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Il cassettista è il cibo dello speculatore
Mi dispiace ma sei totalmente fuori strada. E' l'esatto contrario.
Lo speculatore è il cibo dello speculatore.
Lo speculatore, infatti, acquista un titolo semplicemente perché calcola di rivenderlo a breve ad un prezzo maggiore ad un altro. Quest'altro, a sua volta, anch'egli speculatore, lo acquista perché calcola di rivenderlo a breve ad un prezzo maggiore ad un terzo. Un altro speculatore, a sua volta, ha venduto lo stesso titolo al primo, per mettere da parte "un gain" (non scrive abitualmente "un guadagno"), calcolando di ricomprarlo quando il prezzo sarà inferiore.
Ognuno è convinto di essere piu' intelligente dell'altro.
L'esito è inevitabile. Quattro quinti? Cinque sesti? Una percentuale di tutti è destinata inevitabilmente a perdere parte del capitale in queste transazioni frenetiche, con caratteristiche parzialmente di natura compulsiva.
Se il mercato fosse composto di cassettisti, non esisterebbero gli speculatori, per il semplice fatto che le transazioni sarebbero pressoché inesistenti. Forse quoterebbero a fine giornata solo alcuni titoli ad alta capitalizzazione. Sarebbe un pò come in alcuni mercati novelli della prima metà dell'800 in assenza dei titoli bancari e di quelli ferroviari.
Questo fa capire quale sia la fondamentale, essenziale funzione dei trader: forniscono liquidità al mercato finanziario, che altrimenti non potrebbe esistere, neppure per i risparmiatori.