JaiGuru72
Armiamoci e partite
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Comunque @rentier64 non sta scrivendo a vanvera, anzi.
Al di là del singolo caso della nostra @Rosaspina, in generale le cose stanno come dice lui: siamo tutti potenzialmente soggetti ad avvisi di accertamento. Chi fa “ballare” molti soldi lo è ancora di più, dunque meglio sapere IN ANTICIPO certe cose, per rendersi la vita moooolto più facile in un ipotetico (ma probabile..) “poi”.
Vi racconto questo.
Anche a me il fisco ha chiesto conto, anni fa, della mia posizione visto che ho reddito da lavoro zero e nel tal anno avevo investito una cifra ritenuta non congrua con la mia posizione.
Ho risolto assoldando un avvocato tributarista (pagandolo di tasca mia, ovviamente) e dimostrando carte alla mano (estratti conto, stipule di investimenti, libretti ecc) che la cifra che mi contestavano non era comparsa dal nulla ma che preesisteva già nel quinquennio abbondante precedente, e che quindi era frutto di risparmi fatti in anni che si perdevano nella notte dei tempi.
E solo a quel punto i signori dell’ADE hanno alzato bandiera bianca.
Esperienza piacevole? Non direi. Ma sono arrivato a comprenderne la ratio.
Il brutto, piuttosto, è che loro presumono SEMPRE che uno abbia commerciato in zanne di elefante o uranio arricchito, anche quando sta diventando ovvio CARTE ALLA MANO che chi stai controllando ti sta portando prove decisive a proprio favore, dunque inutile minacciarlo e farlo sentire sotto pressione. Non siamo tutti Fabrizio Corona o Lele Mora.
O il cane della compagna Cirinnà
Il consiglio che dò a tutti è quello di conservare sempre traccia cartacea degli investimenti che si sono fatti negli ultimi 5 (ma per essere sicuri anche 10) anni, onde evitare di correre in banca a ricostruire la posizione.
La banca o la posta lo fanno, ma questa operazione a) è lunga e ferraginosa, e credetemi: col fisco addosso si ha una gran voglia di fare le cose in modo veloce e b) ve la fanno pagare carissima (fino a 5 euro PER OGNI SINGOLO FOGLIO documentale ricercato e riesumato in forma cartacea).
In sostanza, il rentier (o il benestante anche lavoratore) deve saper ricostruire l’albero genealogico dei propri soldi, e lo deve fare documentando per bene carte alla mano di non avere fatto furbate di nessun tipo.
In caso contrario, sono veramente mazzi amarissimi.
Al di là del singolo caso della nostra @Rosaspina, in generale le cose stanno come dice lui: siamo tutti potenzialmente soggetti ad avvisi di accertamento. Chi fa “ballare” molti soldi lo è ancora di più, dunque meglio sapere IN ANTICIPO certe cose, per rendersi la vita moooolto più facile in un ipotetico (ma probabile..) “poi”.
Vi racconto questo.
Anche a me il fisco ha chiesto conto, anni fa, della mia posizione visto che ho reddito da lavoro zero e nel tal anno avevo investito una cifra ritenuta non congrua con la mia posizione.
Ho risolto assoldando un avvocato tributarista (pagandolo di tasca mia, ovviamente) e dimostrando carte alla mano (estratti conto, stipule di investimenti, libretti ecc) che la cifra che mi contestavano non era comparsa dal nulla ma che preesisteva già nel quinquennio abbondante precedente, e che quindi era frutto di risparmi fatti in anni che si perdevano nella notte dei tempi.
E solo a quel punto i signori dell’ADE hanno alzato bandiera bianca.
Esperienza piacevole? Non direi. Ma sono arrivato a comprenderne la ratio.
Il brutto, piuttosto, è che loro presumono SEMPRE che uno abbia commerciato in zanne di elefante o uranio arricchito, anche quando sta diventando ovvio CARTE ALLA MANO che chi stai controllando ti sta portando prove decisive a proprio favore, dunque inutile minacciarlo e farlo sentire sotto pressione. Non siamo tutti Fabrizio Corona o Lele Mora.
O il cane della compagna Cirinnà
Il consiglio che dò a tutti è quello di conservare sempre traccia cartacea degli investimenti che si sono fatti negli ultimi 5 (ma per essere sicuri anche 10) anni, onde evitare di correre in banca a ricostruire la posizione.
La banca o la posta lo fanno, ma questa operazione a) è lunga e ferraginosa, e credetemi: col fisco addosso si ha una gran voglia di fare le cose in modo veloce e b) ve la fanno pagare carissima (fino a 5 euro PER OGNI SINGOLO FOGLIO documentale ricercato e riesumato in forma cartacea).
In sostanza, il rentier (o il benestante anche lavoratore) deve saper ricostruire l’albero genealogico dei propri soldi, e lo deve fare documentando per bene carte alla mano di non avere fatto furbate di nessun tipo.
In caso contrario, sono veramente mazzi amarissimi.
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