Vivere di rendita, posso (Vol. LIV)?

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Comunque sono curioso di vedere per quanto ancora, in Italia, quelli che pagano per tutti senza se e senza ma, potranno mantenere tutti i furbi, i corrotti, gli evasori di ogni ecc...finora è stato possibile con l'aiuto del debito pubblico arrivato a 2750 miliardi; in futuro vedremo.

All'infinito non si va di sicuro.


E gli alluvionati con abitazioni abusive, che facciamo, continuiamo a condonarli e risarcirli come coloro che pagano permessi vari, imu, tasse varie ecc..? Massi va...dobbiamo essere buoni con gli evasori.


Uppercarità!


Ci sarebbero da scrivere pagine ma quello lo lascio agli scrittori che qui non mancano.
Peccato che il più delle volte scrivano cose che non mi va di leggere. Senza offesa eh.
 
Ultima modifica:
Ma tanto l’abolizione del contante è come l’abolizione della povertà: non accadrà mai, se non in certe menti fantasiose ed ingenue.

Una cosa mi pare certa: oggi il vero discrimine è tra chi imprende o lo ha fatto seriamente almeno in una fase della propria vita, e chi è stato o è solo dipendente, oppure rentier dalla nascita.

Nel primo caso (a scanso di un certo masochismo di fondo) hai sicuro cozzato contro buona parte di tutto quello che non va in questo Paese e hai imparato a fidarti solo di te stesso e delle tue capacità e a diffidare di qualunque potere statale, regionale, locale.. in ogni caso “esterno a te”.

Nel secondo, parlando di chi lavora nella grande maggioranza di casi vivi in una bolla che è il proseguimento dell’esperienza prima familiare e poi scolastica: c’è sempre qualcun altro che fa le cose per conto tuo e alla fine ti arriva lo stipendio già purgato. Sei convinto di “essere in regola” per definizione e guardi con sospetto chiunque non sia nella tua condizione perché ti hanno raccontato che fai parte dei buoni, mentre i cattivi sono altri. A posto.
Certo che sono convinto di essere in regola: anche volessi non potrei evadere.
Ma scherziamo?

E guardo con sospetto solo chi alla domanda "posso pagare con la carta" risponde sbuffando.
Ho eliminato dalle mie frequentazioni 1 bar, 1 edicola ed un panettiere nella mia zona per questo motivo.

Ricordiamoci, per tornare al tema del thread, che i vostri/nostri bei conticini sul vivere di rendita ecc. Si basano il più delle volte sul fatto che per malattie serie non dobbiamo sborsare una lira per essere curati. Che i vostri/nostri figli hanno una scuola pubblica, che c'è una polizia di stato che rende non necessaria una sicurezza privata nei quartieri bene. E che tutto questo é pagato da 4 stro. Che stanno nello scaglione del 35%.
Conviene tenerli da conto perché tra un po' passano tutti a p.iva agevolata e "finisce la pacchia"
 
Certo che sono convinto di essere in regola: anche volessi non potrei evadere.
Ma scherziamo?

E guardo con sospetto solo chi alla domanda "posso pagare con la carta" risponde sbuffando.
Ho eliminato dalle mie frequentazioni 1 bar, 1 edicola ed un panettiere nella mia zona per questo motivo.

“Anche volessi non potrei evadere” non esiste.
Sapessi quante volte l’ho sentita ;)

Ah: il bar, l’edicola e il panettiere ce la faranno anche senza di te, stanne certo.
Quanto scrivi conferma le mie tesi.
 
Aggiungo, perché magari qualche autonomo non lo sa, che facendosi un giro di vari siti nexi, sumup ecc. Si trovano offerte che rendono il POS assolutamente a buon mercato: niente commissioni su importi entro i 10 euro (quelli dei rompipalle del caffé col bancomat, chiaro?) Commissioni inferiori al 2% senza canone (quindi su uno scontrino di 50€ paghi 1€ di commissione, su incasso giornaliero di 1000€ paghi 20€ di commissione... Non mi dite che preferite per 20 euro uscire dal negozio con 1000 cash e andare in banca a versarli, che solo di parcheggio ne spendereste altri 3, oltre alla mezz'ora per trovarlo).
Addirittura bonus fiscale sulle commissioni (questa mi mancava).


Eddai, l'unico motivo per non accettare il POS é che si vorrebbe fare nero
 
“Anche volessi non potrei evadere” non esiste.
Sapessi quante volte l’ho sentita ;)

Ah: il bar, l’edicola e il panettiere ce la faranno anche senza di te, stanne certo.
Quanto scrivi conferma le mie tesi.
Eh, dimmi come fare allora caso mai me ne venisse voglia... Perché a me arriva il bonifico già epurato...

Vivranno tutti senza di me, ma già gli pago la scuola ai figli degli evasori, gli pago l'ospedale per le loro indigestioni... Permetti che i soldi del pane li do a uno che le paga le tasse?

Pensare che le nostre scelte non smuovano nulla é una declinazione del benaltrismo che tanto disprezzo.
 
in questo periodo Topolino è molto più affidabile ed aderente alla realtà di Repubblica.

Se potessero, addosserebbero al governo anche le macchie solari :giggle:

Repubblica e i loro sodali dell'Espresso hanno contribuito, come nessun altro potere mediatico in Italia, ad indirizzare le inchieste giudiziarie e, conseguentemente, la vita politica degli ultimi 40 anni.

L'ultima loro perla è stata l'immediata santificazione di Aboubacar Souhamoro, che veniva indicato in copertina come "un uomo", a differenza di Salvini, ovviamente (e, per estensione, di tutti quelli che loro definiscono spregiativamente "fascio/leghisti").

In questo articolo alcune loro perle: Quelle campagne dell'"Espresso" finite in un flop

Non cita però, questo articolo, altri capolavori, come lo scandaloso attacco della Bonino (altra figura santificata) al Presidente Leone, oppure il processo mediatico a cui venne sottoposto Angelo RIzzoli, che ebbe il risultato voluto, cioè l'esproprio del Corriere della Sera
 
Sempre a proposito di carte di credito, ho scoperto che in Italia non è così semplice averne una.
Parlavo con una amica residente a Roma che mi raccontava di non essere riuscita ad avere una carta dalla sua banca. Questo perché la banca “concede” la carta solo dietro presentazione di denuncia dei redditi con una certa consistenza minima. Il plafond concesso ovviamente dipende dall’ammontare dei redditi dichiarati. Ora la mia amica non è che sia poverissima visto che ha 3 appartamenti a Roma e un cc rispettabile, ma la denuncia dei redditi è misera, essendo gli appartamenti affittati con cedolare secca e in unonconvive la figlia. Morale della favola niente da fare per la VISA, alla fine è riuscita ad avere una American Express senza plafond garantito che però quasi nessuno accetta perché si sa che American Express ha commissioni più alte ed è malvista dai commercianti.

Vabbè insomma il paese delle carte di credito obbligatorie per legge in cui avere la carta è tutt’altro che facile, e che tutti la devono accettare … meno che lo stato 😂😂.
 
Che il contante abbia un costo è ovvio. Da anni si pubblicano stime grossolane e pure esagerate (sembrano un po' i comunicati di certe associazioni di consumatori) infatti guarda caso sono stime di fonte finanziaria e puntano a spingere i pagamenti con carta. E soprattutto si evita di specificare che la maggioranza dei costi del contante è a carico del sistema bancario.
Tu dici che poi questo costo viene ribaltato ai clienti ma è un discorso da economia del sottoscala. Non esiste in economia un legame così ferreo, a maggior ragione se parliamo di costi incerti e annacquati nelle voci generali. D'altro canto invece è più facile che sia il commerciante a rigirarti il costo del pagamento digitale.

Grazie anche alla spinta mediatica le banche possono risparmiare dal minor utilizzo dei contanti e guadagnare sull'utilizzo delle carte. Ora chiediti: se per loro fosse così conveniente far a meno del contante visto che ne subiscono la maggioranza dei costi, perché non azzerano i grossi ricavi sulle carte lavorando a margine zero?! Sarebbe la classica situazione win-win, non lo è perché le premesse, che sono anche le tue, non sono così solide.

Che l'italia sia uno dei paesi avanzati dove i servizi bancari costano di più è generico e aggiungo sbagliato. Ti posso dire con sicurezza totale, avendolo sperimentato in prima persona, che in Italia siamo stati il bengodi in Occidente. Conti correnti con carte a zero spese come avveniva facilmente da noi fino qualche anno fa, anche presso banche tradizionali, te li sognavi all'estero.
L'italia era (può esser lo sia ancora) e nettamente la nazione con più traders privati grazie a fineco, directa e co. al top per condizioni e efficienza .

In italia negli ultimi anni siamo peggiorati ma la motivazione sono i tassi negativi, non certo l'abuso del contante. E comunque se uno prova, ancor più se provava anni fa, a aprire un conto e un dossier in banca italiana o estera la differenza la vede e vedeva. Te lo posso confermare per esperienza diretta.
Addirittura quando iniziai a pensar di trasferirmi all'estero, un mio problema era come mantenere conti e dossier italiani visto che da residente estero non sempre era possibile.

Se poi mi parli delle statistiche che girano quelle oltre che discutibili, fanno riferimento al listino (senza considerare i pacchetti) o spesso a uno storico. I costi pertanto non dipendono dall'uso dei contanti ma da una massa di clienti che si tiene le condizioni di 20-40 anni fa per ignoranza finanziaria e economica: c'è ancora tanta gente che paga la custodia titoli.
In Italia paghiamo di più per i finanziamenti, ovvio visto lo spread e il costo di raccolta. Così come paghiamo di più per il risparmio gestito. Ma anche qui non c'entrano i contanti, bensì ignoranza finanziaria e io aggiungo il chiuder gli occhi da parte delle autorità perché al sistema serve che le banche rimangano solide e acquistino btp.

L'esempio di illimity è fuori luogo. Tu fai il solito errore di chi analizza tutto partendo dal risultato finale che vuoi raggiungere.
Devi guardar a tutte le variabili, nel caso al business core per capire le strategie di una banca. illimity è una banca che opera in npl e finanziamenti a ambiti specifici di pmi. Non è una banca retail, ma ha creato come tante altre (tutte quelle che oggi offrono i migliori cd) prodotti ad hoc per fare essenzialmente raccolta.
Non ti dà quindi il conto a zero perché non tratta contanti. Primo non è vero, i costi per prelievi e versamenti indirettamente o direttamente li ha. Secondo a differenza di fineco, webank, widiba, hello bank etc. guadagna con le imprese e il retail gli serve per abbassar i costi di raccolta pertanto sarebbe controproducente che gli faccia pagar il conto.

In generale comunque trovo ridicola la discussione sui contanti. Pago quasi sempre con lo smartphone, pure il caffé. Ma quando sento dire che siamo arretrati perché usiamo troppo i contanti mi sembra di esser preso per il c.
(mi ricorda quando una volta si diceva che eravamo il paese che leggeva meno giornali facendo passar il messaggio che eravamo arretrati e ignoranti. Poi trovavi che i giornali più venduti in uk o germania erano una sorta di novella2000 con tette e gossip in prima pagina).
Classico luogo comune per generare sensi di inferiorità e colpa, e far veder che si fa qualcosa per innovazione e/o evasione quando invece non rientra nemmeno nelle 100 priorità di cui invece non si parla.

E non è nemmeno il problema dell'evasione. Non mi dilungo su quanto sia fuorviante il discorso.
Basterebbe appunto pensare alle priorità. A partire dall'incrociare i dati che l'ade ha già a disposizione (dichiarazioni, conti, investimenti, immobili, veicoli ...).
Qui stranamente la grancassa mediatica non batte andando dietro a battaglie di retroguardia (ma anche di convenienza visto che alle banche conviene) come questa dei contanti. Secondo me anche perché con l'incrocio dei dati risalterebbero subito i nomi di personaggi mediatici.

A volte invece è solo un discorso politico per cui si deve sempre parlar male e non metter in risalto le cose positive. Es.nella manovra per ora c'è l'introduzione di regole più rigide alla chiusura e riapertura delle partite iva. Questa misura da sola crea 100 volte più problemi agli evasori seriali rispetto alla soglia del contante. Ma vallo a raccontare ai giornali.

Sono andato lungo ma è utile anche un'ulteriore considerazione economica.
Immaginiamo una banale situazione in cui il totale delle transazioni annue ammonti alla massa monetaria del paese. Con i pagamenti totalmente elettronici ogni anno banche e nexi di turno preleverebbero dal sistema una % della massa. Dopo anni avremmo una concentrazione assurda in mano a poche società.
Nn a caso si sta studiando l'euro digitale che è una risposta a questi rischi non certo alle cripto (basta leggersi le interviste di Panetta). Guarda caso il vero problema qui, al di là di quelli tecnici, è economico. Come evitare di spiazzare le banche.

Il senso è che, pure io che sono liberalista, sostengo che se si spinge sulla digitalizzazione del contante, allora deve esser una cosa pubblica gestita centralmente senza intermediari privati. Altrimenti stai concentrando un potere enorme nelle mani di pochi, altro che innovazione e lotta all'evasione.
Di battaglie politiche per l'euro digitale però guarda caso in italia non se ne parla. A dimostrazione di come il problema non sia la digitalizzazione ma da una parte business, dall'altra una facile propaganda per far pensare si faccia qualcosa.

Quanto ci costa il denaro contante e perché nessuno parla di queste cifre?

Quanto ci costa il denaro contante e perché nessuno parla di queste cifre?​

Monete e banconote hanno il loro prezzo. Da quello di produzione, distribuzione e gestione, ai costi indiretti, al mancato gettito fiscale. Ma quali sono i numeri reali?​



Lo sviluppo dei pagamenti digitali, in Italia, continua a fare i conti con la perenne dietrologia sulle commissioni interbancarie. Quella secondo la quale un pagamento con carta riduce il valore del denaro circolante, a favore delle banche, mentre un pagamento in contanti è esente da costi. Ma è veramente così?

Nei giorni scorsi, dopo la contraddittoria euforia da parte di un partito digitale come il MoVimento 5 Stelle per aver bloccato le sanzioni agli esercenti senza POS, avevamo analizzato quali sono i costi reali dietro i pagamenti cashless, entrando nel cuore delle commissioni interbancarie. Oggi, invece, analizziamo un altro costo: quello del contante. Perché nonostante se ne parli troppo poco, anche il denaro cash ha un costo. Ed è enorme, a quanto pare.

I COSTI ANALIZZATI​

Fonte: Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano...
I COSTI ANALIZZATI

Gestione e produzione
La prima voce con segno meno da mettere a bilancio è abbastanza intuibile. Le banconote con le quali quotidianamente paghiamo la spesa o il caffè, hanno costi di fabbricazione, trasporto e gestione. Ricordate la storia delle monetine da 1 e 2 centesimi? Dal primo gennaio del 2018 l'Italia non le produce più, perché il suo costo di produzione eccedeva il loro valore: coniare una monetina da 1 centesimo ne costava 4,5, mentre per fabbricarne una da 2 centesimi si spendevano 5,2 cent. Un giochetto che è costato all'Italia 188 milioni di euro in dieci anni. Sul fronte delle banconote, invece, sappiamo che quella da 50 euro attualmente in uso ha un costo di produzione che varia da 6 a i 10 centesimi. E nel 2017, secondo dati ufficiali dell'Unione Europea, le banche centrali di Francia, Germania e Italia hanno prodotto 1,7 miliardi di biglietti.

In Italia, le monete sono coniate dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato per conto del Ministero dell'Economia e delle Finanze che, in qualità di ente emittente, provvede alla loro distribuzione sul territorio nazionale avvalendosi delle filiali della Banca d'Italia. Anche per le banconote, la funzione di emissione svolta dalla Banca d'Italia si articola su tutto il territorio nazionale attraverso la rete delle filiali, che provvedono ad alimentare il sistema con banconote idonee alla circolazione e a ritirare le banconote logore. Una stima un po' datata indica in 8 miliardi di euro l'anno, la cifra spesa dall'Italia per pagare un po' tutto questo: il personale, le perdite, i furti, le apparecchiature, il trasporto, la sicurezza, i magazzini, la vigilanza e le assicurazioni legate ai contanti.

I costi diretti e indiretti
Ma al di là di quelli che sono i costi strettamente legati alla gestione e alla fabbricazione del denaro contante, ce ne sono altri – definiti indiretti – che gravano sul bilancio statale in modo pesante. «Nel caso dell'Italia – ci dice Arianna Landi, di The European House Ambrosetti - le ultime stime effettuate da Banca d'Italia (sono del 2012, ndr) evidenziano come il costo sociale complessivo derivante dall'uso di tutti gli strumenti di pagamento sia pari a 15 miliardi di euro (l'1% del Pil nazionale, 260 euro in termini pro-capite).

IL CONTANTE CONTINUA AD AUMENTARE​

Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Banca d'Italia, gennaio 2019...
IL CONTANTE CONTINUA AD AUMENTARE

È tuttavia il contante, lo strumento di pagamento più diffuso nel Paese, a determinare i costi maggiori: questo strumento costa al sistema-Paese circa 10 miliardi di euro all'anno (0,53% del Pil), equivalente a un onere di 133 euro per abitante». E va considerato, inoltre, che il costo del contante «in Italia è superiore alla media europea (dove i costi sociali connessi a questo strumento sono pari allo 0,45% del Pil) e a quello stimato dalle principali banche centrali europee. Nel report 2017 della Community Cashless Society, The European House–Ambrosetti abbiamo stimato che nell'ipotesi di allinearsi all'incidenza media nell'Ue-28 dei costi del contante sul Pil, grazie al maggiore utilizzo dei pagamenti elettronici, l'Italia potrebbe risparmiare fino a 1,5 miliardi di euro all'anno».

Il costo del mancato gettito
Ma c'è un dato ancora più clamoroso, riconducibile all'uso del denaro contante. Ed è quello del mancato gettito fiscale legato a questa forma di pagamento. Un danno stimabile per l'Italia, secondo l'Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, in 24 miliardi di euro all'anno.

«I piccoli esercenti – ci dice Valeria Portale, direttore dell'Osservatorio milanese - percepiscono il pagamento elettronico molto più costoso del pagamento in contanti, tuttavia non è così: dietro al contante ci sono una serie di costi invisibili che lo rendono meno conveniente rispetto agli strumenti digitali». Sulla grande opposizione ai pagamenti elettronici da parte degli esercenti, la Portale non ha dubbi e non fa sconti: «è legata all'economia sommersa». Con il contante, infatti, «è più facile evadere, mentre i pagamenti elettronici essendo tracciabili sono un deterrente per l'evasione».

E a conferma di ciò arrivano anche i numeri. Secondo le stime dell'Osservatorio Innovative Payments e dell'Agenzia delle Entrate, ogni 10 euro pagati in contanti, 3,5 sono in nero. Quando il pagamento è elettronico, invece, il rapporto si abbassa, e arriva a 1,2 euro ogni 10. «Sono necessari provvedimenti da parte del Governo – dice ancora Valeria Portale - per incentivare i pagamenti elettronici (con detrazioni o sconti), combattere l'evasione e accelerare il processo di digitalizzazione. Con i pagamenti elettronici, infatti, l'Italia sarebbe un Paese certamente più digitale».

I costi sociali
Ogni stima sul costo del contante è comunque calcolata per difetto. È giusto sottolineare, infatti, come esistano interi macrocosmi legati al cash, che pesano come zavorre sull'economia italiana. E i 109 miliardi di euro annui relativi all'evasione fiscale, sono solo una parte di un problema strettamente connesso all'insaziabile desiderio di contante del nostro Paese. Nell'elenco dei costi andrebbero inserite molte altre voci: dal traffico di droga alla prostituzione, dal caporalato al gioco d'azzardo, fino alle rapine. A proposito di queste ultime: in Italia se ne registrano 4 ogni ora. Una ogni 15 minuti, dunque. Pensate se nei registratori di cassa non ci fosse più contante…
 
Eh, dimmi come fare allora caso mai me ne venisse voglia... Perché a me arriva il bonifico già epurato...

Vivranno tutti senza di me, ma già gli pago la scuola ai figli degli evasori, gli pago l'ospedale per le loro indigestioni... Permetti che i soldi del pane li do a uno che le paga le tasse?

Pensare che le nostre scelte non smuovano nulla é una declinazione del benaltrismo che tanto disprezzo.
Purtroppo la rabbia sociale, la convinzione di essere i soli nel giusto e una certa predisposizione a bersi certe storielle portano a vivere in una bolla scollegata dalla realtà.

Già la premessa per cui se diffido delle carte sono Totò Riina è puerile.

Quanto all’immacolato mondo dipendente, conosco e ho conosciuto un sacco di impiegati ed operai che facevano straordinari in black, quando non addirittura un secondo o un terzo lavoro totalmente in nero.

Metalmeccanici che si trasformavano in parcheggiatori di notte a botte di 5€ a macchina.
Giardinieri “professionisti” che però arrivano a casa tua solo dopo le 17 d’estate, chissà forse perchè dormono fino a tardi.
L’elenco è lunghissimo. Non è evasione fiscale? E se non lo è, cos‘è?

Va là :sneaky:
 
Ultima modifica:
Sempre a proposito di carte di credito, ho scoperto che in Italia non è così semplice averne una.
Parlavo con una amica residente a Roma che mi raccontava di non essere riuscita ad avere una carta dalla sua banca. Questo perché la banca “concede” la carta solo dietro presentazione di denuncia dei redditi con una certa consistenza minima. Il plafond concesso ovviamente dipende dall’ammontare dei redditi dichiarati. Ora la mia amica non è che sia poverissima visto che ha 3 appartamenti a Roma e un cc rispettabile, ma la denuncia dei redditi è misera, essendo gli appartamenti affittati con cedolare secca e in unonconvive la figlia. Morale della favola niente da fare per la VISA, alla fine è riuscita ad avere una American Express senza plafond garantito che però quasi nessuno accetta perché si sa che American Express ha commissioni più alte ed è malvista dai commercianti.

Vabbè insomma il paese delle carte di credito obbligatorie per legge in cui avere la carta è tutt’altro che facile, e che tutti la devono accettare … meno che lo stato 😂😂.
tutto vero ma di ricaricabili ne puoi avere quante te ne pare senza nessun problema, magari per prendere l'auto a noleggio non andranno bene. Anche per aprire un conto corrente spesso devi passare dai radar finanziari delle banche.
 
Quanto ci costa il denaro contante e perché nessuno parla di queste cifre?

Quanto ci costa il denaro contante e perché nessuno parla di queste cifre?​

Monete e banconote hanno il loro prezzo. Da quello di produzione, distribuzione e gestione, ai costi indiretti, al mancato gettito fiscale. Ma quali sono i numeri reali?​



Lo sviluppo dei pagamenti digitali, in Italia, continua a fare i conti con la perenne dietrologia sulle commissioni interbancarie. Quella secondo la quale un pagamento con carta riduce il valore del denaro circolante, a favore delle banche, mentre un pagamento in contanti è esente da costi. Ma è veramente così?

Nei giorni scorsi, dopo la contraddittoria euforia da parte di un partito digitale come il MoVimento 5 Stelle per aver bloccato le sanzioni agli esercenti senza POS, avevamo analizzato quali sono i costi reali dietro i pagamenti cashless, entrando nel cuore delle commissioni interbancarie. Oggi, invece, analizziamo un altro costo: quello del contante. Perché nonostante se ne parli troppo poco, anche il denaro cash ha un costo. Ed è enorme, a quanto pare.

I COSTI ANALIZZATI​

Fonte: Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano...
I COSTI ANALIZZATI

Gestione e produzione
La prima voce con segno meno da mettere a bilancio è abbastanza intuibile. Le banconote con le quali quotidianamente paghiamo la spesa o il caffè, hanno costi di fabbricazione, trasporto e gestione. Ricordate la storia delle monetine da 1 e 2 centesimi? Dal primo gennaio del 2018 l'Italia non le produce più, perché il suo costo di produzione eccedeva il loro valore: coniare una monetina da 1 centesimo ne costava 4,5, mentre per fabbricarne una da 2 centesimi si spendevano 5,2 cent. Un giochetto che è costato all'Italia 188 milioni di euro in dieci anni. Sul fronte delle banconote, invece, sappiamo che quella da 50 euro attualmente in uso ha un costo di produzione che varia da 6 a i 10 centesimi. E nel 2017, secondo dati ufficiali dell'Unione Europea, le banche centrali di Francia, Germania e Italia hanno prodotto 1,7 miliardi di biglietti.

In Italia, le monete sono coniate dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato per conto del Ministero dell'Economia e delle Finanze che, in qualità di ente emittente, provvede alla loro distribuzione sul territorio nazionale avvalendosi delle filiali della Banca d'Italia. Anche per le banconote, la funzione di emissione svolta dalla Banca d'Italia si articola su tutto il territorio nazionale attraverso la rete delle filiali, che provvedono ad alimentare il sistema con banconote idonee alla circolazione e a ritirare le banconote logore. Una stima un po' datata indica in 8 miliardi di euro l'anno, la cifra spesa dall'Italia per pagare un po' tutto questo: il personale, le perdite, i furti, le apparecchiature, il trasporto, la sicurezza, i magazzini, la vigilanza e le assicurazioni legate ai contanti.

I costi diretti e indiretti
Ma al di là di quelli che sono i costi strettamente legati alla gestione e alla fabbricazione del denaro contante, ce ne sono altri – definiti indiretti – che gravano sul bilancio statale in modo pesante. «Nel caso dell'Italia – ci dice Arianna Landi, di The European House Ambrosetti - le ultime stime effettuate da Banca d'Italia (sono del 2012, ndr) evidenziano come il costo sociale complessivo derivante dall'uso di tutti gli strumenti di pagamento sia pari a 15 miliardi di euro (l'1% del Pil nazionale, 260 euro in termini pro-capite).

IL CONTANTE CONTINUA AD AUMENTARE​

Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Banca d'Italia, gennaio 2019...
IL CONTANTE CONTINUA AD AUMENTARE

È tuttavia il contante, lo strumento di pagamento più diffuso nel Paese, a determinare i costi maggiori: questo strumento costa al sistema-Paese circa 10 miliardi di euro all'anno (0,53% del Pil), equivalente a un onere di 133 euro per abitante». E va considerato, inoltre, che il costo del contante «in Italia è superiore alla media europea (dove i costi sociali connessi a questo strumento sono pari allo 0,45% del Pil) e a quello stimato dalle principali banche centrali europee. Nel report 2017 della Community Cashless Society, The European House–Ambrosetti abbiamo stimato che nell'ipotesi di allinearsi all'incidenza media nell'Ue-28 dei costi del contante sul Pil, grazie al maggiore utilizzo dei pagamenti elettronici, l'Italia potrebbe risparmiare fino a 1,5 miliardi di euro all'anno».

Il costo del mancato gettito
Ma c'è un dato ancora più clamoroso, riconducibile all'uso del denaro contante. Ed è quello del mancato gettito fiscale legato a questa forma di pagamento. Un danno stimabile per l'Italia, secondo l'Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, in 24 miliardi di euro all'anno.

«I piccoli esercenti – ci dice Valeria Portale, direttore dell'Osservatorio milanese - percepiscono il pagamento elettronico molto più costoso del pagamento in contanti, tuttavia non è così: dietro al contante ci sono una serie di costi invisibili che lo rendono meno conveniente rispetto agli strumenti digitali». Sulla grande opposizione ai pagamenti elettronici da parte degli esercenti, la Portale non ha dubbi e non fa sconti: «è legata all'economia sommersa». Con il contante, infatti, «è più facile evadere, mentre i pagamenti elettronici essendo tracciabili sono un deterrente per l'evasione».

E a conferma di ciò arrivano anche i numeri. Secondo le stime dell'Osservatorio Innovative Payments e dell'Agenzia delle Entrate, ogni 10 euro pagati in contanti, 3,5 sono in nero. Quando il pagamento è elettronico, invece, il rapporto si abbassa, e arriva a 1,2 euro ogni 10. «Sono necessari provvedimenti da parte del Governo – dice ancora Valeria Portale - per incentivare i pagamenti elettronici (con detrazioni o sconti), combattere l'evasione e accelerare il processo di digitalizzazione. Con i pagamenti elettronici, infatti, l'Italia sarebbe un Paese certamente più digitale».

I costi sociali
Ogni stima sul costo del contante è comunque calcolata per difetto. È giusto sottolineare, infatti, come esistano interi macrocosmi legati al cash, che pesano come zavorre sull'economia italiana. E i 109 miliardi di euro annui relativi all'evasione fiscale, sono solo una parte di un problema strettamente connesso all'insaziabile desiderio di contante del nostro Paese. Nell'elenco dei costi andrebbero inserite molte altre voci: dal traffico di droga alla prostituzione, dal caporalato al gioco d'azzardo, fino alle rapine. A proposito di queste ultime: in Italia se ne registrano 4 ogni ora. Una ogni 15 minuti, dunque. Pensate se nei registratori di cassa non ci fosse più contante…

Torno a ripetere che del costo del contante non parla nessuno semplicemente perché accettare una banconota non ha alcun costo diretto per chi la prende e per chi la spende.
il giorno in cui questo avverrà anche con le carte avrete risolto l’enIgma che vi tormenta.

Se mi paghi 100 cash, incasso 100. Se tiri fuori una Visa, prendo 100 meno X e non mi sta più bene.
Questo ancora prima di toccare il discorso, ben più importante, del mio guadagno.

Ma forse è troppo facile da capire e vi sfugge 🤷‍♂️
 
Sempre a proposito di carte di credito, ho scoperto che in Italia non è così semplice averne una.
Parlavo con una amica residente a Roma che mi raccontava di non essere riuscita ad avere una carta dalla sua banca. Questo perché la banca “concede” la carta solo dietro presentazione di denuncia dei redditi con una certa consistenza minima. Il plafond concesso ovviamente dipende dall’ammontare dei redditi dichiarati. Ora la mia amica non è che sia poverissima visto che ha 3 appartamenti a Roma e un cc rispettabile, ma la denuncia dei redditi è misera, essendo gli appartamenti affittati con cedolare secca e in unonconvive la figlia. Morale della favola niente da fare per la VISA, alla fine è riuscita ad avere una American Express senza plafond garantito che però quasi nessuno accetta perché si sa che American Express ha commissioni più alte ed è malvista dai commercianti.

Vabbè insomma il paese delle carte di credito obbligatorie per legge in cui avere la carta è tutt’altro che facile, e che tutti la devono accettare … meno che lo stato 😂😂.

Sull’American Express te ne racconto una che mi è capitata personalmente.

Un giorno si presenta da me uno spilungone che mi propone di accettarla sulla mia attività.

Benissimo, dico io, spiegami un po’: già accetto Diners Club, Visa , MasterCard ed altro, fammi una proposta.

Quello mi fa un bel discorsetto dettagliato, quasi mi convince ma poi noto che glissa sul discorso delle commissioni: scusa, faccio io, ma i costi?

Eh la commissione è del 4% (o 3,5.. non ricordo bene) ma poi stia sicuro che le arriveranno nuovi clienti, ecc ecc

L’ho fissato negli occhi e gli ho detto: scusa eh, un conto è se vai in una gioielleria che ha un ricarico del 20 o del 30% su quel che vende, ma per quelli come me che prendono molto molto meno ti rendi conto, sì, che la vostra commissione è più alta del mio margine di guadagno?

Silenzio. Imbarazzo. Lui che tenta comunque di dirmi che vabbè comunque IL FATTURATO con la loro carta mi crescerebbe comunque…

Te saludi va, che ho da lavorare, e possibilmente da guadagnare. Ciao bello e grazie ☺️


Storia vera.



IL FATTURATOH.
 
Vabbè insomma il paese delle carte di credito obbligatorie per legge in cui avere la carta è tutt’altro che facile, e che tutti la devono accettare … meno che lo stato 😂😂.
La differenza fra carte di credito e debito non è nota solo a chi ha una laurea in economia eh :rolleyes:
Inoltre lo Stato e gli enti locali (almeno qui in Veneto) ormai accettano sempre di più i pagamenti anche elettronici in quanto i PagoPA li puoi tranquillamente pagare online con carte, con addebito in conto (banche convenzionate) o altri strumenti fintech (tipo bancomatpay)
Giusto ieri ho pagato la Tari sia dell'ufficio che quella di casa in 30 secondi e prendendo pure 12€ di cashback :cool: (anzi scusa 11€ netti visto che i 2 pagamenti sono costati 0,5€ ciascuno di commissione).
 
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tutto vero ma di ricaricabili ne puoi avere quante te ne pare senza nessun problema, magari per prendere l'auto a noleggio non andranno bene. Anche per aprire un conto corrente spesso devi passare dai radar finanziari delle banche.
Noleggiare una macchina e’ esattamente la cosa principale per cui serve una carta di credito. Senza di quella non te la danno, anche se paghi tutto il noleggio in contanti anticipato. Ma Ci sono anche altre cose che non puoi fare senza una carta.

Nei paesi normali se temporaneamente non hai redditi, è sufficiente che autorizzi la banca a bloccare un certo importo sul tuo conto a garanzia dei pagamenti della carta e ti viene data la carta con un plafond circa corrispondente all’importo bloccato.

….. Nei Paesi normali ……
 
Repubblica e i loro sodali dell'Espresso hanno contribuito, come nessun altro potere mediatico in Italia, ad indirizzare le inchieste giudiziarie e, conseguentemente, la vita politica degli ultimi 40 anni.

L'ultima loro perla è stata l'immediata santificazione di Aboubacar Souhamoro, che veniva indicato in copertina come "un uomo", a differenza di Salvini, ovviamente (e, per estensione, di tutti quelli che loro definiscono spregiativamente "fascio/leghisti").

In questo articolo alcune loro perle: Quelle campagne dell'"Espresso" finite in un flop

Non cita però, questo articolo, altri capolavori, come lo scandaloso attacco della Bonino (altra figura santificata) al Presidente Leone, oppure il processo mediatico a cui venne sottoposto Angelo RIzzoli, che ebbe il risultato voluto, cioè l'esproprio del Corriere della Sera

Questo è verissimo.

Il gruppo dell’ingegnerone residente (è un caso, figuriamoci) in Svizzera ne ha fatti di danni.
 
Sempre a proposito di carte di credito, ho scoperto che in Italia non è così semplice averne una.
Parlavo con una amica residente a Roma che mi raccontava di non essere riuscita ad avere una carta dalla sua banca. Questo perché la banca “concede” la carta solo dietro presentazione di denuncia dei redditi con una certa consistenza minima.

Ho sempre avuto carta di credito Visa a zero canone (con Webank) pur non avendo nessuna denuncia dei redditi da presentare essendo le mie entrate derivanti da rendite finanziarie tassate in regime amministrato. Carta di credito che oltretutto non uso quasi mai preferendo il Bancomat contactless.
 
Purtroppo la rabbia sociale, la convinzione di essere i soli nel giusto e una certa predisposizione a bersi certe storielle portano a vivere in una bolla scollegata dalla realtà.

Già la premessa per cui se diffido delle carte sono Totò Riina è puerile.

Quanto all’immacolato mondo dipendente, conosco e ho conosciuto un sacco di impiegati ed operai che facevano straordinari in black, quando non addirittura un secondo o un terzo lavoro totalmente in nero.

Metalmeccanici che si trasformavano in parcheggiatori di notte a botte di 5€ a macchina.
Giardinieri “professionisti” che però arrivano a casa tua solo dopo le 17 d’estate, chissà forse perchè dormono fino a tardi.

Va là :sneaky:
Per fortuna personalmente non faccio nulla di tutto ciò.
Quindi posso continuare a credere di essere nel giusto senza timori di sbagliarmi.


Oh, ma sia chiaro, non è che mi piace prenderlo in quel posto... É che non posso fare altrimenti.
E se per fare un po' di soldi in più in nero mi tocca fare un secondo lavoro, grazie ma preferisco vivere: ne ho già a basta del primo se permetti.

Poi mica sei totó 'u curtu se diffidi dai mezzi tracciabili, é che sei un evasore se non li accetti.
Fattene una ragione. C'é anche chi é peggio di te, se ti puó consolare.
É come dire che se bestemmi fai peccato, ma mica sei assassino. Per carità. Anche i preti hanno diversi tipi di penitenze da assegnare
 
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