Volevo fare un 3d "interessante" ...

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nickilista

Siento el Sur...
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... però ho dimenticato l'argomento da postare.
Pazienza!
 
Scritto da MissKim
Posso parlare dei Celti per il mio amico Uozzòn?
Kim, il mio sogno è stato sempre quello di fare un 3d alla maniera "Dada", cioè: prendere dei ritagli di posts, metterli in un sacchetto, agitare ben bene (in buona sostanza, un copia-incolla senza capo né coda) e vedere cosa ne esce fuori. Pertanto, fa' pure come credi.
 
I Celti hanno origine indoeuropea. Giunsero in Europa in varie ondate, fra il 3500 e il 1500 a.C. muovendosi dalle regioni centrali dell’Asia e attraversando il Caucaso e il Medio Oriente.
Le prime regioni europee in cui si svilupparono i primi segni della cultura celtica furono l’area di Golasecca (Italia nord-occidentale) nel IIX-X secolo a.C., l’area mineraria di Hallstatt (vicino alla città di Hallein, nell’Austria meridionale) dove diedero vita a una cultura particolare sviluppatasi intorno all’VIII secolo a.C., e quindi il sito di La Tène (Svizzera), laddove raggiunsero la massima espressione artistica, sociale e spirituale nel V-VI secolo a.C. Successivamente le tribù celtiche si diffusero nell’intero territorio austriaco e svizzero, nella Germania sud-orientale, in Francia, Belgio, Italia settentrionale e parte dell’area centro-orientale, Spagna settentrionale, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Bulgaria, Serbia, Isole Britanniche, Irlanda e nell’area centrale della Turchia.
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I Celti furono portatori di una cultura e di una spiritualità comuni, tuttavia definirli un unico popolo è sostanzialmente impreciso: tutti i popoli celtici avevano in comune la suddivisione in tribù, i gruppi tribali si riconosceva in un antenato divino (Dèa o Dio) e in una lingua con molte similitudini fonetiche e di significato, ma ciascuna tribù si distingueva con il proprio nome, identità distinta e caratteristiche spiccatamente proprie.

L’organizzazione sociale in tribù (teuta) o clan (famiglie), spesso in lotta con le tribù vicine per il possesso di bestiame o di beni, era l’unica forma di aggregazione sociale riconosciuta dai Celti, che non crearono mai un unico grande “Stato dei Celti” né un grande impero.
 
In Italia i Celti si stanziarono nell’area che gli storici chiamano Gallia Cisalpina: è il territorio che dalle Alpi scende a sud comprendendo la pianura Padana, parte dell’Appennino settentrionale e parte dell’Italia nord-orientale lungo la costa Adriatica.

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A Golasecca, città sulla riva del fiume Ticino, all’inizio del 1800 furono rinvenuti i primi resti di un’importantissima cultura che prese il nome del luogo. La cultura di Golasecca si sviluppò a partire dal XII-X secolo a.C., era diffusa nell’alta valle del Ticino, nell’Ossola, nella medio-alta pianura del Piemonte e della Lombardia fra il Sesia e il Serio e fino al Padus flumen (fiume Po). Le iscrizioni rinvenute in zona dimostrano che queste popolazioni parlavano già una lingua celtica: il leponzio (i Leponti furono i primi Celti a utilizzare la scrittura nel VI-V sec. a.C.). Fino a poco tempo fa definita protoceltica, secondo gli studi archeologici più recenti la cultura di Golasecca si sta configurando come la prima Età del Ferro in Europa.




Alcune fra le principali tribù celtiche presenti fra il V e il II secolo a.C. furono i Taurinis, stanziati nell’attuale Piemonte, gli Insubres (Piemonte orientale, Lombardia centro-occidentale e parte del Canton Ticino), gli Orobii e i Leponti (Lombardia settentrionale), i Cenomani (Lombardia orientale, Veneto sud-occidentale, parte del Trentino e dell’Emilia).
Lingones e Boi si stanziarono nella valle Padana a sud del Po (Gallia Cispadana) e i Senones nel territorio costiero della Romagna spingendosi fino ai rilievi appenninici e più sud fino alle Marche dove fondarono Senigallia, l’antica Sena Gallica.
 
Tracciando la storia delle varie nazioni europee non ci è difficile notare che molte di esse hanno una caratteristica comune: quella cioè di avere avuto tra i primi abitanti proprio i Celti.

Da dove provenivano queste antichissime genti? Come vivevano? Quali furono le loro usanze?


DALLA SPAGNA ALL'ASIA MINORE

Dalle opere di alcuni scrittori (soprattutto dal "De bello gallico" = La guerra gallica, di Giulio Cesare) e dagli scavi archeologici si sono potute avere importanti notizie sulla civiltà dei Celti. Gli scavi archeologici ci hanno dato anche la possibilità di sapere con esattezza in quali zone dell'Europa e dell'Asia Minore si stanziò quell'antica popolazione. Al momento della loro massima espansione, e cioè verso il III secolo avanti Cristo, i Celti occupavano in Europa parte della penisola Balcanica e i territori corrispondenti a queste odierne nazioni: la Spagna e l'Italia settentrionali, la Francia, il Belgio, l'Inghilterra, l'Irlanda, la Germania occidentale e la Cecoslovacchia. In Asia Minore essi occupavano buona parte della Penisola Anatolica. Da studi piuttosto recenti risulta che i Celti furono una popolazione originaria dell'Asia

Le civiltà si svilupparono maggiormente in:

FRANCIA ( Gallia)

IRLANDA

GRAN BRETAGNA (Britannia)

GERMANIA



POLITICAMENTE DISUNITI

Data l'enorme estensione del territorio occupato dai Celti, si potrebbe pensare che essi abbiano costituito un impero. E invece non fu così: i Celti non furono mai uniti politicamente. La caratteristica di questa antica popolazione fu quella di rimanere sempre divisa in un grande numero di tribù, non di rado in lotta fra loro. La religione, la lingua e le usanze furono gli unici elementi che diedero una certa unità a quelle genti. Alcune delle molte tribù in cui erano suddivisi i Celti divennero assai numerose e costituirono lungo i secoli delle popolazioni a sé, con un proprio nome. Si ebbero così i Galli (nell'odierna Francia), i Belgi (nell'attuale Belgio), i Britanni (nell'odierna Inghilterra) e altri ancora. A loro volta queste popolazioni erano divise in numerosi gruppi indipendenti e spesso rivali tra loro. I Galli, per esempio, ne comprendevano una sessantina. Tra questi gruppi, i più potenti erano quelli degli Arveni, degli Edui, dei Sequani e dei Parisii. Sono queste appunto le popolazioni celtiche di cui ci parla Cesare nel "De bello gallico".
 
I ritrovamenti fatti durante archeologici ci rivelano che i Celti si dedicarono all'agricoltura e all'allevamento del bestiame. Infatti presso i resti delle loro abitazioni sono stati rinvenuti parecchi arnesi per la lavorazione della terra ( aratri, rastrelli, ecc.) e una grande quantità di ossa di animali domestici ( maiali, pecore, capre, buoi, cavalli). Dai ritrovamenti archeologici, è stato possibile farsi un'idea abbastanza precisa delle abitazioni dei Celti. Esse erano per lo più rettangolari, costruite con pietre e pali di legno. Di solito, ogni casa si trovava dentro un recinto di pietra. Presso ogni abitazione si è rinvenuta una buca circolare, scavata nel terreno: si suppone che servisse per la conservazione del grano.



IL LORO ASPETTO

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Secondo quanto ci riferiscono gli antichi scrittori greci e romani, i Celti erano alti e snelli; avevano pelle chiara, capelli biondi e occhi generalmente azzurri. Portavano di solito lunghi baffi e barbe piuttosto brev. Le loro vesti consistevano in una tunica ( lunga fino al ginocchio per gli uomini e fino alle caviglie per le donne) e un paio di pantaloni stretti e aderenti. Tanto gli uomini che le donne si ornavano con monili finemente lavorati: collane, braccialetti, fibbie e anelli d'oro e d'argento.


UNA POPOLAZIONE BELLICOSA

<< I Celti sono sempre pronti alla lotta: essi prediligono la guerra sopra ogni cosa >>. Così lasciò scritto il grande geografo romano Strabone (66 o 63 A.C. - 24 D.C.). gli scavi archeologici hanno confermato il giudizio dato da Strabone. Infatti, armi (spade, pugnali, lance, frecce) e armature ( elmi, scudi, ecc.) costituiscono la maggior parte del materiale rinvenuto nelle tombe dei Celti. I legionari di Cesare, che affrontarono in battaglia i Galli e i britanni, ebbero modo di provare l'eccezionale spirito bellicoso di cui erano dotate quelle popolazioni celtiche. Essi si lanciavano all'assalto correndo all'impazzata e lanciando urla selvagge; il loro tipico armamento consisteva in una spada di ferro e in una o due lance anch'esse di ferro. Di solito i guerrieri celtici erano anche muniti di un corto pugnale, che veniva usato per il corpo a corpo. I grandi scudi di legno o di bronzo erano gli unici mezzi di difesa di cui disponevano i Celti durante il combattimento. L'elmo e le corazze di bronzo erano riservate solo ai capi. Questi combattevano di solito su un veloce carro da guerra a due ruote, trainato da una coppia di cavalli. I Celti avevano l'abitudine di decapitare i prigionieri e di issarne le teste su lunghe aste di legno per spaventare il nemico durante la battaglia. Per difendere i loro villaggi dagli assalti nemici, essi costruivano grosse fortezze in pietra. Non bisogna però credere che i Celti fossero soltanto guerrieri; essi erano anche ottimi agricoltori e abili artigiani.
 
LE PIETRE ERETTE: i MENHIR

In tutte le terre abitate dai Celti, i luoghi sacri erano circondati da colonne erette, in alcuni casi (Co. Galway, Irland) le pietre sono scolpite in maniera elaborata con tipici motivi decorativi curvilinei. Sono una espressione di energia vitale e la scelta della forma deriva probabilmente dal desiderio di imitare gli alberi, simboli speciali e molto potenti per la cultura celtica. Indubbiamente le pietre vogliono anche esprimere in maniera brutale la forza primaria associata al simbolo della sessualità maschile, il fallo.

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IL SACRO SITO DI TARA

Il reale e sacro sito di Tara (Co. Meath, Irland) è un simbolo importante della grandezza dei Celti irlandesi prima dell’era cristiana. Originariamente fortificato durante l’età del ferro, il luogo fu la sede dei Re d’Irlanda. Nel sito si rinvengono due cerchi concentrici doppi nel terreno, in uno si trova al centro una pietra eretta (Stone of Fàl), pare che questa fosse in grado di legittimare il nuovo re eletto al solo contatto con la sua mano.


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LA SORGENTE DELLA VITA

L’acqua affascinava i Celti; un universo complesso di miti, simbolismi e rituali è legato ad essa.

In siti prossimi all’acqua la cultura celtica europea dall’età del Bronzo in poi praticava offerte votive, da gioielli bellissimi fino ad arrivare a sacrifici animali ed umani. Il movimento apparentemente spontaneo delle acque era l’espressione delle forze soprannaturali, e creare un santuario vicino ad esse poteva essere un modo per entrare in contatto con il mondo degli spiriti.
 
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