Uomo + Donna = Il + grande spettacolo dopo il big bang

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L’amore con Monica Leofreddi

Dal 1985 al 1994 Venditti ha avuto un’altra importante storia d’amore, con la giornalista Monica Leofreddi. «Io e Antonello siamo stati insieme 9 anni - ha raccontato lei a Vieni Da Me -. Non lo ha mai saputo nessuno, non mi andava di essere “la fidanzata di”. Sono stati 9 anni nell’ombra».Monica era molto giovane al tempo, quando si è fidanzata col cantante di Notte prima degli esami aveva 20 anni, mentre l’artista ne aveva 36.

A lei è dedicata Ogni Volta

Tra Monica ed Antonello c’è stata una storia molto forte, al punto da portare il cantante romano a dedicare diverse canzoni alla Leofreddi, come da lei stessa ammesso.


Ogni volta che parlo di te
Tu fai parte o non parte di me
Ogni volta che piango per te
Faccio parte o non parte di noi

Ma mille nuovi amori cercherò
Per non amarti più
Ma mai nessuna al mondo sarai tu
E stanotte la passi con lui
Ma ogni cosa ti parla di noi
Ogni frase, ogni gesto che fai
È già stato vissuto da noi
Chiudi gli occhi e pensi che
Le tue mane, la sua pelle no, non sono me
Ogni volta che parli di me
Faccio parte o non parte di te
Ogni volta che piangi per me
Faccio parte o non parte di noi
A tutti i nostri amici
Tu dirai di non amarmi più
Ma solo io saprò a chi pensi tu
Voglio te voglio te, voglio te
Perchè tu, tu fai parte di me
Voglio te, voglio te, voglio te
Fino all'ultimo sguardo

All'ultimo istante all'utimo giono che avrò

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"Io e Antonello siamo stati insieme 9 anni non lo ha mai saputo nessuno, non volevo essere la
fidanzata di qualcuno. Sono stati anni nell’ombra. Io l’ho tradito e l’ho lasciato per la persona
con la quale l’ho tradito. Antonello mi ha dedicato ‘Ogni volta’ quando la nostra storia è finita
e, invece, durante la nostra storia mi ha dedicato ‘Settembre'”

Monica Leofreddi.


Stai con me
com'è difficile
stringerti a me
con tutta l'anima
restiamo insieme fino a quando gli occhi tuoi
ancora chiusi troveranno gli occhi miei.
Stai con me per ogni lacrima
che cade giù da questa nuvola
quando la notte piano piano finirà
chissà chi è il primo di noi due che parlerà.
Settembre poi ci prenderà,
coi suoi venti di pioggia vincerà.
Adesso no, ferma il tuo attimo,
stringiti a me per questo secolo
quando la musica pian piano finirà,
come un miracolo poi l'alba nascerà.
Restiamo insieme fino a quando gli occhi tuoi
ancora chiusi troveranno gli occhi miei.
Settembre non ci troverà,
coi suoi venti non può, non vincerà.
Adesso si tutto è possibile
farlo così con tutta l'anima
quando la musica pian piano finirà,
chissà chi è il primo di noi due che parlerà


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Ultima modifica:

Tu sei dentro di me
come l’alta marea
che scompare e riappare
portandoti via
sei il mistero profondo
la passione l’idea
sei l’immensa paura

che tu non sia mia.

La relazione Fra Antonello e Monica si è conclusa in maniera burrascosa per dei tradimenti.
Dopo per il cantante solo delle paparazzate: il cantautore è stato catturato dai gossip più infervorati,
nella frequentazione di un’altra celebrità. La bellissima attrice Eliana Miglio.

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Curiosità su Antonello Venditti

- è amico di Carlo Verdone;
- nel video di Alta Marea appare una giovanissima Angelina Jolie;
- il suo brano La coscienza di Zeman è dedicata all’allenatore di calcio Zdenek Zeman della sua grande Roma;
- è tifosissimo, ovviamente, della Roma e ha cantato ai festeggiamenti sia per il secondo, sia per il terzo scudetto della squadra capitolina.
- Non è mai stato in gara a Sanremo
- Nel corso della sua lunga carriera musicale Venditti non è mai stato in gara a Sanremo. Partecipò soltanto come ospite all’edizione 2000 e nel 2019 salì sul palco dell’Ariston per festeggiare i 40 anni dell'album «Sotto il segno dei pesci».

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L’amicizia con Ivan Graziani
«Nacque un’amicizia profonda, io e Ivan eravamo amichetti, abbiamo passato anni insieme, di notte abbiamo vomitato insieme oltre a suonare insieme, abbiamo vissuto tante vite e quello che vivono insieme gli amici, enormi ubriacature, più sue che mie, i ritorni a casa in cui io ero l’autista…»: parlava così Venditti del suo grande amico Ivan Graziani (morto nel 1997 a soli 51 anni) nel 2016, in occasione dell’uscita del libro di Paolo Talanca «Ivan Graziani. Il primo Cantautore Rock».

I due artisti hanno collaborato sul disco «I lupi» (1977) e in diversi altri progetti.
«Sono felice di essere qui più come amico che come musicista, con me parlava, che è una cosa che oggi manca, perché il confronto nella musica, come nella vita, è quello che ci fa andare avanti e crescere».


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Canto per te che mi vieni a sentire
Suono per te che non mi vuoi capire
Rido per te che non sai sognare
Suono per te che non mi vuoi capire
Nei tuoi occhi c'è una luce
Che riscalda la mia mente
Con il suono delle dita
Si combatte una battaglia
Che ci porta sulle strade

Della gente che sa amare

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L'amore maledetto tra Demetrio Stratos e Francesca Alinovi: un segreto "nero" con un finale da brividi

Il cantante degli Area e la rivoluzionaria e ribelle critica e curatrice d'arte, si innamorarono follemente. Fino alla fine

Francesca Alinovi fu una delle più grandi e innovative protagoniste dell'arte e della cultura italiane degli ultimi 50 anni e allieva di Renato Barilli. L'amore della curatrice culturale con un'altra icona, un genio della musica e del canto scomparso prematuramente, qual è Demetrio Stratos è stato un amore fuori dagli schemi.
La Alinovi scomparve prematuramente in quello che ancora oggi è noto come "il delitto del Dams". Ancora ammantato di mistero.



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Sei uno che fa fumetti e grafica? Giù all'inferno. Dipingi e scolpisci? Su verso il paradiso. L'Italia degli anni Settanta era ancora così, la massima rivoluzione, e non da poco, era stata la Transavanguardia scoperta e valorizzata da Achille Bonito Oliva.

Bologna che era la fucina a cielo aperto delle novità italiane. Incluso il Dams fondato da Umberto Eco, che non a caso molti in modo sprezzante chiamavano "l'Università dei drogati".
Look particolarissimo, fascino da ancella appena uscita da un catalogo di moda anni Ottanta o da un video di Croneberg, la Alinovi amava le eccezioni e gli eccezionali. Non poteva dunque che innamorarsi del re di tutti loro: Stratos.
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Fu durante La settimana della Performance, aperta a Bologna al contributo di artisti provenienti da tutto il mondo (fra cui Marina Abramovich) che Francesca Alinovi conobbe Demetrio Stratos e si innamorò perdutamente di lui. Era il periodo in cui il cantante dagli occhi profondi, il fisico monumentale e la voce incredibile si era allontanato dagli Area per esplorare le possibilità anche più sperimentali della vocalità.

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Francesca e Demetrio parlavano di andare a vivere insieme, quando Stratos si ammalò e fu ricoverato.
Aveva una grave infiammazione all'apparato fonatorio, non si è mai capito bene se dovuta al modo in cui lo forzava per ottenere quei suoni che generarono un disco stupefacente come Cantare la voce.
Di lì a poco arrivò la notizia della sua morte. La diagnosi: anemia aplasica. Le cause certe dell'anemia aplasica sono ancora sconosciute e in parte inesplorate.

La morte di Demetrio Stratos nel 1979 scosse il mondo della cultura e segnò Francesca Alinovi. Inconsolabile per molto tempo.

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Francesca si aprì in seguito a nuovi amori, incurante di rischi o aspetti inquietanti.
Un nuovo amore felice finito ancora una volta dolorosamente in India, fu per l’artista Richard Tuttle, una specie di Fausto Melotti americano, che lavora sulla fragilità dei materiali, un artista così diverso da tutti e poetico…. Lei passava dall’aggressività dei graffitisti alle delicatezze di Tuttle senza scomporsi, aperta a tutti i sapori di un catalogo infinito.

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Si annoiava velocemente, si stancava molto presto delle persone che si ripetevano. Evitava i lavori troppo espliciti, non amava arrivare dove tutto il mistero di un’opera era già stato rivelato.
L'ultimo amore fu quello per il giovane pittore abruzzese Francesco Ciancabilla, poi condannato per l'omicidio di lei. La Alinovi fu trovata senza vita nel suo appartamento bolognese di Via del Riccio 7 a Bologna il 12 giugno 1983.
Aveva 35 anni e ciò che gli inquirenti trovarono sul suo corpo 35 coltellate inferte in modo metodico, affondando solo la punta di un coltellino, fece pensare a una sorta di rituale con pentimento finale. Un solo colpo letale, alla gola.

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Ciancabilla fu condannato a 9 anni, tutti scontati, si è sempre proclamato innocente e si è visto rifiutare tutte le richieste di revisione del processo.
ll "caso Alinovi" resta ammantato di mistero e di inquietudine, inclusa l'ipotesi che al Dams ci fosse un serial killer. Prima di lei furono infatti uccisi l'assistente universitario Angelo Fabbri (1982) e le studentesse Liviana Rossi e Leonarda Polvani, anche loro nel 1983 come la professoressa Alinovi. Oggi la ex casa di Francesca, quella del delitto, è diventata un centro d'arte.


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I sette matrimoni di Barbara Hutton, la donna più ricca del mondo che non riusciva a comprare la felicità

Il suo sontuoso debutto in società fu il più criticato della storia e l'inizio di una vita sfortunata che cercò di rimettere in riga marito dopo marito.
Poor Little Rich Girl, povera piccola ragazzina ricca. Il soprannome di Barbara Hutton, l’ereditiera delle ereditiere, una delle donne più ricche del mondo nel secolo scorso è un ossimoro che piaceva molto alla stampa della sua epoca, gli anni 20.
All’inizio le era stato affibbiato con sarcasmo. Il suo lussuoso debutto in società del 1930, nel bel mezzo della Grande Depressione americana, era stato considerato privo di sensibilità nei confronti delle migliaia di indigenti che si spostavano da una costa all’altra in cerca di lavoro. In seguito le venne riconfermato per compassione, perché con tutto il denaro che aveva sembrava non riuscire a comprarsi un po’ di felicità.

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Tutti conoscono la storia dell’ereditiera dei magazzini Woolworth, quelli che nella serie Mad Men venivano citati come garanzia: “lo vendono da Woolworth”. Erano stati fondati nel 1879 da Frank Winfield Woolworth con il primo negozio a Utica, nello stato di New York, inizialmente come rivendite "tutto a 5 e 10 centesimi". Ben presto decine di sedi avevano invaso il Paese, cambiando genere e alzando i prezzi a mano a mano che il benessere raggiungeva ogni angolo degli Usa, rendendo ricchissimo anche il suo proprietario.

Barbara Hutton è stata una socialite e erediteria statunitense. È conosciuta per la vita dispendiosa che condusse, ma anche per l'attività di filantropia svolta durante la seconda guerra mondiale.


I sette matrimoni di Barbara Hutton, la donna più ricca del mondo che non riusciva a comprare la felicità

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Quando Frank Winfield Woolworth morì, lasciò il suo patrimonio ai tre figli di cui una era Edna (madre di Barbara), destinata a sua volta a morire a soli 33 anni. La voce che girava in quel 1917 era che la donna si fosse suicidata per amore di Bad Bouvier, lo zio paterno di Jacqueline Kennedy con cui Edna tradiva il marito, sempre assente.
Pare che a trovarla morta nella sua camera fosse stata la sua unica figlia, Barbara, avuta col marito finanziere Franklyn Laws Hutton. La bambina si ritrovò a soli cinque anni senza una madre e proprietaria di un terzo delle incredibili entrate dei magazzini più popolari degli Stati Uniti, circa 50 milioni di dollari di patrimonio.
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Da quel momento la piccola, il cui padre era troppo preso dal lavoro, iniziò a saltare da un parente all’altro, seguita sempre da una governante. Nel 1924 morì anche la nonna materna e Barbara, che aveva 12 anni, ereditò da lei altri 26 milioni di dollari.
Nel 1930, quando aveva a 18 anni, al Ritz Hotel di New York si tenne il suo famigerato debutto in società che costò al padre 60mila dollari, circa un milione di oggi. Fra gli invitati c’erano membri delle famiglie Rockfeller e Astor e l’intrattenimento era stato affidato a star come Rudy Vallee e Maurice Chevalier.

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A 21 anni, divenuta maggiorenne, Barbara Hutton entrò in possesso dell’eredità della madre, della nonna e di un fondo di 42 milioni apertole dal padre. Una quantità nauseante di denaro.

Era indicata come la ragazza più fortunata del mondo, ma . Barbara, disturbata dai disordini alimentari, sperava solo di poter trovare un po’ di pace nell’amore. Non aveva vere amiche, frequentava un’altra ereditiera, Doris Duke.
Entrambe cresciute ostaggio della propria ricchezza, viaggiando in auto private, circondate da bodyguard, servitù e governanti, odiate in un’epoca in cui il reddito medio negli Stati Uniti raggiungeva appena i duemila dollari l’anno pro capite, sembravano fatte per capirsi. Ma crescendo, l’amicizia si trasformò in una competizione acidissima.
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Le due ereditiere, incapaci per natura di investire il denaro in modi che avrebbero potuto rendergli onore, si fecero la guerra tutta la vita gareggiando a chi fosse riuscita a spendere di più e per il motivo più originale.
Fra le due, Barbara finì per procurarsi la reputazione di quella dai gusti più discutibili, tanto che un giorno l’attore Errol Flynn, ospite a casa di Doris Duke, alzando gli occhi al sontuoso lampadario di cristalli nel salone produsse la battuta rimasta famosa:
“Doris, come mai hai appeso al soffitto un orecchino di Barbara?”.

Nel frattempo, la Hutton dava il via alla lunga serie dei suoi matrimoni. Il primo fu con l’arrampicatore sociale Alexis Mdivani che si spacciava per figlio di una principessa georgiana fuggita dal regime sovietico.
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I titoli nobiliari facevano presa sui nuoveau riche americani e la famiglia di Barbara ci cascò dandogliela in moglie nel 1933, a soli 20 anni. Divorziarono nel 1935, dopo che Alexis aveva sperperato due milioni della moglie in vestiti e gioielli maschili.

Il secondo marito era un conte danese, Kurt Haugwitz-Reventlow. Cattivo fino al midollo, una volta picchiò la povera Barbara così tanto da mandarla in ospedale. La costrinse a rinunciare alla cittadinanza americana per prendere quella danese e abusò di lei psicologicamente, tanto da renderla schiava della droga e farla ammalare di anoressia.
Quando divorziarono, lui le aveva sperperato un milione e mezzo di dollari. Barbara ottenne però la custodia del loro unico figlio, Lance.
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Prima di risposarsi, Barbara ebbe una relazione col magnate playboy Howard Hughes (quello interpretato da Leo DiCaprio in The Aviator) che però era già fidanzato con Katherine Hepburn. Con lui Barbara si rese conto di avere tanti problemi anche nella sfera sessuale.
Intanto arrivò il 1939 e finalmente Barbara spese un po' di denaro in modo lodevole, comprando molti bond di guerra, facendo beneficenza e donando uno yacht alla Royal Navy. La sua immagine, fino ad allora non proprio splendente ne beneficiò.
Di lì a poco conobbe a Hollywood l’attore Cary Grant e se ne innamorò.

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