mila persone, generando 7,3 miliardi di euro di ricavi, con asset per 7,6 miliardi. Tra queste societa' solo due sono uscite completamente dal Paese (Eni ed Enel), 21 lo hanno lasciato, 61 sono rimaste e 16 hanno preso tempo in attesa di una decisione definitiva. Considerando solo questi ultimi due gruppi, quelli cioe' che restano almeno parzialmente operativi nel Paese, il numero di impiegati e' vicino ai 25 mila, per un giro d'affari superiore ai 5,5 miliardi. Ingegneria, food e costruzioni sono i settori piu' esposti, con percentuali di fatturato in Russia sul totale compresi tra il 10% e il 35%. alu fine MF-DJ NEWS

28/10/2022 08:45
 
Unicredit: margine interesse 2022 senza Russia a 9,7 mld dopo Tltro

MILANO (MF-DJ)--UniCredit, alla luce del prudente riconoscimento degli effetti del Tltro e tenendo conto di tutte le conseguenze economiche dell'annuncio della Bce, ha aggiornato a oltre 9,7 mld la stima del margine di interesse per l'intero anno 2022, esclusa la Russia, includendo un contributo positivo del Tltro per l'intero anno di circa 0,4 mld. La banca, spiega una nota, non prevede nessun beneficio da Tltro per i risultati di UniCredit a partire dal 2023. Le informazioni comunicate nel terzo trimestre 2022 in merito al Margine di interesse per il 2023 sono rimaste invariate, con una previsione di almeno 10,1 miliardi per il Gruppo, Russia esclusa. Questo dato presuppone un Deposit Facility Rate dell'1,5% e puo' subire variazioni a seconda dell'andamento futuro dei tassi di interesse, dei volumi, della sensibilita' della remunerazione dei depositi all'andamento dei tassi di mercato e altro. La sensibilita' del margine dio intreresse di UniCredit ai tassi, comunicata con i risultati del terzo trimestre 2022, rimane invariata a circa 0,5 miliardi su base annua per un ulteriore aumento di 100 punti base del DFR. com/glm (fine) MF-DJ NEWS

31/10/2022 08:32
 
Orcel: recessione sara' breve, Italia sta meglio di altri (Mi.Fi.)

ROMA (MF-DJ)--Lo scorso giugno all'Eliseo si e' tenuta una riunione di cui i giornali non hanno dato conto. E non perche' fosse irrilevante, ma perche' era pressoche' segreta. Il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, appena rieletto, ha incaricato il suo capo di gabinetto Patrick Strzoda di mettere attorno ad un grande tavolo le quaranta principali aziende europee che investivano in Francia. Missione: spiegare quali priorita' avrebbe avuto il secondo mandato del giovane capo di Stato. Per l'Italia, era presente solo Atlantia, in virtu' dei suoi importanti affari nel paese transalpino e questa e' un'altra notizia, visto che se facesse la stessa cosa la premier Giorgia Meloni avrebbe sicuramente attorno al medesimo tavolo a palazzo Chigi aziende come Vivendi, Bnp Paribas, Euronext, Lactalis, e gente come Vincent Bollore' e Arnaud de Puyfontaine, per citare solo le principali imprese e due manager di spicco che la Penisola la conoscono come un taschino del loro vestito di sartoria. Strzoda ha illustrato con una serie di slides le aree di intervento del governo francese in ordine di importanza: energia, trasporti e agro alimentare, mentre ha definito non prioritaria la riforma delle pensioni, scrive il direttore Roberto Sommella su "Milano Finanza". E quest'ultima e' una terza notizia, per i francesi e per i loro sindacati. Non a caso, Parigi si e' mossa di conseguenza, nazionalizzando Edf in virtu' della necessita' di rafforzare la sua indipendenza energetica a causa della guerra in Ucraina, muovendosi per blindare la sua quota in Eurotunnel, e preparando nuovi stringenti paletti alla politica agricola comune. Ma se la Francia fa programmazione, perche' il nostro Paese non la copia almeno in questo, visto che ci ha firmato pure un Trattato del Quirinale? La domanda sorge spontanea a chi scrive quando incontra al 29esimo piano della torre in Gae Aulenti l'amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel. Egli e' reduce dalla presentazione di una trimestrale record con 1,7 miliardi di utili complessivi (che salgono a 4 miliardi in nove mesi) e ricavi in forte crescita. Non nascondendo una certa soddisfazione, dissimulata da una tazza di the' con pasticcini, abitudine assimilata probabilmente nella City, il banchiere che comincia a dare del filo da torcere all'altro big banker Carlo Messina e alla sua Intesa Sanpaolo, rispondendo con un doppio "no" alla domanda se qualcuno del governo italiano, in primis Mario Draghi, lo abbia mai interpellato per sapere come stanno andando davvero le cose in Russia, essendo lui il migliore interlocutore possibile, visto che nel paese di Vladimir Putin continua a operare e macinare pure profitti o se qualcun altro, Banca d'Italia, Ministero dell'Economia o Consob abbia invece convocato lui e tutti gli altri istituti italiani per fare il punto della situazione dopo due anni di crisi pandemica, shock energetico e stress bellico. "La verita' e' che le cose sono molto diverse da quello che si legge e si sente", afferma il banchiere a proposito della prima domanda, "la presidente della Banca centrale russa Elvira Nabiullina (si veda profilo a pagina 14) sta facendo miracoli col cambio del rublo e di fatto ha mantenuto vivo il mercato finanziario". Certamente la guerra in Ucraina sta facendo precipitare il grande paese in una crisi sociale che comincia a toccare la media borghesia e di questo ne e' consapevole MF-Milano Finanza, che ha appena raccontato come proprio le banche e le aziende italiane che ancora operano in Russia possano opporre un veto al Cremlino qualora richiamasse al fronte uno dei loro dipendenti. "Ma per il resto della popolazione, parliamo di 120 milioni di abitanti, il conflitto in Ucraina, per ora e' ancora lontano", aggiunge Orcel, che pero' con le movenze degli occhi e i gesti delle mani, spiega che quel "per ora" e' un grande punto interrogativo. Che pesa come un macigno sul mondo, non solo sulla banca. Dunque meglio concentrarsi sul presente e sui super conti della banca dalla cravatta rossa, ingentilita da pois bianchi. Le ragioni del successo a volte sono difficili da spiegare piu' dei motivi dell'insuccesso, ma in questo caso, il banchiere le racconta cosi'. "Unicredit e' oggi una banca profondamente cambiata, con una visione unitaria, una strategia distintiva e la massima concentrazione sull'esecuzione del piano strategico", sottolinea Orcel. "Nei primi 9 mesi dell'anno, l'utile netto e' cresciuto del 49% raggiungendo i 4 miliardi di euro, un risultato superiore a quello ottenuto nell'intero 2021. Anche il trimestre appena chiuso e' stato molto positivo, contribuendo a ottenere i migliori risultati relativi ai nove mesi in oltre un decennio, con un margine di interesse in crescita del 10% e una diminuzione delle rettifiche su crediti resa possibile dalla solida qualita' degli attivi". Ma e' tutto oro cio' che luccica? Le politiche restrittive della Bce non hanno impatto sui conti? Qualcosa si'. "C'e' stato un impatto negativo una tantum di oltre 300 milioni di euro legato al Tltro e un'ulteriore incremento prudenziale delle coperture sui crediti in bonis. Ma la banca ha mantenuto il capitale ai vertici nel settore, con un Cet1 che si e' attestato al 15,4%", risponde, illustrando concetti che ha riversato anche ai principali investitori. Il resto e' ancora una nebulosa, si potrebbe dire per tutta l'alleanza atlantica e per l'Europa, anche se il manager continua a non essere catastrofista sulla recessione in arrivo ("non sara' lunga"). Certo, per l'Italia ci sara' da stare accorti, ma si puo' ragionevolmente rimanere ottimisti. "Guardando all'economia, e' opportuno ricordare che l'Italia sta performando meglio in termini di crescita, esportazioni e investimenti rispetto a Paesi come Germania e Francia. Per quanto riguarda le prospettive, il nostro scenario centrale tiene conto di una recessione non troppo profonda. In ogni caso, in Unicredit abbiamo forti linee di difesa in termini di solidita' patrimoniale e di accantonamenti che ci permetteranno di reggere anche in caso di un rallentamento piu' consistente in Europa, assorbendo l'impatto meglio della maggior parte delle banche europee", chiosa scappando verso una nuova riunione. C'e' solo da sperare che abbia ragione. gug (fine) MF-DJ NEWS

31/10/2022 08:27
 
Comunicato stampa:

UniCredit: aggiornamento sull’esecuzione del programma di acquisto di azioni proprie nel periodo 24-28 ottobre 2022


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Nuovi massimi da febbraio per Unicredit. Ecco quanto può salire ancora secondo gli analisti
di Francesca Gerosa

Il mese di ottobre si è chiuso con un progresso del +20% per l'azione della banca, fresca di buoni conti del terzo trimestre 2022. Goldman Sachs, Deutsche Bank e Citi alzano il target price, confermando il rating buy​

Il titolo Unicredit aggiorna i massimi da febbraio a Piazza Affari. L'azione nell'intraday si è spinta fino a un top a quota 12,968 euro, livello che non vedeva dal 24 febbraio scorso. Ora scambia a 12,878 euro e guadagna il 2,63%. Il mese di ottobre si è chiuso con un progresso del +20% per l'azione della banca, fresca di buoni conti del terzo trimestre 2022 (utile netto, esclusa la Russia, di 1,3 miliardi di euro, in calo del 9,9% sul trimestre precedente, ma in rialzo del 31,1% anno su anno. 1,7 miliardi comprendendo la Russia, oltre le attese del consenso degli analisti di 1 miliardo, grazie alla riduzione degli accantonamenti per perdite su crediti), mentre è in corso il programma di acquisto di azioni proprie (al 28 ottobre acquistate 60.652.918 azioni, pari al 3% del capitale sociale, per un controvalore di 658.248.316,54 euro).

Il consenso Bloomberg esprime un target medio a 15,94 euro (+23,7% rispetto alla quotazione attuale)

Il consenso aggiornato raccolto da Bloomberg esprime un target medio a 15,94 euro (+23,7% rispetto alla quotazione attuale), con 22 rating buy, 7 neutral, 0 sell. Target price che Deutsche Bank ha alzato da 13,9 a 15,4 euro, confermando la raccomandazione buy. "Crediamo che il terzo trimestre abbia offerto a Unicredit l'opportunità di rafforzare ulteriormente il suo bilancio, preparando le munizioni per far fronte alla possibilità di una consistente contrazione del contesto macroeconomico nel 2023", hanno spiegato gli analisti della banca d'affari tedesca.

Goldman Sachs ha il target price più alto a 19,5 euro, ecco perché

Anche Goldman Sachs ha alzato il target price da 16,25 a 19,5 euro, ribadendo il rating buy. Acquistare il titolo Unicredit dopo che i risultati del terzo trimestre sono stati nettamente superiori alle aspettative del consenso e dopo che la guidance sugli utili per l'esercizio 2022 è stata alzata con migliori prospettive per il margine di interesse (oltre 9,7 miliardi di euro) e i commenti incoraggianti sul costo del rischio, in particolare per quanto riguarda gli 1,3 miliardi di euro di overlay.

"Prevediamo che la combinazione di un outlook migliore per il margine di interesse e il costo del rischio nel 2023 e nel 2024 eserciterà una pressione al rialzo sulle previsioni del consenso sui ricavi della banca e una pressione al ribasso sulle stime del costo del rischio", si legge nella nota di Goldman Sachs che di conseguenza si aspetta una maggior fiducia degli investitori nella capacità di Unicredit di conseguire un rendimento totale del capitale di 16 miliardi di euro nel periodo 2021-2024 (circa il 65% dell'attuale valore di mercato).

Nonostante queste prospettive favorevoli, ha notato la banca d'affari Usa, il titolo tratta a 4,7 volte il multiplo prezzo/utile sulla base delle stime aggiornate per il 2023 da Goldman Sachs che si aspetta che il margine di interesse aumenti di circa il 10% il prossimo anno, raggiungendo circa 11,5 miliardi (11,3 miliardi la stima del consenso Visible Alpha). Questo upgrade si traduce in un miglioramento delle stime sui ricavi 2023 che, secondo il broker, aumenteranno dell'1% anno su anno, compensando l'impatto negativo di 40 milioni di euro derivante dall'imposta bancaria in Ungheria incorporata nel 1° trimestre del 2023, come da indicazioni del management. Alla luce dell'andamento del costo del rischio migliore del previsto su base annua, le stime per il 2022 di Goldman Sachs diminuiscono di 12 pb a 46 pb. Escludendo la Russia, scendono di 8 punti base a 24 punti base per l'esercizio 2022, in linea con l'obiettivo del management di 25 punti base per l'intero esercizio.

Citi: Unicredit una delle nostre migliori scelte in Italia

Anche Citi ha alzato il target price da 15 a 15,50 euro (rating buy) e in una nota dal titolo "niente scherzetti, solo dolcetti", osserva che la banca guidata da Andrea Orcel offre risultati in crescita, una migliore guidance, un forte livello di capitale e di generazione di capitale che consente un rendimento superiore e un approccio prudente sulla qualità del credito per prepararsi all'impatto del rallentamento macroeconomico, con anche una contabilità trasparente e prudente dell'esposizione alla Russia. " Unicredit è una delle nostre migliori scelte in Italia. Abbiamo rivisto le nostre stime di utile per azione (da 1,50 a 1,59 euro per il 2022, da 2,11 a 2,13 euro per il 2023, da 2,93 a 2,98 euro per il 2024) per Unicredit, rimanendo al di sopra di quelle del consenso, per tenere conto dei recenti risultati, dell'aggiornamento della guidance e dell'andamento del settore. Il target price sale a 15,5 euro per riflettere i progressi della banca in termini di redditività/generazione di capitale", ha sottolineato Citi, sintetizzando che l'attrattiva di questa storia di investimento è rappresentata dall'elevato rendimento del capitale, dalla rifocalizzazione sulle attività italiane, dalla valutazione delle opportunità nel settore del risparmio e dalla continua attenzione all'efficienza e al de-risk, ottimizzando al contempo l'allocazione del capitale.

Tra i rischi operazioni di M&A con un impatto diluitivo

Non mancano i rischi, i principali per la visione costruttiva di Goldman Sachs su Unicredit includono: ulteriori pressioni sul capitale dovute alla chiusura delle attività in Russia, un deterioramento delle condizioni macroeconomiche, operazioni di M&A sia a livello nazionale sia internazionale con un impatto diluitivo (Citi ritiene che la crescita della quota di mercato in Italia sia importante per il gruppo), un aumento dei tassi più lento e un margine di interesse più basso. Graficamente, la solida ripartenza avviata dai minimi segnati a 7,75 euro ha violato la prima area di forte resistenza verso 11/11,60 euro e sembra proiettata sulla successiva area di resistenza intorno a 15/16 euro, secondo gli analisti di Websim. Il balzo delle ultime sedute ha anche permesso di chiudere il recente gap-down aperto tra 12,57/11,52 euro. Per l'analisi Tecnica di Websim è in corso una strategia long alla prima chiusura sopra 11,60 euro. (riproduzione riservata)

Ultimo aggiornamento: 01/11/2022 17:20
 
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