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Venezuela: Maduro, con negoziati si restitusca impresa Monomeros al governo (8)
Caracas, 19 ago 10:36 - (Agenzia Nova) - La disponibilità degli Usa a rimuovere le sanzioni era stata messa per la prima volta nero su bianco già a fine giugno, in un comunicato congiunto con Canada e Unione Europea. Il documento ricordava la necessità che la soluzione "pacifica" alla crisi venga dal popolo venezuelano tramite un processo negoziale animato dagli stessi venezuelani, per far sì che tutti i cittadini "possano esprimersi politicamente attraverso elezioni locali, parlamentari e presidenziali, credibili, inclusive e trasparenti". I tre responsabili degli Esteri - Antony Blinken, Josep Borrell e Marc Garneu - rinnovavano l'appello alla liberazione senza condizioni "di tutti coloro che sono stati ingiustamente arrestati per ragioni politiche", alla "indipendenza dei partiti politici", alla "libertà di espressione, anche per i membri della stampa" e alla fine "delle violazioni dei diritti umani".
L'appuntamento segue quello celebrato nell'isola Barbados nel maggio del 2019, quindici giorni dopo che Guaidò e Leopoldo Lopez avevano tentato di coinvolgere i militari in un colpo di mano che avrebbe dovuto segnare la fine del governo Maduro. Un tentativo naufragato per le troppe distanze tra le parti e per le sensibili differenze anche all'interno dei due fronti. Il fallimento dei negoziati - accelerato dalla morte di Rafael Acosta Arevalo, capitano di corvetta che poco prima era stato accusato di trainare un colpo di Stato - aveva permesso a Maduro di firmare un accordo con settori minoritari delle opposizioni, testo sul quale ha costruito alcuni dei "successi" portati avanti dal governo. Un anno prima, era stato l'ex presidente del governo spagnolo, José Luis Rodriguez Zapatero, a cercare di condurre un negoziato nella Repubblica Dominicana. "Zp" certificava il fallimento delle trattative rimandando il grosso delle responsabilità all'opposizione, "rea" di aver disatteso all'ultimo un accordo raggiunto col governo. (Vec)
Caracas, 19 ago 10:36 - (Agenzia Nova) - La disponibilità degli Usa a rimuovere le sanzioni era stata messa per la prima volta nero su bianco già a fine giugno, in un comunicato congiunto con Canada e Unione Europea. Il documento ricordava la necessità che la soluzione "pacifica" alla crisi venga dal popolo venezuelano tramite un processo negoziale animato dagli stessi venezuelani, per far sì che tutti i cittadini "possano esprimersi politicamente attraverso elezioni locali, parlamentari e presidenziali, credibili, inclusive e trasparenti". I tre responsabili degli Esteri - Antony Blinken, Josep Borrell e Marc Garneu - rinnovavano l'appello alla liberazione senza condizioni "di tutti coloro che sono stati ingiustamente arrestati per ragioni politiche", alla "indipendenza dei partiti politici", alla "libertà di espressione, anche per i membri della stampa" e alla fine "delle violazioni dei diritti umani".
L'appuntamento segue quello celebrato nell'isola Barbados nel maggio del 2019, quindici giorni dopo che Guaidò e Leopoldo Lopez avevano tentato di coinvolgere i militari in un colpo di mano che avrebbe dovuto segnare la fine del governo Maduro. Un tentativo naufragato per le troppe distanze tra le parti e per le sensibili differenze anche all'interno dei due fronti. Il fallimento dei negoziati - accelerato dalla morte di Rafael Acosta Arevalo, capitano di corvetta che poco prima era stato accusato di trainare un colpo di Stato - aveva permesso a Maduro di firmare un accordo con settori minoritari delle opposizioni, testo sul quale ha costruito alcuni dei "successi" portati avanti dal governo. Un anno prima, era stato l'ex presidente del governo spagnolo, José Luis Rodriguez Zapatero, a cercare di condurre un negoziato nella Repubblica Dominicana. "Zp" certificava il fallimento delle trattative rimandando il grosso delle responsabilità all'opposizione, "rea" di aver disatteso all'ultimo un accordo raggiunto col governo. (Vec)