Il mercato finanziario è in continua evoluzione e negli anni sia i legislatori, che i produttori di strumenti finanziari, hanno cercato di restare al passo con tali cambiamenti. Nascono in questo periodo nuovi prodotti come gli Exchange Traded Funds (ETF) che hanno l’obiettivo di amministrare il risparmio degli investitori, attraverso una gestione passiva del fondo e prestando una specifica attenzione ai costi. Con questo elaborato ho cercato di confrontare tali strumenti con i fondi comuni di investimento, per capirne le differenze sia dal punto di vista strutturale che operativo. Nel primo caso è emerso che, gli ETF, simili per finalità ai fondi comuni di investimento, possiedono numerose caratteristiche come: costi ridotti, maggiore trasparenza, facile liquidabilità degli investimenti e semplicità di accesso alla negoziazione, che li rendono più attraenti gli investitori. Nel secondo caso, invece, ho cercato di quantificare empiricamente i vantaggi generati dalle performance degli ETF, confrontandoli con i rendimenti dei fondi comuni di investimento a gestione attiva, per verificare se quanto riportato dalla letteratura in merito a questo argomento fosse coerente con i risulti del mio studio. Infatti, l’espressione univoca della produzione letteraria in merito a questo confronto, dimostra, come nel corso degli anni, la gestione attiva dei fondi comuni d’investimento non è riuscita a garantire una persistenza degli extra rendimenti, necessari a giustificare gli elevati costi inputati ai fondi. Inoltre, in questo elaborato mi sono soffermato nel confrontare un pool di settantotto fondi e tre ETF, selezionati tramite vari criteri specifici e utilizzando una serie di indicatori di performance come: l’indice di Sharpe, l’indice di Sortino, l’indice di Treynor e l’Alpha di Jensen, col fine di verificare se effettivamente Exchange Traded Funds potesse considerarsi una valida alternativa ai fondi comuni d’investimento. Dall’ analisi è emerso che gli indici di performance dei fondi a gestione attiva, calcolati al lordo dei costi, non riescono a generare extra rendimenti, anzi risultano performare meno degli ETF, dimostrando una gestione da parte dei manager pressoché inefficiente e delle commissioni del tutto ingiustificate. In conclusione, gli ETF possono considerarsi degli ottimi sostituti ai fondi comuni di investimento in quanto oltre che a performance migliori hanno anche costi molto più competitivi.