Vivere di rendita, posso (Vol. L)?

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Sta crescendo una generazione pronta ad usare e poco propensa a possedere... (se poi penso ai loro stipendi di ingresso in azienda...)

estrapolo questa frase per fare una riflessione: è vero, la dinamica è quella, i mass media gli stanno inculcando quello, dicendogli anche prendendo pretesti assurdi, loro stessi ci stanno sempre più credendo, ma "sarà vera gloria?"

per quanto si usino termini cool e inglesisimi (sharing, perchè dire condivisione fa troppo proletario), siamo consapevoli che è un concetto di stampo socialista della società, il cittadino può usufruire dei servizi che lo Stato decide di mettere a disposizione e lo stesso non può (o non riesce) a essere autosufficiente?!

Siamo consapevoli che il possedere un bene, ti da la libertà di servirtene a tuo piacimento (almeno in una società liberale, non per forza l'Italia), il solo poter usufruire di un bene, ti mette sempre nella condizione di sudditanza del possessore/gestore (privato o pubblico)?

quest'idea che si può "non possedere nulla ed essere felici" :cool: sarà il viatico a una società di sudditi dipendenti dalle concessioni che lo Stato di volta in volta deciderà di fare e non di liberi cittadini...e la cosa bella che abbiamo pure buttato giù il muro per combattere una deriva simile, tanto valeva tenerlo su :o
 
estrapolo questa frase per fare una riflessione: è vero, la dinamica è quella, i mass media gli stanno inculcando quello, dicendogli anche prendendo pretesti assurdi, loro stessi ci stanno sempre più credendo, ma "sarà vera gloria?"

per quanto si usino termini cool e inglesisimi (sharing, perchè dire condivisione fa troppo proletario), siamo consapevoli che è un concetto di stampo socialista della società, il cittadino può usufruire dei servizi che lo Stato decide di mettere a disposizione e lo stesso non può (o non riesce) a essere autosufficiente?!

Siamo consapevoli che il possedere un bene, ti da la libertà di servirtene a tuo piacimento (almeno in una società liberale, non per forza l'Italia), il solo poter usufruire di un bene, ti mette sempre nella condizione di sudditanza del possessore/gestore (privato o pubblico)?

quest'idea che si può "non possedere nulla ed essere felici" :cool: sarà il viatico a una società di sudditi dipendenti dalle concessioni che lo Stato di volta in volta deciderà di fare e non di liberi cittadini...e la cosa bella che abbiamo pure buttato giù il muro per combattere una deriva simile, tanto valeva tenerlo su :o

Potremmo pero' vedere la cosa anche da un punto di vista diverso.
Nel 1986 eravamo 5 miliardi... adesso stiamo per toccare gli 8 miliardi di persone sulla terra.
E' sostenibile avere 8 miliardi di individui che vogliono possedere ognuno la gran parte dei beni disponibili? E' Sostenibile?
Fino agli anni 80 le cose se si riutilizzavano e la disponibilita' dei beni era limitata.
Oggi abbiamo un mare di cose (usa e getta), di sempre piu' scarso valore, per cui inquiniamo a manetta.
E se invece riusare, condividere, riciclare, etc diventasse una necessita' per l'umanita' ?
 
estrapolo questa frase per fare una riflessione: è vero, la dinamica è quella, i mass media gli stanno inculcando quello, dicendogli anche prendendo pretesti assurdi, loro stessi ci stanno sempre più credendo, ma "sarà vera gloria?"

per quanto si usino termini cool e inglesisimi (sharing, perchè dire condivisione fa troppo proletario), siamo consapevoli che è un concetto di stampo socialista della società, il cittadino può usufruire dei servizi che lo Stato decide di mettere a disposizione e lo stesso non può (o non riesce) a essere autosufficiente?!

Siamo consapevoli che il possedere un bene, ti da la libertà di servirtene a tuo piacimento (almeno in una società liberale, non per forza l'Italia), il solo poter usufruire di un bene, ti mette sempre nella condizione di sudditanza del possessore/gestore (privato o pubblico)?

quest'idea che si può "non possedere nulla ed essere felici" :cool: sarà il viatico a una società di sudditi dipendenti dalle concessioni che lo Stato di volta in volta deciderà di fare e non di liberi cittadini...e la cosa bella che abbiamo pure buttato giù il muro per combattere una deriva simile, tanto valeva tenerlo su :o

Il car sharing, il bike sharing, il monopattino sharing di sta ****** puo' funzionare solo all'interno di ristrettissime cerchie di civiltà' urbana: ad Amsterdam, a Oslo, nella City di Londra, in piccole città' di provincia del Nord Italia. A Milano gia' si sono ritirate diverse società', resiste qualcosa a Porta Venezia col Bike Mi (immagino perche' in parte paghi Pantalone) ma il resto e' uno scempio di abbandoni, vandalismi, , furti, gente che la butta nel naviglio...io lo chiuderei domattina, se siete ladri e incivili non vi meritate niente.

E parlo di centro storico, dovrebbero mettere una 50ina di biciclette allo Zen di Palermo e altrettante a Scampia: cosi', solo per vedere se la nuova generazione e' piu' pronta a usare che possedere. Sarebbe interessante, sociologicamente.
 
1. Dipende molto dalla zona dell'Italia considerata. Il nord sta aumentando il numero di residenti e guarda caso aumentano anche i valori immobiliari nelle zone dove c'è lavoro (prendo in considerazione solo i laureati perchè è il dato che ho sottomano).
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2. Chi può mettere da parte i soldi per importanti università all'estero è chi già oggi in Italia guadagna sopra la media.
Fare matematica all' Imperial Collage costa £34.000 (+£9,250 di tassa di iscrizione ogni anno) x 4 anni = £173.000 (206.826€) + spese di vitto, alloggio e di vita sociale.
Fare medicina all'Imperial Collage costa £46,650 all'anno (+£9,250 di tassa di iscrizione ogni anno) x 6 anni = £335.400 (400.978€)+ spese di vitto, alloggio e di vita sociale.
Fare Economia all'ESCP di Parigi costa 19.000€ all'anno + spese di vitto, alloggio e di vita sociale.

3. Sullo spostarsi dipende molto dal lavoro che si svolge.
4. L'estero lo considererei solo per lavori dal quadro/dirigente in sù. Fare l'impiegato all'estero non bilancia lo svantaggio dell'essere considerato straniero.

In Italia le università sono praticamente regalate, anche quelle private.

In europa per andare nelle private o devi essere nato nella pancia giusta o devi essere un genio. 207.000€/400.000€ solo per l'università una famiglia media italiana non se lo può permettere e non c'è risparmio o sacrificio che tenga.
 
La mia generazione e' cresciuta con il mito del motorino... oggi i giovani pensano solo allo smartphone...
La patente era l'ingresso nell'eta' adulta, oggi spesso incontro neo laureati che non hanno preso la patente come un obbligo ma "tanto uso bla bla car o il monopattino in sharing..."
Sta crescendo una generazione pronta ad usare e poco propensa a possedere... (se poi penso ai loro stipendi di ingresso in azienda...)
Confermo in parte. Il motorino continua a resistere nelle realtà di provincia dove i trasporti pubblici non sono così capillari ed efficienti. Nelle grandi città i giovani si spostano con i mezzi pubblici. Ma arrivati ai 25/27 anni chi non ha nè patente nè macchina è solo perchè economicamente non se la può permettere. Chi può permettersi la macchina se la prende e pure bella.
 
c'è molta esterofilia, a torto o a ragione non ne ho idea
gli expat che ho conosciuto non fanno una vita migliore che in Italia, pur lavorando in ruoli direzionali
6k-8k sterline al mese a Londra per vivere in condivisione con altri non mi sembra il massimo
per carità, una rondine non fa primavera, ma chi eccelle all'estero lo avrebbe fatto anche in Italia e non necessariamente a meno soldi
 
Potremmo pero' vedere la cosa anche da un punto di vista diverso.
Nel 1986 eravamo 5 miliardi... adesso stiamo per toccare gli 8 miliardi di persone sulla terra.
E' sostenibile avere 8 miliardi di individui che vogliono possedere ognuno la gran parte dei beni disponibili? E' Sostenibile?
Fino agli anni 80 le cose se si riutilizzavano e la disponibilita' dei beni era limitata.
Oggi abbiamo un mare di cose (usa e getta), di sempre piu' scarso valore, per cui inquiniamo a manetta.
E se invece riusare, condividere, riciclare, etc diventasse una necessita' per l'umanita' ?

a parte che lì subentrerebbero anche discorsi di carattere sociale (come limiti il possesso di un bene, alzando enormemente il costo di acquisto/possesso tramite leggi, di fatto, distorcendo il libero mercato, dicendo che solo i ricchi possono fare quello che vogliono, o vietandolo per legge, di fatto reintroducendo lo stato socialista'?) e economico (l'allungamento della vita di un bene prodotto, di fatto riduce la necessità produttiva e i posti di lavoro necessari e quegli 8-10 Mld poi come li sfami, dicendogli che è cool condividere?), ma un conto è se mi dici diamo la possibilità di condividere, cerchiamo di riutilizzare o non sostituire (ah per parlare di auto, è la legge che mi dice che tra x anni, un'auto perfettamente funzionante e in perfetto stato la devo cambiare perchè non posso più circolare nel mio comune, e poi parliamo di riciclo), un altro è impostare una società su quell'idea, perchè una società fatta solo di servizi in condivisione è di fatto una società alla mercè delle concessioni di qualcuno al di sopra...ma va beh c'è chi non vorrebbe neanche più il possesso della moneta (€ o quel che è) perchè tanto può sfruttare un servizio "sharing" col telefono o con qualche sistema elettronico, quindi che serve possedere "fisicamente" il proprio denaro, posso capire cosa si pensi di auto o case. :o
 
a parte che lì subentrerebbero anche discorsi di carattere sociale (come limiti il possesso di un bene, alzando enormemente il costo di acquisto/possesso tramite leggi, di fatto, distorcendo il libero mercato, dicendo che solo i ricchi possono fare quello che vogliono, o vietandolo per legge, di fatto reintroducendo lo stato socialista'?) e economico (l'allungamento della vita di un bene prodotto, di fatto riduce la necessità produttiva e i posti di lavoro necessari e quegli 8-10 Mld poi come li sfami, dicendogli che è cool condividere?), ma un conto è se mi dici diamo la possibilità di condividere, cerchiamo di riutilizzare o non sostituire (ah per parlare di auto, è la legge che mi dice che tra x anni, un'auto perfettamente funzionante e in perfetto stato la devo cambiare perchè non posso più circolare nel mio comune, e poi parliamo di riciclo), un altro è impostare una società su quell'idea, perchè una società fatta solo di servizi in condivisione è di fatto una società alla mercè delle concessioni di qualcuno al di sopra...ma va beh c'è chi non vorrebbe neanche più il possesso della moneta (€ o quel che è) perchè tanto può sfruttare un servizio "sharing" col telefono o con qualche sistema elettronico, quindi che serve possedere "fisicamente" il proprio denaro, posso capire cosa si pensi di auto o case. :o

Perche' in ogni operazione di condivisione ci vedi un "qualcuno" che dall'alto concede o meno? Una entita' occulta che manovra?
Molti fenomeni di condivisione possono nascere benissimo dal basso o come semplice ri-allocazione delle risorse in modo ottimale (ovvero legge di mercato).
Ci sono cose che l'economia di scala rende piu' conveniente al di la' del poterselo permettere.
La stra grande maggioranza dei prodotti possono durare piu' di quello che ci inducono a fare (vedi smartphone)... pero' se il consumatore e' sensibile al marketing (ed anche una certa ignoranza aggiungo io)... sostituisce il bene...

Diciamo che in queste analisi se ci mettiamo dentro esempi random non ne usciamo piu' includendo riagionamenti di tanti tipi e diversi tra loro.
Il mio ragionamento di base e' che il riuso e la limitazione di certi beni/servizi POTREBBERO diventare un giorno obbligatori per mancanza di risorse (energetiche) e per emergenze naturali (global warming/inquinamento).
Abbiamo la disponibilita' di tante cose ma che usiamo poco nell'arco di una giornata / anno. Perche' continuare a comprarle / possedere?
Perche' ho comprato una lavatrice da 1.000€ se la uso 52 volte all'anno e non abbiamo scelto con altri condomini di averne una in societa' in uno spazio comune?
Quanto mi sono costate le mie lavate di mutande?

Io non ci vedrei nessun complottismo o controllo della societa' nello spostare alcuni beni /servzi verso la condivisione, ma anzi un'efficiente utilizzo delle risorse nonche' un risparmio per tutti (e direi anche un arricchimento).
Se poi la minor produzione di certi beni comporti disoccupazione e' tutta da vedere visto che l'automazione nella produzione di certi beni ormai e' quasi totale.
 
Donsalieri sembra che tu stia criticando gli Etf... quello che tu dici se è vero per gli Etf è ancora più vero per i fondi o per azioni singole... quello che tu dici riguarda il mercato azionario in generale... se uno non ha almeno 15 anni davanti non deve investire in azionario (etf, fondi o azioni)

Il vero investitore non guarda neanche i prodotti a distribuzione
 
Perche' in ogni operazione di condivisione ci vedi un "qualcuno" che dall'alto concede o meno? Una entita' occulta che manovra?
Molti fenomeni di condivisione possono nascere benissimo dal basso o come semplice ri-allocazione delle risorse in modo ottimale (ovvero legge di mercato).
Ci sono cose che l'economia di scala rende piu' conveniente al di la' del poterselo permettere.
La stra grande maggioranza dei prodotti possono durare piu' di quello che ci inducono a fare (vedi smartphone)... pero' se il consumatore e' sensibile al marketing (ed anche una certa ignoranza aggiungo io)... sostituisce il bene...

Diciamo che in queste analisi se ci mettiamo dentro esempi random non ne usciamo piu' includendo riagionamenti di tanti tipi e diversi tra loro.
Il mio ragionamento di base e' che il riuso e la limitazione di certi beni/servizi POTREBBERO diventare un giorno obbligatori per mancanza di risorse (energetiche) e per emergenze naturali (global warming/inquinamento).
Abbiamo la disponibilita' di tante cose ma che usiamo poco nell'arco di una giornata / anno. Perche' continuare a comprarle / possedere?
Perche' ho comprato una lavatrice da 1.000€ se la uso 52 volte all'anno e non abbiamo scelto con altri condomini di averne una in societa' in uno spazio comune?
Quanto mi sono costate le mie lavate di mutande?

Io non ci vedrei nessun complottismo o controllo della societa' nello spostare alcuni beni /servzi verso la condivisione, ma anzi un'efficiente utilizzo delle risorse nonche' un risparmio per tutti (e direi anche un arricchimento).
Se poi la minor produzione di certi beni comporti disoccupazione e' tutta da vedere visto che l'automazione nella produzione di certi beni ormai e' quasi totale.

Dall'altra parte della bilancia c'è l'utilizzo esclusivo che è una comodità e in futuro potrà essere visto/venduto come una cosa elitaria.
Seguendo l'esempio della lavatrice, averla in appartamento consente di caricarla la sera prima o la mattina prima di uscire di casa e avviare il programma di lavaggio via smartphone quando viene più comodo così da rientrare a casa ed avere subito i panni pronti da asciugare. Con la lavatrice condivisa magari c'è da prenotare il turno o aspettare i lavaggi altrui.
 
Molti fenomeni di condivisione possono nascere benissimo dal basso o come semplice ri-allocazione delle risorse in modo ottimale (ovvero legge di mercato).

Perche' ho comprato una lavatrice da 1.000€ se la uso 52 volte all'anno e non abbiamo scelto con altri condomini di averne una in societa' in uno spazio comune?
Quanto mi sono costate le mie lavate di mutande?

Io non ci vedrei nessun complottismo o controllo della societa' nello spostare alcuni beni /servzi verso la condivisione, ma anzi un'efficiente utilizzo delle risorse nonche' un risparmio per tutti (e direi anche un arricchimento).
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Io ho fatto un esperimento con un vicino che vive da solo nel mio palazzo.
Gli ho chiesto di condividere l'abbonamento in fibra ottica perché per me è semplicemente sprecata una connessione di quel tipo per una sola utenza.

Lui mi ha risposto che era una buona idea ma che preferiva non farlo.
Risultato: Lui paga 30 € al mese e forse piu' la fibra ottica TIM e tra l'altro a casa non c'è quasi mai, io pago 5.99 € con il mio piccolo router 4g e sto da dio.

In Italia è diffusissima questa mentalità dell'avere il proprio feudo e dell'altro visto come competitore o con ostilità.
 
estrapolo questa frase per fare una riflessione: è vero, la dinamica è quella, i mass media gli stanno inculcando quello, dicendogli anche prendendo pretesti assurdi, loro stessi ci stanno sempre più credendo, ma "sarà vera gloria?"

per quanto si usino termini cool e inglesisimi (sharing, perchè dire condivisione fa troppo proletario), siamo consapevoli che è un concetto di stampo socialista della società, il cittadino può usufruire dei servizi che lo Stato decide di mettere a disposizione e lo stesso non può (o non riesce) a essere autosufficiente?!

Siamo consapevoli che il possedere un bene, ti da la libertà di servirtene a tuo piacimento (almeno in una società liberale, non per forza l'Italia), il solo poter usufruire di un bene, ti mette sempre nella condizione di sudditanza del possessore/gestore (privato o pubblico)?

quest'idea che si può "non possedere nulla ed essere felici" :cool: sarà il viatico a una società di sudditi dipendenti dalle concessioni che lo Stato di volta in volta deciderà di fare e non di liberi cittadini...e la cosa bella che abbiamo pure buttato giù il muro per combattere una deriva simile, tanto valeva tenerlo su :o

sudditanza dal gestore....cittadini sudditi delle concessioni di Stato......concetto di stampo socialista.....ma che stai dicendo ? che discorsi sono ?
Non credo ci sia nessuna regia e nessun complotto (tema caro a voi populisti) per inculcare nella testa delle persone la filosofia dello sharing (o "condivisione" come si dice in italiano , così non viene urtata la tua sensibilità sovranista) sia essa dedicata ad auto, biciclette o altro. Si tratta semplicemente del mondo che evolve in base al cambiamento della società, delle sue esigenze , delle sue abitudini e delle disponibilità economiche. Di pari passo si creano opportunità di business per aziende ed investitori. Come diceva prima un utente, ai ragazzini di oggi non frega molto di possedere l'auto o il motorino per andare in giro a fare "brum brum" ed impennare come facevano i loro coetanei del passato....semplicemente è il mondo che cambia. Altrimenti, seguendo il tuo discorso, io potrei dire che negli anni 80 i giovani maschi erano sudditi della Garelli e della Cagiva che imponevano loro un modello di realizzazione, di virilità e di maturazione individuale nel possedere un mezzo a motore a due ruote. Quei giovani di allora sono i 50/60 enni di oggi che vediamo andare in giro a fare "brum brum" con le rumorosissime e fastidiosissime Harley.
C'è poi un altro aspetto a mio avviso che renderà quella dello sharing sempre più una necessità....beni durevoli come l'automobile o la moto non saranno più di facile accesso, come lo sono stati durante il boom economico e la motorizzazione di massa, per via del livello di benessere calante delle famiglie. Infatti molti giovani oggi prendono la macchina di Enjoy a noleggio anche perchè non potrebbero permettersene una nuova di proprietà.
 
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Potremmo pero' vedere la cosa anche da un punto di vista diverso.
Nel 1986 eravamo 5 miliardi... adesso stiamo per toccare gli 8 miliardi di persone sulla terra.
E' sostenibile avere 8 miliardi di individui che vogliono possedere ognuno la gran parte dei beni disponibili? E' Sostenibile?
Fino agli anni 80 le cose se si riutilizzavano e la disponibilita' dei beni era limitata.
Oggi abbiamo un mare di cose (usa e getta), di sempre piu' scarso valore, per cui inquiniamo a manetta.
E se invece riusare, condividere, riciclare, etc diventasse una necessita' per l'umanita' ?

esattamente
 
Io ho fatto un esperimento con un vicino che vive da solo nel mio palazzo.
Gli ho chiesto di condividere l'abbonamento in fibra ottica perché per me è semplicemente sprecata una connessione di quel tipo per una sola utenza.

Lui mi ha risposto che era una buona idea ma che preferiva non farlo.
Risultato: Lui paga 30 € al mese e forse piu' la fibra ottica TIM e tra l'altro a casa non c'è quasi mai, io pago 5.99 € con il mio piccolo router 4g e sto da dio.

In Italia è diffusissima questa mentalità dell'avere il proprio feudo e dell'altro visto come competitore o con ostilità.

però così si confonde le cose, un conto è l'ottica di privati cittadini che liberamente mettono in condivisione mezzi e risorse (se ci pensi basta una linea internet e qualche antenna ripetitore per avere un buon wi-fi in 2-3 appartamenti attigui, pensate solo negli hotel, mica c'è una linea per ogni stanza o piano), quello va benissimo, ci mancherebbe anzi, da sempre la condivisione è stato un volano per lo sviluppo...quello che io contesto è l'idea che, in nome di chissà quale bene superiore, si lasci che uno Stato vieti (o economicamente disincentivi fortemente) il possesso di un bene, dicendo te lo fornisco io (o chi per me) e tu puoi usare quello se ti serve, perchè a quel punto, come purtroppo è stato dimostrato quest'inverno, si lascerebbe il governo di turno ottriare i servizi ai cittadini a proprio piacimento, magari con metodi di applicazione fortemente discutibili, e questo succedeva di là dal blocco sovietico.
 
Perche' in ogni operazione di condivisione ci vedi un "qualcuno" che dall'alto concede o meno? Una entita' occulta che manovra?
Molti fenomeni di condivisione possono nascere benissimo dal basso o come semplice ri-allocazione delle risorse in modo ottimale (ovvero legge di mercato).

Perchè lui è impregnato di ideologia populista di basso livello.
Le multinazionali ed i poteri forti che tramano e tengono soggiogati persone e stati .........il suo livello è questo.
 
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c'è molta esterofilia, a torto o a ragione non ne ho idea
gli expat che ho conosciuto non fanno una vita migliore che in Italia, pur lavorando in ruoli direzionali
6k-8k sterline al mese a Londra per vivere in condivisione con altri non mi sembra il massimo
per carità, una rondine non fa primavera, ma chi eccelle all'estero lo avrebbe fatto anche in Italia e non necessariamente a meno soldi

Personalmente, e lo dico con molto dispiacere visto che non rinnego affatto la mia Italia, devo riconoscere che da quando sono all'estero faccio una vita migliore sotto tutti gli aspetti: servizi, infrastrutture, stress, rapporti interpersonali, educazione, semplicità ecc...
 
Perche' ho comprato una lavatrice da 1.000€ se la uso 52 volte all'anno e non abbiamo scelto con altri condomini di averne una in societa' in uno spazio comune?
Quanto mi sono costate le mie lavate di mutande?

E se domani l'amministratore di condominio o l'assemblea condominiale ti dicono che la lavatrice la puoi usare solo 1 volta al mese e in una determinata fascia oraria, decisione che a te non sta bene, ma a cui non puoi sottrarti perchè non puoi più riprendere la tua lavatrice casalinga, come la vivresti?!

per carità ben vengano tutti i servizi di sharing che volete (di fatto non si stanno inventando nulla, il TPL o il treno sono un mezzo di trasporto in condivisione), in un ottica di libero mercato e se senza aiuti riescono a stare sul mercato (cosa che per esempio il TPL o le ferrovie non potrebbero fare), ma qui non si parla di bussiness, ma di un idea molto chiara di riduzione progressiva della proprietà privata nell'ottica che col dirigismo di Stato si fa il bene comune...va beh dai alla prima volta che vi servirà qualcosa e vi diranno mi spiace non è più disponibile oppure non puoi usufruirne, vediamo la meraviglia dello sharing.
 
per carità ben vengano tutti i servizi di sharing che volete (di fatto non si stanno inventando nulla, il TPL o il treno sono un mezzo di trasporto in condivisione), in un ottica di libero mercato e se senza aiuti riescono a stare sul mercato (cosa che per esempio il TPL o le ferrovie non potrebbero fare), ma qui non si parla di bussiness, ma di un idea molto chiara di riduzione progressiva della proprietà privata nell'ottica che col dirigismo di Stato si fa il bene comune...

Enjoy, Car2Go (ed altre società di carsharing nate successivamente) a quanto mi risulta ottengono da anni buoni risultati operando in un regime di libero mercato e senza aiuti pubblici.
Il dirigismo di stato con queste società non c'entra molto, mentre invece possiamo annusare forte puzza di dirigismo statalista quando parliamo ad esempio dei tassisti, ovvero una lobby difesa a spada tratta dai partiti dei quali il tuo pensiero è ideologicamente intriso (populisti/sovranisti). I tassisti hanno licenze a numero chiuso e non vogliono che nuove licenze vengano rilasciate di modo da mantenere una offerta scarsa a fronte di una domanda in crescita ( a Milano il numero insufficiente di Taxi rispetto alla clientela è ormai un fatto conclamato). Le tariffe dei taxi sono a regime amministrato essendo decise dai comuni e non secondo criteri di libera concorrenza.

Infatti la lobby dei tassisti/statalisti aveva provato a fermare il carsharing oltre che Uber
https://www.taxistory.it/wordpress/...aring-cosi-i-tassisti-mandano-in-tilt-milano/

Stanno inoltre fiorendo tutta una serie di app che offrono servizi di condivisione per molte altre tipologie di servizi.
Appare del tutto evidente che quella della condivisione sta diventando una esigenza con alla base una domanda sempre più estesa.

Il mondo evolve, si trasforma
Le menti anacronistiche, antiglobaliste e reazionarie come la tua non possono essere di intralcio al cambiamento.
 
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