Re: Re: Re: Anche per trovare l'ACF il problema e' lo stesso: avere *Serie storiche di qualita'*
Scritto da Blue Ray
Scalpo , permettimi la domanda dato che in rete non l'ho trovato : mi dai la definizione di "implied cash" di un future ?
Grazie
Ray
dal J C. Hull: "Opzioni, Future e altri derivati"
"Gli indici azionari possono essere trattati alla stregua di beni d'investimento che distribuiscono dividendi. L'attività sottostante è rappresentata dal portafoglio dei titoli di riferimento e i dividendi sono quelli che verrebbero incassati da chi possiede questo portafoglio. Spesso i titoli di riferimento sono numerosi e pagano dividendi a date diverse. In prima approssimazione, si può assumere che il portafoglio offra un dividend yield continuo q. In tal caso sulla base della equazione: F_0= S_0*e^(r-q)^T , che è il prezzo forward di un bene d'investimento che offre dividend yield continuo al tasso q. "
q=tasso rappresentativo dei dividendi
r=tasso risk free =tasso d'interesse
S= prezzo spot
possiamo dedurre il cash che non è altro che l'indice implicito nel future e lo si deduce, depurando dal prezzo del future, i dividendi.
Il problema di S, è che il flusso dei dividendi è oggettivo solo se sono noti i dividendi distribuiti, altrimenti debbono essere stimati, dai bilanci... E questa stima viene effettuata dal mercato.
Da quanto sopra il cash è il prezzo spot del future meno l'effetto dei dividendi. Per cui, se non scrivo cavolate, i dividendi q potrebbero essere ricavati dall'equazione sopra e cioè:
q= r-Ln (S/F)^1/T
dove in questo caso S è l'indice MIB30, se si sta parlando del FIB
Altre informazioni sul cash possono essere attinte dal sito di ABN, quando descrive i nuovi MINILONG/MINISHORT (i prodotti che hanno sostituito icertificates.) Oppure dai primi numerosi 3d sul Fol: " Future e derivati", quando si parlava del medesimo argomento, negli anni in cui i certificates erano stati lanciati sull mercato da ABN.
Ciao.
questa invece è la spiegazione di ABN
...l’indice implicito nel future è il suo valore attualizzato al tasso di interesse decurtato del rendimento dei dividendi. Il valore del future si modifica in modo istantaneo a seguito dell’andamento del mercato (spesso anticipando il movimento delle azioni che compongono l’indice): è quindi un riferimento più attendibile dell’indice sottostante. Disponendo del valore del future è quindi possibile ricavare un livello dell’indice sottraendo a questo il cost of carry. Nel caso di indici che prevedano il reinvestimento dei dividendi, (ad esempio l’indice DAX), il cost of carry è pari al costo degli interessi, mentre per gli altri indici è uguale alla differenza tra il costo degli interessi e i dividendi attualizzati.
La formula seguente descrive la parità teorica tra il future e il sottostante, nel caso in cui l’indice non preveda il reinvestimento dei dividendi. Il riferimento utilizzato nel pricing dei Certificates è quindi S, il valore attuale dell’indice implicito nel future. In generale è raro notare sensibili scostamenti tra l’indice e S, il suo valore implicito, poiché una sensibile differenza darebbe luogo a possibili arbitraggi. A seconda dei casi, si potrebbe infatti vendere il sottostante e comprare il future o viceversa, guadagnando un profitto privo di rischio. D’altro lato, tali scostamenti, in una situazione di non illiquidità e di neutralità fiscale, sono in generale rari, di modesto ammontare e di breve durata e sono pertanto quasi trascurabili per la maggior parte di investitori e day traders. Parità teorica future/sottostante
S = Fe(d-r) T
S = Prezzo del sottostante
F = Prezzo del Future
e = Costante di Nepero
d = Rendimento dei dividendi
r = Tasso di interesse risk-free
T = Vita residua del Future