Worrant Snia 2010

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Mi sembra di aver scatenato una discussione abbastanza interessante.Vedo con piacere che in questo FORUN interragiscono persone da elevate capacita' che non fanno altro che arricchire le conoscenze di chi,come me,e' ancora a digiuno sui WARRANT.Grazie
 
Fedone ha scritto:
........

Dai punti a) a e) si parla di modifiche di numero e strike in f) e g) no, dimenticanza voluta?

..........

Infatti...stranamente manca la rettifica del prezzo di esercizio (che è presente negli altri commi) proprio nel comma relativo al raggruppamento.

E chi si dovrebbe mai sorprendere per una delibera di raggruppamento di una azione che vale 0.07 e rotti e risulta l'azione più "economica" del listino ???

In realtà non credo gliela facciano passare ma non mi stupirei che, a suo tempo, gnutti e compagnia avessero studiato il tutto a tavolino.
Erano altri tempi, però, e l'amico fazio regnava indisturbato...
 
eternita48 ha scritto:
... che non fanno altro che arricchire le conoscenze di chi,come me,e' ancora a digiuno sui WARRANT.Grazie


:D pare che ci stiano riuscendo bene visto che al momento il povero WORRANT è finalmente tornato a chiamarsi WARRANT, ora non resta che far tornare il FORUN al FORUM e vedrai che per l'eternità non ci saranno da temere grossi cambiamenti.
 
Fedone ha scritto:
chagans tra l'altro anche lo statuto và letto, credo. e dice:

L'assemblea del 10 febbraio ha altresì deliberato di aumentare in via scindibile
il capitale sociale di massimi Euro 59.345.272,00 mediante emissione, anche
in più riprese o tranche, di massime numero 237.381.088 azioni ordinarie,
godimento regolare, da riservare esclusivamente all’esercizio dei warrant
denominati "Warrant SNIA 2005 - 2010" contro pagamento, salvo modifiche,
così come previsto nel Regolamento dei warrant, dell’importo di Euro 0,25
per ogni azione, in ragione di 1 nuova azione ordinaria ogni numero 1 warrant
presentato, salvo modifiche così come previsto nel Regolamento dei warrant,
da eseguirsi entro il 31 dicembre 2010 o comunque entro il termine ultimo di
esercizio dei warrant.

Ora vado ad interpertare quel "salvo modifiche"
immaigino si parli di:

5. Diritti dei titolari dei Warrant in caso di operazioni sul capitale sociale
Qualora l’Emittente dia esecuzione prima del 31 dicembre 2010 a:

a) omissis
b) omissis
c) omissis
d) omissis
e) omissis
f) raggruppamenti o frazionamenti di Azioni, il numero delle Azioni sottoscrivibili
sarà variato in applicazione del rapporto in base al quale sarà effettuato il
raggruppamento o il frazionamento delle Azioni. L’aggiustamento diverrà
efficace alla data in cui tale raggruppamento o frazionamento avrà effetto in
conformità alle disposizioni del Regolamento dei mercati organizzati e gestiti da
Borsa Italiana;
(g) operazioni di fusione/scissione in cui l’Emittente non sia la società
incorporante/beneficiaria, sarà conseguentemente modificato il numero delle
Azioni sottoscrivibili sulla base dei relativi rapporti di concambio/assegnazione.

Dai punti a) a e) si parla di modifiche di numero e strike in f) e g) no, dimenticanza voluta?

La risposta sta qua:

Qualora venisse data esecuzione ad altra operazione, diversa da quelle sopra elencate e che
produca effetti analoghi o simili a quelli sopra considerati, potrà essere modificato il numero
delle Azioni sottoscrivibili e il Prezzo di Esercizio dei Warrant con modalità normalmente
accettate e con criteri non incompatibili con quelli desumibili dal disposto delle lettere da (a) e (e) del presente art. 5.

In effetti questo regolamento pregiudica gli interessi degli azionisti pre vecchio adc che non hanno ricevuto i warrant gratis che in virtù di questo regolamento pare beneficini di un premio.

Veramente interessante, come mantenere il controllo senza essere azionisti ma tenendo i propri uomini nel cda, forse sto fantastcicando ma ora capisco il comportamento di Enerchem


io credo che sia inutile preoccuparsi di questa eventualità.

Non passerà mai un accorpamento senza rettifica di strike.
Oltre che illegale, produrrebbe strascichi legali infiniti.

A questo punto sarebbe il caso di chiedere all'ir delucidazioni in merito.

Communque gli azionisti dovrebbero procedere ad inibire gli amministratori a procedere ad un accorpamento.

Prendiamo poi il caso contrario.
Se procedessero per ipotesi ad una scissione dell'azione 1/10 vuoi che i possessori di warrant non esigano la modifica dello strike da 0.25 a 0.025?
 
Ragazzi amici del worran snia :)

E' vero che il codice civile dovrebbe tutelare gli azionisti, ma se il regolamento non parla di prezzo in modo chiaramente voluto vuol dire che questi ci stavano provando a pararsi il sedere!

Dato che la storia di snia ha insegnato a De Rosa stesso, quando stava con Romiti, che col 5% si rischia di non comandare (leggasi scalate), mi pare di capire che si sono proprio organizzati bene.

spero di sbagliarmi perchè è una roba allucinante, altro che pubblic company.

Prima mi stava simpatico De Rosa, non Enerchem, ora ho leggermente invertito!

Si capisce perchè il mercato non se la fila, puzza, puzza.
 
Rag. Partridge ha scritto:
io credo che sia inutile preoccuparsi di questa eventualità.

Non passerà mai un accorpamento senza rettifica di strike.
Oltre che illegale, produrrebbe strascichi legali infiniti.

A questo punto sarebbe il caso di chiedere all'ir delucidazioni in merito.

Communque gli azionisti dovrebbero procedere ad inibire gli amministratori a procedere ad un accorpamento.

Prendiamo poi il caso contrario.
Se procedessero per ipotesi ad una scissione dell'azione 1/10 vuoi che i possessori di warrant non esigano la modifica dello strike da 0.25 a 0.025?

Il caso mi pare difficile, poi i warrantisti non credo abbiano diritti, come gli azionisti, garantiti dal codice.

Nota: adc fatto a 0,085, perchè? al tempo pensavo per 2 motivi:

1.fregare gli azionisti di minoranza, che non aderivano, per la forte diluizione.
2.avere l'adc garantito dal mercato per l'effetto inerzia e lo sconto.

ma ora aggiungo:
3.per rendere il prezzo millesimale, in ottica di futuro accorpamento, non ne abbiamo molti di titoli con lo 0,0...!!!!

manca poco al 31 maggio...stiamo a vedere.
 
La cosa ha scritto:
Esattamente...il numero verrà variato.

Ed il prezzo di esercizio???...:confused::confused:

Es.

Prezzo snia = 0.080
Prezzo warrant = 0.020

Raggruppamento 20 ad 1

All'azionista che aveva 100,000 SNIA verranno consegnate 5,000 SNIA con nuovo riferimento 1.6 euro

5,000 x 1.6 = 8,000 € = 100,000 x 0.080

Al warrantista che aveva 100,000 WSN10 verranno consegnati 5,000 WSN10 che daranno diritto a sottoscrivere 5,000 SN ad un prezzo di 0.25, in base al comma f dell'articolo da te riportato.

Valore teorico del nuovo WSN10 = 1.6 - 0.25 = 1.35 €

Vecchio controvalore

100,000 x 0.020 = 2,000 €

Nuovo controvalore

5,000 x 1.35 = 6,750 € :eek::eek::eek:


Non c'è trucco ...non c'è inganno...

..se la consob glielo farà fare, applicando un regolamento che viola la prassi, il buon senso ed ovviamente ogni principio di equità ed onestà.

Il ragionamento di Chagans è suggestivo, ma forse c'è un errore nella premessa, che farebbe emergere una soluzione dell'apparente paradosso più semplice di quanto appaia.
Il raggruppamento delle azioni è operazione neutra, come giustamente si dice, poiché il capitale, restando lo stesso, risulta solo diviso in un numero minore di azioni.
Il warrant è legato all'entità del capitale della società.
Se, dunque, al momento di emissione dei warrants è altresì fissato il correlativo aumento massimo del capitale che il loro esercizio può comportare, l'eventuale raggruppamento delle azioni, deve comunque lasciare invariato il capitale e quindi anche la parte riservata ai warrants.
Ne consegue che, dopo il raggruppamento, anche il capitale sottoscrivibile con l'esercizio dei warrants dovrà essere diviso in proporzione al nuovo valore delle azioni.
Ciò significa che la massa dei warrantisti non potrà sottoscrivere una porzione di capitale maggiore di quanto deliberato al momento della loro emissione.
E questo, indipendentemente dal numero di azioni in cui risulti diviso il capitale stesso, il quale, per premessa, non può mutare la propria entità per operazioni di raggruppamento o frazionamento.
Pertanto, senza dover ricorrere a prassi o equità ovvero alle norme regolamentari della Consob, lo sbarramento all'ipotizzato "colpaccio" mediante raggruppamento e l'obbligo delle necessarie rettifiche dei parametri di esercizio dei warrants derivano semplicemente dalla deliberazione che ha deciso i termini dell'aumento di capitale.
 
Ultima modifica:
Alla luce di quanto sopra esposto,e' sbagliato acquistare worrant Snia e sperare che fino al 2010 succeda qualcosa di positivo?:perche' non un OPA su titolo che quota quasi niente?...
 
eternita48 ha scritto:
Alla luce di quanto sopra esposto,e' sbagliato acquistare worrant Snia e sperare che fino al 2010 succeda qualcosa di positivo?:perche' non un OPA su titolo che quota quasi niente?...
si ma anche in questo caso è meglio comprare l'azione del warrant.
 
Laurion69 ha scritto:
Il ragionamento di Chagans è suggestivo, ma forse c'è un errore nella premessa, che farebbe emergere una soluzione dell'apparente paradosso più semplice di quanto appaia.
Il raggruppamento delle azioni è operazione neutra, come giustamente si dice, poiché il capitale, restando lo stesso, risulta solo diviso in un numero minore di azioni.
Il warrant è legato all'entità del capitale della società.
Se, dunque, al momento di emissione dei warrants è altresì fissato il correlativo aumento massimo del capitale che il loro esercizio può comportare, l'eventuale raggruppamento delle azioni, deve comunque lasciare invariato il capitale e quindi anche la parte riservata ai warrants.
Ne consegue che, dopo il raggruppamento, anche il capitale sottoscrivibile con l'esercizio dei warrants dovrà essere diviso in proporzione al nuovo valore delle azioni.
Ciò significa che la massa dei warrantisti non potrà sottoscrivere una porzione di capitale maggiore di quanto deliberato al momento della loro emissione.
E questo, indipendentemente dal numero di azioni in cui risulti diviso il capitale stesso, il quale, per premessa, non può mutare la propria entità per operazioni di raggruppamento o frazionamento.
Pertanto, senza dover ricorrere a prassi o equità ovvero alle norme regolamentari della Consob, lo sbarramento all'ipotizzato "colpaccio" mediante raggruppamento e l'obbligo delle necessarie rettifiche dei parametri di esercizio dei warrants derivano semplicemente dalla deliberazione che ha deciso i termini dell'aumento di capitale.
vero non
credo
che i warrantisti trarrebbero vantaggi (ingiusti per altro) in caso di accorpamento.
 
Laurion69 ha scritto:
Il ragionamento di Chagans è suggestivo, ma forse c'è un errore nella premessa, che farebbe emergere una soluzione dell'apparente paradosso più semplice di quanto appaia.
Il raggruppamento delle azioni è operazione neutra, come giustamente si dice, poiché il capitale, restando lo stesso, risulta solo diviso in un numero minore di azioni.
Il warrant è legato all'entità del capitale della società.
Se, dunque, al momento di emissione dei warrants è altresì fissato il correlativo aumento massimo del capitale che il loro esercizio può comportare, l'eventuale raggruppamento delle azioni, deve comunque lasciare invariato il capitale e quindi anche la parte riservata ai warrants.
Ne consegue che, dopo il raggruppamento, anche il capitale sottoscrivibile con l'esercizio dei warrants dovrà essere diviso in proporzione al nuovo valore delle azioni.
Ciò significa che la massa dei warrantisti non potrà sottoscrivere una porzione di capitale maggiore di quanto deliberato al momento della loro emissione.
E questo, indipendentemente dal numero di azioni in cui risulti diviso il capitale stesso, il quale, per premessa, non può mutare la propria entità per operazioni di raggruppamento o frazionamento.
Pertanto, senza dover ricorrere a prassi o equità ovvero alle norme regolamentari della Consob, lo sbarramento all'ipotizzato "colpaccio" mediante raggruppamento e l'obbligo delle necessarie rettifiche dei parametri di esercizio dei warrants derivano semplicemente dalla deliberazione che ha deciso i termini dell'aumento di capitale.

Laurion , sei completamente fuori strada.
Il capitale sociale non c'entra per niente.

Ne è riprova il fatto che il prezzo di sottoscrizione del warrant (0.25) nulla ha a che vedere con il valore nominale delle azioni snia.



Il fatto che il warrant vada pesantemente in the money non modifica comunque il rapporto tra il numero di azioni esistenti ed il numero di azioni
sottoscrivibili e , in maniera esattamente contraria a quanto sostieni tu, la porzione di capitale spettante ai warrantisti sarebbe decisamente inferiore (e non superiore) rispetto al capitale.
Esattamente inferiore in modo proporzionale al rapporto di raggruppamento.

Non essendoci più alcun vincolo all'emissione di azioni sotto al nominale (nuovo codice societario) come ho scritto in precedenza non ci sarebbe alcun vincolo ad emettere ad un prezzo molto inferiore al nominale.
 
La cosa ha scritto:
Laurion , sei completamente fuori strada.
Il capitale sociale non c'entra per niente.

Ne è riprova il fatto che il prezzo di sottoscrizione del warrant (0.25) nulla ha a che vedere con il valore nominale delle azioni snia.



Il fatto che il warrant vada pesantemente in the money non modifica comunque il rapporto tra il numero di azioni esistenti ed il numero di azioni
sottoscrivibili e , in maniera esattamente contraria a quanto sostieni tu, la porzione di capitale spettante ai warrantisti sarebbe decisamente inferiore (e non superiore) rispetto al capitale.
Esattamente inferiore in modo proporzionale al rapporto di raggruppamento.

Non essendoci più alcun vincolo all'emissione di azioni sotto al nominale (nuovo codice societario) come ho scritto in precedenza non ci sarebbe alcun vincolo ad emettere ad un prezzo molto inferiore al nominale.
PER ME è UNA TEMPESTA IN UN BICCHIER D'ACQUA.
 
La cosa ha scritto:
Laurion , sei completamente fuori strada.
Il capitale sociale non c'entra per niente.

Ne è riprova il fatto che il prezzo di sottoscrizione del warrant (0.25) nulla ha a che vedere con il valore nominale delle azioni snia.



Il fatto che il warrant vada pesantemente in the money non modifica comunque il rapporto tra il numero di azioni esistenti ed il numero di azioni
sottoscrivibili e , in maniera esattamente contraria a quanto sostieni tu, la porzione di capitale spettante ai warrantisti sarebbe decisamente inferiore (e non superiore) rispetto al capitale.
Esattamente inferiore in modo proporzionale al rapporto di raggruppamento.

Non essendoci più alcun vincolo all'emissione di azioni sotto al nominale (nuovo codice societario) come ho scritto in precedenza non ci sarebbe alcun vincolo ad emettere ad un prezzo molto inferiore al nominale.

Con tutto il rispetto, Chagans...
Credo che sia tu fuori strada.
Il tuo ragionamento non tiene conto delle premesse (i termini dell'aumento di capitale) e si focalizza erroneamente solo sull'aspetto "numerale" del prezzo di esercizio del warrant.
I warrants, con il raggruppamento, devono subire le rettifiche dovute tenendo conto della deliberazione dell'a.d.c., che è un'operazione volta a reperire risorse con l'emissione di nuove azioni e versamento del corrispettivo per la loro sottoscrizione.
L'emissione di warrants incide pertanto sul capitale sociale e quindi deve assolutamente rispettare la delibera assembleare o gli atti del c.d.a. che da essa sono stati autorizzati.
Tornando alla questione, se non si rettifica il numero dei warrants dopo il raggruppamento (come inizialmente mi era parso di capire) è ovvio che resta violata per eccesso la delibera dell'aumento massimo, come ho spiegato sopra, in quanto sarebbero immesse più azioni di quante ne erano state autorizzate.
Se non si rettifica il loro prezzo di esercizio (come ora mi pare di capire), resta violata per difetto la delibera suddetta.
Nel tuo ragionamento non tieni conto che se l'assemblea di Snia decide di aumentare il capitale sociale per reperire € 59.345.272,00 attraverso 237.381.088 warrants, il cui titolare è tenuto, in caso di esercizio, ad un corrispettivo unitario di € 0,25 (che appunto moltiplicato x 237.381.088 = 59.345.272), a seguito di un eventuale raggruppamento 20:1, per seguire il tuo esempio, se non si rettificasse il prezzo di esercizio, la società incasserebbe a fronte di una conversione di tutti i warrants solo la ventesima parte di quanto deliberato, cioè € 2.967.263,60 anziché la somma che era stata prevista per l'esercizio dei warrants.
Mi sembra ovvio che, in tal caso, anche il più sprovveduto degli azionisti si rivolgerebbe al giudice per tutelare le proprie ragioni, che consisterebbero nella semplice deduzione del rapporto tra sottoscrizione di nuove azioni e corrispettivo previsto (secondo le condizioni dell'assemblea per l'a,d,c,) e della necessità degli aggiustamenti necessari e naturali per mantenere integro detto rapporto a seguito di una mera operazione contabile come quella del raggruppamento.
Ma, data l'ovvietà della cosa, non credo che Snia o chiunque altro abbia mai pensato lontanamente a mettere su questa operazione da fumetto...
 
Ultima modifica:
Laurion69 ha scritto:
Il ragionamento di Chagans è suggestivo, ma forse c'è un errore nella premessa, che farebbe emergere una soluzione dell'apparente paradosso più semplice di quanto appaia.
Il raggruppamento delle azioni è operazione neutra, come giustamente si dice, poiché il capitale, restando lo stesso, risulta solo diviso in un numero minore di azioni.
Il warrant è legato all'entità del capitale della società.
Se, dunque, al momento di emissione dei warrants è altresì fissato il correlativo aumento massimo del capitale che il loro esercizio può comportare, l'eventuale raggruppamento delle azioni, deve comunque lasciare invariato il capitale e quindi anche la parte riservata ai warrants.
Ne consegue che, dopo il raggruppamento, anche il capitale sottoscrivibile con l'esercizio dei warrants dovrà essere diviso in proporzione al nuovo valore delle azioni.
Ciò significa che la massa dei warrantisti non potrà sottoscrivere una porzione di capitale maggiore di quanto deliberato al momento della loro emissione.
E questo, indipendentemente dal numero di azioni in cui risulti diviso il capitale stesso, il quale, per premessa, non può mutare la propria entità per operazioni di raggruppamento o frazionamento.
Pertanto, senza dover ricorrere a prassi o equità ovvero alle norme regolamentari della Consob, lo sbarramento all'ipotizzato "colpaccio" mediante raggruppamento e l'obbligo delle necessarie rettifiche dei parametri di esercizio dei warrants derivano semplicemente dalla deliberazione che ha deciso i termini dell'aumento di capitale.

Questo è vero, la logica porterebbe a questo.
Però bisogna vedere se il raggruppamento è deliberato dall'assembela oppure dal cda (nel secondo csao in effetti si pregiudicherebbero i diritti degli azionisti).
In effetti se lo statuto parla di numero di azioni convertibili che viene rettificato di conseguenza lo è pure il prezzo, altrimenti devono deliberare un nuovo adc, forse quel "salvo modifiche" nello statuto serve a questo?

In linea di principio e di legalità appare un evento impossibile ma tuttavia possibile perchè:

-Gnutti non è uno stinco di santo
-de Rosa ha già subito una scalata quando governava un cda rappresentativo di una minima parte del capitale sociale
-lo strike del warrant è apparso fin da subito fuori da ogni logica (non ho esperienza di adc cum warr con strike tanto alti, se avete ricordi migliori dei miei...)
-l'Adc è stato molto diluitivo e a prezzo molto basso, Gnutti si è regalato molti warrant in questo modo.
-Nel regolamento si omette appositamente l'inidicazione del prezzo in quei 2 punti. (e lo specificano pure!!!! questo è il dato per me più significativo)

Non ci resta ora che aspettare il 2010 per sapere come va a finire :censored:
o forse molto prima,.


Direi di fare confronti, ho letto alcuni prospetti velocemente, tutti parlano di prezzo e numero.
 
Metto altra carne al fuoco, non ci capisco molto di diritto societario, poi dopo la riforma :'(

Ricordando che Snia elimnato il valore nominale alle azioni, non è che in qualche modo c'entra col discorso?

Emissione di azioni senza valore nominale
Un'altra importante novità introdotta dalla riforma consiste nella possibilità di emettere azioni senza l'indicazione del loro valore nominale. In tal caso, qualora la società opti per l'emissione di azioni prive di valore nominale (non è consentito emettere contemporaneamente azioni con e senza valore nominale), lo statuto dovrà indicare solo il capitale sottoscritto e il numero totale delle azioni emesse.
Ne consegue che, in questo caso, per la misurazione della partecipazione del singolo socio, occorrerà fare riferimento a una percentuale del numero complessivo delle azioni emesse e non a una misura monetaria come previsto dalla vecchia disciplina.
Sarà dunque necessario e sufficiente che tale numero complessivo di azioni emesse sia specificato nell'atto costitutivo.
Si evidenzia come la scelta di emettere azioni senza valore nominale risolva una serie di inconvenienti pratici connessi alla necessità di indicare nei titoli le eventuali variazioni del valore nominale degli stessi e alla conseguente esigenza di provvedere a una loro sostituzione in caso di operazioni di frazionamento o raggruppamento.
 
Fedone ha scritto:
Questo è vero, la logica porterebbe a questo.
Però bisogna vedere se il raggruppamento è deliberato dall'assembela oppure dal cda (nel secondo csao in effetti si pregiudicherebbero i diritti degli azionisti).
In effetti se lo statuto parla di numero di azioni convertibili che viene rettificato di conseguenza lo è pure il prezzo, altrimenti devono deliberare un nuovo adc, forse quel "salvo modifiche" nello statuto serve a questo?

In linea di principio e di legalità appare un evento impossibile ma tuttavia possibile perchè:

-Gnutti non è uno stinco di santo
-de Rosa ha già subito una scalata quando governava un cda rappresentativo di una minima parte del capitale sociale
-lo strike del warrant è apparso fin da subito fuori da ogni logica (non ho esperienza di adc cum warr con strike tanto alti, se avete ricordi migliori dei miei...)
-l'Adc è stato molto diluitivo e a prezzo molto basso, Gnutti si è regalato molti warrant in questo modo.
-Nel regolamento si omette appositamente l'inidicazione del prezzo in quei 2 punti. (e lo specificano pure!!!! questo è il dato per me più significativo)

Non ci resta ora che aspettare il 2010 per sapere come va a finire :censored:
o forse molto prima,.


Direi di fare confronti, ho letto alcuni prospetti velocemente, tutti parlano di prezzo e numero.

Fedone, non puoi cambiare i termini di un a.d.c..
Ogni altra questione sono chiacchere...
La violazione della legge può portare a qualunque altra conclusione, ma si diceva per l'appunto era possibile legalmente raggruppare azioni e warrants ed esercitare questi ultimi allo stesso prezzo.
Invece non è così, perché resterebbero violate le condizioni dell'a.d.c..
E quindi sarebbero violate, per conseguenza, le norme del codice civile che regolano il funzionamento delle società.
 
Laurion69 ha scritto:
Con tutto il rispetto, Chagans...
Credo che sia tu fuori strada.
Il tuo ragionamento non tiene conto delle premesse (i termini dell'aumento di capitale) e si focalizza erroneamente solo sull'aspetto "numerale" del prezzo di esercizio del warrant.
I warrants, con il raggruppamento, devono subire le rettifiche dovute tenendo conto della deliberazione dell'a.d.c., che è un'operazione volta a reperire risorse con l'emissione di nuove azioni e versamento del corrispettivo per la loro sottoscrizione.
L'emissione di warrants incide pertanto sul capitale sociale e quindi deve assolutamente rispettare la delibera assembleare o gli atti del c.d.a. che da essa sono stati autorizzati.
Tornando alla questione, se non si rettifica il numero dei warrants dopo il raggruppamento (come inizialmente mi era parso di capire) è ovvio che resta violata per eccesso la delibera dell'aumento massimo, come ho spiegato sopra, in quanto sarebbero immesse più azioni di quante ne erano state autorizzate.
Se non si rettifica il loro prezzo di esercizio (come ora mi pare di capire), resta violata per difetto la delibera suddetta.
Nel tuo ragionamento non tieni conto che se l'assemblea di Snia decide di aumentare il capitale sociale per reperire € 59.345.272,00 attraverso 237.381.088 warrants, il cui titolare è tenuto, in caso di esercizio, ad un corrispettivo unitario di € 0,25 (che appunto moltiplicato x 237.381.088 = 59.345.272), a seguito di un eventuale raggruppamento 20:1, per seguire il tuo esempio, se non si rettificasse il prezzo di esercizio, la società incasserebbe a fronte di una conversione di tutti i warrants solo la ventesima parte di quanto deliberato, cioè € 2.967.263,60 anziché la somma che era stata prevista per l'esercizio dei warrants.
Mi sembra ovvio che, in tal caso, anche il più sprovveduto degli azionisti si rivolgerebbe al giudice per tutelare le proprie ragioni, che consisterebbero nella semplice deduzione del rapporto tra sottoscrizione di nuove azioni e corrispettivo previsto (secondo le condizioni dell'assemblea per l'a,d,c,) e della necessità degli aggiustamenti necessari e naturali per mantenere integro detto rapporto a seguito di una mera operazione contabile come quella del raggruppamento.
Ma, data l'ovvietà della cosa, non credo che Snia o chiunque altro abbia mai pensato lontanamente a mettere su questa operazione da fumetto...

Stai girando intorno alla cosa e dicendo quanto sostengo io.

Il regolamento è chiaro e viola ogni principio di equità e prassi, da qualsiasi parte lo si guardi (anche la tua, che è una strada diversa per dire quanto ho già affermato io)

Ma non è questo il punto.

Il punto è che il regolamento esiste ed è stato approvato dalla Consob .
E per le rettifiche fa fede il regolamento del warrant.
Se la Consob darà il via libera il warrant andrà in the money. Punto e basta.

E' evidente che gli azionisti non staranno a rigirarsi i pollici e faranno ricorso in base a quanto tu dici , che è lo stesso argomento che ho sempre sostenuto: si ledono chiaramente gli interessi degli azionisti perchè si consente ai warrantisti di ricevere azioni a prezzi enormemente inferiori.

Quindi alla fine delle fini le opzioni sono 2, se dovesse essere deliberato un raggruppamento.:

1) La consob non dà il via libera (è nei suoi poteri) e tutto finisce lì
2) La consob dà il via libera e agli azionisti danneggiati non rimane che ricorrere alla autorità giudiziaria


La terza strada, cioè una rettifica del prezzo di esercizio al di fuori di quanto prevede il regolamento, la vedo molto difficilmente praticabile.


Per conto mio la cosa si risolverebbe come nel punto 1), ma non puoi con certezza affermare che il problema non sussiste.
 
Ultima modifica:
La cosa ha scritto:
Stai girando intorno alla cosa e dicendo quanto sostengo io.

Il regolamento è chiaro e viola ogni principio di equità e prassi, da qualsiasi parte lo si guardi (anche la tua, che è una strada diversa per dire quanto ho già affermato io)

Ma non è questo il punto.

Il punto è che il regolamento esiste ed è stato approvato dalla Consob .
E per le rettifiche fa fede il regolamento del warrant.
Se la Consob darà il via libera il warrant andrà in the money. Punto e basta.

E' evidente che gli azionisti non staranno a rigirarsi i pollici e faranno ricorso in base a quanto tu dici , che è lo stesso argomento che ho sempre sostenuto: si ledono chiaramente gli interessi degli azionisti perchè si consente ai warrantisti di ricevere azioni a prezzi enormemente inferiori.

Quindi alla fine delle fini le opzioni sono 2, se dovesse essere deliberato un raggruppamento.:

1) La consob non dà il via libera (è nei suoi poteri) e tutto finisce lì
2) La consob dà il via libera e agli azionisti danneggiati non rimane che ricorrere alla autorità giudiziaria


La terza strada, cioè una rettifica del prezzo di esercizio al di fuori di quanto prevede il regolamento, la vedo molto difficilmente praticabile.


Non sto girando intorno al problema.
Credo di averlo piuttosto risolto.
Tu volevi sapere dove era scritto che il warrant non poteva essere esercitato allo stesso prezzo dopo un eventuale raggruppamento, poiché in base al regolamento del warrant, che non prevede la rettifica del prezzo di esercizio, sarebbe stato ben possibile.
Ti ho risposto che l'anello falso del tuo ragionamento (pur suggestivo) era che in tal modo resta violata la delibera dell'a.d.c. e le condizioni pòste al medesimo, in termini di corrispettivo per la sottoscrizione di azioni mediante warrants.
Violando i termini e le condizioni dell'a.d.c. si viola la legge, sia le norme a tutela del mercato, sia quelle del diritto societario a tutela degli azionisti.
E' una risposta tecnica e precisa.
La Consob non autorizzerà mai una simile stramberia.
La rettifica del prezzo di esercizio è ciò che deve avvenire e che avverrà in caso di raggruppamento.
Se anche nel regolamento non vi fosse scritto che il prezzo di esercizio debba essere rettificato, tale operazione non lederebbe i diritti dei warrantisti, mentre lederebbe quelli degli azionisti, se non venisse effettuata.
Peraltro, la questione è meno seria di quanto sembri, poiché nel regolamento è soltanto assente (forse per una svista) una disposizione che disciplini la rettifica del prezzo di esercizio del warrant, cosa diversa dalla ipotetica presenza di un divieto, espresso o tacito in tal senso.
Quindi, il regolamento, per tale vuoto, anziché essere disapplicato in qualche sua parte, richiede di essere semplicemente integrato, sia con altre norme del regolamento, sia con le norme generali, che portano a rispettare in ogni caso e inderogabilmente il rapporto corrispettivo/sottoscrizione deliberato dell'assemblea per l'a.d.c..
In conclusione, la norma di sbarramento, che non si rinviene nel regolamento, si trova, più a monte, nella legge e nelle norme generali sul funzionamento delle società.
 
Ultima modifica:
Ma alla fine della fiera ci buttiamo ad acquistare questi benedetti WARRANT?.Forse il ns.Forum oggi ha contribuito ad un oltre5% in + sulla quotazione e qualcuno ha annusato l'affare!.
 
A questo punto sono un po' confuso :rolleyes:
 
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