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Crisi: Coldiretti, ristoranti addio, 44% italiani a pranzo... (1 Upd)

ASCA – 1 ora 44 minuti fa
Crisi: Coldiretti, ristoranti addio, 44% italiani a pranzo... (1 Upd) - Yahoo! Finanza Italia

(ASCA) - Roma, 16 mar - Ristorante e pizzeria addio. Si cena a casa con gli amici. Con il 44 per cento degli italiani che va piu' spesso a mangiare da genitori o parenti, cambia profondamente lo stile di vita degli italiani per effetto della crisi. E' quanto emerge dallo studio della Coldiretti ''Gli italiani a tavola nel tempo libero con la crisi'' presentato in occasione dell'avvio della campagna di prevenzione oncologica della Lilt alla quale collabora la Fondazione Campagna Amica con l'offerta nei mercati degli agricoltori di extravergine italiano al 100 %. La tendenza a riunire piu' frequentemente la famiglia a tavola durante il tempo libero - sottolinea la Coldiretti - e' peraltro comune alle diverse aree geografiche del Paese e riguarda il 37 per cento degli italiani residenti nel nord ovest, il 40 per cento di quelli del nord est, il 44 per cento di quelli del centro, il 47 per cento delle isole e il 55 per cento del sud, secondo il rapporto Eurispes 2013 dal quale si ecidenzia che l'87 per cento degli italiani ha ridotto le spese per i pasti in ristoranti e pizzerie. La necessita' di stringere i legami familiari e' certamente spinta dalla situazione di crisi economica ma anche - continua ancora l'associazione - dalla ricerca di una migliore qualita' dell'alimentazione dopo i pasti veloci consumati durante la settimana lavorativa. L'addio alla buona tavola e' infatti quello piu' difficile da sopportare per gli italiani che dovendo ridurre le spese per forza nel 37 per cento dei casi non taglierebbero mai sulla qualita' dei cibi contro il 7 per cento che non rinuncerebbe agli abiti di marca e il 3 per cento che considera non rinviabile l'appuntamento dall' estetista o dal parrucchiere. Se a casa dei genitori si preferisce consumare il pranzo e' invece con gli amici che il 77 per cento degli italiani sostituisce sempre piu' spesso la cena fuori casa nei locali pubblici. Si unisce l'utile al dilettevole con la riscoperta del piacere di cucinare e sperimentare nuove ricette per se stessi e per gli ospiti, come avveniva in passato. Il risultato - precisa ancora la Coldiretti - e' l'aumento del tempo trascorso davanti ai fornelli che nei giorni festivi raggiunge il record di oltre un'ora (69 minuti), al quale va aggiunto quello passato alla ricerca di ingredienti e curiosita' nei negozi specializzati o nei mercatini. Una passione confermata dal fatto che oltre 21 milioni di italiani dichiara di preparare alimenti in casa come yogurt, pane, gelato o conserve e di questi oltre 11,2 milioni lo fanno regolarmente. Nel 2012 si e' verificato infatti un aumento record in quantita' degli acquisti di ingredienti base per la preparazione degli alimenti come farina (+8 per cento), uova (+6 per cento) e burro (+4 per cento) in netta controtendenza rispetto al calo complessivo dell'1,5 per cento degli alimentari registrato nella grande distribuzione. Il ritorno ai fornelli - continua la Coldiretti - trova riscontro nel boom delle pubblicazioni e delle trasmissioni televisive dedicate alla cucina, ma anche su internet dove si contano nel 2012 oltre 415 mila italiani che dichiarano di partecipare regolarmente a community sul web centrate sul cibo, e sono invece complessivamente oltre 1,4 milioni quelli che vi prendono parte, comprendendo coloro che lo fanno di tanto in tanto. Una azione battente di formazione che, insieme al maggior tempo libero disponibile durante al weekend per la rinuncia agli svaghi e divertimenti piu' costosi, si traduce anche in un boom di presenze nei mercatini alla ricerca di specialita' ed ingredienti particolari da portare in tavola. Ventuno milioni di italiani hanno fatto la spesa nei mercati degli agricoltori nell'ultimo anno per garantirsi prodotti sani del territorio con il miglior rapporto qualita' prezzo, in controtendenza rispetto all'andamento generale del commercio. Una opportunita' - conclude la Coldiretti - resa possibile dal fatto che in Italia sono presenti quasi 7.000 punti vendita di Campagna Amica gestiti direttamente dagli agricoltori dei quali 1.105 mercati degli agricoltori, 4.739 aziende agricole, 877 agriturismi, 178 botteghe.
 
questa volta forse non hai capito tu il mio pensiero.
io non faccio nemmeno i predicozzi, per me possono armarsi e ripartire.
tutti la fanno facile col kiulo degli altri, personalmente mi darebbe MOLTO fastidio se nel mio stabile aprissero un KABUL KEBAB:eek:bisogna integrarsi nelle realtà nelle quali si va a vivere, non il contrario.
adesso datemi del razzista e del bigotto, pazienza, io me ne :censored:;)

esatto..tutti fanno i finocchi col **** degli altri
chi abita in quel palazzo vedrà deprezzarsi parecchio il valore del proprio appartamento..
chi andrebbe ad abitare sopra a un kebabbaro per sentire la
puzza di roba marcia che frigge...vedere la gentaglia che sosterà a tutte le ore davanti al kebabbaro ecc ecc

và bè la smetto se no vanno in giro a dire che sono un razzista.....ma la realtà è questa......

ma a proposito di questa gente bisogna dire una cosa che nessuno dice mai
come fanno a pagare gli affitti e le spese dei negozi?
io vedo che in moltii negozi di questa gente entrano ed escono tante persone ma non hanno mai in mano niente....entrano si abbracciano ,complottano,pascolano sui merciapiedi per ore .....
ma non comprano niente....
provate ad osservarli..............
da ex commerciante l' occhio su queste cose ce l'ho, sò quanto costa tenere aperto un negozio . l'inps e le tasse per questa gente...... è facile non pagare ..intestano l'attività alle mogli..nullatenenti....a parenti ecc periodicamente cambiano il nome del proprietario......ma le bollette e l'affitto ...devono pagarli..tenere un girakebab accesso tutto il giorno e magari anche un forno...i frigoriferi ..l'illuminazione,il riscaldamento...sono costi che se non vendi..duri 3 mesi e poi devi chiudere...eppure loro stanno li ...non vendono niente ma stanno li...
 
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