Unipol e la complessa struttura

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7 aprile 2004
Unipol, il gioiello delle coop « rosse » e le scatole cinesi per scegliersi i soci


La complessa struttura finanziaria che garantisce alla compagnia la circolarità del controllo

MILANO — Entriamo nel bunker della finanza cooperativa. C’è molto da scoprire in questa galassia che ruota intorno alla efficiente e ricca Unipol, quarto gruppo assicurativo italiano. È come un castello dalle mille stanze, ognuna con la sua sorpresa: patti segreti, incroci pericolosi, governance autoreferenziale, moltiplicazione record delle poltrone. Con la finanza che sale in cattedra.
Ma ogni ingranaggio è indispensabile a garantire la « circolarità » del controllo ( strana peculiarità di questo sistema) e quindi la presa sulla grande « macchina » del potere cooperativo « rosso » in Piazza Affari che il 28 aprile all’assemblea presenterà un bilancio in grande crescita: 8,9 miliardi di raccolta premi, 177 milioni di utile consolidato, monte dividendi raddoppiato.
Bisogna muoversi con metodo, è tutto molto complicato. Apriamo la prima porta, quella della holding che sta in cima a tutto. Si chiama Holmo.
HOLMO, PATRIA DELLE COOP — Qui governano ventinove cooperative che hanno l’ 80% del capitale. La leadership è di un gruppetto di sei coop di consumo ( quelle degli ipermercati) che da sole arrivano al 40%. Sono la punta di diamante di una categoria che ha prima subito e poi governato un profondo cambiamento nell’ultimo decennio, segnato dalla crisi di molte coop di costruzioni ( a Ferrara è ancora aperta la ferita per il clamoroso crac della Argenta). Tuttavia il più importante azionista singolo ( 20%) è una società per azioni che si chiama Ariete.
Soci di Holmo possono essere soltanto, lo dice lo statuto, le cooperative, Finec Holding spa e le loro controllate.
Ariete, appunto, è una controllata di Finec Holding, strano « animale » societario, come vedremo.
La ragion d’essere di Holmo è detenere il 51% di Finsoe. Scendiamo di un piano.
FINSOE, PATTI E PARACADUTE — Eccoci nel luogo dove si salda la santa alleanza Bologna- Siena. Il Monte dei Paschi è infatti l’altro grande azionista di Finsoe con il 39%.
Il patto Holmo- Mps sul 90% del capitale non è soltanto « di consultazione » , come hanno minimizzato i presidenti di Holmo ( Pierluigi Stefanini della Coop Adriatica) e di Finsoe ( Giovanni Consorte, numero uno anche di Unipol). È quasi un legame di sangue con due cardini: un reciproco diritto di prelazione se una delle due parti volesse vendere azioni Finsoe, un diritto di co- vendita a favore di Mps se Holmo decidesse di cedere la maggioranza di Finsoe.
Di fatto è contemplata la possibilità che la holding delle coop possa perdere il controllo di Finsoe e quindi di Unipol. A favore di Mps, quanto meno in prima battuta. Il legame è ulteriormente rafforzato dalla presenza stabile di Unipol nel capitale Mps: un 2% in bilancio a 236 milioni di euro, il doppio del valore di Borsa attuale.
Ma c’è altro. Holmo ha riservato ad alcuni nuovi soci di Finsoe un « paracadute » da oltre 50 milioni di euro per uscire dal capitale. Si tratta di un’opzione di vendita che potrà essere esercitata fra tre anni ( periodo luglio- dicembre 2007).
I beneficiari? Sono in questa rosa: la Hopa ( 5%) guidata da Emilio Gnutti, la compagnia assicurativa belga P& V ( 3%) e Jp Morgan ( 2%).
Holmo ha 20 consiglieri di amministrazione, Finsoe 25, Unipol 25. Settanta poltrone, e relativi compensi, per governare la compagnia. È la spia di quali e quanti siano gli interessi intorno a Unipol e di come manager e rappresentanti degli azionisti si marchino stretti in queste immense « tavolate » .
Riassunto: Holmo controlla il 51% di Finsoe che ha il 38,9% del capitale votante di Unipol. Giù di un altro piano.
UNIPOL E GLI INCROCI PERICOLOSI — Siamo nel motore del sistema. Con l’acquisizione lo scorso anno di Winterthur Unipol è adesso il quarto gruppo assicurativo italiano.
Concentriamoci su due società del consolidato dalle quali si dipana l’ennesima « ammucchiata » di soci, incroci di interessi e di flussi finanziari: Unipol Banca e Finec Holding. Quest’ultima ( o una sua controllata), è importante ricordarlo, è tra i pochi eletti ammessi nel capitale Holmo.
Il suo primo socio è Unipol ( 39%), poi ci sono ancora Gnutti ( 21%) e un gruppo composito di coop ( 35%).
La centralità di Finec è spiegata in un documento interno della società: « La partecipazione più importante in portafoglio, sia per il capitale investito sia per la sua valenza strategica è Ariete » . Ariete è appunto il primo socio ( quasi 20%) di Holmo e così ritorniamo in cima alla catena. Per sostenere questo ruolo è stata finanziata da Finec, ha ottenuto linee di credito da Unipol Banca e poi denaro dai soci con gli aumenti di capitale.
Anche la quotata Unipol, dunque, ha contribuito indirettamente a rafforzare il ruolo di Ariete come azionista di Holmo.
Non è chiaro con quale vantaggio per tutti gli altri soci di Unipol.
In questa immensa ragnatela non deve sfuggire un passaggio chiave: dalla porta di Finec Holding in teoria chiunque potrebbe entrare da primo socio nel salotto Holmo. E a deciderlo potrebbero essere la stessa Unipol e Hopa che insieme hanno la maggioranza di Finec. Per questa via, in sostanza, la compagnia bolognese esercita un potere di parziale autocontrollo.
Quanto a Unipol Banca, anche qui purtroppo non si sfugge all’intrico. Tanto che Unipol nel comprare quote ( in un caso il 10% per 67 milioni tramite Meieaurora) ha avuto come controparti la sua controllante Finsoe e probabilmente anche la Coop Estense. Il bilancio Unipol ne dà conto, senza troppi particolari. C’è stata una perizia? È evidente da queste transazioni « periferiche » quanto possa essere potenzialmente pericoloso l’inquinamento della struttura proprietaria.
Ultimo tassello: il consiglio Unipol ha una delega per acquistare azioni della controllante Finsoe fino a 74 milioni di euro. Ma qual’è il senso? Secondo il presidente Consorte la logica è nelle « eventuali esigenze di carattere transitorio finalizzate a favorire l’entrata in Finsoe di soci di interesse per Unipol Assicurazioni » .
Chiaro, no? Anche per via diretta Unipol può scegliersi gli azionisti. Non i suoi, però, ma addirittura quelli di Finsoe, surrogando così il ruolo della capofila Holmo.
C’è qualcosa di perverso in questo ingarbugliato impianto proprietario dove covano di continuo conflitti di interesse e dove, alla fine, Unipol sembra sempre più padrona di se stessa. E dei propri azionisti.
http://www.assinews.it/rassegna/articoli/cor070404un.html
 
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