La cosa ha scritto:
Stai girando intorno alla cosa e dicendo quanto sostengo io.
Il regolamento è chiaro e viola ogni principio di equità e prassi, da qualsiasi parte lo si guardi (anche la tua, che è una strada diversa per dire quanto ho già affermato io)
Ma non è questo il punto.
Il punto è che il regolamento esiste ed è stato approvato dalla Consob .
E per le rettifiche fa fede il regolamento del warrant.
Se la Consob darà il via libera il warrant andrà in the money. Punto e basta.
E' evidente che gli azionisti non staranno a rigirarsi i pollici e faranno ricorso in base a quanto tu dici , che è lo stesso argomento che ho sempre sostenuto: si ledono chiaramente gli interessi degli azionisti perchè si consente ai warrantisti di ricevere azioni a prezzi enormemente inferiori.
Quindi alla fine delle fini le opzioni sono 2, se dovesse essere deliberato un raggruppamento.:
1) La consob non dà il via libera (è nei suoi poteri) e tutto finisce lì
2) La consob dà il via libera e agli azionisti danneggiati non rimane che ricorrere alla autorità giudiziaria
La terza strada, cioè una rettifica del prezzo di esercizio al di fuori di quanto prevede il regolamento, la vedo molto difficilmente praticabile.
Non sto girando intorno al problema.
Credo di averlo piuttosto risolto.
Tu volevi sapere dove era scritto che il warrant non poteva essere esercitato allo stesso prezzo dopo un eventuale raggruppamento, poiché in base al regolamento del warrant, che non prevede la rettifica del prezzo di esercizio, sarebbe stato ben possibile.
Ti ho risposto che l'anello falso del tuo ragionamento (pur suggestivo) era che in tal modo resta violata la delibera dell'a.d.c. e le condizioni pòste al medesimo, in termini di corrispettivo per la sottoscrizione di azioni mediante warrants.
Violando i termini e le condizioni dell'a.d.c. si viola la legge, sia le norme a tutela del mercato, sia quelle del diritto societario a tutela degli azionisti.
E' una risposta tecnica e precisa.
La Consob non autorizzerà mai una simile stramberia.
La rettifica del prezzo di esercizio è ciò che deve avvenire e che avverrà in caso di raggruppamento.
Se anche nel regolamento non vi fosse scritto che il prezzo di esercizio debba essere rettificato, tale operazione non lederebbe i diritti dei warrantisti, mentre lederebbe quelli degli azionisti, se non venisse effettuata.
Peraltro, la questione è meno seria di quanto sembri, poiché nel regolamento è soltanto assente (forse per una svista) una disposizione che disciplini la rettifica del prezzo di esercizio del warrant, cosa diversa dalla ipotetica presenza di un divieto, espresso o tacito in tal senso.
Quindi, il regolamento, per tale vuoto, anziché essere disapplicato in qualche sua parte, richiede di essere semplicemente integrato, sia con altre norme del regolamento, sia con le norme generali, che portano a rispettare in ogni caso e inderogabilmente il rapporto corrispettivo/sottoscrizione deliberato dell'assemblea per l'a.d.c..
In conclusione, la norma di sbarramento, che non si rinviene nel regolamento, si trova, più a monte, nella legge e nelle norme generali sul funzionamento delle società.