Vorrei esprimere la mia opinione su quello che sta succedendo nel mercato (nel vero senso della parola) dei prodotti finanziari, soprattutto dopo aver letto in un thread come e’ stato appioppato il prodotto D+ Money di Banca Mediolanum al “povero” Ciccino.
La prendo “leggermente” alla larga, ma ritengo che il problema sostanziale non sia valutare se Mediolanum sia meglio o peggio delle concorrenti (anche se personalmente penso peggio).
Cito l’articolo 47 della Costituzione :
La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito. Favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese.
Ora, vi sembra che i prodotti che vengono emessi oggigiorno (polizze e obbligazioni strutturate) siano in linea con quanto sopra letto?
E’ solo colpa dell’ignaro sottoscrittore che non ha le competenze per capire cosa sta acquistando (sempre che la percentuale di chi legge i contratti e i prospetti informativi sia superiore al 5%) o dovrebbe addirittura essere impedito il collocamento di tali prodotti al pubblico indistinto?
Mi rendo conto che una soluzione del genere in un’economia di mercato possa sembrare assurda, ma e’ essenziale che la gente non si trovi in condizione di avere in portafoglio prodotti inefficienti, costosi e soprattutto pericolosi, senza averne minimamente idea.
Tra tutti gli organi di controllo esistenti (alcuni pressoche’ inutili se non addirittura complici), che si dia il compito ad uno di essi di creare un semplicissimo strumento di valutazione a cui tutti gli emettitori si debbano sottoporre con grande pubblicita’!
I prospetti informativi di 70 pagine che spiegano una polizza index, sono perfetti da un punto di vista formale ma totalmente incomprensibili per i sottoscrittori (sempre che vengano consegnati visto che il rischio che li legga il fratello o lo zio o il cugino o qualcuno competente c’e’ sempre).
L’obiettivo di informare non e’ minimamente ottenuto. In compenso l’offerente e’ a posto con le vigenti normative e il mondo va avanti.
Che tutti i prodotti finanziari vengano targati con una lettera o con un numero in modo che le caratteristiche principali dei prodotti con lo stesso numero siano molto simili.
Una sorta di rating di cui pero’ si possa essere certi in quanto non si entrerebbe nel merito dei bilanci degli emittenti (cosa ormai impossibile) o in valutazioni che hanno la stessa fondatezza della statistica applicata al gioco del lotto, ma ci si limiterebbe a targare il singolo prodotto finanziario in base alle sue caratteristiche, evidenziando cosi’ i prodotti con componenti certe (capitale ed interessi) e differenziandoli da quelli con componenti aleatori la cui esistenza e’affidata al verificarsi di eventi sempre piu’ improbabili.
Esempio molto semplicistico per focalizzare il concetto:
BOT (conosciuto da tutti) e CCT: 1
BTP, BEI : 2
Obbligazioni non strutturate, a tasso fisso o variabile con scadenze entro i tre anni emesse dai primi 10 gruppi bancari italiani: 3
Dal 4 in poi che si sappia che l’attenzione deve essere alta per diversi motivi e che la sottoscrizione di prodotti simili comporta rischi diversi, qualsiasi cosa dica il promotore offerente.
La prima cosa che il promotore dovra’ dire e’ il “numerino” dell’investimento e se non lo dice, e’ una cosa molto semplice da chiedere. Ovviamente la pubblicita’ sul significato dei numerini dovra’ essere capillare ed efficace, pubblicita’ di cui si dovrebbe fare garante lo Stato (che tutela il risparmio, famoso art. 47 Costit.)
Le obbligazioni strutturate con emittenti sconosciuti, e le polizze assicurative index linked dovrebbero avere un numero a due cifre su una scala da 1 a 9 (D+ Money e’ quella citata ma sapete benissimo che leggendo i prospetti informativi si trova ti tutto e di piu’ nella stragrande maggioranza delle polizze vita di nuova generazione).
I fondi comuni azionari propinati con faciloneria a tutti, (dall’anziano all’analfabeta all’operaio con pochi e sudati risparmi) che garantirebbero buoni rendimenti nel medio lungo periodo (sempre dannatamente piu’ lungo) anch’essi in doppia cifra.
Poi va bene sottoscriverli, ma che si sappia cosa si fa, o per lo meno anche se non lo si sa, si sappia che ti hanno dato in mano un fucile carico. Se lo si usa male e scappa un colpo, non ci si lamenti poi se qualcuno si ferisce.
Piccola parentesi a proposito dei rendimenti di lungo periodo; basta partire dagli anni 30 per trovare lunghi periodi remunerativi!!! Il mondo e’ cambiato e le regole che lo muovono oggi non hanno nulla a che fare nemmeno con 15 anni fa, figuriamoci 70 (a parte la spregiudicatezza e l’ingordigia che rimangono costanti nel tempo ma che si manifestano con volti nuovi) .
Il fantomatico lungo periodo parte dalla fine degli anni novanta e non si sa quando farlo finire perche’ ormai e’ la favola su cui si regge il sistema. Tutto quello che e’ successo prima e’ preistoria e prenderlo in considerazione per scenari futuri lo ritengo semplicemente folle oltre che pericolosissimo.
In tutto questo il promotore che appioppa D+ Money e’ solo l’ultimo colpevole, quello che ci perde la faccia e al quale tutti possono dare la colpa.
Le propensioni al rischio, gli orizzonti temporali gli asset allocation, gli obiettivi di investimento e tutta la modulistica che li accompagnano sono tutti concetti privi di significato per il 90% degli investitori (gli istituzionali o quelli provvisti di solida cultura finanziaria ovviamente non sottoscriverebbero mai una D+ Money) i quali firmano dicendo di avere capito (cosa non vera) le bugie del promotore o di chi per esso, che e’ costretto a dirle se vuole mangiare o fare carriera, magari nemmeno rendendosi conto che sono bugie (vista le competenze di molti promotori in circolazione).
I commenti dei colleghi del promotore di Ciccino che vogliono ridurre il tutto a un comportamento scorretto di pochi esponenti della categoria sono inutili, in quanto il ruolo stesso di promotore porta ad una impostazione scorretta della vendita. Anche non dicendo bugie, si puo’ dire la verita’ essendo sicuri che il cliente non capisca, cliente che comunque, (non ammettendo nemmeno a se stesso di non aver capito niente dell’ora trascorsa a parlare col promotore) firmera’ lo stesso.
La cultura finanziaria nel nostro paese e’ pressoche’ nulla, ma a fianco di una cultura finanziaria che ha fatto pochissimi passi avanti negli anni (ottimo sistema scolastico), ci sono prodotti finanziari talmente spregiudicati ed innovativi (nel senso che si e’ trovato il modo di guadagnare due, tre o addirittura 4 volte con lo stesso prodotto all’interno dello stesso gruppo bancario/assicurativo) che bisogna semplicemente impedire che facciano i danni per cui sono stati creati.
Che banche ed assicurazioni diminuiscano le loro pretese di ROE oppure che le ottengano migliorando il servizio, azzerando gli sprechi al loro interno e liberandosi di dirigenti costosi e senza scrupoli. Sicuramente non colpendo senza ritegno il risparmio pubblico (che ritengo totalmente indifeso alla stregua di un agnellino di fronte al branco di lupi).
Il disegno di legge attualmente in discussione sulla tutela del risparmio dovrebbe avere questo come obiettivo, e non il cercare nuovi modi di informare i risparmiatori, poiche’ si cerca di informarli con un linguaggio a loro sconosciuto di problemi a loro sconosciuti.
Se mio figlio di 4 anni stesse giocando con una pistola insieme ad altri bambini, per proteggerlo veramente devo buttare la pistola, e non cercare di spiegargli per un’ora i rischi che corre e poi andarmene. Altrimenti sono io il colpevole di quello che potrebbe accadere, anche se la mia spiegazione sui rischi fosse stata impeccabile (ma come l’ha percepita un bambino di 4 anni?).
Che si risolva il problema a monte (rivedendo a fondo l’attuale sistema finanziario) altrimenti non se ne uscira’ mai. Il risultato da qui a 7/8 anni sara’ un ulteriore durissimo colpo al risparmio italiano, bene da tutelare in quanto benzina indispensabile per tutto il sistema (oltre che tutelato dalla Costituzione).
La benzina produce effetti se la si inserisce in un motore efficiente. La benzina sprecata malamente o accantonata in taniche in cantina non serve a nessuno.
Come primo messaggio e’ uscito un bel poema ma, se qualcuno lo leggera’ e vorra’ commentarlo, sono curioso di sapere se e’ un punto di vista condiviso o meno, vista lo spessore di alcuni aderenti al forum per il quale mi congratulo.
In caso contrario scusate l’intromissione.
Saluti a tutti
La prendo “leggermente” alla larga, ma ritengo che il problema sostanziale non sia valutare se Mediolanum sia meglio o peggio delle concorrenti (anche se personalmente penso peggio).
Cito l’articolo 47 della Costituzione :
La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito. Favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese.
Ora, vi sembra che i prodotti che vengono emessi oggigiorno (polizze e obbligazioni strutturate) siano in linea con quanto sopra letto?
E’ solo colpa dell’ignaro sottoscrittore che non ha le competenze per capire cosa sta acquistando (sempre che la percentuale di chi legge i contratti e i prospetti informativi sia superiore al 5%) o dovrebbe addirittura essere impedito il collocamento di tali prodotti al pubblico indistinto?
Mi rendo conto che una soluzione del genere in un’economia di mercato possa sembrare assurda, ma e’ essenziale che la gente non si trovi in condizione di avere in portafoglio prodotti inefficienti, costosi e soprattutto pericolosi, senza averne minimamente idea.
Tra tutti gli organi di controllo esistenti (alcuni pressoche’ inutili se non addirittura complici), che si dia il compito ad uno di essi di creare un semplicissimo strumento di valutazione a cui tutti gli emettitori si debbano sottoporre con grande pubblicita’!
I prospetti informativi di 70 pagine che spiegano una polizza index, sono perfetti da un punto di vista formale ma totalmente incomprensibili per i sottoscrittori (sempre che vengano consegnati visto che il rischio che li legga il fratello o lo zio o il cugino o qualcuno competente c’e’ sempre).
L’obiettivo di informare non e’ minimamente ottenuto. In compenso l’offerente e’ a posto con le vigenti normative e il mondo va avanti.
Che tutti i prodotti finanziari vengano targati con una lettera o con un numero in modo che le caratteristiche principali dei prodotti con lo stesso numero siano molto simili.
Una sorta di rating di cui pero’ si possa essere certi in quanto non si entrerebbe nel merito dei bilanci degli emittenti (cosa ormai impossibile) o in valutazioni che hanno la stessa fondatezza della statistica applicata al gioco del lotto, ma ci si limiterebbe a targare il singolo prodotto finanziario in base alle sue caratteristiche, evidenziando cosi’ i prodotti con componenti certe (capitale ed interessi) e differenziandoli da quelli con componenti aleatori la cui esistenza e’affidata al verificarsi di eventi sempre piu’ improbabili.
Esempio molto semplicistico per focalizzare il concetto:
BOT (conosciuto da tutti) e CCT: 1
BTP, BEI : 2
Obbligazioni non strutturate, a tasso fisso o variabile con scadenze entro i tre anni emesse dai primi 10 gruppi bancari italiani: 3
Dal 4 in poi che si sappia che l’attenzione deve essere alta per diversi motivi e che la sottoscrizione di prodotti simili comporta rischi diversi, qualsiasi cosa dica il promotore offerente.
La prima cosa che il promotore dovra’ dire e’ il “numerino” dell’investimento e se non lo dice, e’ una cosa molto semplice da chiedere. Ovviamente la pubblicita’ sul significato dei numerini dovra’ essere capillare ed efficace, pubblicita’ di cui si dovrebbe fare garante lo Stato (che tutela il risparmio, famoso art. 47 Costit.)
Le obbligazioni strutturate con emittenti sconosciuti, e le polizze assicurative index linked dovrebbero avere un numero a due cifre su una scala da 1 a 9 (D+ Money e’ quella citata ma sapete benissimo che leggendo i prospetti informativi si trova ti tutto e di piu’ nella stragrande maggioranza delle polizze vita di nuova generazione).
I fondi comuni azionari propinati con faciloneria a tutti, (dall’anziano all’analfabeta all’operaio con pochi e sudati risparmi) che garantirebbero buoni rendimenti nel medio lungo periodo (sempre dannatamente piu’ lungo) anch’essi in doppia cifra.
Poi va bene sottoscriverli, ma che si sappia cosa si fa, o per lo meno anche se non lo si sa, si sappia che ti hanno dato in mano un fucile carico. Se lo si usa male e scappa un colpo, non ci si lamenti poi se qualcuno si ferisce.
Piccola parentesi a proposito dei rendimenti di lungo periodo; basta partire dagli anni 30 per trovare lunghi periodi remunerativi!!! Il mondo e’ cambiato e le regole che lo muovono oggi non hanno nulla a che fare nemmeno con 15 anni fa, figuriamoci 70 (a parte la spregiudicatezza e l’ingordigia che rimangono costanti nel tempo ma che si manifestano con volti nuovi) .
Il fantomatico lungo periodo parte dalla fine degli anni novanta e non si sa quando farlo finire perche’ ormai e’ la favola su cui si regge il sistema. Tutto quello che e’ successo prima e’ preistoria e prenderlo in considerazione per scenari futuri lo ritengo semplicemente folle oltre che pericolosissimo.
In tutto questo il promotore che appioppa D+ Money e’ solo l’ultimo colpevole, quello che ci perde la faccia e al quale tutti possono dare la colpa.
Le propensioni al rischio, gli orizzonti temporali gli asset allocation, gli obiettivi di investimento e tutta la modulistica che li accompagnano sono tutti concetti privi di significato per il 90% degli investitori (gli istituzionali o quelli provvisti di solida cultura finanziaria ovviamente non sottoscriverebbero mai una D+ Money) i quali firmano dicendo di avere capito (cosa non vera) le bugie del promotore o di chi per esso, che e’ costretto a dirle se vuole mangiare o fare carriera, magari nemmeno rendendosi conto che sono bugie (vista le competenze di molti promotori in circolazione).
I commenti dei colleghi del promotore di Ciccino che vogliono ridurre il tutto a un comportamento scorretto di pochi esponenti della categoria sono inutili, in quanto il ruolo stesso di promotore porta ad una impostazione scorretta della vendita. Anche non dicendo bugie, si puo’ dire la verita’ essendo sicuri che il cliente non capisca, cliente che comunque, (non ammettendo nemmeno a se stesso di non aver capito niente dell’ora trascorsa a parlare col promotore) firmera’ lo stesso.
La cultura finanziaria nel nostro paese e’ pressoche’ nulla, ma a fianco di una cultura finanziaria che ha fatto pochissimi passi avanti negli anni (ottimo sistema scolastico), ci sono prodotti finanziari talmente spregiudicati ed innovativi (nel senso che si e’ trovato il modo di guadagnare due, tre o addirittura 4 volte con lo stesso prodotto all’interno dello stesso gruppo bancario/assicurativo) che bisogna semplicemente impedire che facciano i danni per cui sono stati creati.
Che banche ed assicurazioni diminuiscano le loro pretese di ROE oppure che le ottengano migliorando il servizio, azzerando gli sprechi al loro interno e liberandosi di dirigenti costosi e senza scrupoli. Sicuramente non colpendo senza ritegno il risparmio pubblico (che ritengo totalmente indifeso alla stregua di un agnellino di fronte al branco di lupi).
Il disegno di legge attualmente in discussione sulla tutela del risparmio dovrebbe avere questo come obiettivo, e non il cercare nuovi modi di informare i risparmiatori, poiche’ si cerca di informarli con un linguaggio a loro sconosciuto di problemi a loro sconosciuti.
Se mio figlio di 4 anni stesse giocando con una pistola insieme ad altri bambini, per proteggerlo veramente devo buttare la pistola, e non cercare di spiegargli per un’ora i rischi che corre e poi andarmene. Altrimenti sono io il colpevole di quello che potrebbe accadere, anche se la mia spiegazione sui rischi fosse stata impeccabile (ma come l’ha percepita un bambino di 4 anni?).
Che si risolva il problema a monte (rivedendo a fondo l’attuale sistema finanziario) altrimenti non se ne uscira’ mai. Il risultato da qui a 7/8 anni sara’ un ulteriore durissimo colpo al risparmio italiano, bene da tutelare in quanto benzina indispensabile per tutto il sistema (oltre che tutelato dalla Costituzione).
La benzina produce effetti se la si inserisce in un motore efficiente. La benzina sprecata malamente o accantonata in taniche in cantina non serve a nessuno.
Come primo messaggio e’ uscito un bel poema ma, se qualcuno lo leggera’ e vorra’ commentarlo, sono curioso di sapere se e’ un punto di vista condiviso o meno, vista lo spessore di alcuni aderenti al forum per il quale mi congratulo.
In caso contrario scusate l’intromissione.
Saluti a tutti