Trovo più semplice dividere il mio patrimonio per obiettivi più che restare legato rigidamente alle allocazioni nel tempo.
Ecco perchè qualche intervento fa chiedevo se era così sacrilego avere un LS80 e un LS60 non per crearne uno sintetico, ma per avere due obiettivi diversi, anzichè un singolo strumento per gestire tutte le possibili eventualità.
LS80 come supporto alla pensione e come tale con orizzonte temporale di almeno 20 anni.
LS 60 come ulteriore barriera, dopo il fondo di emergenza, per quegli eventi della vita prevedibili ed imprevedibili che possono capitare dopo 10-15 anni.
Esempio dopo 12 anni devo ristrutturare casa? Che faccio?
Si dirà che avere tutto in un unico strumento, tipo LS 80, è aggiustarlo con il tempo con altre asset class potrebbe essere più efficiente, ma qui entra in gioco il discorso psicologico: se io ho 100 sul LS 80 e devo ristrutturare casa, la prima domanda che mi porrei è se non mi stia mangiando i soldi che mi serviranno in "vecchiaia". Mi conosco e rimanderei la spesa. All'opposto se avessi 100 sul LS 60, mi chiederei se non lo stia potando quando è ancora troppo giovane, magari potrebbe crescere di più e che, tutto sommato, la ristrutturazione forse può attendere.
Se ho 50 su LS 80 e 50 sul 60, fin dall'inizio dell'investimento, senza alcuna logica di bilanciamento o asset ma solo come obiettivi diversi con strumenti abbastanza simili, devo ristrutturare casa? Vendo il 60, che era nato fin dal principio con l'intento di supportare gli eventi prevedibili e non (e la ristrutturazione è alquanto prevedibile), lo ringrazio per il lavoro svolto e mi tengo l'80 per il suo fine, senza toccarlo.
Questa è la logica, che non ha nulla di matematico, che applico anche per il mio patrimonio non investito e quindi garantito: liquidità per le spese correnti, poi una barriera di protezione con un fondo di riserva su conti deposito per gli eventi non prevedibili, poi i btp che, fallimenti permettendo, mi restituiranno il capitale a scadenza.
Io il mio patrimonio non riesco a vederlo unitario, ma come tanti pezzi con fini specifici.
Da questo punto di vista anche Moneyfarm può rientrare nel discorso, perchè potrebbe appunto essere uno strumento da sacrificare prima degli altri in occasione di una spesa, proprio perchè meno performante e, psicologicamente, nato come supporto e non come core.
Inoltre, concordo con
@Eliogatto: lui sarà ben contento di pagare l'1% di commissione non per avere il supporto psicologico del consulente (che, francamente, non serve a nessuno) ma per sfruttare la sensazione ludica, di divertimento a spulciare tra i pmc degli etf, a capire come modificano il portafogli, magari come scrivania di studio per approfondire il perchè di certi movimenti.
L'1% è un costo, ma se giustificato (per quanto bizzarra possa essere la giustificazione), va benissimo. Meglio spenderli così che in sigarette