valore pizzeria d asporto

infatti nelle poche pizzerie dove la pizza è superba c'è sempre un sacco di gente (devi prenotare)...cmq per quanto riguarda le mozzarelle un conto è se la scadenza è passata da qualche giorno o se invece si parla di tempi lunghi

Ma siete fuori? Se il comune cittadino mette le robe in frigo in modo da consumare i prodotti prima delle scadenze, non ce la possono fare i professionisti?:wall::wall::wall:
 
Ma siete fuori? Se il comune cittadino mette le robe in frigo in modo da consumare i prodotti prima delle scadenze, non ce la possono fare i professionisti?:wall::wall::wall:

Dovrebbero caro broken,dovrebbero...
Come in tutte le professioni,ci sono individui seri,oppure degli emeriti furfanti.
 
Leggo spesso analgesico ed in genere condivido il suo pessimismo (forse un po` caricato ma assolutamente oggettivo) ma in questo caso resto perplesso.

Come gia` detto non conosco lo specifico della pizzeria ma di altre attivita` simili e sono pure io perplesso sulle cifre fatte da analgesico.

Prima di tutto non mi torna il risparmio sulle materie prime: incidono pochissimo sulla % del costo e la qualita` ne risente in maniera evidente.
Il prosciutto da 3 euro/kg e` la spalla cotta, poi c'e` la pasta filante (che sarebbe la versione tarocca della mozzarella) peccato che poi la pizza faccia schifo.
Forse analgesico deve competere in posti dove guardano solo il prezzo e il mercato richiede quello...
La farina da 30 cent al Kg deve essere ***** pura, in ambito di panificazione la si paga 58/60 centesimi al Kg in sacchi da 25Kg.
Risparmiare sulla farina e` una follia, costa un'inezia e se di scarsa qualita` ti fa fare molta piu` fatica nel processo di lavorazione, nessun artigiano che conosco lo fa (e ne conosco abbastanza).

Poi non mi tornano le cifre sulle attrezzature, ad esempio una impastatrice professionale per panificazione con meno di 5.000 euro non la prendi, vabbe` quella delle pizzerie sara` piu` piccola ma non penso arrivi a centinaia di euro.
In teoria puoi andare sull'usato o sulle cineserie, peccato che cosi` non sarai mai a norma, con le leggi sulla sicurezza del lavoro che escono di continuo una impastatrice di 5 anni fa non va piu` bene. Vero che per mia esperienza nessuno controlla ma se si fa male un dipendente poi sono dolori.
Lavandini in acciaio e attrezzature varie sono piu` costosi perche` devono avere un qualche meccanismo che permetta di aprirli senza toccarli con le mani, noi avevamo un meccanismo a bottone nel pavimento che era costato abbastanza ma forse va bene anche un rubinetto che sia maneggiabile con i gomiti.


la farina è farina..per l'impastatrice non cambia nulla..

un impastatrice per pizzeria classica ( le pizze rotonde) costa 500 euro..usata la metà...
è una macchina semplicissima..che fà qualche chilo di impasto..

quelle da 5000 euro sono a forcella o a braccia tuffanti..fanno anche 50 chili di impasto.....ma non vanno bene per le pizzerie perchè non riescono a impastare pochi chili di farina...
ricordo che per una pizza servono circa 200 grammi di impasto...quante pizze pensate che fanno nei gorni feriali ? 10-20 se gli và bene............ quindi fanno al massimo 5 chili al giorno..quello che avanza..il giorno dopo torna nell'impastatrice.......................:D

la farina forte ( 300-340) da 70 80 cent è quella che spacciano per farina per pizza...
tipo la caputo, la molino di vigevano ecc.. tutte caz,zate...per i dilettanti della pizza.

la farina da 30 cent del discount và benissimo.. se uno sà lavorare le pizze sono buone..


norme di sicurezza ? di cosa ? l'impastatrice ha l'apposito proteggimani ma lo tolgono tutti perchè altrimenti si perde tempo..e poi perchè dato che la maggior parte die pizzaioli sono analfabeti c he non sanno leggere la pesa..buttano gli ingredienti a occhio e hanno bisogno continuamente di toccare l'impasto per capire se và bene..usando la pesa ....basta buttare tutto e premere il pulasante...............l'impasto viene sempre uguale e perfetto.
le teorie della temperatura dell'acqua,dell'ambiente ecc ecc sono ca,zzate per dilettanti allo sbaraglio ...


i lavandini in acciaio sono semplici lavandini e i rubinetti di diverso hanno solo la manopola che si può aprire col braccio ...

disilludetevi..vi danno la ***** da mangiare..tutti..................
provate a chiedere di fare un giro nel retro....
non immaginate nemmeno quello che potrete vedere..............

ci sono ristoranti che grattano il grasso sulle cappe e lo mettono nel mangiare...roba scaduta, roba avariata...
per non parlare di kebabbari e cinesi.................lì c'è da beccarsi la peste...
 
Dovrebbero caro broken,dovrebbero...
Come in tutte le professioni,ci sono individui seri,oppure degli emeriti furfanti.

esatto
c'è chi risparmia ma non usa mer.da e chi non si fà scrupoli....e sono il 99% dei ristoratori..
specialmente in tempi in cui non si lavora...........
 
senza dubbio, ma tu se hai uno yogurt che è scaduto il giorno prima non lo mangi? :o

Innanzi tutto è molto diverso quello che fa il privato in casa sua, consapevolmente e quello che ti rifilano a tua insaputa in un pubblico esercizio.
Comunque noi mettiamo sempre davanti i prodotti più vecchi nel frigo, ogni volta che facciamo la spesa. Ci siamo abituati quando avevamo i bambini piccoli.
 
:Dsì, ma mi pare pregiudizievole in partenza,

dove si va stasera?
mah, andiamo dagli squali?
sarà mica caro?:confused:
Siete messi male a Torino, stanno chiudendo 3 negozi al giorno..
http://www.ilfattoquotidiano.it/201...ghano-di-kebab-no-a-kabul-nellinsegna/527585/
Torino, residenti vs negozio di kebab: “No ‘Kabul’ in insegna, ricorda terrorismo”
I condomini protestano per l'apertura del primo negozio di kebab afgano in Italia, ma il quartiere multietnico di San Salvario, a due passi dalla stazione di Porta Nuova, non ci sta e organizza una manifestazione di solidarietà
di Paolo Hutter | 13 marzo 2013Commenti (10)





Decine di persone accalcate nei piccoli spazi del nuovo kebabbaro di via Saluzzo, a Torino, a due passi dalla stazione di Porta Nuova, all’angolo tra le strade multietniche del quartiere di San Salvario e i palazzi signorili di corso Vittorio. Non è una mangiata collettiva, però: è una manifestazione di solidarietà con chi sta tentando di aprire il primo negozio di kebab afgano in Italia e si è trovato di fronte un ostacolo imprevedibile. Un veto sul nome Kebab Kabul, posto dall’amministratore del condominio Mario Pampuro, su sollecitazione di alcuni residenti. “Per supportare i due giovani ragazzi che hanno deciso di aprire una loro attività commerciale in un momento in cui a Torino chiudono circa 3 esercizi commerciali al giorno, per supportarli dall’ignoranza dei condomini che non accettano il nome “Kebab Kabul” perché, secondo loro, “rovina il buon nome del palazzo” dice l’autoconvocazione su Facebook.

Tofan e Shahin Wardak sono i due ragazzi rifugiati dall’Afghanistan che hanno avuto l’idea di aprire il negozio, con i trentamila euro che la madre ha spedito loro dall’Afghanistan vendendo la casa di Kabul. Appartengono a una sorta di ceto medio locale, figli di un ufficiale, non sono particolarmente occidentalizzati ma non vogliono portare la barba e la tunica. Ancora non padroneggiano bene l’italiano, ma sono spalleggiati dal cugino Farhad Khan Bitani, presidente di un’associazione afgano-pakistana. “Pensavamo che con tutto l’intervento italiano che c’è stato per l’Afghanistan, questa iniziativa venisse accolta bene. Invece ci siamo accorti che l’amministratore del condominio metteva ostacoli. Ci sono voluti quattro mesi solo per farci aprire i sottotetti e sistemare la canna fumaria”. E poi c’è stata la spiegazione, lo sfogo, quando l’amministratore è andato da loro e ha parlato chiaro: “Kabul non è un nome adatto per un locale che si trova sotto un condominio signorile come il nostro. Evoca la guerra, il terrorismo. Ci sono anche dei condomini convinti che farà calare il valore del loro appartamento”. Sulla porta, che non è sottoposta ai permessi del condominio, c’è scritto Kebab Kabul, ma le insegne in alto sono coperte da fogli di giornale appiccicati con nastro adesivo. Non è che il condominio possa scegliere il nome. Ma per mettere un’insegna c’è bisogno del permesso del condominio, che non lo vuol dare.

La questione è aperta, sotterraneamente, da settimane. Una volta i due ragazzi afgani hanno persino chiesto alla polizia di intervenire, ma la telefonata di un commissario all’amministratore Pampuro si è scontrata con un muro di gomma. “Gli telefoniamo e dice che non dipende da lui, ma dal fratello, chiamiamo il fratello e dice viceversa”. Forse ora che sta cominciano a circolare come informazione agli italiani, la vicenda si sbloccherà. Oppure l’insegna resterà sempre coperta dai giornali, come un lavoro in corso. Il presidente della Commissione integrazione del consiglio di zona e la assessora comunale Ilda Curti hanno promesso di intervenire.
 
Siete messi male a Torino, stanno chiudendo 3 negozi al giorno..
http://www.ilfattoquotidiano.it/201...ghano-di-kebab-no-a-kabul-nellinsegna/527585/
Torino, residenti vs negozio di kebab: “No ‘Kabul’ in insegna, ricorda terrorismo”
I condomini protestano per l'apertura del primo negozio di kebab afgano in Italia, ma il quartiere multietnico di San Salvario, a due passi dalla stazione di Porta Nuova, non ci sta e organizza una manifestazione di solidarietà
di Paolo Hutter | 13 marzo 2013Commenti (10)





Decine di persone accalcate nei piccoli spazi del nuovo kebabbaro di via Saluzzo, a Torino, a due passi dalla stazione di Porta Nuova, all’angolo tra le strade multietniche del quartiere di San Salvario e i palazzi signorili di corso Vittorio. Non è una mangiata collettiva, però: è una manifestazione di solidarietà con chi sta tentando di aprire il primo negozio di kebab afgano in Italia e si è trovato di fronte un ostacolo imprevedibile. Un veto sul nome Kebab Kabul, posto dall’amministratore del condominio Mario Pampuro, su sollecitazione di alcuni residenti. “Per supportare i due giovani ragazzi che hanno deciso di aprire una loro attività commerciale in un momento in cui a Torino chiudono circa 3 esercizi commerciali al giorno, per supportarli dall’ignoranza dei condomini che non accettano il nome “Kebab Kabul” perché, secondo loro, “rovina il buon nome del palazzo” dice l’autoconvocazione su Facebook.

Tofan e Shahin Wardak sono i due ragazzi rifugiati dall’Afghanistan che hanno avuto l’idea di aprire il negozio, con i trentamila euro che la madre ha spedito loro dall’Afghanistan vendendo la casa di Kabul. Appartengono a una sorta di ceto medio locale, figli di un ufficiale, non sono particolarmente occidentalizzati ma non vogliono portare la barba e la tunica. Ancora non padroneggiano bene l’italiano, ma sono spalleggiati dal cugino Farhad Khan Bitani, presidente di un’associazione afgano-pakistana. “Pensavamo che con tutto l’intervento italiano che c’è stato per l’Afghanistan, questa iniziativa venisse accolta bene. Invece ci siamo accorti che l’amministratore del condominio metteva ostacoli. Ci sono voluti quattro mesi solo per farci aprire i sottotetti e sistemare la canna fumaria”. E poi c’è stata la spiegazione, lo sfogo, quando l’amministratore è andato da loro e ha parlato chiaro: “Kabul non è un nome adatto per un locale che si trova sotto un condominio signorile come il nostro. Evoca la guerra, il terrorismo. Ci sono anche dei condomini convinti che farà calare il valore del loro appartamento”. Sulla porta, che non è sottoposta ai permessi del condominio, c’è scritto Kebab Kabul, ma le insegne in alto sono coperte da fogli di giornale appiccicati con nastro adesivo. Non è che il condominio possa scegliere il nome. Ma per mettere un’insegna c’è bisogno del permesso del condominio, che non lo vuol dare.

La questione è aperta, sotterraneamente, da settimane. Una volta i due ragazzi afgani hanno persino chiesto alla polizia di intervenire, ma la telefonata di un commissario all’amministratore Pampuro si è scontrata con un muro di gomma. “Gli telefoniamo e dice che non dipende da lui, ma dal fratello, chiamiamo il fratello e dice viceversa”. Forse ora che sta cominciano a circolare come informazione agli italiani, la vicenda si sbloccherà. Oppure l’insegna resterà sempre coperta dai giornali, come un lavoro in corso. Il presidente della Commissione integrazione del consiglio di zona e la assessora comunale Ilda Curti hanno promesso di intervenire.

:D mi limito a sorridere e non mi sbilancio su quello che penso di cosa sta succedendo in quel quartiere;)
 
il bello è che la gente si scandalizza perchè i condomini di uno stabile non accettino che si apra sotto casa loro una kebabberia chiamata.

KABUL KEBAB:o bigotti e razzisti:cool:

Non e' che per caso ci viva qualche pezzo da "novanta"?
L'unica mia esperienza in casi come questo mi ha lasciato alquanto stupito.
Mesi e mesi di predicozzi per l'integrazione dei popoli,evitare assolutamente
il "ghettizzare",carita' e pace...
Tutta aria fritta,come dire:armiamoci e partite.
Capito il senso? :(
 
Non e' che per caso ci viva qualche pezzo da "novanta"?
L'unica mia esperienza in casi come questo mi ha lasciato alquanto stupito.
Mesi e mesi di predicozzi per l'integrazione dei popoli,evitare assolutamente
il "ghettizzare",carita' e pace...
Tutta aria fritta,come dire:armiamoci e partite.
Capito il senso? :(

questa volta forse non hai capito tu il mio pensiero.
io non faccio nemmeno i predicozzi, per me possono armarsi e ripartire.
tutti la fanno facile col kiulo degli altri, personalmente mi darebbe MOLTO fastidio se nel mio stabile aprissero un KABUL KEBAB:eek:bisogna integrarsi nelle realtà nelle quali si va a vivere, non il contrario.
adesso datemi del razzista e del bigotto, pazienza, io me ne :censored:;)
 
col capzo che permetterei l'apertura di un esercizio chiamato KabulKebab, quanti italiani hanno ammazzato a Kabul? ah già , ma noi siamo invasori imperialisti....
 
questa volta forse non hai capito tu il mio pensiero.
io non faccio nemmeno i predicozzi, per me possono armarsi e ripartire.
tutti la fanno facile col kiulo degli altri, personalmente mi darebbe MOLTO fastidio se nel mio stabile aprissero un KABUL KEBAB:eek:bisogna integrarsi nelle realtà nelle quali si va a vivere, non il contrario.
adesso datemi del razzista e del bigotto, pazienza, io me ne :censored:;)

Assolutamente d'accordo. :)
Non ho esposto chiaramente l'episodio,me ne scuso. OK!
 
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