Vi sentite dentro una gabbia?

fallugia

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Il sociologo Max Weber, nei primi decenni del 900, parlando della società contemporanea introdusse la metafora della “gabbia d’acciaio” .

Con questa espressione ci spiega quanto l’uomo fosse soggetto, ieri come oggi, ad una serie di costrizioni a cui non può sottrarsi, costrizioni che provengono dall’economia capitalistica e dalla burocrazia, due invenzioni che hanno caratterizzato la società moderna. La sfera economica e quella amministrativa, insieme alla sfera pubblica, ci obbligano ad osservare una serie di regole, norme e convenzioni che rendono la nostra vita “ostaggio” di una prigione mentale.

Come egli sosteneva la nostra società è molto più “repressiva” delle società premoderne perché vi è più alienazione derivata dal lavoro e dalle malattie psicologiche che si moltiplicano a causa della repressione di pulsioni e istinti che ci viene imposta. Un altissimo livello di strutturazione sociale oltremodo complesso ci lega tutti in modo indissolubile: ognuno ha il “posto” o ricopre il “ruolo” che la società gli ha assegnato. Esso rappresenta però un qualcosa che non esiste in modo concreto ma che deve essere visto come una posizione “volatile”, un costrutto “mentale” che assume anche connotati fisici in relazione al mondo del lavoro, della famiglia, delle relazioni sociali etc.


Sociologia On Web :: Weber e la Gabbia d’Acciaio, una metafora ancora attuale
 
Ultima modifica:
Si.
In particolare non sopporto il conformismo, l'omologazione e l'alienazione che sono le conseguenze del sistema attuale.
Se proviamo a distaccarci o anche solo a pensare diversamente dalla massa rischiamo di essere emarginati a vita

Siamo sempre meno liberi e non avendone la percezione siamo persino contenti delle nostre catene.

La metafora che trovo più adatta ai tempi è quella del mito della caverna di Platone.

La mia aspirazione è di provare a ricostruire una comunità di persone libere, unite e solidali. Sto cercando di capire come fare.
 
siamo doppiamente in gabbia.
da una parte weber ha ragione, la nostra libertà si restringe costantemente, per fare un esempio, un comportamento e un linguaggio che sarebbero stati normali 50 anni fa adesso vengono considerati off limits, potrebbero addirittura sconfinare nel razzismo
dall'altra la libertà è un concetto molto relativo. uno si considera libero quando si trova in una gabbia più grande dello spazio in cui vorrebbe muoversi. ad esempio, un musulmano bigotto si troverebbe benissimo in iran, un liberale considererebbe l'iran una dittatura liberticida. un tetraplegico confinato in un letto non considerebbe una limitazione alla propria libertà la soppressione dei viaggi aerei
l'aumento delle conoscenze e l'allargarsi dei nostri orizzonti mentali invece aumenta la nostra necessità di spazio, quindi la riduzione della libertà è molto più sentita di quanto lo sarebbe stato da una persona di 50 anni fa trasportata nel mondo attuale
 
Weber è stato un gigante, ma la società attuale è profondamente diversa dalla sua, a cominciare proprio dal lavoro e dalla sua organizzazione: che sia più "repressiva" la società attuale di quella pre-moderna, che aveva vincoli religiosi e culturali rigidissimi e possibilità di svago limitatissime, non è più sostenibile in alcun modo.

Comunque mi sento in una gabbia solo quando sono in Ap: di matti :D
 
Weber è stato un gigante, ma la società attuale è profondamente diversa dalla sua, a cominciare proprio dal lavoro e dalla sua organizzazione: che sia più "repressiva" la società attuale di quella pre-moderna, che aveva vincoli religiosi e culturali rigidissimi e possibilità di svago limitatissime, non è più sostenibile in alcun modo.

Comunque mi sento in una gabbia solo quando sono in Ap: di matti :D
Beati voi retributivi che vivete così ingenuamente.
Penso anche ai miei genitori, a loro frega nulla del mondo in cui viviamo, non si fanno domande e vivono sereni.

invidio la vostra leggerezza.
 
Ma che gabbia, ma basta con ste menate che il mondo qui fa cagare e che va tutto male...ma purcazza boia che depressione ragà :D
 
Beati voi retributivi che vivete così ingenuamente.
Penso anche ai miei genitori, a loro frega nulla del mondo in cui viviamo, non si fanno domande e vivono sereni.
I tuoi genitori si sono fatti il paiolo quando era ora, hanno lavorato 40 anni, qualsiasi cosa abbiano fatto, hanno fatto le loro battaglie per migliorare le cose per se stessi e ora ti dicono che è ora che lo faccia tu. Invece che brontolare col cellulare in mano.
Hai organizzato manifestazioni? Hai cambiato voto? Hai fatto un partito? Sei emigrato? Hai fatto qualcosa?
Se sì, ottimo, magari non sei ancora riuscito a cambiare le cose, ma magari le puoi cambiare per te stesso.
Se no...e che ti devo dì? :D
 
Diciamo che una volta i vincoli erano più evidenti, ora sono sempre meno percettibili e qualcuno pensa di essere più libero solo perchè invece di stare dentro alla gabbia hanno instillato gli schemi e le strutture della gabbia all'interno del suo cervello, del linguaggio, dei modi di pensare, ....
 
intendeva la gabbia dell'educazione in cui tutti siamo cresciuti. In pochi sentono il bisogno di uscirne perché è confortevole. Qualcuno che ne è uscito vuole liberare gli altri polli, per poi scoprire che ti chiedono una nuova gabbia. In pochissimi arrivano all’ultima verità: e cioé che i liberi sono liberi, mentre i liberati sono semplicemente i prigionieri dei liberatori. E questa limitazione si chiama “natura umana”. Non ha senso combatterla, ne sostenerla, perché si propagherà sempre uguale a se stessa.
 
Beati voi retributivi che vivete così ingenuamente.
Penso anche ai miei genitori, a loro frega nulla del mondo in cui viviamo, non si fanno domande e vivono sereni.

invidio la vostra leggerezza.
se mi fregasse nulla del mondo in cui vivo non starei qui a leggere quelle che reputo per lo più delle panzàne sconfortanti :D

Per il resto, come dice black, anch'io mi sono fatto emi faccio tuttora un discreto mazzo e sono contento di quello che mi ha dato, ma se vuoi mi compro un frustino e mi flagello ogni mattina:D
 
in una società dominata dalla mediocrità dilagante chiunque abbia un minimo di cervello e spirito critico si sente in gabbia....purtroppo non posso fuggire da nessuna parte perchè i mediocri sono la maggioranza ovunque....per fortuna coi soldi si risolvono molte cose anche se non tutte ma perlomeno puoi costruirti una vita che piu o meno ti aggrada...non posso però evitare che dei dementi spalleggiati da altri dementi ci portino verso la guerra nucleare e questo ovviamente oltre a tante altre assurdità mi genera frustrazione....:'(
 
Siamo in una gabbia burocratica, tasse complicate, patente, revisione auto, bollette infinite che non corrispondono a consumi (pago in due persone la tari per 6 persone), persino per andare in mare ci sono divieti, dotazioni, patente, per una influenza detta covid ci hanno ingabbiati per tre anni, è vietato tutto , persino tagliare un proprio albero, detenere un'arma, anche un coltellino.
Naturalmente tutta la burocrazia e i divieti valgono per le persone rispettose della legge , i delinquenti se ne fregano
 
Il sociologo Max Weber, nei primi decenni del 900, parlando della società contemporanea introdusse la metafora della “gabbia d’acciaio” .

Con questa espressione ci spiega quanto l’uomo fosse soggetto, ieri come oggi, ad una serie di costrizioni a cui non può sottrarsi, costrizioni che provengono dall’economia capitalistica e dalla burocrazia, due invenzioni che hanno caratterizzato la società moderna. La sfera economica e quella amministrativa, insieme alla sfera pubblica, ci obbligano ad osservare una serie di regole, norme e convenzioni che rendono la nostra vita “ostaggio” di una prigione mentale.

Come egli sosteneva la nostra società è molto più “repressiva” delle società premoderne perché vi è più alienazione derivata dal lavoro e dalle malattie psicologiche che si moltiplicano a causa della repressione di pulsioni e istinti che ci viene imposta. Un altissimo livello di strutturazione sociale oltremodo complesso ci lega tutti in modo indissolubile: ognuno ha il “posto” o ricopre il “ruolo” che la società gli ha assegnato. Esso rappresenta però un qualcosa che non esiste in modo concreto ma che deve essere visto come una posizione “volatile”, un costrutto “mentale” che assume anche connotati fisici in relazione al mondo del lavoro, della famiglia, delle relazioni sociali etc.


Sociologia On Web :: Weber e la Gabbia d’Acciaio, una metafora ancora attuale
io sono in una gabbia da anni, ma per i miei problemi di salute...
la dialisi, tolta la via di uscita col trapianto e' di un assoluto infinito
non a caso esiste una percentuale che non accettandola perde letteralmente la testa...

al di la delle noie fisiche in se, e' una gabbia mentale
perche' non c'e' giorno, ricorrenza o evento che ti puo' esentare
un male terminale e' assai peggiore e piu' oppressivo, ma almeno ti da una via senza appello
la dialisi ha in se la via della salvezza come la via della disperazione...semplicemente perche' coincidono

non a caso ho imparato a conviverci, facendo della serenita' e del vivere come fossi sano e spensierato
lo scopo primo

ed anche a sfuttarne i lati positivi...
facendo diventare un semplice fastidio e niente piu' tutto cio' che e' scritto sopra
e godendo oltremodo di ogni cosa che mi arriva durante ogni singola giornata...

e guardate che non vuole essere un post di autocelebrazione o di "io posso" io ci sono riuscito"
dentro ognuno di noi ci sono gli strumenti per pesare e relativizzare ogni cosa...e vivere meglio
 
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Ma che gabbia, ma basta con ste menate che il mondo qui fa cagare e che va tutto male...ma purcazza boia che depressione ragà :D
non se può più
si guarda sempre a come stava meglio una piccolissima parte della popolazione, ignorando che fino agli anni '50 e in molte zone anche '60 c'era la fame e la miseria per la maggioranza della popolazione
 
Siamo in una gabbia burocratica, tasse complicate, patente, revisione auto, bollette infinite che non corrispondono a consumi (pago in due persone la tari per 6 persone), persino per andare in mare ci sono divieti, dotazioni, patente, per una influenza detta covid ci hanno ingabbiati per tre anni, è vietato tutto , persino tagliare un proprio albero, detenere un'arma, anche un coltellino.
Naturalmente tutta la burocrazia e i divieti valgono per le persone rispettose della legge , i delinquenti se ne fregano
Norme necessarie per vivere in una società civile, anzi è il contrario, si reprimono troppo poco comportamenti sociali pericolosi, come ubriacarsi o drogarsi e poi guidare l'auto, in Italia le leggi ci sono ma poi ognuno fa come qazzo gli pare perchè i controlli sono scarsi se non inesistenti.
 
Si.
In particolare non sopporto il conformismo, l'omologazione e l'alienazione che sono le conseguenze del sistema attuale.
Se proviamo a distaccarci o anche solo a pensare diversamente dalla massa rischiamo di essere emarginati a vita

Siamo sempre meno liberi e non avendone la percezione siamo persino contenti delle nostre catene.

La metafora che trovo più adatta ai tempi è quella del mito della caverna di Platone.

La mia aspirazione è di provare a ricostruire una comunità di persone libere, unite e solidali. Sto cercando di capire come fare.
e' proprio distaccandoti dalla massa che vivi meglio e piu' libero
se temi l'emarginazione, diventi o sei gia', inconsapevolmente un conformista
 
non se può più
si guarda sempre a come stava meglio una piccolissima parte della popolazione, ignorando che fino agli anni '50 e in molte zone anche '60 c'era la fame e la miseria per la maggioranza della popolazione
vero...
e' solo che ogni societa' ha i termini di paragone del tempo
ed oggi quel paragonarsi puo' far piu' male di allora...

ma restiamo nell'ambito del confomre a qualcun altro...

finiamo per vivere la vita degli altri
e la dove non ce la possiamo permettere
creiamo una vita fittizia che ci logora dentro

vivere la propria vita invece vale qualsiasi prezzo che ci addebitera' il conformismo
o l'isolamento
 
Io sono un vile metalmeccanico e di filosofia ci capisco poco ma manderei Weber e tutti voi a farvi un paio di mesi di vacanza nella società premoderna, qualunque cosa questo voglia dire.
Ma non come proprietario terrero o signorotto locale ma come membro del popolo che allora come oggi costituisce il 99% della popolazione. Preferibilmente come mezzadro.
Lì si che c'era grande libertà. Libertà di non avere l'acqua corrente, il riscaldamento in inverno e l'AC in estate. La libertà di cedere al proprietario delle vostre terre un x% del raccolto tutti gli anni. O la libertà di crepare a 45 anni. E potrei continuare per ore.
Poi al ritorno dalla vacanza mi dite se state poi così male in questa gabbia.
 
Si.
In particolare non sopporto il conformismo, l'omologazione e l'alienazione che sono le conseguenze del sistema attuale.
Se proviamo a distaccarci o anche solo a pensare diversamente dalla massa rischiamo di essere emarginati a vita

Siamo sempre meno liberi e non avendone la percezione siamo persino contenti delle nostre catene.

La metafora che trovo più adatta ai tempi è quella del mito della caverna di Platone.

La mia aspirazione è di provare a ricostruire una comunità di persone libere, unite e solidali. Sto cercando di capire come fare.
 
non se può più
si guarda sempre a come stava meglio una piccolissima parte della popolazione, ignorando che fino agli anni '50 e in molte zone anche '60 c'era la fame e la miseria per la maggioranza della popolazione
Esatto!
Al ponte dell'8 Dicembre sono stato a Matera e mi sono fatto raccontare come vivevano nei sassi fino al 1952.
1952 eh, non 15XX!!
Un solo dato: mortalità infantile al 40%
E questi mi vengono a parlare di gabbie :wall: :wall:
Ci sono miliardi di persone a questo mondo che farebbero carte false per abitare le nostre gabbie. A zappare dovete andare.
 
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