Poi col derby si e' andati avanti e ho lasciato cadere il discorso perche' avevano continuato belanda e bassa rendita, ma se ti riferisci a me non ho assolutamente detto questo. Ho visto che a un certo punto c'e' stato un salto logico dove la parola sfortuna veniva abbinata alle scuse alla Mazzarri o alla superstizione ma le premesse erano completamente diverse in quanto si parlava essenzialmente della differenza tra un gioco a basso punteggio come il calcio e altri dove invece di fare 0 o 1 gol segnato ci sono centinaia di punti o canestri. E di conseguenza la casualità', l'imprevisto e il risultato inaspettato sono molto piu' presenti che negli altri sport. Questo non e' un difetto ma la bellezza del calcio, la possibilta' che spesso Davide batta (anche immeritatamente) Golia.
Tra l'altro il concetto e' anche alla base delle statistiche, che non amo particolarmente ma che sono dei tentativi di spiegare ulteriormente quello che accade in campo visto che il risultato a volte non riesce a fotografare del tutto la realta'. Se io leggo che i gialli e i verdi hanno fatto 0-0 e non conosco le due squadre, non posso assolutamente immaginare che tipo di partita e' stata.
Proprio per portare un piccolo apporto basta prendere i primissimi risultati di una ricerca su Google.
“Il calcio è l'unico sport in cui è possibile creare più dei tuoi avversari e perdere comunque. Non è così nel basket, nel golf, nel tennis o in qualunque altro sport”. Josep Guardiola
La nostra analisi nasce da questa citazione di Guardiola, tecnico che negli anni si è contraddistinto per l’impronta di gioco definita trasmessa alle squadre allenate, dalla quale possiamo dedurre come nel gioco del calcio possa
essere presente una casualità nel risultato che non è possibile ritrovare negli altri sport, dove non sempre vince chi è più forte ma è di fatto rarissimo che non vinca il migliore sul singolo match.
Nel nostro sport, gli eventi che determinano il punteggio sono rari se non addirittura assenti (le partite che finiscono zero a zero), mentre in altri sono decine o addirittura centinaia. Il “metodo di costruzione dei punteggi” cambia notevolmente a seconda delle discipline: nel calcio può essere un singolo evento a decidere il risultato (1–0, una sola azione determina il risultato), nel basket un centinaio abbondante di canestri (in un 122–111, più della metà delle azioni contribuiscono al risultato), nel tennis centinaia di punti (anche se non tutti i punti e non tutti gli errori hanno lo stesso peso, visto che alcuni fanno vincere un intero set al tiebreak, mentre altri sono addirittura marginali per la prevalenza nel singolo game) e innumerevoli sono le variabili nell’atletica, non trascurando le differenti dinamiche temporali. È chiaro che negli sport a basso punteggio la casualità ha potenzialmente un ruolo determinante, mentre negli sport ad alto punteggio è sostanzialmente ininfluente o può avere impatti più che altro psicologici in
momenti decisivi delle competizioni. Essendo il calcio uno sport a risultato quantitativo e a lunga durata, la probabilità di conclusioni a sorpresa è dunque alta: può bastare un gol fortuito e una considerevole dose di buona sorte per vincere una partita sulla carta impossibile o dove si è “giocato peggio”. La probabilità di risultati a sorpresa negli altri sport è, invece, bassissima a livello tecnico e solo in
parte bilanciata da variabili tipiche degli sport individuali, quali condizioni fisiche e componenti psicologiche, che comunque non sono assenti nel calcio.
Questa e' l'introduzione di un recente studio fatto a Coverciano, un corso per Match Analyst: il fatto che abbia usato praticamente le mie stesse parole ed esempi non so se vada a discapito della difficolta' del corso o se, piu' semplicemente, si tratti di concetti gia' accettati e introiettati da tempo
Poi parte con un analisi comparativa sui principali campionati europei fino ad arrivare alla conclusione. Questo e' l'ultimo paragrafo:
Nel tentativo di dare una risposta alla domanda iniziale, mi viene da scrivere che i dati dimostrano come i campionati di calcio riescono a essere generalmente meritocratici nei loro risultati finali, ma non si può comunque negare come Davide, a volte per merito e altre per fortuna, possa battere Golia.
E in fondo va bene così, perché fa parte della vera razionalità lasciare almeno un margine di irrazionalità negli eventi che ci circondano.
Spero di essermi fatto capire, se no andate alla FIGC a Coverciano a protestare
https://www.figc.it/media/221404/venturini_match-analyst.pdf